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Nersim: la luce della valle di Lerm
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Nersim: la luce della valle di Lerm
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Nersim: la luce della valle di Lerm

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About this ebook

La legge degli universi regola un fine meccanismo tra luce ed ombra, solo la conoscenza permetterà al vivente di ritrovare il singolare evento fonte di ogni ispirazione.
Yarime lottava contro l'oscuro, mentre nei cosmo altri elementi mutavano alla ricerca dell'equilibrio interuniverale; solo un antico tempio e la rigenerazione dei suoi pilastri avrebbe avvicinato alla conoscenza del multiuniverso ed alla sua salvaguardia, ritrovando la felicità di un tempo perduto.

L'Autore
Alberto Cataldi nato nel 1965, medico-chirurgo. Tra gli hobby è appassionato di fantasy, di cui ha pubblicato tre romanzi fantasy in versione e-book: “Nersim: la luce della valle di Lerm, I misteri di Elen e La nascita di Yarine”.
Ha pubblicato altri libri in ambito di informazione medica divulgativa in formato e-book: “La dieta ABO e stile di vita, Linfedema consigli per la vita quotidiana, Malattie neurodegenerative e stile di vita, Malattie della tiroide e stile di vita, Malattie infiammatorie croniche intestinali e stile di vita, Metallica: la lenta mortificazione della carne (inerente l'intossicazione cronica sui metalli pesanti).
Di recente ha pubblicato”Endocrinologia alchemica” un testo che unisce scienza ed occultismo in una visione comune. 
LanguageItaliano
Release dateNov 18, 2013
ISBN9788868558987
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    Book preview

    Nersim - Alberto Cataldi

    Capitolo

    In un mondo antico e lontano dove la luce illuminava il giorno, brillava una stella chiamata Nersim e un guerriero, che nessuno dei mondi vicini aveva mai affrontato in battaglia.

    Nerik, questo era il suo nome, un uomo possente, alto i suoi muscoli sembravano scolpiti come rocce, i capelli folti e ondulati coprivano in parte il volto e dal profondo sguardo trapelava tutta la sua energia vitale. Tutti i popoli, conosciuti ed illuminati da Nersim lo temevano, perché una leggenda raccontava che alla nascita, la luce della stella lo illuminò e per questo era diventato immortale.

    Un giorno come tanti altri, nella valle di Lerm comparve una strana luce, era la luce del destino di Nerik. Nessuno sapeva come ella potesse brillare autonomamente e perché fosse comparsa.

    Una giovane fanciulla dal volto candido, con labbra rosee con occhi grandi e neri si avvicinò a quella luce senza paura: Cosa vuoi da noi luce tanto luminosa? Sei più brillante della stella Nersim.

    Perché sei comparsa e non ti spegni mai?.

    Dalla luce non si udì alcuna voce, ne sibilo e non comparve alcuna persona o oggetto.

    La giovane Yarime andò via e trovando le sue amiche disse loro quello che era successo. Una delle sue compagne dall’aspetto aggraziato e con le guance rosse, come se qualcuno le avesse dipinte, si rivolse e le chiese: Ma non avevi paura? Nessuno del villaggio si è mai avvicinato ad essa da quando e comparsa! Anche gli anziani la temono!

    Ma Yarime rispose con un tono di voce sicuro e pacato: Si, é vero ma sentivo la necessità di parlarle.

    La voce si diffuse nei villaggi vicini e i saggi si riunirono per capire perché una giovane fanciulla si fosse avvicinata ad essa violando le regole dell’assemblea dei villaggi.

    Darluk, il più anziano dei saggi, durante la riunione si alzò in piedi e disse: Tutto ciò è follia… Se gli dei vogliono parlarci non bisogna interferire con loro, noi siamo umili servi della stella Nersim e nessuno deve avere la sfrontatezza di sfidarla.

    Eril, dall’aspetto canuto con la sua lunga barba incolta, si alzò in piedi e disse: l’uomo esprime l’animo e l’animo gli indica la strada.

    Ma Darluk, irritato da queste parole, ad alta voce replicò: allora ognuno fa come l’animo comanda?

    Allora, ognuno non segue le leggi perché lo dice il suo istinto? E mentre parlava gesticolava animatamente con il suo bastone, come se questa affermazione gli avesse ridato l’energia perduta di un tempo, come se tutto il corpo era immerso nella rabbia di chi ha violato il più sacro dei segreti.

    Un mormorio si alzò dall’assemblea e tutti si guardarono turbati dichiarando un unico pensiero:ma cosa succede é possibile che una giovane fanciulla abbia scatenato tutto questo scompiglio?

    Il vecchio saggio Eril rispose: voi non capite, la luce è il segno degli dei e la fanciulla forse è la chiave che ci indica la retta via!.

    L’assemblea si sciolse, come si era formata e le diverse popolazioni continuarono a discutere su quanto la semplicità potesse creare tanto sconcerto.

