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Segreto fra le righe
Segreto fra le righe
Segreto fra le righe
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Segreto fra le righe

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"Segreto fra le righe": tutto sembra ovvio ma certi fatti scoperti da Cantagallo fanno destare molti dubbi sulla fatalità dell’accaduto. Il commissario riuscirà anche stavolta a scoprire l’assassino? Non temete, un’astuzia geniale di Cantagallo farà cadere nella trappola il misterioso omicida. Le sorprese non sono finite e alla fine ci sarà un vero e proprio colpo di scena che sorprenderà anche il commissario. Gli indizi dovranno essere letti tutti per il verso giusto, tranne uno: quello che celerà il segreto che nasconde il nome del colpevole. Ma quale? Non siate impazienti. Lo scoprirete solo alla fine, come sempre. Per il momento leggete bene la storia perché c’è un segreto che deve essere scoperto tra le righe.
LanguageItaliano
Release dateNov 5, 2014
ISBN9788899121310
Segreto fra le righe

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    Segreto fra le righe - Fabio Marazzoli

    persiano

    Personaggi principali

    Venerdì…

    Alle nove e poco più di quella mattina d’inizio luglio tutto predisponeva lo spirito del commissario Cantagallo al buon umore.

    Era in ferie, la spiaggia era deserta e la sabbia immacolata si stendeva a perdita d’occhio.

    Un bagnino appollaiato in cima alla torretta di osservazione che parlava al telefonino e un gabbiano in cerca di cibo fra gli ombrelloni erano gli unici elementi che movimentavano il panorama.

    Completava l’incanto un sole tiepido che avrebbe infastidito solo fra poche ore, una brezza leggera dalla Punta San Bartolomeo e la grande tavola blu pallido del mare che si confondeva all’orizzonte con il celeste tenue del cielo di primo mattino.

    Solo una leggera bava di nuvola rigava l’azzurro del cielo in lontananza.

    Cantagallo si godeva quel panorama marino che in genere era occupato da gruppi di turisti biondi in sovrappeso che sguazzavano in acqua fin dalle prime luci dell’alba, come dei trichechi in amore con il parrucchino, incuranti del freddo e della colazione da poco consumata, a base di salsicce di maiale fritte, uova strapazzate e minestra d’avena con latte, panna e marmellata, come la tradizione nordica comandava o giù di lì.

    Poi mentre si avvicinava al suo ombrellone si fermò.

    Girò il viso in direzione del vento e chiuse gli occhi. Voleva inebriarsi di tutta la freschezza di quella brezza mattutina, poca a dire al vero da qualche giorno.

    –Come mai- pensò Cantagallo -questo vento lo chiamano mezzogiorno? Si sente solo la mattina presto e poi dopo le dieci gira a maestrale. -Fece le spallucce. -Ma chi se ne frega di come lo chiamano. Niente potrà guastare questa giornata. Assolutamente niente!-

    Ma in quell’istante la brezza calò improvvisamente e inspiegabilmente.

    –Strano- pensò di nuovo. -In genere quando cala il vento da sud può arrivare una burrasca oppure è il segnale di un cambiamento del tempo.-

    La spiegazione c’era e non era per un temporale in avvicinamento. Era solo una curiosa coincidenza. Eventi meteorologici e turbolenze poliziesche si erano dati appuntamento in quel lembo della costa e in un batter d’occhio una burrasca carabiniera si sarebbe abbattuta sulla spiaggia e sul commissario.

    Cantagallo riaprì gli occhi e notò che vicino agli scogli della Punta San Bartolomeo c’erano parecchie persone: un po’ strano per quell’ora della mattina. Non gli dette molta importanza e proseguì verso il suo destino di commissario di Polizia in ferie con la famiglia. Iolanda, la moglie, e Luigi, il figlio, l’avevano preceduto ed erano già ai loro posti sulla spiaggia del bagno Rivabella di Castiglioni Marina. Erano arrivati prima del solito. Cantagallo e la moglie volevano godersi il mare come i padroni della spiaggia e decisero di fare una passeggiata lungo il bagnasciuga, in direzione della Punta San Bartolomeo.

