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Un pesce fuor d'acqua
Un pesce fuor d'acqua
Un pesce fuor d'acqua
Ebook126 pages1 hour

Un pesce fuor d'acqua

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About this ebook

Una donna con dei trascorsi pieni di
problematiche, si ritrova a sua insaputa, a
vivere una nuova vita. Ma i ricordi piano, piano
riaffiorano in lei.
Questo fa si che lei, si trovi ad affrontare un
dolore profondo.
LanguageItaliano
Release dateMar 10, 2012
ISBN9788896782859
Un pesce fuor d'acqua

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    Un pesce fuor d'acqua - Rina Sundas

    Un pesce fuor d’acqua

    Tutti i diritti sono riservati a norma di Legge e a norma delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altri, senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.

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    Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dall’Editore.

    In copertina: foto di Consuelo Sella

    copyright©2011 Rina Sundas

    ISBN: 9788896782859

    Capitolo 1

    ...Sono scappata via da quella enorme città che mi toglieva l’ossigeno:

    Mi sono sentita subito a mio agio in questa cittadina; che non è né piccola né immensa come la città da cui sono fuggita.

    Guardo dalla finestra di casa mia, un umile appartamento composto da camera, cucina e la parte che preferisco è l’angolo accanto alla finestra con il mio tavolino e il computer. Ho tutto a portata di mano, negozi, supermercati, belle vie da passeggiare senza che nessuno mi spinga. Ho persino l'ormai introvabile latteria.

    La cosa che più mi ha colpita, però, in questa cittadina è una biblioteca antichissima, tutta in legno. Appena entri dentro senti l’odore delle tante persone che sono entrate e che, almeno una volta, si sono sedute su quelle vecchie sedie rustiche, appoggiando e sfogliando indecisi i libri appena scelti su quei tavolini vissuti e tanto affascinanti, come se il legno avesse catturato la loro essenza.

    La prima volta che entrai nella biblioteca mi sentii subito a mio agio, non so perché, anche perché non ero una che andava tanto in biblioteca; la sensazione che ho avuto è stata di protezione, calore, sapere. Mi venne in mente che forse avrei potuto trovare un libro che mi era piaciuto particolarmente. Il libro era Cime Tempestose di Emily Bronte.

    Apparve il bibliotecario.

    Scusi, saprebbe dirmi se ci sia una delle prime edizioni di Cime Tempestose?

    Mi sarebbe piaciuto leggere e tenere tra le mani una prima edizione, anche perché la storia di amore che si racconta e di quelle che si può solo trovare e vivere solo leggendola in un bellissimo romanzo.

    Mi aspetti qua.

    E dopo poco più di cinque minuti lo vidi tornare indietro verso di me con un libro vecchio, la copertina era di pelle, molto bella, fra le mani e me lo diede con un'infinita gentilezza dicendomi.

    Mi raccomando, fra venti giorni deve restituirlo.

    Sicuramente sarà anche prima, la ringrazio!

    Il mio sguardo andò direttamente al libro e si perse in quella copertina consumata dal tempo e dalle mani di tante persone. Una copertina stupenda! Con l’immagine di una bellissima donna dell’ottocento in una sontuosa veste.

    La bellissima, tormentata e triste storia d’amore fra Catherine ha qualcosa di indescrivibile che ti fa capire quanto unici siamo come individui.

    Prima di uscire dalla biblioteca mi voltai e vidi che il bibliotecario mi stava osservando e con un cenno della testa lo salutai nuovamente.

    Non rientrai subito a casa anche se la voglia di iniziare a rileggere il libro era tanta, lo stringevo a me come per proteggerlo, da chi poi?! Entrai nella latteria; lì dentro c'era di tutto! Comprai del pane integrale, cereali, grissini senza strutto, yogurt, mozzarelle e altre cosine.

    Nella cittadina che avevo scelto per vivere c'era tutto! C'era tanta gente, ma gente tanto discreta, e le vie, per una come me, che non aveva il senso dell’orientamento, erano fantastiche! Tutte si incontravano. Stupendo! Non potevo perdermi.

    Dopo una lunga passeggiata rientrai a casa, riposi la spesa e mi tolsi la mia giacca preferita (una giacca rosa in velluto molto attillata), mi voltai verso la tv e le dissi: Anche questa sera non hai diritto di parola...non ti voglio sentire! L’avrei restituita al padrone di casa ma, dato che l’affitto sarebbe rimasto invariato l’ho tenuta come sopramobile.

    Il mio bellissimo libro; lo adagiai sul tavolino che ho accanto alla finestra.

    Ho scelto di andare via da casa e dai miei amori, con un dolore lacerante dentro.

    Ho preso questa decisione, cioè di lasciare tutto, per pensare al perché ogni sorriso era una fatica e ogni giorno mi costava così tanto.

    Ho mangiato il cibo che ho comprato in latteria, che buoni i grissini senza strutto! Anche la mozzarella, molto buona!

    Non avevo tanta fame, perché mi mancano tanto i miei amori.