    Quella notte nei sogni di Yarime comparve una voce che gli sussurrava: ritorna alla luce, ritorna alla luce,… spaventata si svegliò e si alzò: ma cosa stà succedendo? perché quella luce mi chiama? perché sogno la luce?…

    Yarime si riaddormentò e al risveglio, in un momento in cui le nebbie si diradavano dalle valli, si ricordò del sogno e si diresse di nuovo verso la luce.

    Mentre si avvicinava improvvisamente comparve uno strano uccello con piume dorate, che emanava un forte odore di fiori. Yarime lo guardò e nei suoi pensieri non ricordava di aver mai visto tanta bellezza. Le sue piume erano luminose e il suo becco colore dell’oro. Ad un certo punto la creatura si appoggiò al suolo e alzando la testa, la guardò dritta negli occhi e un raggio di luce la travolse, ma essa senza spavento si lasciò attraversare come se tutto ciò fosse naturale.

    Ella vide in breve la storia del suo mondo, il suo futuro, il guerriero tanto temuto dai villaggi che affrontava i giganti ed in particolare vide la luce della valle di Lerm parlarle. Poi improvvisamente il nulla, si ritrovò in una valle buia, piena di fiori e piante bruciati vide piangere terra, cielo e mare.

    Tanto fu lo spavento che si risvegliò.

    Ma dove andavo? replicò a se stessa… Dove andavo?

    Yarime si ritrovò da sola in una strada senza via e senza orizzonte e chiese aiuto alla luce e agli dei.

    Aiutami luce di Lerm, stavo avvicinandomi a te e all’improvviso dopo tutto è cambiato! Aiutami Luce di Lerm…

    Spaventata dal sogno e non sapendo dove andare si rannicchiò su se stessa avvolgendosi con il mantello e coprendosi il collo con la sua sciarpa, quasi a proteggersi dalla sua fragilità e dal mondo che non riconosceva, ricadde in un sonno profondo e di nuovo comparvero quelle parole: ritorna alla luce, ritorna alla luce,…

    Yarime replicò: ma io mi sono persa, non so dove sono, non so cosa fare per raggiungerti. Ma mentre era ancora distratta dal sogno, sentiva in lontananza una voce che la turbava: Svegliati! Fanciulla, svegliati!.

    Sentì chiamarsi con insistenza da una voce, ma la paura era tanta che quasi non volle risvegliarsi.

    Ma chi era, chi la toccava sul braccio, chi la risvegliava?

    Era Nerik, si piegò in ginocchio davanti a lei, e fissandola con delicatezza le sfiorò la testa per svegliarla.

    Chi sei?, disse Yarime, Perché sono qui?. Ma sono in un sogno o dove sono? …quale realtà è mai questa?

    Ma alzando lo sguardo e guardando verso il cielo, che aveva assunto un colore azzurro vitale, vide un uomo poderoso con uno sguardo buono, ma con una profonda ferita nel cuore.

    Io sono Nerik il cavaliere della valle di Lerm, il cavaliere della stella di Nersim, quello che tutti chiamano: immortale.

    E tu piccola fanciulla come ti chiami?. Il mio nome è Yarime, stavo cercando la luce, quando all’improvviso mi sono persa..

    Nerik non sapeva di che luce stesse parlando, né sapeva delle riunioni dei villaggi e né chi fosse questa stessa fanciulla.

    Yarime chiese allo sconosciuto cavaliere dallo sguardo buono, se avesse qualcosa da mangiare. Era come se lei non mangiasse da giorni, come se il suo sogno o meglio i suoi sogni fossero durati un eternità.

    Chiese anche da bere e guardandosi intorno disse: ma dove sono, questo non è il mio mondo, ho paura, io volevo solo parlare con la luce, essa mi chiamava e sentivo la necessità…. In quel momento una luce apparve di fronte ai due e disse: non abbiate paura, io sono la luce degli dei che illumina la vostra via, è arrivato il tempo di proteggere questi mondi dai giganti, è arrivato il momento di vedere la nuova luce."

    Appena udite queste parole, la luce si affievolì e scomparve lentamente.

    Nel frattempo nei villaggi, si era diffusa la notizia della scomparsa di Yarime ed iniziarono le ricerche, si riunì l’assemblea degli anziani per consultare gli oracoli della stella di Nersim.

    Un tumultuoso caos si scatenò nel villaggio di Lerm, tutti la cercarono, in ogni angolo del villaggio, guardarono sotto ogni sasso, in ogni incavo, in ogni fosso,… ma di Yarime nessuna traccia.

    Dov’è finita la giovane fanciulla dai grandi occhi neri, Yarime dove sei! gridavano tutti, ma dal bosco intorno al villaggio, dal fiume, dai monti che circondavano le case come una culla, nessun ritorno, nessuna voce. Dove sei. Tutti si chiedevano.

    I giorni, le settimane passarono velocemente e tutti pian piano si dimenticarono della piccola Yarime.

    Nel villaggio si persero le speranze di trovarla ancora viva, temendo che gli animali del bosco, irritati dalla sua voglia di vedere la luce, l’avessero divorata per volere degli dei.

    Quindi i vecchi del villaggio si riunirono di nuovo in assemblea e decisero di sospendere le ricerche. Erano passati tre mesi e ventuno giorni da quando Yarime era scomparsa nel nulla e si decise di celebrare un funerale e la sua tomba.

