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Solo - Plant Man
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Ebook99 pages1 hour

Solo - Plant Man

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Le isole emergono, sprofondano, ma rimangono isole. “Questa no ci deve rompere le scatole” borbottava a voce alta il Generale Baker. Era stato convocato in una località segreta dell’alto comando della Royal Nav.

Sono anni che cerco lavoro, sto per perdere casa e famiglia. Non sono un grande lavoratore ma neppure uno scansafatiche, ogni giorno dedico parte del mio tempo alla ricerca di un lavoro. I giornali sono pieni di probabili promesse di lavoro, ma sembra che la mia faccia non piaccia a nessuno.

finalmente sono arrivato, un grosso cancello chiuso e una scritta all’ingresso, “Laboratory experimental limit prohibited” non capisco bene cosa dice ma sembra che sia proibito entrare, ma allora perché mettono gli annunci sul giornale.

Il risveglio è dei più dolorosi, sembra di avere mille api che ti ronzano dentro al cervello, Dai al mio fianco mi tempesta di domande, ma io non capisco il cinese, deve essere anche lei sotto shock, siamo seduti per terra a duecento metri da quella pianta.

Non posso crederci, in soli tre giorni sono diventato il ricercato numero uno.

Ma perché sono andato a cacciarmi in questo guaio, dovevo proprio cercarmi un lavoro. Se ne uscirò vivo giuro che farò il disoccupato a vita.**********

Non capirò mai le donne, sia che le offendi o che chiedi scusa, ti aspettano schiaffi e pugni.

Nemmeno in pericolo di vita smette di rompere, con una fievole voce: “Cosa stai facendo? Brutto maiale!” Non rispondo, sono troppo impegnato, a una a una a tutte le parti infette faccio lo stesso trattamento, il sapore amaro mi riempie la bocca pur sputando subito il veleno nausea e vomito sono continui.

La tentazione di vedere se posso ancora migliorarmi è grande, pur non essendo uno scienziato la curiosità mi coinvolge, non l’ho detto a Dai per non farla preoccupare ma sento il richiamo, come se quelle piante possedessero un’attrazione fatale, ********** Non posso vedermi allo specchio ma guardando le mie mani e le mie braccia mi rendo conto di aver subito una nuova trasformazione. Ora mi rendo conto di quello che ho fatto (anche se involontariamente) la mia pelle è dura come il legno più duro sembra quasi d’acciaio, la mia forza è centuplicata emano energia da tutti i pori, eppure piango, un nodo alla gola mi impedisce quasi di respirare, mi sento perduto sento che questa ulteriore trasformazione mi allontanerà per sempre da Dai.

“Ti prego zeta non dirlo a Dai non voglio che soffra e fammi una promessa: anche se tu non puoi uccidere, quando arriverà quel giorno dovrai neutralizzarmi.” “Se è quello che vuoi lo farò”.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 28, 2015
ISBN9788891190604
Solo - Plant Man

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    Solo - Plant Man - Giuseppe Muru

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    Solo

    Sono anni che cerco lavoro, sto per perdere casa e famiglia. Non sono un grande lavoratore ma neppure uno scansafatiche, ogni giorno dedico parte del mio tempo alla ricerca di un lavoro. I giornali sono pieni di probabili promesse di lavoro, ma sembra che la mia faccia non piaccia a nessuno, tutti ben disposti fino al momento in cui mi chiedono referenze, mi fanno incazzare che referenze posso portare se nessuno mi dà lavoro.

    Senza contare le domande cretine. Come mai un ragioniere di banca vuole fare il cameriere? Penso: Stronzo come posso spiegarti che nessuna banca mi prenderebbe più dopo quello che ho combinato? Come fosse ieri ricordo, ero trascinato sempre più in un vortice di gioco d’azzardo. Avendo accumulato debiti impossibili da pagare minacciarono di fare del male alla mia famiglia, avrei dovuto denunciarli ma trovai più facile prelevarli dalla banca in cui lavoravo, non ci volle molto a scoprire il furto, per non avere scandali venni licenziato ma per vendicarsi avvisarono tutti gli istituti bancari, finanziari, agenzie assicurative ecc.. Con tutte le porte chiuse come posso trovare un lavoro? Esco presto di casa prima che si svegli il maresciallo, così chiamo mia moglie Sandra, sono stufo di sentire le stesse litanie, non fa altro che lamentarsi che è sempre lei che manda avanti la famiglia, ha contagiato pure la nostra unica figlia, per rispetto al grado di mia moglie la chiamo caporale pure lei non perde occasione per torturarmi raccontandomi cosa ricevono in regalo i suoi compagni di scuola, i loro vestiti firmati e tante altre cazzate, questa situazione mi sta uccidendo, ormai io e mia moglie dormiamo in letti separati. L’unico amico che mi rimane è Manuel il proprietario del bar del quartiere, sapendo la mia situazione non segna più le mie consumazioni, a patto che la sera a ora tarda rimanga a sua disposizione per raccontarmi la triste storia della sua separazione, sinceramente a me non frega un tubo, anzi mi fa ridere ma non posso dirglielo anche perché se partecipo alla sua tristezza mi versa abbondanti dosi di brandy, non tengo il conto delle innumerevoli volte che ho sentito la sua storia. L’aveva sorpresa col suo amante nel suo letto matrimoniale, e da come ne parla sembra che sia la cosa che più lo fa irritare, mi parla di quel letto come fosse la cosa più inviolabile, lì avevano fatto l’amore per la prima volta, lì aveva passato i momenti migliori, si erano dichiarati amore eterno, e proprio in quel letto l’aveva tradito, io pensavo che non sarebbe stato comodo farlo per terra. Conosco Marta la moglie sacrificata a un marito che ha dedicato la sua vita esclusivamente al lavoro, mai un giorno di chiusura per farle passare una serata diversa, mai un ristorante, cinema, un locale, e per una volta che ha voluto vivere le è costata la separazione. Non è vendicativo Manuel nel suo racconto si sente che è innamorato della moglie gli manca il coraggio di perdonarla, uno di questi giorni vedo di farli rincontrare, glielo devo.