    Dovrei anche telefonar loro perché hanno, con tanto dolore, rispettato la mia volontà con la promessa che tutte le sere o comunque una volta al giorno avrei telefonato.

    Penso che a un certo periodo della vita ci si trovi ad un bivio, scegliere se continuare la stessa strada o cambiarla per una nuova.

    Io ho preferito trovare una strada alternativa per poter riflettere su di me: cosa voglio fare da grande?

    Ho riflettuto molto prima di scegliere, pensando anche al dolore profondo che andavo incontro con questa decisione. Mi mancheranno tanto.

    Cavolo quanta pioggia! Chiamo a casa...non riesco…mando un sms ai miei amori così mi sono fatta sentire, sono contenti e io non soffro per avere sentito la loro voce.

    Anche se sono già le dieci non ho sonno. Che faccio?!

    Sento che Heatcliff mi chiama a lui…

    La serata è ideale prendo in mano il mio vecchio libro, mi siedo accanto alla finestra in una mini poltroncina posizionata accanto al tavolino e inizio a rileggere Cime Tempestose.

    Ho dato uno sguardo fuori dalla finestra: sta diluviando! Mi sento combattuta perché l’infelicità che ho dentro supera, di molto, l’amore che ho ricevuto e che ricevo tuttora.

    In questo mini appartamento, che ho preso in affitto da una settimana, mi sento tanto sola e la malinconia tante volte prende il soppravvento ma, per quanto male mi senta, so che di questo spazio e di questo tempo che ho bisogno.

    Do ascolto a Heatcliff…

    Mentre mi adagio per benino nella mia poltroncina, guardo ancora la copertina di Cime Tempestose.

    È proprio bella! È la prima volta che mi metto a rileggere un libro ma se penso alla storia bellissima posso godermi di nuovo...salto la prefazione e l’introduzione perché voglio passare subito alla prima pagina.

    Quando il padre di Catherine, in uno dei suoi tanti viaggi di affari, lo incontra in un mercato di stoffe solo e vestito di pochi stracci, lo sguardo di Heatcliff spinge ad aiutare quel ragazzo.

    Heatcliff si sentì subito attratto dal padre di Catherine perché mai aveva conosciuto tanta gentilezza e bontà.

    All’arrivo alla fazenda Heatcliff si sentì tanto impaurito vedendo la servitù e il fratello di Catherine ma quando il suo sguardo incontrò quello di una bellissima bambina (Catherine), si sentì felice e sereno.

    Fra loro fu subito intesa profonda e Heatcliff col passare del tempo si sentì a casa sua anche se il fratello di Catherine non era gentile nei suoi confronti.

    Si sono fatte ormai le tre e mene vado a letto, riprendo i miei pensieri angoscianti, penso al mio passato non proprio roseo (ne parlerò più avanti perché ora non ho voglia).

    Continua a piovere… per incontrare il sonno mi faccio una tisana doppia!

    Notte amori miei, vi amo tanto!

    Mi ha svegliato un bellissimo sole che entrava dalla finestra che io ho scordato di chiudere, che furba eh!

    Che bello, la doppia tisana ha avuto effetto. Ho riposato bene, lasciando i miei angoscianti pensieri in un altro appartamento.

    Non mi sento neppure questa mattina di parlare con i mie amori, perché starei tanto male, magari stasera!

    Faccio colazione, mi rendo decente e poi esco per fare la mia passeggiata mattutina. Per le scale incontro un ragazzo che ho già visto più volte, ci salutiamo

    Ciao come va?!

    Bene grazie.

    E continuo a scendere le scale.

    Che belle strade vedo, sembrano tanti vialetti e i fiori che ci sono ai bordi delle vie lasciano un profumo lieve e così rilassante che camminare non è per niente faticoso, infatti le mattinate le trascorro sempre fuori casa perché mi fa stare bene. Devo ricordarmi di comprare i grissini senza strutto perché ne vado ghiotta!

    Mentre percorro quelle vie, che trovo molto piacevoli e pulite, arrivo al mio posto preferito, un piccolo parco con tanti fiori ben curati dentro a dei vasi marroni in terra cotta. Si alternano i vasi di fiori a vasi con delle piante verdi; Ci sono delle panchine in legno colorate di verde e svariati recipienti per la carta e scarti vari. Eccola lì, la mia panchina, libera, che bello! E’ messo sotto un albero di un verde intenso con delle foglie con delle macchie marroni, penso che sedersi li in quella panchina sia di una certa importanza perché tutte le persone che passano mi guardano!

    Che bello guadare la gente passare, assaporare il fresco della mattina senza guardare l’orologio per preparare il pranzo ad altri, senza dover fare niente per nessuno e pensare solo a me stessa. Se voglio cucino, se voglio parlo, se voglio litigo con me stessa.

    Una cosa di cui sono sicura, anzi sicurissima, che quella sporca, lurida, incasinata città che ho lasciato non mi manca! Anche se mi mancano tantissimo i miei amori, e spero che il loro altruismo nei miei confronti rimanga e che, un giorno, non si arrabbino con me perché li ho, anche se solo per un periodo, abbandonati. Che bei negozietti

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