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Necropolitica
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Necropolitica

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Dalla presentazione di Klaus Paolini: la lucidità di Therion nel descrivere la politica e i suoi meccanismi mi ha stupito per la sua sincerità, ma soprattutto per la realtà. Le aspettative vitali si allungano, la popolazione cresce e si arricchisce di anziani che impoveriscono il globo delle risorse di cui dovrebbero usufruire i giovani. Ma è vero? Quali sono i meccanismi strettamente politici che hanno portato le nazioni prima e le banche dopo a controllare i bisogni del popolo in modo arbitrario? La politica tiene conto del comportamento umano basilare? Sa che siamo mammiferi o se ne frega? Oppure ordisce trame per sfruttare questi comportamenti naturali fino a sviscerarne il contenuto economico per lucrarci sopra. Le risposte che cercate sono in questo libro. Lucido. Affilato come la lama di un pugnale che spilla il sangue dall’umano morente sul secondo gradino di quella scala evolutiva che forse non oltrepasserà mai...
LanguageItaliano
Release dateMar 19, 2014
ISBN9788869090745
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    Necropolitica - Therion

    NECROPOLITICA

    THERION

    alla memoria di Jeffrey John Hanneman

    Edizione e cura di Andrea Venturi per www.baudaffi.com

    Necropolitica di Therion e Logo Necropolitica di Therion e Patrizio Politi sono distribuiti con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate  4.0 Internazionale.

    INDICE

    PRESENTAZIONE DI KLAUS PAOLINI

    PREFAZIONE: LA VIBRAZIONE DELL’ODIO

    INTRODUZIONE: IL SUONO DELLA SOFFERENZA

    CAPITOLO 1: SEPPELLIRE IL PASSATO

    1.1 MEMORIA VS ATTENZIONE – TEMPO

    1.2 CONFUSIONE E MISTIFICAZIONE – COMUNICAZIONE

    1.3 PERDONO E GIUSTIFICAZIONE – FEDE

    CAPITOLO 2: ANNICHILIRE IL PRESENTE

    2.1 LENTEZZA VS VELOCITA’ – ECOLOGIA

    2.2 NECESSITA’ ED ILLUSIONE – POSTMODERNITA’

    2.3 COMPETIZIONE E SOPRUSO – GUERRA

    CAPITOLO 3: CANCELLARE IL FUTURO

    3.1 PARSIMONIA VS VORACITA’ – ECONOMIA

    3.2 CRESCITA E CONSUMO – SVILUPPO

    3.3 ESTENSIONE E PROIEZIONE – INVOLUZIONE

    CAPITOLO 4: DISTRUGGERE LA SPERANZA

    4.1 SERENITA’ VS TERRORE – DISAGIO

    4.2 IMPOTENZA E DISPERAZIONE – ECATOMBE

    4.3 ISOLAMENTO E VUOTO – ABISSO

    CONCLUSIONE: LA SINFONIA DEL SILENZIO

    APPENDICI: LE NOTE DEL DELIRIO

    I – VAMPIRI

    II – ZOMBIE

    III – ANIME BELLE

    IV – FOLLI

    Presentazione

    di Klaus Paolini

    Si dice che la vita sia come la scala di un pollaio: corta e piena di merda. In effetti, quanti uomini devono morire per salire un gradino di quella scala?

    E quanti devono morirne per restare immobili?

    La lucidità di Therion nel descrivere la politica e i suoi meccanismi mi ha stupito per la sua sincerità, ma soprattutto per la realtà.

    La realtà dei tempi che viviamo.

    Tempi in cui il progresso tecnologico supera di gran lunga il processo evolutivo umano.

    Tempi in cui la medicina, se ci si pensa bene, non è più un toccasana, ma una vera e propria calamità per il genere umano.

    Le aspettative vitali si allungano, la popolazione cresce e si arricchisce di anziani che impoveriscono il globo delle risorse di cui dovrebbero usufruire i giovani.

    Ma è vero?

