How to desappear completely: L'uomo che non c'era
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Book preview
How to desappear completely - Maria Cristina Strati
IX
I
Si può essere liberi davvero, fino in fondo, liberi persino da noi stessi, capaci di sospendere la nostra appartenenza al mondo e ai suoi confini? Togliersi tutte le maschere e respirare, finalmente. E com’è sparire, andarsene, non esserci più, lasciare tutto e partire, via? In fondo, chi non lo ha mai desiderato?
I primi sintomi della malattia di Alberto Girometta si manifestarono una domenica d’estate. Ma era poi una malattia? Forse sì, almeno così pensava Alberto, anche se dire che lo pensava non è la parola giusta: piuttosto credeva di intuire, presagiva o, meglio, temeva. Ecco, temeva di essere malato. Però non lo sapeva di sicuro, perché non aveva mai avuto il coraggio di parlare dei suoi sintomi con nessuno, tanto meno con un medico.
Doveva essere una malattia psicosomatica, probabilmente, di quelle che hai tutti i sintomi e poi il dottore ti dice che non hai niente, che è solo stress, così tu ti senti anche cretino, oltre che male come prima.
Quella domenica d’estate, comunque, si verificò un episodio di cui Alberto non si dimenticò mai più, per quanto facesse di tutto per non pensarci e a volte, soprattutto quando stava in compagnia, ci riuscisse anche abbastanza bene.
Alberto Girometta era un uomo normale, che conduceva una vita tranquilla, come si dice, senza infamia e senza lode. Di famiglia benestante, non era mai stato una persona ambiziosa. Molto banalmente, Alberto amava i divertimenti e odiava le responsabilità: era insomma quel tipo di persona a cui piace lasciare a qualcun altro il compito di guidare la sua vita.
Grazie alla sua famiglia, per fortuna, non aveva mai avuto bisogno di lavorare veramente. Nonostante da ragazzo non avesse mai amato particolarmente lo studio, nel tempo aveva imparato ad amare i bei libri, i romanzi, le pièce teatrali e i racconti. Aveva letto Verne, Salgari, ma anche Pirandello, Queneau e Calvino, con una passione crescente per le storie e le vicende narrate che stupiva anche lui.
Per Alberto leggere era diventato un po’ come scivolare in un altro mondo, dimenticare chi era, provare a vivere in un luogo e tempo diversi, per poi tornare indietro alla vita di sempre, come se niente fosse, però rinfrancato nell’umore, nello spirito e nella fantasia.
Nonostante l’amore per i romanzi, nella vita reale Alberto aveva fatto di tutto per evitare l’avventura: aveva trovato una donna carina, e soprattutto ricca, che lo faceva sentire protetto e tranquillo e se l’era sposata. Ilenia, sua moglie, non aveva un carattere semplice, a dire la verità, era un tantino possessiva di natura e