    Il giorno della commemorazione il 21 meri del 500 D.K. (dopo Kern), la madre di Yarime disperata ed arrabbiata di tutto ciò, si alzò in piedi e disse agli astanti: come si fa a seppellire una bimba senza il suo corpo? Si alzò e se ne andò evitando ogni singolo sguardo.

    Eril gli si avvicino per parlargli ma lei con un gesto di stizza, corse via verso casa.

    Yarime, piccola Yarime, dove sei? Figlia mia, Dove sei… gridava nel pianto la madre, …ho perso mia figlia, ho perso mia figlia,… continuava a ripetere tra se e se, mentre correva verso casa.

    Arrivata a casa, aprì la porta e si sedette sulla poltrona dove amava giocare con la sua piccola e presa ancora dalla tristezza e dal tormento mormorava: Come farò senza la mia piccola, come farò,…

    Ad un certo punto mentre la disperazione la pervadeva e le forze la abbandonarono, si materializzò al centro della stanza una piccola luce che man mano prendeva forma e dimensione.

    Spaventata si rifugiò dietro alla poltrona ed improvvisamente si udì una voce uscire dalla luce: mamma, mamma sono Yarime, non ti preoccupare, sono viva e verrò presto a casa da te.

    La luce si spense in un lampo e la voce sembrava venire quasi da un sogno.

    La madre di Yarime si sentì ancora più turbata, ma improvvisamente nel suo cuore si accese la grande luce della speranza.

    Nel frattempo, tornava dall’ultimo tentativo di ricerca il padre di Yarime. Entrato in casa vide la moglie riversa sul letto che dormiva e sorrideva. Mia cara, svegliati sono tornato, ma non porto con me buone notizie, ho trovato il fazzoletto di Yarime vicino al posto della luce di Lerm, forse dobbiamo rassegnarci veramente,.. Ma mentre la consolava, si destò in un balzo e disse: mio caro, non è morta, é viva e presto verrà da noi.

    Il padre di Yarime, Darik, titubante disse nella sua testa: stà delirando! Moglie mia, che gli dei di Nersim ti ridiano la ragione.

    Scese la notte e tutto si tranquillizzò nella valle, sembrava una notte vuota dai tipici suoni, una notte spenta come se tutta la valle si fosse rassegnata alla morte di Yarime.

    Improvvisamente un boato ed un bagliore illuminarono tutta la valle e dal cielo comparvero uomini con ampie ali, come gli antichi angeli raccontati nelle storie di Nersim.

    Tutto il villaggio si svegliò e vide quello che stava accadendo, alcuni uscirono dalle case per vedere meglio, altri corsero a nascondersi. Tutti comunque ebbero paura di quella apparizione ed iniziarono a temere che gli dei si fossero adirati.

    Perché tutto ciò. Si chiedevano, ma stranamente a tutti tornò in mente la piccola Yarime.

    In poco tempo decine di angeli arrivarono sul villaggio della valle di Lerm e lo circondarono.

    Gli anziani si riunirono rapidamente nella piazza chiedendosi cosa volessero da loro quegli individui giganteschi, oltre alla soluzione per farli andare via.

    Il saggio Eril disse: Mandiamo un messaggero in pace e vediamo cosa vogliono da un villaggio di contadini. Tutti d’accordo estrassero a sorte uno stecchetto di legno dalle mani di Eril il più lungo sarebbe stato il prescelto.

    Aprendo le mani, con uno sguardo attonito e spaventato scoprì il prescelto, chi si sarebbe dovuto sacrificare per capire cosa i giganti alati volessero da loro.

    Gider, era il nome dell’uomo messaggero.

    Gider si guardò intorno e disse… sono contento che tocca a me, sono il più giovane dell’assemblea non ho figli da mantenere, né genitori, così la mia morte non sarà rimpianta.

    Gider era un uomo di mezza età, con spalle forti, occhi azzurri e pieni di vitalità. Da piccolo aveva perso i genitori in un incidente nel bosco di Lerm e nessuno gli dette mai spiegazioni. Era un forte lavoratore, e la sua campagna produceva molto greril (simile al nostro grano) per il villaggio.

    Gider si fece coraggio e si avviò, portando in mano uno stendardo bianco, verso il punto dove gli angeli si erano maggiormente raggruppati. Convinto che la sua missione fosse importante, facendo scomparire dal suo volto ogni traccia di paura, si diresse verso l’angelo dall’aspetto più anziano, pensando a lui come al comandante di quella formazione.

    Mentre si avvicinava, un raggio di luce lo fece fermare ad almeno quaranta seti (circa 100 metri) da loro ed una gabbia di luce lo intrappolò.

    Gider guardò senza paura l’angelo e disse: non ho fatto niente di male, e vengo in pace, non ho armi, non ho il cuore malato, voglio solo capire perché gli dei ci trattano in questo modo e perché la paura é caduta nella valle di Lerm. Nei pensieri di Gider si materializzò un immagine è vide in un bagliore di luce la piccola Yarime in compagnia di Nerik.

    Vide spegnersi la

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