Il Manifesto del Partito Comunista. Edizione integrale
By Friedrich Engels and Karl Marx
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About this ebook
Friedrich Engels
Friedrich Engels (1820-1895) was, like Karl Marx, a German philosopher, historian, political theorist, journalist and revolutionary socialist. Unlike Marx, Engels was born to a wealthy family, but he used his family's money to spread his philosophy of empowering workers, exposing what he saw as the bourgeoisie's sinister motives and encouraging the working class to rise up and demand their rights. He wrote several works in collaboration with Marx - most famously "The Communist Manifesto" - and supported Marx financially after he was forced to relocate to London. Following Marx's death, Engels compiled the second and third volumes of Das Kapital, ensuring that this seminal document would live on. He continued writing for the rest of his life and died in London in 1894.
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Il Manifesto del Partito Comunista. Edizione integrale - Friedrich Engels
LE FIONDE
1
Il Manifesto del Partito Comunista
di Karl Marx e Friedrich Engels
© 2014 Red Star Press
Per la postfazione: © Collettivo Militant
Traduzione conforme a quella delle Edizioni in lingue estere di Mosca.
La riproduzione, la diffusione, la pubblicazione su diversi formati e l’esecuzione di quest’opera, purché a scopi non commerciali e a condizione che venga indicata la fonte e il contesto originario e che si riproduca la stessa licenza, è liberamente consentita e vivamente incoraggiata.
Prima edizione in «Le fionde»: luglio 2014
Prima edizione in e-book: febbraio 2014
Design Dario Morgante
Red Star Press
Società cooperativa
Via Tancredi Cartella, 63 – 00159 Roma
www.facebook.com/libriredstar
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red star press | le fionde
Karl Marx | Friedrich Engels
Il Manifesto del Partito Comunista
Postfazione del collettivo Militant
PREFAZIONE ALL’EDIZIONE RUSSA DEL 1882
LA PRIMA EDIZIONE RUSSA del Manifesto del Partito comunista, tradotto da Bakunin, uscì dopo il 1860 dalla tipografia del Kolokol. In quell’epoca un’edizione russa del Manifesto aveva per l’Occidente tutt’al più l’importanza di una curiosità letteraria. Oggi non piú. Quanto fosse angusta in quel tempo (dicembre 1847) la cerchia di diffusione del movimento proletario, lo mostra nel modo più chiaro l’ultimo capitolo del Manifesto: Posizione dei comunisti rispetto ai diversi partiti di opposizione nei diversi paesi. La Russia e gli Stati Uniti non vi sono nemmeno menzionati. Erano i tempi in cui la Russia costituiva l’ultima grande riserva di tutta la reazione europea e l’emigrazione negli Stati Uniti assorbiva le forze esuberanti del proletariato europeo. Entrambi quei paesi rifornivano l’Europa di materie prime e le servivano al tempo stesso di mercato per i suoi prodotti industriali. Così entrambi, in un modo o nell’altro, erano dei bastioni dell’ordine sociale esistente in Europa.
Come tutto ciò è oggi mutato! Precisamente l’immigrazione europea ha reso possibile il colossale sviluppo dell’agricoltura nord-americana, che con la sua concorrenza scuote le basi della grande come della piccola proprietà terriera in Europa. Essa ha dato inoltre agli Stati Uniti la possibilità di intraprendere lo sfruttamento delle sue ricche risorse industriali, e con tale energia e in così vasta misura che in breve tempo porrà fine al monopolio industriale dell’Europa occidentale e particolarmente dell’Inghilterra. Queste due circostanze agiscono poi a loro volta sull’America stessa in senso rivoluzionario. La piccola e media proprietà fondiaria dei proprietari di fattorie, che è la base di tutto l’ordinamento politico americano, soccombe sempre più alla concorrenza delle fattorie gigantesche, mentre nei distretti industriali si forma, per la prima volta, un proletariato numeroso accanto a una favolosa concentrazione dei capitali.
Passiamo alla Russia. All’epoca della rivoluzione del 1848-49, non solo i monarchi, ma anche i borghesi europei vedevano nell’intervento russo l’unica salvezza contro il proletariato, che proprio allora incominciava a risvegliarsi. Essi proclamarono lo zar capo della reazione europea. Oggi egli se ne sta nella sua Gatcina, prigioniero di guerra della rivoluzione, e la Russia forma l’avanguardia del movimento rivoluzionario in Europa.
Il compito del Manifesto del Partito comunista fu la proclamazione dell’inevitabile e imminente crollo dell’odierna proprietà borghese. Ma in Russia accanto all’ordinamento capitalistico, che febbrilmente si va sviluppando, e accanto alla proprietà fondiaria borghese, che si sta formando solo ora, noi troviamo oltre la metà del suolo in proprietà comune dei contadini. Si affaccia quindi il problema: la comunità rurale russa, questa forma in gran parte già dissolta, è vero, della originaria proprietà comune della terra, potrà passare direttamente a una più alta forma comunistica di proprietà terriera, o dovrà attraversare prima lo stesso processo di dissoluzione che costituisce lo sviluppo storico dell’Occidente?
La sola risposta oggi possibile è questa: se la rivoluzione russa servirà di segnale a una rivoluzione operaia in Occidente, in modo che entrambe si completino, allora l’odierna proprietà comune rurale russa potrà servire di punto di partenza per una evoluzione comunista.
Londra, 21 gennaio 1882
KARL MARX, FRIEDRICH ENGELS
PREFAZIONE ALL’EDIZIONE TEDESCA DEL 1883
PURTROPPO LA PREFAZIONE alla presente edizione debbo firmarla io solo. Marx, l’uomo a cui tutta la classe operaia d’Europa e d’America deve piú che a chiunque altro, riposa nel cimitero di Highgate, e sulla sua tomba già cresce la prima erba. Dopo la sua morte meno che mai si può parlare di una rielaborazione o di un completamento del Manifesto. Tanto più credo necessario riaffermare qui ancora una volta esplicitamente quanto segue.
Il pensiero fondamentale, cui si informa il Manifesto – che la produzione economica e la struttura sociale che necessariamente ne consegue formano, in qualunque epoca storica, la base della storia politica e intellettuale dell’epoca stessa; che, conforme a ciò, dopo il dissolversi della primitiva proprietà comune del suolo, tutta la storia è stata una storia di lotte di classi, di lotte tra classi sfruttate e classi sfruttatrici, tra classi dominate e classi dominanti, in diversi gradi dello sviluppo sociale; che questa lotta ha ora raggiunto un grado in cui la classe sfruttata e oppressa (il proletariato) non può più liberarsi dalla classe che la sfrutta e la opprime (la borghesia), senza liberare anche a un tempo, e per sempre, tutta la società dallo sfruttamento, dall’oppressione