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Progetto anima: Uno strumento pratico per accorgersi, sedurre il proprio ego e raggiungere il successo oltre l'epigenetica
Progetto anima: Uno strumento pratico per accorgersi, sedurre il proprio ego e raggiungere il successo oltre l'epigenetica
Progetto anima: Uno strumento pratico per accorgersi, sedurre il proprio ego e raggiungere il successo oltre l'epigenetica
Ebook248 pages4 hours

Progetto anima: Uno strumento pratico per accorgersi, sedurre il proprio ego e raggiungere il successo oltre l'epigenetica

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About this ebook

Questo libro offre dettagliati percorsi per rispondere a domande complesse e scomode, al fine di identificare la “domanda giusta” per portarci ad essere di successo per noi stessi.
L’autrice ci accompagna in uno speciale castello che corrisponde al nostro essere, abitato da personaggi-aiutanti che risponderanno ad importanti quesiti esistenziali. Il volume è ricco di suggerimenti pratici e di meditazioni basate su un particolare sistema trans–mentale molto efficace per uscire dal labirinto dei programmi e del "già prestabilito" che ci potrebbe accadere.
L’anima ha un suo progetto? Come posso sentirmi di esistere attraverso ciò che faccio? Com’è possibile liberarsi dai cliché che mi fanno accadere tutto uguale? In questo periodo in cui tutto sta cambiando su quale parte di me posso contare? Come posso riconoscere i miei talenti? È più forte la realtà o ciò che io credo di sapere? Per quale motivo non ottengo ciò che desidero oppure, quando lo ottengo, si tratta di qualcosa che non desidero più? Cosa può influenzare i miei pensieri? Cosa sono le coincidenze e come si muovono nella mia vita? Come è possibile allinearsi
all’universo e perché è conveniente? Come posso placare
quella strana nostalgia che provo e non so definire?
LanguageItaliano
Release dateFeb 18, 2014
ISBN9788863652444
Progetto anima: Uno strumento pratico per accorgersi, sedurre il proprio ego e raggiungere il successo oltre l'epigenetica

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    Progetto anima - Monia Zanon

    partito.

    1. IL PROGRAMMA CONSCIO E IL PROGRAMMA INCONSCIO: CHI STA ESSENDO ADESSO?

    RINGRAZIO E ONORO LO SCIENZIATO BRUCE LIPTON PER IL SUO ACCORGERSI

    «Un fisico teneva un ferro di cavallo appeso alla porta del suo laboratorio. I colleghi ne furono sorpresi e gli domandarono se credeva che gli portasse fortuna nei suoi esperimenti. Rispose: ‘No, non sono superstizioso, ma mi hanno detto che funziona anche se non ci credi’».

    R.L. Weber, A Random Walk in Science

    Anima, il tuo veicolo è gestito da due programmi, accorgiti! Si tratta di due programmi che entrano nel sistema a turno, cioè se uno è acceso l’altro è per forza spento. Vediamo meglio.

    Nel cervello esistono due parti di fondamentale importanza che entrano in gioco per far sì che questo accada: la mente subconscia e la corteccia pre-frontale.

    La mente subconscia è il cervello originale, vi troviamo la mente ordinaria, e riceve circa quaranta milioni di bit al secondo provenienti dall’ambiente, immagazzinati come esperienze. Quindi essa è fondamentalmente costituita dal nostro vissuto, dai nostri «lo so già». In essa non c’è creatività o impulso personale.

    Nella parte anteriore del cervello, nella corteccia pre-frontale, c’è invece l’inatteso: la sede della coscienza! È una piccola parte del cervello e va allenata; non è scontato che cresca da sola. Qui giace il seme del nostro potenziale di innovatori, di ricercatori creativi e pro-attivi.

    La mente subconscia è rapida, la mente conscia invece è lenta nell’elaborazione perché per essa c’è il delicato gusto dell’accorgersi, del nuovo. Mi stai seguendo, anima? Quando siamo in una situazione di emergenza o di stress, entra in gioco la mente subconscia che può gestire un gran numero di dati, installare e attivare programmi che il corpo e il sistema già conoscono, e così apparentemente ci salva la vita. Il guaio è che ci propone continuamente vie vecchie da percorrere, quelle che magari hanno creato i nostri conflitti. Come si sa, non è molto funzionale affrontare un nuovo problema con un vecchio sistema!

    Soprattutto, viandante, il problema non è mai il problema: il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema stesso, un atteggiamento che non è nemmeno tuo! Eh, già, poiché il tuo veicolo è manovrato dal «lo so già» del sistema subconscio.

    La mente subconscia è importante, soprattutto se ci stiamo per schiantare addosso al paraurti di un’altra auto o se un vaso di fiori ci sta per finire sulla testa, poiché essa ci dà modo di reagire subito. In queste circostanze, la parte conscia ci lascerebbe perire.