    ***

    È una sera di dicembre fa particolarmente freddo e data l’ora tarda nessun avventore si trova all’interno del bar, rassegnato aspetto come al solito che Manuel prenda posto al mio tavolo, portando magari qualche cosa di buono per scaldarci.

    Distrattamente prendo un giornale per leggere le solite offerte di lavoro, dopo aver scartato i soliti annunci di vendite porta a porta in Grosseto leggo generoso stipendio a persona disposta a stare lontano da casa per un lungo periodo. L’annuncio non spiega altro, comunque ritaglio l’indirizzo e lo metto nella tasca ben sapendo che sicuramente data la crisi avrei dovuto fare la fila per ore con probabilità vicine allo zero. Non ho voglia di vedere le facce incazzate di Moglie e Figlia, come altre volte accetto l’invito di Manuel a dormire da lui. La sua bella casa senza sua moglie gli mette tristezza, stappa una bottiglia e mi invita a bere, trascurando il mio consiglio che lo invitava a diminuire l’alcol prima che diventi un alcolizzato.

    La mattina ormai d’abitudine mi sveglio presto, sicuramente Manuel è già andato al suo bar, dopo essermi preparato esco, l’aria è fredda e pungente, cerco nelle mie tasche una moneta per un caffè senza trovarla mi dispiace sfruttare la mia amicizia con Manuel ma non mi rimane altra scelta senza un caffè il mio cervello si rifiuta di ragionare, come sempre non mi fa pesare il mio disagio anzi mi sembra più in forma del solito, noto che ha una nuova aiutante e deve essere lei la causa del suo umore, dicono che chiodo scaccia chiodo speriamo bene.

    Cerco nella tasca l’indirizzo dell’annuncio notando che si trova all’altra parte della città, non avendo soldi dovrò farmi un bel pezzo a piedi, ma altro non ho da fare quello che mi secca è solo il pensiero che sarà tutto inutile. Due ore a piedi ma finalmente sono arrivato, un grosso cancello chiuso e una scritta all’ingresso, Laboratory experimental limit prohibited non capisco bene cosa dice ma sembra che sia proibito entrare, ma allora perché mettono gli annunci sul giornale, un campanello con telecamera attira la mia attenzione, non potendo fare altro suono e aspetto, dopo altri cinque minuti risuono e rimango in attesa, niente decido che non è la mia giornata giusta, sto per andare via quando con uno scatto metallico il grosso cancello inizia a scorrere. All’interno noto subito ai miei lati due guardiole uguali a quelle che avevo nella caserma quando ho fatto il servizio militare, due guardie con pistola nella fondina mi fermano chiedendomi i documenti, dopo averli controllati mi perquisiscono. Era la prima volta che per avere un lavoro venivo perquisito la situazione mi faceva ridere, con un comando della mano uno dei due dà l’ok a un terzo uomo protetto da una vetrata che con aziona una sbarra messa a protezione. Devo avere un’abilità innata nel notare le cose stupide, a ogni lato della sbarra si poteva tranquillamente passare senza bisogno di un terzo uomo per azionare un complesso meccanismo, e si poteva anche facilmente saltare essendo a non più di cinquanta centimetri da terra.

    Attraversiamo un bellissimo viale alberato, conto cinque giardinieri intenti alle cure dello sfarzoso giardino, segno evidente di grande interesse e attrazione per chi transita da lì. I due guardiani mi scortano all’interno di un complesso edificio, non mi mollano neppure per un istante non capisco cosa hanno da temere, un via vai di persone in camice, ognuno col proprio cartellino numerato con dei codici in lettere per me incomprensibili. Attraversiamo il lungo corridoio, sono molto strani i grossi fari che illuminano l’ambiente a giorno sarebbero più adatti a Trafalgar Square.

    Giunti davanti a un ascensore mi passano in consegna a altre due guardie armate, senza parlare mi indicano l’ascensore, i tasti non sono numerati, file di luci a intermittenza salgono e scendono una musica psichedelica ti ronza nelle orecchie. Capisco che non vogliono farti sapere se stai salendo o scendendo, chissà perché hanno così tanta paura, anche la fermata non dà indicazioni. Quando usciamo fuori da quel ronzio noto un corridoio identico al primo, ma completamente deserto, i due gorilla con gesti significativi mi invitano a seguirli, ho come l’impressione di sentire dei lamenti umani uscire dai condotti dell’aria, nessuna finestra che faccia vedere l’esterno, arriviamo a una porta con apertura elettronica, uno dei due infila una tessera, immediatamente si apre, vengo quasi spinto all’interno, mi sto pentendo di essermi presentato in questa gabbia di matti, non ho il tempo di dire niente, la porta alle mie spalle si richiude, mi trovo al buio più completo.

    Aspetto dieci minuti ma non succede nulla. Devo tenere la calma forse si aspettano che incominci a urlare o bestemmiare, staranno controllando se mi merito questo lavoro, non darò loro la soddisfazione di dirmi che sono un maleducato, del resto se non mi vogliono assumere non posso fare niente per impedirlo, a tastoni toccando il muro giro percorro tutte le pareti cercando una qualsiasi cosa che somigli a una maniglia, lentamente conto i passi, stabilisco alla fine che mi

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