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L’onorata vendetta: Un racconto ispirato alla figura del Magistrato Pasquale Lo Torto
L’onorata vendetta: Un racconto ispirato alla figura del Magistrato Pasquale Lo Torto
L’onorata vendetta: Un racconto ispirato alla figura del Magistrato Pasquale Lo Torto
Ebook83 pages1 hour

L’onorata vendetta: Un racconto ispirato alla figura del Magistrato Pasquale Lo Torto

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About this ebook

Stefano è un giovane architetto che, dopo cinque anni, ritorna a Tropea, paese d’origine di suo padre. Qui viene accolto dalla vecchia zia, donna Letizia, austera e combattiva, sorella del compianto Giorgio D’Amico, Pubblico Ministero a Palermo nella metà dello scorso secolo. Stefano trascorre le giornate estive in un bellissimo palazzo antico nel centro storico; i ricordi e il passato tornano prepotentemente alla ribalta ed una piccola finestra nascosta darà l’occasione al protagonista di scoprire l’esistenza di una verità disconosciuta. Fantasia e realtà si fondono per dar vita alla trama del racconto, che vuol contribuire a tracciare il percorso professionale ed umano di un “uomo di Stato” realmente esistito e degno di essere ricordato.
LanguageItaliano
Release dateAug 12, 2014
ISBN9788868150938
L’onorata vendetta: Un racconto ispirato alla figura del Magistrato Pasquale Lo Torto

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    L’onorata vendetta - Caterina Sorbilli

    L’onorata vendetta

    Un racconto ispirato alla figura del Magistrato Pasquale Lo Torto

    Caterina Sorbilli

    Published by Giuseppe Meligrana Editore

    Copyright Meligrana Editore, 2014

    Copyright Caterina Sorbilli

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9788868150938

    In copertina: Palazzo Fazzari, Tropea

    Foto di Francesco Barritta

    Meligrana Editore

    Via della Vittoria, 14 – 89861, Tropea (VV)

    Tel. (+ 39) 0963 600007 – (+ 39) 338 6157041

    www.meligranaeditore.com

    info@meligranaeditore.com

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    INDICE

    Frontespizio

    Colophon

    Licenza d’uso

    Caterina Sorbilli

    Copertina

    Dedica

    Premessa

    Introduzione

    L’onorata vendetta

    Epilogo

    Postfazione

    Note

    Altri ebook di Meligrana Editore

    Licenza d’uso

    Questo ebook è concesso in uso per l’intrattenimento personale. Questo ebook non può essere rivenduto o ceduto ad altre persone. Se si desidera condividere questo ebook con un’altra persona, acquista una copia aggiuntiva per ogni destinatario. Se state leggendo questo ebook e non lo avete acquistato per il vostro unico utilizzo, si prega di acquistare la propria copia. Grazie per il rispetto al duro lavoro di quest’autore.

    Caterina Sorbilli

    Caterina Sorbilli è nata nel 1972 a Tropea, dove vive, abita e lavora. Sposata e madre di due bambine, si è laureata in Pedagogia all’Università degli Studi di Messina; insegna dal 1992 presso le scuole Primarie. Ha conseguito la specializzazione all’insegnamento per i diversamente abili e possiede l’abilitazione per insegnare negli istituti superiori Storia e Filosofia. È giornalista pubblicista iscritta all’Ordine della Regione Calabria. Ha collaborato con il quotidiano L’Ora della Calabria, sotto la direzione di Piero Sansonetti e Luciano Regolo; pubblica articoli anche su diversi siti internet e blog. Per tanti anni ha fatto parte della redazione del mensile Tropeaedintorni.it, pubblicando rubriche ed articoli socio-culturali.

    Contattala:

    sorbirina@gmail.com

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    A Fatima e Carla Pia

    gemme luminose e preziosissime.

    A mio padre,

    che mi ha saputo insegnare

    l’essenza della vera libertà: non odiare.

    Premessa

    IL COSIDDETTO DELITTO D’ONORE

    Il delitto d’onore, secondo la comune opinione, è una particolare tipologia di reato che tiene conto della motivazione soggettiva dell’autore, finalizzata a tutelare una particolare forma di onore, o comunque di reputazione, con specifico riferimento ad alcuni ambiti socioculturali e relazionali, come, ad esempio, i rapporti matrimoniali o familiari.

    L’onore, definito come il complesso delle condizioni dalle quali dipende il valore sociale della persona, è in alcuni ordinamenti giuridici riconosciuto come rilevante e, quindi, da considerare anche a fini giuridici e, particolarmente, nel settore penale.

    In Italia, sino al 1981, la commissione di un delitto di omicidio, o di omicidio preterintenzionale, o di lesione personale, commesso al fine di salvaguardare l’onore, era sanzionata con una pena notevolmente ridotta rispetto alle analoghe e comuni fattispecie di reato.

    Si trattava di previsioni speciali, che si ricollegavano ad una consolidata tradizione giuridica e che tenevano conto della sensibile efficacia dello stato di provocazione, determinato da una grave offesa al sentimento dell’onore (così la Relazione ministeriale sul progetto del Codice penale), pur continuando a tutelare la vita della persona come bene esclusivo della stessa e presupposto necessario per il godimento di ogni altro bene.

    La più autorevole dottrina dell’epoca riteneva, però, che l’omicidio per causa d’onore non fa onore alla nostra civiltà, aggiungendo che era irrilevante il fatto che leggi straniere contengano o non contengano disposizioni simili in quanto noi dobbiamo pensare col nostro cervello e non con quello degli altri (MANZINI).

    L’art 587 del Codice penale prevedeva infatti: Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.

    La giurisprudenza individuava la ratio di questa norma nell’esigenza di tutelare l’onore proprio e della famiglia, inteso come patrimonio morale e sentimento spiccatamente morale e sociale.

    Questa speciale forma attenuata di omicidio prevedeva la reclusione da tre a sette anni per colui il quale avesse ucciso la moglie, la figlia o la sorella al fine di difendere l’onore suo o della famiglia, richiedendo però che vi fosse, come elemento costitutivo, uno stato d’ira determinato dalla scoperta di una illegittima relazione carnale che, nella prassi, veniva sempre presunto.

    La relazione carnale era individuata essenzialmente nel rapporto sessuale compiuto fuori dal matrimonio, e non in una semplice relazione amorosa. Rimanevano, altresì, esclusi, secondo l’orientamento giurisprudenziale allora prevalente, i semplici atti osceni o di libidine, che potevano avere solo valore indiziante quando erano sicuramente immediatamente preparatori o successivi alla congiunzione carnale. Inoltre, non era necessaria la sorpresa in flagrante adulterio (in ipsis rebus venereis), ma si riteneva sufficiente la scoperta da parte del soggetto attivo del fatto lesivo dell’onore, al quale seguiva la reazione. In altri termini, bastava che l’omicidio fosse commesso, anche successivamente alla consumazione del rapporto sessuale, quando il soggetto attivo scopriva

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