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Amori moderni
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Amori moderni

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Maria Grazia Cosima Deledda è nata a Nuoro, penultima di sei figli, in una famiglia benestante, il 27 settembre 1871. E’ stata la seconda donna a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1926. Morirà a Roma, all'età di 64 anni, il 15 agosto 1936.
La narrativa della Deledda si basa su forti vicende d'amore, di dolore e di morte sulle quali aleggia il senso del peccato, della colpa, e la coscienza di una inevitabile fatalità. È stata ipotizzata una somiglianza con il verismo di Giovanni Verga ma, a volte, anche con il decadentismo di Gabriele D'Annunzio, oltre alla scrittura di Lev Nikolaevic Tolstoj e di Honoré de Balzac di cui tra l'altro la Deledda tradusse in italiano l'Eugenia Grandet. Tuttavia la Deledda esprime una scrittura personale che affonda le sue radici nella conoscenza della cultura e della tradizione sarda, in particolare della Barbagia.
Questo libro presenta due racconti sul tema della coppia e dell'amore, della tentazione, del peccato e del senso di colpa: "Amori moderni" e "Colomba".
LanguageItaliano
PublisherScrivere
Release dateMay 18, 2011
ISBN9788895160924
Amori moderni
Author

Grazia Deledda

Grazia Deledda was born in 1871 in Nuoro, Sardinia. The street has been renamed after her, via Grazia Deledda. She finished her formal education at 11. She published her first short story when she was 16 and her first novel, Stella D'Oriente in 1890 in a Sardinian newspaper when she was 19. Leaves Nuoro for the first time in 1899 and settles in Cagliari, the principal city of Sardinia where she meets the civil servant Palmiro Madesani who she marries in 1900 and they move to Rome. Grazia Deledda writes her best work between 1903-1920 and establishes an international reputation as a novelist. Nearly all of her work in this period is set in Sardinia. Publishes Elias Portolu in 1903. La Madre is published in 1920. She wins the Nobel Prize for Literature in 1926 and received it in a ceremony the following year. She dies in 1936 and is buried in the church of Madonna della Solitudine in Nuoro, near to where she was born.

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    Amori moderni - Grazia Deledda

    Amori moderni

    Colomba

    Grazia Deledda

    Amori moderni - Colomba

    1907

    Grazia Deledda

    Tutti i diritti di riproduzione, con qualsiasi mezzo, sono riservati.

    In copertina: A Young Beauty, Gustave Doyen, 1937

    Seconda edizione 2011

    Edita da guidaebook.com, servizio di editing digitale

    Amori moderni

    Era agli ultimi di febbraio: una sera tiepida e dolce.

    La signora e le figliuole del professor Rotta-Torelli, riunite intorno alla tavola ancora apparecchiata, nella saletta tranquilla la cui porta a vetri dava su un giardino incolto, discorrevano col giovane professore Antonio Azar.

    A dire il vero, la signora, ancor giovane e bella, ma coi capelli bianchissimi, ascoltava in silenzio, stuzzicandosi i denti e guardando con due vivi occhi neri or l’uno or l’altro dei giovani, a misura che parlavano, senza aver l’aria di capire del tutto le loro discussioni. Ella era figlia d’un capitano piemontese, di quelli che han fatto la patria, e che perciò forse non aveva avuto il tempo di curare l’istruzione della figlia, lasciandola crescere nella più completa ignoranza: ella non leggeva mai un libro, e non sapeva se i molti che leggevano le sue tre figliuole fossero buoni o cattivi.

    In quel tempo in tutti i salotti d’Italia non si parlava che del romanzo Quo vadis?

    - No, - diceva Maria la fidanzata di Antonio Azar, - io non ho letto e non leggerò Quo vadis? Sì, sì, appunto perché lo hanno letto e lo leggono tutti gli imbecilli, tutti gli impiegati, tutti i soldati del Regno di Italia...

    Solo allora la signora intervenne.

    - Rispetta l’esercito... - disse, senza smettere di stuzzicarsi i denti. - Ricordati che sei anche tu discendente di quei prodi che ci han dato una patria ed un re...

    - Ma fatemi il piacere, mamma! Io venero il mio caro nonno, ma non so che farmene della patria e del re!

    - Se ci fosse papà non parleresti così! - osservò la grassa dodicenne Anna, un fenomeno di bimba che aveva già letto più di trecento romanzi, compreso il Quo vadis?

    Ma la sorella non badava a lei.

    - ... Gli italiani? Tante pecore gli italiani. Ecco che cosa siete! Ed ecco anche come si spiega il fenomeno di questo stupido Quo vadis?

    - Gl’italiani? Ma tu che cosa sei? - chiese Anna dispettosa, agitando le mani piene d’anellini falsi.

    - ... No, - proseguiva Maria, rivolta ad Antonio, - io non leggerò mai un libro, che tutti leggono solo perché qualcuno ha detto che è bello. Ammetto anche che sia bello davvero, ma io non lo leggo appunto perché è passato attraverso l’ammirazione di una turba cretina che lo ha profanato...

    Mentre ella parlava, Antonio non le staccava gli occhi dal viso. Egli provava una specie di brivido interno; sentiva un’onda di parole salirgli alle labbra, ma, come spesso gli succedeva, non riusciva a pronunziarne una. Il mento gli tremava lievemente. E Maria, accorgendosi benissimo che egli non riusciva ad esprimersi, s’irritò e cominciò a battere nervosamente l’estremità del manico d’un coltello sulla saliera colma.

    - Eppure io so che tu hai voglia di leggere il Quo vadis? - disse Marina, la sorella maggiore - e tu dovresti leggerlo perché te lo ha regalato Antonio.

    - Sicuro... - approvò la madre premurosa.

    - Io non ammetto i regali...

    - Ma tu leggi il volumetto dei Salmi, che ti ha regalato l’organista - disse Anna.

    Maria non batté palpebra, ma un segreto impeto di collera l’assalì, contro le sorelle, contro la madre che si stuzzicava i denti, e sopratutto contro Antonio che taceva.

    - Che cosa sono i regali? - riprese dominandosi. - Convenzionalità, o, peggio ancora, prestiti ad usura, che si devono restituire a un dato

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