Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

La società del desiderio. dialogo sull'occidente
La società del desiderio. dialogo sull'occidente
La società del desiderio. dialogo sull'occidente
Ebook85 pages1 hour

La società del desiderio. dialogo sull'occidente

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

La società del desiderio è la società occidentale del consumo. Questa risponde innanzitutto a un principio: desidera, e sii infelice. Si delinea così la società del desiderio, la società in cui si deve essere insoddisfatti per desiderare, in cui si propongono modelli di felicità e compiutezza irraggiungibili. Nello stesso tempo la società prescrive anche modelli di trasgressione codificati, in modo tale che ci si possa sentire con ragione infelici e frustrati, e si possa desiderare. L'insoddisfazione è il motore della società del desiderio. Essere soddisfatti sarebbe una tragedia per il sistema. "Vivi nel desiderio, ma non soddisfare mai il desiderio di cui vivi" potrebbe essere il motto della società del consumo. Il breve saggio, scritto in forma di dialogo che si svolge in un’università thailandese, indaga i meccanismi alla base di questa organizzazione sociale, con uno sguardo all'oriente, vicino termine di paragone.
LanguageItaliano
PublisherPaolo Euron
Release dateSep 3, 2013
ISBN9788868554477
La società del desiderio. dialogo sull'occidente

Read more from Paolo Euron

Related to La società del desiderio. dialogo sull'occidente

Related ebooks

Philosophy For You

View More

Related articles

Reviews for La società del desiderio. dialogo sull'occidente

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    La società del desiderio. dialogo sull'occidente - Paolo Euron

    sorriso.

    I

    JO Professore, grazie, la lezione è stata molto interessante.

    PROF Lo è stata anche per me. Non mi aspettavo di scoprire tante cose.

    JO Si riferisce alla cultura thailandese?

    PROF Mi riferisco a qualcosa di più preciso. Ai dati statistici. Non sapevo che la Thailandia fosse il paese dell'Asia con il più basso tasso di suicidi. Potevo immaginare che il Giappone detenesse il primato, ma non avrei immaginato nulla di simile della Thailandia. Questo mi fa pensare che forse la felicità non è affatto qualcosa di così difficile da misurare.

    JO Sono dati statistici forniti da uno studio giapponese, professore.

    PROF E come te lo spieghi?

    JO Posso comprenderlo senza dovermelo spiegare. Tuttavia, se come abbiamo visto la filosofia è un esercizio di pensiero razionale, penso che la ragione sia da trovare in fatti storici e sociali.

    PROF Sarebbero?

    JO Se non è stanco di ascoltare e di parlare, provo volentieri a trovarli.

    PROF Certo che mi va di ascoltare. Per oggi abbiamo finito le lezioni e possiamo sederci su questa panchina, all'ombra, e parlare tranquillamente.

    JO Allora, la società thailandese è sempre stata molto ordinata e strutturata gerarchicamente. InThailandia, in genere, nessuno vuole quello che non ha, né desidera essere quello che non è. La ricchezza diffusa del consumismo ha cambiato questo equilibrio ma, a parte il generale desiderio di denaro, i thailandesi si ritengono perfetti, ed è questo il loro problema. Al vertice della nostra società c'è il Re, poi i monaci, poi tutti gli altri seguendo un ordine di età, posizione sociale, prestigio. Nessuno si sente sminuito da questa gerarchia. Nessuno vorrebbe essere Sua Maestà, ha troppi impegni e responsabilità. Se qualcuno vuole essere monaco, lo può fare, anche solo per un periodo della sua vita, e goderne il prestigio che ne deriva. Anche un semplice tassista può desiderare denaro, questo sì, ma non desidera occupare un altro posto da quello che occupa. Il karma di ognuno non può essere mutato, non avrebbe senso desiderare di mutarlo.

    PROF Quindi anche il tassista è felice?

    JO A volte più, a volte meno.

    PROF Si potrebbe dire lo stesso di tutto il resto dell’umanità, che però vive questo a volte più, a volte meno passando dall’esaltazione al rancore.