    A Luigi la levataccia non era andata giù.

    «Luigi» disse Iolanda. «Noi andiamo a fare una passeggiata. Vieni anche tu? Dài che ti fa bene!»

    «No, grazie. Fra poco arrivano i miei amici per giocare ai soldatini. Preferisco stare qui e poi mi fanno male i piedi.»

    «Ma è possibile che tutte le volte che ti diciamo di fare due passi con noi, dici sempre che ti fanno male i piedi? Sbaglio? Invece se si tratta di andare a Rosereto a comprare un gioco per il Game Boy ci andresti anche a piedi.» Poi rivolgendosi al marito. «Dico bene, Angelo?»

    «Dici bene, Iolanda.»

    Luigi era accerchiato e non aveva via di scampo.

    «Non è colpa mia» rispose irritato «se mi fanno male i piedi! Io sono un bambino e non ho sotto i piedi quei calli duri che avete voi due…» e indicava col dito indice la pianta del suo piede destro.

    «Fai come ti pare, Luigi» disse di nuovo Iolanda. «Noi andiamo. Ho detto a Ilaria di darti un’occhiata. Fai il bravo e non ti allontanare. Noi fra poco siamo di nuovo qui. A dopo.»

    «A dopo, Luigi» disse Angelo.

    I coniugi Cantagallo s’incamminarono verso il bagnasciuga per fare la loro consueta passeggiata.

    «Ciao» rispose Luigi in modo strascicato, mentre infilava di soppiatto una mano nel suo zainetto per cercare un oggetto ben preciso.

    Iolanda si rivoltò all’indietro: sapeva già cosa stava cercando il figlio.

    «E non stare a giocare per tutto il tempo col Game Boy!»

    «Va bene. Ho capito» borbottò Luigi mentre toglieva la mano dallo zainetto. «Anche oggi sarà una mattina schifosa!»

    Iolanda e Angelo incominciarono a parlare del più e del meno, della scuola di Luigi, della loro prossima vacanza in primavera e altre cose ancora. Mentre parlavano, il commissario si accorse, in lontananza, di un gruppo di persone che camminavano a passo veloce lungo la riva. Alcuni avevano il costume da spiaggia, altri no: indossavano dei pantaloni scuri, forse neri. Cantagallo non volle porsi troppe domande: era all’inizio delle sue ferie di luglio e niente avrebbe potuto turbare la sua vacanza con la famiglia.

    Forse.

    Intanto il gruppo di persone in lontananza si delineava meglio. Cantagallo ora riusciva a distinguere, fra le persone vestite con i pantaloni scuri, la figura di un uomo basso, grasso, che aveva una camicia azzurra e un cappello nero in testa. Quella figura gli ricordava un personaggio locale a lui purtroppo noto. Allontanò dalla sua mente quel brutto pensiero.

    –Sarà lui- pensava Cantagallo -ma non vorrà certo me! Sarà alle prese con un venditore ambulante abusivo o un extra comunitario senza il permesso di soggiorno! Certo! Non può essere che così! Mi sto preoccupando per nulla.-

    Cantagallo si era convinto che il pericolo non stava incombendo su di lui, ma la sua ipotesi vacillava miseramente. Si voleva illudere che quella bassa figura scura non era alla sua ricerca: lo squillo personalizzato del suo telefonino lo riportò alla dura realtà.

    Si me vulisse bene ‘o veramente, nun me facisse ‘ncujetá da ‘a gente…

    "

    La musichetta napoletana era un pessimo segnale per Cantagallo.

    "

    Cantagallo aveva personalizzato la suoneria del suo telefonino per ogni persona conosciuta che lo chiamava, così dal tipo di squillo capiva chi lo stava chiamando. La suoneria napoletana di Ciccio Formaggio lo avvertiva che la telefonata era del comandante della Stazione dei Carabinieri di Castiglioni Marina.

    –Tutto quadrava- ripensava il commissario. -Il vento era calato all’improvviso e quell’aria strana come di una tempesta in arrivo…-

    Il maresciallo Remo Guerra era la burrasca carabiniera di quella giornata.

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