    O è vero che produciamo cibo per 13 miliardi di persone e meno della metà della popolazione mondiale ne trae beneficio.

    Quali sono i meccanismi strettamente politici che hanno portato le nazioni prima e le banche dopo a controllare i bisogni del popolo in modo arbitrario?

    C’era un villaggio in Africa, dove la gente era felice e viveva bene.

    Avevano risorse bastanti per tutti.

    Eccetto un piccolo problema.

    Piccolo per loro che ci erano abituati, ma non per gli occidentali che se ne accorsero.

    Il fatto è che avevano una mortalità infantile abnorme: ogni dieci neonati ne morivano sei.

    Gli europei scandalizzati diedero loro medicine per quei neonati.

    E quei bambini, che sarebbero morti altrimenti, crebbero.

    E mangiarono.

    E tutto il villaggio si ritrovò dapprima con poco cibo, poi, col passare dei mesi e degli anni, cominciarono a morire di fame.

    E la mortalità nel villaggio si moltiplicò a dismisura, superando di gran lunga le morti infantili precedenti all’avvento dell’uomo bianco.

    Quanti bambini sono morti perché quel villaggio non progredisse di un solo gradino su quella brutta scala che è l’evoluzione umana?

    E quanti ne sono morti in nome del progresso benpensante dell’occidente?

    A livello biologico si crede normale che una persona si sacrifichi per salvare la propria progenie, la sua famiglia o gli amici, un cerchio nel quale si racchiudono le persone che amiamo.

    Ma chi non ne ha?

    Chi non ha figli, amici o parenti, crea cerchi più piccoli?

    O diversi?

    La politica tiene conto del comportamento umano basilare?

    Sa che siamo mammiferi o se ne frega?

    Oppure ordisce trame per sfruttare questi comportamenti naturali fino a sviscerarne il contenuto economico per lucrarci sopra.

    Ma se è vero che il potere è fare ciò che si vuole, come fa la politica odierna ad esercitarlo senza rischiare di essere soverchiata di continuo da rivoluzioni violente?

    Una risposta potrebbe essere che perfino nel più meschino dei luoghi o lavori c’è chi esercita potere a suo modo.

    E chi lo fa non lo vuole certo cedere senza combattere.

    Non si rinuncia al potere volentieri.

    Le risposte che cercate sono in questo libro.

    Lucido.

    Affilato come la lama di un pugnale che spilla il sangue dall’umano morente sul secondo gradino di quella scala evolutiva che forse non oltrepasserà mai.

    Il terzo gradino non è che un miraggio.

    Forse.

    Buona lettura.

    Klaus Paolini

    Prefazione

    LA VIBRAZIONE DELL’ODIO

    "The root of all evil is the

    heart of a black soul"

    Slayer, South of Heaven¹

    Nonostante la sua brevità, questo lavoro ha avuto una lunga gestazione di circa tre anni, seguita da un periodo di redazione relativamente corto. Non l’ho scritto, l’ho letteralmente vomitato, espellendo tutto ciò che di peggio ho accumulato dopo esser tornato a vivere per un po’ nella mia terra natale.

    Vengo da un luogo bellissimo costantemente vilipeso ed aggredito dall’ignoranza, dalla meschinità e dall’avidità dei miei simili.

    Dopo un lungo periodo di inattività, dolore e riflessione ho deciso di dedicarmi nuovamente all’attività politica per constatare infine l’impossibilità di operare attivamente per la ricostruzione del futuro che molti della mia generazione e delle successive sembrano aver perso.

    Ho sentito crescere dentro me un odio profondo, terribile, devastante, tanto da chiedermi se fossi ancora in grado di arginarlo senza esplodere.

    È stato allora, nel momento più difficile, che ho deciso di iniziare la stesura di quanto agitava il mio spirito, cercando di sistematizzare le più tremende delle visioni e costruendo una teoria, accompagnato dall’unica energia che non mi ha mai abbandonato: la musica.

    Non sono fiero di quanto ho scritto, ma è pur certo che ogni singola lettera mi appartiene

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