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Libro Tibetano dei Morti: Bardo Todol
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Libro Tibetano dei Morti: Bardo Todol

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Il libro tibetano dei morti (Bardo Todol) è conosciuto come Libro dei morti del Tibet così come il Per-Em-Rà è noto come Libro dei morti dell'antico Egitto. La parola Bardo significa morte, trapasso. La parola Todol significa liberazione. Infatti questo poema simbolico tibetano, in lingua sanscrita, parla di una tecnica iniziatica per compiere un viaggio interiore e giungere alla liberazione dalla paura della morte. Malgrado la denominazione, quest'opera è scritta per i vivi e non per i morti.
LanguageItaliano
Release dateJan 1, 2006
ISBN9788863652031
Libro Tibetano dei Morti: Bardo Todol

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    Libro Tibetano dei Morti - Mario Pincherle

    COLLANA

    SAGGI PER L’ANIMA

    Mario Pincherle

    LIBRO TIBETANO

    DEI MORTI

    Bardo Todol

    Anima Edizioni

    © Anima Edizioni. Milano, 2006. © Mario Pincherle, 2006.

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adatta- mento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotosta- tiche), sono riservati per tutti i paesi. Per i diritti di utilizzo contattare l’editore.

    Redazione: Sabrina Lescio

    Revisione: Giuliana Cristianini Volpi

    Progetto grafico e DTP: Jonathan Falcone

    ANIMA s.r.l.

    Gall. Unione, 1 - 20122 Milano

    tel. 02 72095130 fax 02 80581864

    e-mail: info@animaedizioni.it

    www.animaedizioni.it

    I edizione settembre 2006

    I ristampa febbraio 2007

    II ristampa febbraio 2010

    III ristampa novembre 2011

    Tipografia Italgrafica

    Novara

    INDICE

    Sintesi illustrativa e prefazione

    Introduzione

    I

    IL TRAPASSO

    Dedica e contenuto dell’opera

    Momento della morte

    Primo tentativo

    Secondo tentativo

    Terzo tentativo

    II

    DOPO IL TRAPASSO

    I pensieri luminosi e calmi dal primo al settimo giorno

    Primo giorno

    Secondo giorno

    Terzo giorno

    Quarto giorno

    Quinto giorno

    Sesto giorno

    Settimo giorno

    I pensieri tenebrosi e scatenati, dall’ottavo al quattordicesimo giorno

    Ottavo giorno

    Nono giorno

    Decimo giorno

    Undicesimo giorno

    Dodicesimo giorno

    Tredicesimo giorno

    Quattordicesimo giorno

    Importanza degli insegnamenti di questo libro

    III

    IL TERZO STADIO

    Il Terzo Stadio del mondo post-mortem

    Sul bordo del fiume del tempo

    Preparazione al giudizio

    L’importanza di mantenere puro il pensiero

    IV

    LA BUONA RINASCITA

    L’alba delle luci

    La rinascita

    Metodi per prevenire il frettoloso accesso del gamete ad una matrice uterina

    Primo metodo per chiudere l’accesso del gamete ad una matrice uterina

    Secondo metodo per chiudere l’accesso del gamete ad una matrice uterina

    Terzo metodo per chiudere l’accesso del gamete ad una matrice uterina

    Quarto metodo per chiudere l’accesso del gamete ad una matrice uterina

    Quinto metodo per chiudere l’accesso del gamete ad una matrice uterina

    La scelta di una ottima matrice uterina (La visione premonitrice del luogo della futura rinascita)

    La protezione contro i pensieri tormentatori al momento della nascita (Per affrettare e facilitare il parto)

    La scelta di una buona rinascita

    Conclusione

    Canto finale

    Il sentiero che protegge dalla paura della Morte

    Tavole

    SINTESI ILLUSTRATIVA E PREFAZIONE

    Sono andato alla ricerca di un buon illustratore per questo libro. Alla fine la mia scelta è caduta sul migliore di tutti: Michelangelo Buonarroti.

    Michelangelo mi appare come l’uomo che ha vinto la morte, ha vinto il tempo, è divenuto Cosmico. È riuscito a ottenere questo risultato perché ha posto contemporaneamente il suo piede sul passato e sul futuro. Ha eletto la Luce assieme alla Tenebra. Per Michelangelo è caduta la barriera che divide la morte dalla vita e tutto per lui è vita.

    Michelangelo sa cos’è il ginandro. Attenzione a non credere che ginandro sia sinonimo di omosessuale o di ermafrodito, anzi, è tutto il contrario. È l’uomo che, innamorato della donna, si è completato in lei, divenendo armonico. È la donna che, innamorata del suo uomo, si è completata in lui, raggiungendo la perfezione. Ginandro è l’uomo-Uomo, la donnaDonna. Gesù dice: «I maschi che trovano il completamento nelle loro femmine e le femmine che trovano il completamento nei loro maschi entreranno nel Regno». Il ginandro è la coppia perfetta.

    Anch’io mi sentivo armonico in quel giorno in cui tornai nella Cappella Sistina per scegliere le immagini che il Buonarroti mi avrebbe regalato ad illustrare il Bardo. Così, quando levai il volto verso il soffitto della immensa cappella, nacque subito un dialogo, era come se parlassi a me stesso: «Da dove cominciamo?». «Da quella figura che mi sembra preminente e che Michelangelo ha messo all’inizio della sua grande serie di personaggi cosmici, quasi a congiungere il Giudizio Universale con la Creazione del mondo e con le storie della Genesi. Quella figura rappresenta Giona, il profeta, colui che così era chiamato JUNÈ = COLOMBA per la straordinaria dolcezza d’animo, per la grande bontà. Giona rappresenta l’uomo che riesce, in vita, a comprendere il mistero della Morte. Si getta con coraggio nel gorgo dell’ignoto e ne esce vittorioso e sorridente dopo aver capito che la Morte è la ritmica continuazione della vita. Giona è la prefigurazione di Gesù e della sua resurrezione, avvenuta al terzo giorno».

    Questo libro, il Bardo Todol, ci dà la chiave per liberare il Pensiero dalla paura della morte. È quindi giusto che cominci proprio con Giona.

    Chi era Giona? Le pagine bibliche che parlano di questo profeta sono poche. Quattro brevi capitoli. Giona, personaggio realmente esistito, è vissuto 3000 anni fa.

    Era un piccolo artigiano. Aveva una tintoria di tessuti e di lane pregiate. Lo chiamavano Giona, e cioè colombella, per la sua incredibile e quasi ingenua bontà. Viveva sui monti, nel retroterra del porto di Giaffa. Aveva una bella casa e un comodo letto. Proprio in quel letto cominciò la sua storia.

    Giona si svegliò di colpo prima dell’alba. Sentiva una forte voce, ma sua moglie, accanto a lui, non udiva nulla e seguitava a dormire.

    — Giona, Giona, colombella…

    — Chi mi chiama?

    — Sono Dio!

    — Signore, cosa vuoi da me?

    — Va’ a Ninive e di’ a quella gente che tra quaranta giorni la città sarà distrutta.

    — Signore, io non so dove sia questa città. Ci si va per via di terra o

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