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Dieci giorni o dieci anni
Dieci giorni o dieci anni
Dieci giorni o dieci anni
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Dieci giorni o dieci anni

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About this ebook

"Cercavano il senso della vita chissà dove quando capirono che era semplicemente nel lasciarsi vivere"

Fuggire dallo stesso posto e dalla stessa idea, fuggire in ogni direzione.

Ma ognuno di loro ha un segreto, un desiderio, un rimpianto che tiene nascosto persino a se stesso e ben presto il "viaggio" diventa, per Ale e Sarah, il luogo mentale delle consapevolezze raggiunte.

Un viaggio in caduta libera dove la forza di gravità si annulla per assecondare la vita e non sentirne il peso. Un modo per vedere che mentre vivi una vita altre mille te ne stai perdendo.
LanguageItaliano
Release dateJan 14, 2014
ISBN9788868851835
Dieci giorni o dieci anni

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    Dieci giorni o dieci anni - Antonella Menchetti

    dopo

    Prologo

    Talvolta la vita scorre per mesi e anni in una calma piatta, apparente.

    Si crede di essere privilegiati, fedeli ad una scala di valori semplici: essere se stessi in un mondo che cerca di renderci come tutti gli altri. Se possibile emergere, ma vivendo la vita che desideriamo. Magari crescere i propri figli, godere di ogni piccola cosa quotidiana, senza grandi aspirazioni ma nemmeno frustrazioni inaspettate.

    Cosa può d’un tratto dissipare la nebbia e svelare il mistero del nostro paesaggio interiore?

    Questa inaspettata crepa nell’esistenza ci mette di fronte all’evidenza di essere infelici.

    E tutto precipita.

    Dalla nuova finestra vediamo che la nostra vita diventa un continuo essersi lasciati cose alle spalle. Come se la sorte ci avesse dato una o più possibilità e non ce ne fossimo resi conto o non siamo stati pronti a reagire in tempo.

    Sarah pensò che se in un momento della vita, non sa esattamente quale, le cose fossero andate diversamente forse oggi non sarebbe una donna matura strapazzata dalla vita e lacerata dalle offese della bassezza quotidiana.

    E ora che rumina domande le risposte le piacciono poco o affatto.

    Ormai è su un treno in corsa e non è capace di tirare il freno d’emergenza.

    Un pensiero che Sarah ricorda aver letto da qualche parte dice che ad un certo punto bisogna chiudere i cicli. Non per orgoglio, per incapacità o per superbia. Semplicemente perché quelle determinate esperienze esulano ormai dalla tua vita. Bisogna cambiare musica, smettere di essere chi eri ed essere chi sei!

    Ma l'oscurità illumina il cuore e i pensieri. Non dà loro cecità ma come un bagliore li rende manifesti. Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte dove la loro funzione è la stessa della luna necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell’anima.

    L’incontro

    Malgrado la diversità dei loro mondi, ciascuno riconosceva nell’altro una persona combattiva e questo genera sempre una corrente di solidarietà. C’è molta più forza in due persone che tentano di comprendersi, sbagliando, fraintendendo, litigando che in due persone che fingono di capirsi sempre e non si sono mai parlati.

    Così nacque l’idea di questo viaggio, lontano da tutti, lontano dalla vita reale dove tutto sembra a rischio. Una pausa, la chiamarono. Un intervallo dalla pressione che nasce dentro di noi, dai problemi personali e dall’ambiente esterno. Niente di più. Se non dedicare, per una volta, intere giornate a se stessi rubando il tempo agli obblighi della vita.

    Si dissero: che diavolo! Un giorno ci sveglieremo e non ci sarà più il tempo di fare quel che ci pare! Facciamolo adesso!

    Sarah e Alessandro si erano conosciuti come tanti, presentati da amici in un bar, in una sera qualsiasi e poi si sono trovati su facebook e da lì hanno cominciato a parlarsi, a raccontarsi scambiandosi idee, opinioni, cercando di leggersi tra le righe, provando a scoprirsi, ma non troppo, cadendo spesso in discussioni, polemiche e contrasti dettati da equivoci e malintesi comuni a tutti coloro che cercano un dialogo attraverso un social-network.

    Fuori si sono incontrati poche altre volte. Non si può dire di loro che siano amici, non ancora, e di certo non si stanno rincorrendo o sono partiti soli, verso questa avventura, con altro scopo se non quello di condividere un’esperienza da entrambi agognata.

    Sentirsi liberi di vivere un lasso di tempo senza maschere, senza dover apparire, senza dovere nulla a nessuno, ma essere se stessi senza giudicarsi né essere valutati. Nessuna aspettativa, solo la ricerca di abbandonarsi ciascuno alla propria natura ed assecondarla.

    Ancora…non conoscevano quale essa fosse.

    La partenza

    Seduti vicini, lei accanto al finestrino, sopra l’ala dell’aereo.

    Cosa hai messo in valigia? gli domanda

    "…l’essenziale.

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