    JO Essere soddisfatti di quello che si ha, qui e ora, è un valore tradizionale della cultura thailandese. Gli stranieri hanno spesso definito i thailandesi, e gli orientali in genere, come indolenti, pigri, effeminati, senza volontà. In realtà, nella cultura thailandese, essere felici è più una virtù che un difetto.

    PROF E fa anche bene al sistema digestivo...

    JO Sicuramente.

    PROF Credo allora di aver capito come mai è così difficile far fare a un thailandese quello che non vuole fare. Per rimanere in tema, un tassista si è rifiutato di portarmi in centro di Bangkok perché secondo lui c'era troppo traffico. Non sono bastati neppure i soldi per convincerlo.

    JO Non è questione di soldi, anche se sempre più gente è disposta a fare per soldi quello che preferirebbe non fare.

    PROF E quindi?

    JO Sempre più gente è disposta ad essere un po' più infelice.

    PROF Io  distinguerei allora tra la felicità, che a volte c’è e a volte no, e il desiderio di essere felice.

    JO Ecco, forse è proprio così. Il tassista non desidera così tanto essere più felice. Ma soprattutto non vuole correre il rischio di essere meno felice, qui e ora. Insomma, si ritiene troppo perfetto per voler cambiare. E questo, se vogliano, è un difetto.

    PROF A che cosa ti riferisci?

    JO Prediligere la felicità del qui e dell’ora a una eventuale felicità maggiore del futuro.

    PROF Ne sei proprio sicuro?

    JO Quello di credersi perfetti, e di vivere solo nel qui ed ora, è il difetto spesso rimproverato ai thailandesi.

    PROF Caro Jo, vedi, il tuo paese non è affatto semplice da capire.

    WA Professore, lei è stato molto chiaro, ma in verità è la cultura occidentale che è difficile da comprendere.

    PROF Cara Wa, se per te è difficile comprendere la cultura occidentale, e sei la mia migliore allieva, sei stata in Italia, allora significa che sono stato davvero poco abile nella spiegazione.

    WA Al contrario. Lei è stato molto bravo, ma ammette anche lei che è più facile capire il tassista che non l'ha portata dove voleva andare perché non gli andava di farlo piuttosto che una persona che possiede molto di più, ma che è insoddisfatta di ciò che è e che considera questa sua insoddisfazione un titolo di merito.

    PROF A chi ti stai riferendo?

    WA Se ho capito bene, questa descrizione corrisponde al modello giovanile che abbiamo discusso a lezione, analizzando i videoclip musicali.

    PROF Hai capito bene, cara Wa, abbiamo descritto una personalità reale, anche se si tratta di una generalizzazione un po' grossolana.

    II

    JO Wa ha ragione, non è facile capire i giovani occidentali. Può dire qualcosa di più sui videoclip che abbiamo visto? Nel corso di Cultural Studies ci hanno spiegato che in un videoclip si possono trovare molte verità nascoste di una cultura.

    PROF Non dirò nulla di più ma, ora che siamo fuori dall'aula e che mi trovo con i miei migliori allievi, posso tentare di dire qualcosa di diverso.

    WA Nei corsi di Cultural Studies abbiamo imparato che non conta il messaggio o il contenuto del videoclip, quello che il videoclip fa vedere, ma il modo in cui lo fa vedere.

    PROF La caratteristica della moderna società dei consumi è di vendere qualcosa in ogni occasione, ma di non dire mai quello che sta vendendo. Il videoclip non è che un caso particolare di un più generale atteggiamento della moderna società dei consumi: quello di promettere qualcosa e di non mantenere mai quello che promette. Quello che il videoclip mostra, il contenuto, non ha importanza. Come hai detto tu, Wa, ha importanza il modo in cui lo mostra, la capacità di dissimulare sempre, di proporre una cosa e di apparire nel modo contrario.

    JO Questo aspetto del problema non lo abbiamo mai considerato. Nei nostri

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1