Non toccare
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Henry Sprouse
Henry Sprouse è nato a Messina il 14 Settembre del 1990. Dopo aver vissuto i suoi primi anni di vita a Solarino, nel siracusano, si è poi trasferito a Pizzo (VV). Ha frequentato il Liceo Linguistico “V. Capialbi” di Vibo Valentia. Attualmente vive a Pizzo. Aspirante regista cinematografico. Oltre a Non toccare, ha già pubblicato per l’editore Laruffa di Reggio Calabria L’unica grande ragione per vivere.
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Non toccare - Henry Sprouse
Ringraziamenti
Henry Sprouse
Henry Sprouse è nato a Messina il 14 Settembre del 1990. Dopo aver vissuto i suoi primi anni di vita a Solarino, nel siracusano, si è poi trasferito a Pizzo (VV). Ha frequentato il Liceo Linguistico V. Capialbi
di Vibo Valentia. Attualmente vive a Pizzo. Aspirante regista cinematografico. Oltre a Non toccare, ha già pubblicato per l’editore Laruffa di Reggio Calabria L’unica grande ragione per vivere.
Seguilo su:
A Seby…
fratello che non è ma che reputo tale.
Quando si muore si ha ben altro da fare
che di pensare alla morte.
Italo Svevo, La coscienza di Zeno, 1923
Se non sapete morire, non preoccupatevene;
la natura vi istruirà sul momento,
in modo completo e sufficiente;
essa compirà a puntino questa operazione per voi; non datevene voi la briga.
Michel de Montaigne, Saggi, 1580/95
Morire è facile,
difficile è capirlo.
Giuseppe Meligrana, circa Non toccare
NON TOCCARE
Io ero corpo
Per questo mi aggrappo ancora qui
Dentro a un dubbio mi sto trovando
Riconosco solamente che io sono io
Erano le undici e trenta esatte di un caldo sabato mattina di fine settembre. Regina Combs e Christabel Page camminavano lungo la Eric’s Boulevard.
Ogni mese andavano a fare shopping al Frankie’s. Nonostante fosse un po’ distante dalle loro rispettive case, lo preferivano perché si trovava nelle vicinanze del centro di accoglienza per gli orfani, così Regina lasciava i suoi indumenti vecchi o, per meglio dire, vestiti che non indossava più.
Il Frankie’s era dopotutto lo store più rinomato della città, specie tra i giovani. I clienti non potevano mai lamentarsi. Il negozio era sempre pieno di bella roba. Cercavi qualcosa da indossare? Bastava andare al Frankie’s. Desideravi tanto vestirti alla moda anni ‘40? Anni ‘20? ‘50? Tutto ciò che cercavi lo potevi trovare al Frankie’s.
- «Come mi sta?» – esordì Regina, facendo qualche smorfia mentre si appoggiava una maglietta a maniche lunghe sul petto.
A Christabel non piaceva per niente quel capo.
Regina lo capì e rimise subito la maglia al posto.
- «E questa?».
L’amica la osservò attentamente.
- «No… lascia stare anche questa!».
Rimise al proprio posto anche quella.
- «Prova questa. Ti starà una favola».
Regina non ci pensò due volte. Accettò il consiglio.
Si specchiò. Le stava davvero bene. Christabel aveva avuto un buon occhio.
Mentre cercava di capire se quella taglia le potesse andare bene, prima di raggiungere il camerino, le passò davanti un’anziana signora, coprendole la visuale e non facendole più vedere la sua sagoma allo specchio.
- «Signora, si levi di mezzo!».
La signora non le rispose nemmeno, tanto era rimasta traumatizzata dalla cafonaggine della giovane.
Era questa la vera Regina. Christabel le voleva bene ma odiava da sempre quegli attimi di maleducazione e volgarità. Non era mai riuscita a farla cambiare.
- «Regina…» – cercò di richiamarla Christabel.
- «Ma... si era messa davanti allo specchio… l’ha fatto apposta!».
- «Stava semplicemente passando… non l’ha fatto apposta!».
Christabel al Frankie’s cercava un paio di jeans. Cercava qualcosa di semplice; era fatta così, lei, una ragazza semplice, anche nell’abbigliamento.
Era passata quasi mezz’ora da quando avevano varcato la soglia del Frankie’s. Tra le braccia portavano un bel po’ d’indumenti e adesso si dirigevano verso la cassa per il pagamento. Dovevano rispettare il turno. Prima di loro vi erano altre persone.
Qualche minuto dopo, pagarono il dovuto e si diressero verso l’uscita.
In strada, col sorriso sulle labbra, Christabel ascoltava il discorso di Regina sui vestiti appena acquistati.
Regina era una vera e propria fanatica dello shopping. Christabel, invece, era diversa, perché lei faceva compere quando in effetti ne aveva bisogno.
A volte Christabel stessa si chiedeva come potesse frequentare una persona così materialista e spesso burbera come Regina.
Christabel aveva diciassette anni ed era più grande di Regina di quasi un anno; spesso si era offerta di farla ragionare su alcune cose ma Regina si era dimostrata più che cocciuta.
Le due ragazze, tuttavia, pur nella diversità caratteriale, erano divenute buone amiche. Si conoscevano dai tempi dell’asilo. Ad accomunarle il fatto di essere entrambe figlie uniche. I loro genitori erano da sempre amici e abitavano nello stesso quartiere.
In tutti quegli anni Christabel si era sempre dimostrata più responsabile nelle proprie azioni rispetto a Regina. Era una tipa che amava ragionare, aveva i piedi per terra e non si lasciava trasportare dalle circostanze, come capitava spesso a Regina.
Regina blaterava ininterrottamente ad alta voce lungo la Eric’s Boulevard, infischiandosi del fatto che il marciapiede era pieno zeppo di persone che andavano in entrambi i sensi e che spesso ascoltavano i suoi discorsi consumistici.
L’inquinamento acustico aumentava o diminuiva a seconda il numero delle auto che passavano