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Racconti dal focolare - Gli inediti di Charles Dickens
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Racconti dal focolare - Gli inediti di Charles Dickens

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Charles Dickens, “l’uomo che ha inventato il Natale”, in una raccolta di 5 racconti inediti in Italia, narrati nello stile della tradizione anglosassone di radunarsi attorno al fuoco, raccontando a turno una storia.

Edizioni speciali pubblicate dall’autore in occasione del Natale, prendono forma nella prima traduzione italiana, a cura di Federica Zamparini.
LanguageItaliano
Release dateNov 5, 2012
ISBN9788867552610
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    Racconti dal focolare - Gli inediti di Charles Dickens - Federica Zamparini (traduttore)

    www.multipliditre.it

    Prefazione

    a cura della traduttrice

    Racconti dal focolare – Gli inediti di Charles Dickens raccoglie alcuni celebri racconti brevi dell’autore, molto apprezzati nei paesi anglosassoni ma inediti in Italia. Spesso, infatti, le opere minori delle più note personalità letterarie del XIX e XX secolo rimangono per lo più sconosciute: capitava che avviassero la carriera di scrittori pubblicando saggi, racconti, o romanzi così detti a puntate su riviste letterarie più o meno note, fondate e gestite da amici o dagli autori stessi.

    L’idea di creare questa raccolta nasce da un duro lavoro di ricerca e dedizione, tramite cui ho tentato di trasportare l’atmosfera originale utilizzando un linguaggio che arrivasse al lettore moderno, pur rispettando la struttura del testo di partenza: capita, ad esempio, di perdersi in frasi macchinose tipiche della letteratura ottocentesca, o di scovare interpretazioni di elementi e linguaggi tipici dell’epoca resi accessibili a un pubblico a cui risulterebbero sconosciuti.

    Racconti dal focolare raccoglie dunque la prima traduzione italiana dei racconti pubblicati da Dickens in occasione del Natale sulla rivista letteraria Household Words, a cui sono seguite numerose altre pubblicazioni che celebrano le inimitabili atmosfere costruite dall’autore considerato l’inventore del Natale. Il titolo della raccolta si sviluppa partendo dall’elemento ricorrente nei racconti e nella letteratura di Dickens, il focolare natalizio, simbolo di unione, forza, sentimentalismo, ma anche di nostalgia.

    Federica Zamparini

    Storia del parente sfortunato

    Era piuttosto riluttante all’idea di avere precedenza sui tanti membri rispettabili della famiglia, aprendo il giro di storie da raccontare nel grande cerchio in cui sedevano, accanto al focolare natalizio; suggerì con modestia che sarebbe stato più corretto se John, il nostro stimabile padrone di casa (di cui pregò di bere alla salute) avesse voluto gentilmente cominciare. Era talmente poco abituato al ruolo di pioniere, disse, che davvero… ma quando gli altri gridarono che era il suo turno, concordando all’unisono che avrebbe potuto, voluto e dovuto iniziare, smise di sfregarsi le mani, tirò fuori le gambe da sotto la poltrona e cominciò.

    Sono sicuro (disse il parente sfortunato) che la mia confessione sorprenderà i membri riuniti della famiglia e in particolare John, il nostro stimabile padrone di casa, a cui siamo così grati per l’ospitalità con cui oggi ci ha accolti. Ma se mi concederete l’onore di lasciarvi sorprendere dalle parole di un membro così poco importante della famiglia come me, non mi resta che essere scrupolosamente accurato nel mio racconto.

    Non sono ciò che sembro. Tutt’altro. Ma forse, prima di proseguire, dovrei soffermarmi sulla mia PRESUNTA immagine.

    Sembrerebbe, a meno che non sbagli e se così fosse, i membri riuniti della famiglia mi correggeranno, ciò che è molto probabile (il parente sfortunato si guardò timidamente intorno, in cerca di una contraddizione), che sia il nemico di me stesso. Che non abbia mai avuto particolare successo in nulla. Che abbia fallito negli affari per la mia scarsa propensione e la mia ingenuità, impreparato di fronte ai progetti interessati del mio socio. Che abbia fallito in amore per la mia fiducia esagerata, ritenendo impossibile che Christiana potesse ingannarmi. Che abbia fallito nelle aspettative dello zio Chill, per il mio non essere acuto come avrebbe desiderato, nelle questioni materiali. Che, per gran parte della vita, abbia vissuto sfruttamenti e delusioni. Che ora sia uno scapolo tra i cinquantanove e i sessant’anni, che conta sul reddito limitato del sussidio trimestrale, a cui percepisco che il nostro stimabile padrone di casa, John, non desideri che faccia ulteriormente allusione.

    Si suppone che queste siano le mie abitudini e le mie occupazioni.

    Vivo in un alloggio a Clapham Road – nella camera sul retro, pulitissima, di una casa molto rispettabile – dove non trascorro le ore diurne, se non per poco tempo; esco la mattina alle nove in punto, come per recarmi al lavoro. Faccio

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