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Alla ricerca dell'Una (Medicina)
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Alla ricerca dell'Una (Medicina)

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About this ebook

"Nonostante l’enorme bagaglio di conoscenze che oggi abbiamo sulle funzioni del corpo umano, qualcosa ci deve essere sfuggito. Lo dimostra il fatto che le attuali terapie sono spesso in grado di ridurre i sintomi, ritardare il decorso della patologia, ma non di eliminarne le cause, molte delle quali risultano, del resto, ancora sconosciute." In questo nuovo libro il dott. Paolo Mainardi si cimenta in un'analisi coraggiosa, soffermandosi sullo status attuale della medicina moderna e dei suoi possibili sviluppi nell'immediato futuro, con una particolare attenzione sull'importanza del ruolo dell'asse intestino-cervello e delle sue implicazioni nella nuova medicina. Questo libro è rivolto a tutti, non solo ai medici, ma a tutti coloro che vogliono approfondire le loro patologie, soprattutto a quelli che hanno intuito, vivendolo sulla propria pelle, l'importanza dell'asse intestino-cervello.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 29, 2015
ISBN9788891174291
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    Alla ricerca dell'Una (Medicina) - Paolo Mainardi

    17–20

    01 Quale medicina?

    Non esiste la medicina alternativa, esiste solo una medicina che funziona e una che non funziona. Richard Dawkins, A Devil’s Chaplain, United States, Houghton Mifflin, 2003.

    La storia della medicina è antica quanto l’uomo. Da sempre l’uomo si è curato con mezzi derivanti dalle sue conoscenze. C’è stato un lento e progressivo aumento dei rimedi terapeutici di pari passo con l’aumento delle conoscenze, che andavano ad aggiungere esperienza, aggiungevano nuovi rimedi, nuove strategie terapeutiche.

    Oggi, invece, la medicina convenzionale si contrappone a quelle alternative, una contro tutte, non si propone come additiva alle conoscenze che risalgono al nostro passato, alla nostra storia. Non cerca di verificare una congruenza tra le attuali conoscenze e quelle del passato, di verificare se i rimedi del passato siano rivalutabili alla luce delle attuali conoscenze o se i rimedi moderni possano agire in modo analogo a quelli del passato. Eppure nella scala del tempo l’uso dei farmaci riguarda solo gli ultimi istanti della nostra storia, per millenni l’uomo si è curato senza farmaci di sintesi, utilizzando quello che la Natura offre.

    Abbiamo realizzato dei muri impenetrabili a difesa della medicina convenzionale, basta leggere le definizioni in uso:

    - la medicina alternativa è quella la cui efficacia non solo non è dimostrata, ma se ne ravvisa l’inefficacia se la sottoponiamo a verifica sperimentale.

    … non esiste prova dell'efficacia … se sono state sottoposte a verifica sperimentale ne è stata ravvisata la inefficacia. Enciclopedia Treccani

    trattamenti che non hanno mostrato alcuna efficacia quando sottoposti a verifica scientifica. National Science Foundation

    Viene, quindi, considerato pericoloso affidarsi a tali rimedi abbandonando la sicura medicina convenzionale (1), che è definita come quella, l’unica, basata sulle evidenze:

     È il processo della ricerca, della valutazione e dell’uso sistematico dei risultati della ricerca come base per le decisioni cliniche » Sackett D.L. et al.

     deriva da ricerche, prevalentemente da studi clinici controllati e linee-guida di pratica clinica; dati quindi ottenuti mediante una valutazione critica degli studi esistenti.

    Le evidenze su cui si basa sono principalmente gli studi clinici, mediante i quali viene consacrata l’efficacia delle terapie della medicina ufficiale. Oggi tali studi sono regolamentati da molte regole scritte, che, semplificando, riguardano:

    •   la suddivisione casuale della casistica in 2 o più gruppi (randomizzazione),

    •   la somministrazione dei diversi trattamenti, che possono essere nuovo farmaco verso farmaco di riferimento o placebo (non farmaco) in cross-over, cioè in pratica ciascun gruppo sperimenta tutti i trattamenti in tempi successivi,

    •   in doppio cieco, nel senso che né il paziente né il medico che effettua la valutazione deve sapere quale sia il trattamento in corso al momento della visita.

    Questo per permettere una valutazione la più possibile oggettiva, scevra da condizionamenti personali del medico, ma anche dello stesso paziente, verso un particolare trattamento.

    Come aneddoto ricordo uno studio clinico su un farmaco anti-epilettico sperimentale, mai commercializzato, che, come effetto collaterale, migliorava le prestazioni sessuali maschili. Alle visite di controllo l’uomo riferiva che le crisi erano più o meno sempre le stesse, ma veniva immediatamente tacitato dalla moglie che asseriva con enfasi che le crisi erano state molto più leggere, e, quindi, il farmaco funzionava egregiamente.

    Sulla base delle definizioni nessuno sarebbe così pazzo da abbandonare la medicina convenzionale per quella alternativa. Infatti, nel 1998, Marcia Angell, capo editore del New England Journal of Medicine, esorta a seguire i dettami della medicina convenzionale,(2) mettendo in guardia dai pericoli di affidarsi a rimedi alternativi, non testati, ma 11 anni dopo si dimette e pubblica un libro di accusa sul modo sul modo in cui sono condotti gli studi clinici controllati(3), i cui protocolli sono studiati apposta per mettere in evidenza il nuovo farmaco, i dati negativi vengono omessi, in modo da far risultare quello che si vuole: non ci si può fidare dei risultati riportati, spesso i farmaci hanno in realtà la stessa efficacia del placebo e, conclude cosa potevamo aspettarci di diverso, dopo che abbiamo messo la nostra salute in mano a delle multinazionali?.

    Emilio Perucca, attuale presidente della Lega Internazionale Contro l’Epilessia (ILAE) riporta le stesse conclusioni per quanto riguarda gli studi clinici sui nuovi farmaci anticonvulsivi(4), indicando studi dove il farmaco di riferimento è stato utilizzato a dosaggi inadeguati o su pazienti per i quali era nota una scarsa efficacia del farmaco di riferimento per età o tipo di epilessia.

    Altre voci del coro criticano la tendenza a non pubblicare i risultati negativi, in quanto lesivi anche solo all’immagine del farmaco, e la difficoltà di accedere a questi risultati non pubblicati, anche quando pubblici in quanto finanziati da fondi pubblici come per esempio dalla FDA.

    Infatti vi è discrepanza tra i risultati degli studi clinici sponsorizzati e quelli degli studi retrospettivi, soprattutto le meta-analisi. In questi studi vengono messi insieme molti lavori pubblicati e, spesso, sono inseriti anche i risultati di studi non pubblicati, ma pubblici in quanto effettuati con soldi pubblici. Mentre i primi riportano quasi sempre un buon successo terapeutico dei farmaci, le meta-analisi mostrano una loro maggiore inefficacia, un peggior impatto sociale e una maggiore gravità delle

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