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Le luci dietro alle stelle
Le luci dietro alle stelle
Le luci dietro alle stelle
Ebook80 pages1 hour

Le luci dietro alle stelle

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About this ebook

18 storie d'amore tra donne e calciatori, più o meno famosi. Passione, tradimenti, tragedie, gioie e sfide da affrontare. 18 donne speciali, delle quali racconto il lato più umano e romantico.
LanguageItaliano
Release dateOct 13, 2015
ISBN9788892506725
Le luci dietro alle stelle

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    Le luci dietro alle stelle - Angela Giulietti

    libro

    Prefazione

    Ho scelto storie famose e altre meno conosciute, per raccontare di donne spesso invidiate, a volte anche odiate, ma donne capaci di amare, offrire, cambiare e accettare compromessi. Per presentare il libro, ho chiesto a una collega di scrivere la prefazione. Federica Falciani, giornalista free lance e copywriter, laureata in Scienze Politiche, è giovane ma già lanciatissima nel mondo dei media. Il suo blog: the locker room, è ricco di contenuti interessanti e originali. 

    Potete leggerlo su www.the-lockerroom.com.

    Prefazione

    Le storie d'amore hanno un comune denominatore quasi paradossale: sono tutte diverse e contemporaneamente tutte uguali.

    Ci si incontra, per caso o grazie allo zelo di qualche amico, ci si piace, a volte all'istante, altre a poco a poco o addirittura dopo un iniziale periodo di ostile antipatia e dopo una serie di appuntamenti, pensieri, paranoie, paure, ritardi, fantasiose proiezioni su quello che verrà e angoscianti confronti con quello che è stato, si arriva sempre e comunque nella dimensione, effimera, duratura o eterna del noi.

    Lo schema si ripete.

    Il termine schema è curiosamente molto meno freddo e meccanico di quanto erroneamente si pensi: uno schema è il frutto di un lavoro non improvvisato, è lo strumento attraverso il quale visualizziamo come arrivare all'obiettivo che ci siamo prefissati. Chi costruisce uno schema impegna le proprie conoscenze e affida a questo strumento anche la possibilità di vedere ogni dettaglio da prospettive diverse. Capire dove si sta sbagliando. Che tu sia un avvocato, un imprenditore o un allenatore, in molti tipi di professione i tuoi schemi raccontano chi sei, il tuo metodo, le tue preferenze, ciò che curi e ciò che invece decidi deliberatamente o meno di trascurare. E questo con ogni probabilità accade anche nei rapporti.

    Immaginate ora che nel vostro schema irrompa con una certa irruenza una variabile impazzita che ne ingigantisce ogni dinamica. Una cassa di risonanza così potente da tramutare ogni tua decisione in un potenziale argomento di pubblica discussione. E immaginate che questo riflettore non punti unicamente sulla vostra vita lavorativa ma sulla vostra dimensione più intima e privata; le vostre paure, ritardi, pensieri, confronti e fantasie non sono più vostre ma di chiunque abbia la possibilità di acquistare un rotocalco, accedere ad un sito web o guardare la televisione.

    I motivi per i quali l'Italia ama il calcio in modo così viscerale sono talmente tanti e distanti tra loro che si capisce il perchè la partita, la tattica, le previsioni, il mercato e gli allenamenti non ci bastino più. Si ha talmente fame di calcio da aver sviluppato un sorta di perversione riguardo tutto quello che gli ruota attorno. Si finisce così col giudicare più l'uomo che l'atleta (e spesso senza sapere), col preoccuparsi di possibilità che dovrebbero riguardare soltanto chi con lui divide realmente la propria vita

    Questo libro racconta di schemi che si fondono e che finiscono col rivoluzionarsi.

    Di uomini, ma sopratutto di donne che nonostante dovessero gestire i propri sentimenti, previsioni, dolori, paure, mancanze ed entusiasmi, dovendo rendere conto a se stesse e spesso anche agli altri, non si sono illuse, consce di poter godere di molti lussi ma non di quello della normalità.

    Vince chi si sceglie e magari lo fa dopo essere riuscito ad affermarsi, a realizzare un sogno, trovando in campo e nella sua vita uno schema che davvero lo compiacesse, ma che per amore non ha avuto paura di buttare all'aria.

    Federica Falciani

    Gabriela e Alessandro

    Che quel ragazzo alto e bruno, coi riccioli scompigliati e l'aria seria, fosse diverso dalla maggior parte dei calciatori era piuttosto evidente. Alessandro, figlio di un ferroviere e di una casalinga, viveva a Cinecittà, ma trascorreva le vacanze a Collevecchio, il paese di origine dei genitori. Era un difensore forte, fortissimo, e giocava nella Lazio, la squadra della quale fin da ragazzino era tifoso. Non passava certo inosservato, e aveva tante fans, che desideravano uscire con lui. Le donne erano colpite dal suo viso con i lineamenti regolari, dal suo fisico possente, dai suoi occhi profondi e già adulti. Piaceva, piaceva tanto. Nessuna voleva lasciarselo scappare, quel giovane ricco, famoso e bello. Ma lui andava dritto per la sua strada. Quando le attenzioni si facevano troppo pesanti, diventava perfino scorbutico. Alessandro era un tipo semplice ma dal carattere deciso: sapeva di voler giocare a calcio, era la sua vita, lo amava con tutto se stesso, ma rifiutava l'intero il circo mediatico che girava attorno ad esso. Andava malvolentieri in tv e fin da giovanissimo rilasciava poche interviste. Non intendeva essere un personaggio, non aveva scelto di fare il calciatore per apparire sulle copertine delle riviste e per rimorchiare soubrettine nei locali alla moda. Le donne lo corteggiavano, a volte in modo sfacciato, in tante si recavano agli allenamenti per poterlo conoscere, in tante si rivolgevano ai dirigenti della Lazio per poter scambiare due parole con lui. Lui però teneva duro. Non si era ancora imbattuto nella persona con cui condividere la propria vita, perciò non aveva fretta di sistemarsi.

    Nel 1998 Alessandro fu convocato dal c.t. per i campionati del mondo in Francia. Era un'occasione d'oro per lui. Purtroppo si infortunò gravemente, e il suo mondiale terminò in anticipo. Mentre se ne stava lì a rimuginare, sempre con la sua consueta saggezza, ma anche con rammarico e delusione, ricevette tante visite. E una di queste visite gli portò in dono la persona della sua vita.

    Lei si chiamava Gabriela e accompagnava suo padre Raffaele, che allora era segretario del CONI. Era una ragazza minuta, timida, riservata, con un viso espressivo

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