L'Eurasia contesa: Energia, strategia e geopolitica nel Cuore della Terra
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Non è un caso, perciò, che si sia scatenata un’accanita corsa al petrolio, per potersi accaparrare il controllo e la gestione del “sangue del diavolo”, il vero elisir che permette al "way of life" e al dominio occidentale di esistere. "Way of life" e riscatto storico, però, sono obiettivi perseguiti anche dai popoli e dalle nazioni eurasiatiche.
Il "Grande Gioco" geostrategico e geoeconomico, avviato dagli USA al termine della "Guerra Fredda", ha visto un ventennio di conflitti diretti o indiretti, di rivoluzioni o di pseudo-rivoluzioni, con l’impiego aperto o occulto di eserciti, servizi segreti, multinazionali e terroristi veri o inventati. Una partita che oggi vede il declino della potenza che l’ha avviata e l’ascesa di quelle che dovevano esserne le vittime.
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Book preview
L'Eurasia contesa - Alessandro Lattanzio
Indice
Premessa
Introduzione
L’ascesa delle Potenze eurasiatiche
La contesa orientale
Iran, perno eurasiatico
La voragine afghana
Copyright
Premessa
"L’Eurasia è il super-continente asse del mondo. La potenza che prendesse il dominio sull’Eurasia potrebbe esercitare la sua influenza su due delle tre regioni mondiali più proficue dal punto di vista economico, l’Europa Occidentale e l’Asia Orientale. Inoltre, uno sguardo rapido alla carta geografica ci indica che il paese dominante in Eurasia potrebbe quasi automaticamente controllare il Medio Oriente e l’Africa.
Con l’Eurasia che ora funge da decisiva scacchiera geopolitica, non è più sufficiente costruire una politica su misura per l’Europa ed un’altra per l’Asia. Quello che avverrà con la distribuzione del potere sul continente Eurasiatico sarà di importanza decisiva per la supremazia dell’America sul mondo..."
Zbigniew Brzezinski, A Geostrategy for Eurasia, Foreign Affairs, 1997
Introduzione
L’Eurasia è il termine con cui si identifica l’area geografica formata dall’insieme di Europa (10.236.000 km²) ed Asia (44.300.000 km²).
I due Continenti, infatti, sono parte di un’unica massa continentale, poiché non esiste una netta separazione geologica e geografica.
Il Blocco euroasiatico ospita la maggior parte della popolazione mondiale. Basti pensare alla Cina con i suoi 1,3 miliardi di abitanti, o all’India che ne ha più di 1 miliardo. Inoltre, Cina ed India, insieme a Russia, Kazakhstan, Mongolia e Indonesia, sono tra i paesi più estesi del mondo.
È nota la dimensione economica e finanziaria della Cina e dell’India di oggi, come è nota l’abbondanza di risorse minerarie e di idrocarburi della Russia, dell’Asia Centrale e del Medio Oriente.
Il binomio popolazione numerosa e abbondanza di risorse è ciò che permette di costruire una realtà politico-economica capace di opporsi e di contrastare la politica colonialista e interventista delle potenze talassocratiche degli ultimi tre secoli: Impero inglese e Stati Uniti d’America. Difatti, non fu un caso che tra i primi ad occuparsi del valore strategico dell’Eurasia siano stati proprio degli studiosi anglosassoni.
All'alba del XX secolo, Sir Halford Mackinder, un geografo britannico, scrivendo Democratic Ideals and reality, dove spiegava la sua teoria geopolitica incentrata sulla contrapposizione tra terra e mare, coniò il termine Heartland (Cuore della Terra) con cui indicava la zona centrale del continente Eurasia.
Secondo Mackinder, l’Heartland è al centro di tutte le civiltà tellurocratiche (di terra), in quanto inavvicinabili da parte degli imperi talassocratici (cioè marittimi). L'unico punto di accesso da cui poter dominare l’Heartland erano le pianure dell'Europa orientale. Da qui la frase che riassume la concezione geopolitica di Mackinder: Chi controlla l’Europa orientale controlla l’Heartland. Chi controlla l’Heartland controlla l’Isola-Mondo (il blocco tricontinetale Eurasia-Africa). Chi controlla l’Isola-Mondo controlla il Mondo
.
In tale ottica, l’esistenza di una o più grandi potenze al centro di questo blocco geostrategico, come la Russia e la Cina, le rende di per sé delle potenze mondiali; peraltro in contrasto col dominio talassocratico anglosassone auspicato da Mackinder e dai suoi successori come Spykman e Brzezinsky. In effetti, secondo lo statunitense Nicholas John Spykman, che negli anni trenta riprese, ma capovolgendole, le concezioni di Mackinder, il Rimland è la fascia marittima-costiera che circonda l'Eurasia, ed è costituita da tre zone: Zona europea occidentale, Zona mediorientale e Zona asiatica.
Le teorie dei due geopolitologi si basano sul concetto di area-perno. Mentre per Mackinder l'area centro-asiatica e russo-occidentale rappresentano l’area-perno, per Spykman l’area strategica di massima importanza è la zona intorno all'Heartland, appunto il Rimland. Nel Rimland si svilupperebbero i paesi più ricchi e tecnologicamente avanzati, grazie ad una grande disponibilità di risorse e al facile accesso agli oceani. Ma la loro duplice dimensione, marittima e terrestre, le rende vulnerabili su entrambi i fronti, nonostante siano anche una zona di mediazione tra le potenze mondiali. Perciò, la massima minaccia geopolitica, per gli USA, era ed è l'unione tra Heartland e Rimland sotto un unico centro di potere, poiché quest'area, grazie all'autosufficienza dell'Isola mondo, emarginerebbe le potenze talassocratiche, cioè commercial-marittime, anglosassoni: il Regno Unito ieri e gli USA oggi.
All’indomani della Guerra Fredda, le tesi di Spykman vennero riprese con maggior vigore e aggressività. Infatti ancora oggi, gli Stati Uniti si stanno impegnando a mantenere divisa l’area marittima e costiera del continente eurasiatico, in modo che non si formi una unica realtà egemonica.
Spykman era, però, un sostenitore