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Y2 (ho pensato mentre pensavo)
Y2 (ho pensato mentre pensavo)
Y2 (ho pensato mentre pensavo)
Ebook63 pages51 minutes

Y2 (ho pensato mentre pensavo)

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About this ebook

Un libro divertente, ironico e scanzonato che raccoglie pensieri che scorrono veloci, leggeri, quasi a simulare una superficialità che è solo apparente ma che riesce a rapire l'attenzione del lettore. Il dialogo è vivace, divertente e segue alla racconta Y, didassica e dialettica, nata dal blog di Scalza (Parzialmente Scremato) premiato nel 2005 come uno dei blog più importanti del panorama italiano.
LanguageItaliano
Release dateJan 7, 2014
ISBN9788868854867
Y2 (ho pensato mentre pensavo)

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    Y2 (ho pensato mentre pensavo) - Giuseppina Bruno

    www.brunolibri.com

    Y2, ho pensato mentre pensavo

    Autore | Giuseppina Bruno

    Titolo | Y2, ho pensato mentre pensavo

    ISBN |  9788868854867

    Copyright©2009 Giuseppina Bruno.Tutti i diritti riservati

    www.brunolibri.com

     http://scalza.wordpress.com/

    Prefazione

    Scalza non è un personaggio e neppure un nickname che richiama arie fetish, bondish, splashing, rimbabish o quant’altro.

    È incredibile come le moderne persone di questa moderna epoca fraintendano sessualmente quasi ogni concetto.

    Penso che non ci sia niente di sbagliato o di malvagio ma sicuramente la considero una gran perdita di tempo. L’armonia dovrebbe essere armonizzazione e con una nota sola, spesso stonata, non si realizzano grandi armonie.

    Scalza è la firma che ho usato nel mio blog ‘Parzialmente scremato’ che dopo aver estremizzato su libero.it, ha girovagato in rete come un povero nomade, fino ad approdare su blogger.com, che considero tuttora un porto abbastanza aperto e scoperto.

    In fondo amo le stelle, l’aria, la brezza. L’apertura la considero esistenziale più che essenziale. Tutto il resto è casuale, illogico, persistente. Come alcuni profumi, ricordi e luoghi comuni.

    La persistenza di Scalza resiste al di là del tempo, dei luoghi e dei fatti.

    Sono certa che il lettore ne comprenderà le ragioni.

    Giuseppina Bruno

    Fase del preliminare

    (?)

    Delle attese per lo più disattese

    Non so perché ma scrivere le pre-cose mi piace quasi di più che scrivere la cosa stessa. Un po’ come quando vado al cinema e aspetto che il film cominci, con quell’agitazione che, fino a qualche tempo fa, provavo anche quando dovevo uscire con qualcuno.

    Adesso dovrei scrivere che nel tempo sono diventata cinica e disillusa ma non è così. Ero cinica e disillusa anche prima di questo tempo, con la differenza che prima era un cinismo che faceva soffrire me e forse anche gli altri. Adesso molto probabilmente fa soffrire alcuni ma diverte altri e me stessa.

    Il che significa che in un certo modo sono migliorata perché sono diventata una cinica altruista, direi cosmica, perché nell’effettivo quei qualcuno che soffrono sono spesso fenomeni che attraggono la mia propensione alla didassica evolutiva. In questo modo soffrono perché devono apprendere dalla mia funzione cinica oltre che cinetica, come diventare persone migliori, per me, per chi li incontrerà.

    Tuttaviandomi verso quella che ormai è la maturità del mio essere per un fatto espressivo oltre che quantico, vorrei convertirmi a una dimensione di completamento, arrivando alla fase del divertimento cosmico senza più sofferenza per nessuno.

    Per questo, ho deciso di cominciare a dualizzarmi un pochino e non lasciare sempre che il tutto sia una cosa irripetibile e unica come mi piacerebbe che fosse per una forma di vanità più che di riuscita in sé.

    A esempio, la Pat, dice che molti artisti replicano sempre la stessa forma per anni e anni fino a raggiungere la perfezione. Poi passano ad altro. Lo fanno anche gli orientali, me l’ha detto l’insegnante di viet-tai-chi. Quindi, ho pensato, la Pat è un po’ orientale oppure lo è stata e se ne ricorda ancora.

    Io amo gli orientali. Mi piacciono per quel loro modo di intendere la Vita nell’espressione di una continuità che prosegue perché è già cominciata prima di quanto si ricordi, per quel loro modo di riflettere l’espressione del creativo nell’immaginario più che nel sedimentato come invece fanno gli occidentali, per la loro poetica (anziché patetica) attrazione verso la serenità.

    Nonostante questo gradimento, non ce la faccio a rifare, rifare, rifare. Mi annoio, mi sfinisco, mi logoro. Alla fine credo di essere un po’ superficiale, come quei preliminari che ti fanno venire in mente delle cose che poi chissà se capiteranno veramente.

    Ecco, io sono un preliminare, che uno ascolta, sente, vede e si immagina chissà che e poi alla fine non è detto che quell’attesa sia soddisfatta. Magari è meglio, per carità.

    A volte capita. Spesso non è così, bisogna ammetterlo. Spesso un preliminare ti aggancia a un immaginario che resta proteico di illusione e mentre ti esalti, finisce che ti abbatti. Per fortuna nel tempo uno impara ad accettare la realtà che se un preliminare è troppo preliminare, alla fine vuol dire che tutto il resto è fumo, quindi è meglio delimitare

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