    Tuttavia, la mente subconscia è ripetitiva, mentre la mente conscia è disponibile a nuove soluzioni, è pro-attiva ed è la preziosa depositaria del nostro libero arbitrio.

    Purtroppo, solo l’un per cento della nostra giornata è gestito dalla mente conscia, così solo l’un per cento di ciò che ci accade è stato da noi creato volontariamente; il restante novantanove per cento è lasciato al destino o chi per esso! Una triste realtà.

    Ascoltami bene, anima. Capovolgiamo le cose.

    I cabalisti affermano che esistono un aldiqua e un aldilà di uno stesso «velo». Il velo divide la realtà in due regni: il regno di sopra e quello di sotto. Le percentuali di territorio per ogni regno sono diverse, poiché nel «regno di sotto» esiste l’un per cento di ciò che c’è da vedere di se stessi e degli altri, in quello «di sopra» invece esiste il novantanove per cento di ciò che c’è da sapere di sé e dell’Universo.

    Nel regno di sotto nulla è mai abbastanza, accade quindi che qui io non sono mai abbastanza buono, bello, gentile e generoso. Qui, dedicare il mio tempo al prossimo a discapito del guardarmi dentro per conoscermi, è considerato altruismo! Imprinting! Gli induisti lo chiamano il «velo di Maya», l’universo illusorio.

    Nel regno di sopra esiste solo ciò che esiste (la «reale realtà»), ma è giusto far comprendere che entrambi i regni esistono e non esistono in base a ciò che crediamo di vedere.

    In pratica, esiste solo la realtà e chiamo tutto il resto «segomanzia»: antica arte di rendere complicato e barocco ciò che semplicemente è ciò che è.

    Ecco che noi diventiamo il nostro imprinting, cara anima che ti accorgi!

    Devi sapere che gran parte del nostro programma si forma dal primo anno di vita fino ai sei anni circa; è in questo periodo che costruiamo timidamente il nostro regno di sotto, e pian piano diventiamo ciechi e sordi all’Assoluto da cui proveniamo.

    I nostri genitori terreni diventano come ingegneri genetici e, alla stregua di un esperimento di laboratorio, se riusciranno a essere degli installatori tolleranti e propositivi ci andrà bene, avremo un buon ambiente di crescita. Se, invece, dagli uno ai sei anni, cresceremo in una condizione di pessimismo e di fastidio quotidiano, nella vita percepiremo il mondo usando questo filtro e vivremo gran parte della nostra esistenza nel «regno del mai abbastanza».

    Bella fregatura, cara anima che leggi. Avverrà così, quotidianamente, un boicottaggio di noi a favore del programma che ci dirà cosa e come dobbiamo essere.

    A questo punto già puoi capire a fondo il meccanismo: la mente conscia è in grado di controllare in modo creativo qualsiasi situazione a patto che ti concentri, che tu sia sveglio. Quando non sei sveglio, invece, parte il programma «lo so già».

    La mente conscia non si avvede del programma della mente subconscia poiché, quando è in azione una, l’altra è spenta, e viceversa. La fatica infatti è quella di accorgersi dei programmi che occupano le nostre «stanze»!

    Se l’accorgersi presenzia l’azione sia di una parte sia dell’altra della mente, noi esistiamo nel completo dominio di noi stessi e gestiamo la nostra vita. Questa è una cosa davvero importante, anima; fai accorgere il tuo veicolo!

    Sul sito www.brucelipton.com viene riportato un esperimento molto interessante. In pratica, sono state messe delle cellule in un piattino di coltura, sono state divise poi in altri due piattini. Nel primo, chiamiamolo A, sono state poste delle diverse sostanze e tipi di nutrimenti. Nell’altro, che denomineremo B, le cellule hanno sperimentato diverse tossine. Entrambi i piatti sono stati poi messi in un incubatore. Come risultato, nel piattino A, dove c’erano i nutrimenti, le cellule hanno avuto un comportamento di apertura per «inglobare» l’esperienza, manifestando i segni della crescita. Nel piattino B, invece, le cellule si sono ritratte, essendo state sottoposte a esperienze che sentivano come dissonanti, che rappresentavano una minaccia.

    Quando le cellule percepiscono qualcosa che rappresenta per esse uno stimolo, o un beneficio, si aprono, ma quando fanno «incontri tossici» allora si contraggono, fuggono e si chiudono.

    Quello che la scienza ha scoperto fino ad oggi è che le cellule possono trovarsi in due stati: in crescita o in protezione. Quando le cellule sono in crescita, sono attratte dai messaggi positivi, mentre si chiudono quando sentono un’informazione per esse negativa.

    I nostri corpi sono complessi e magnifici, anima. Sono stati creati per guarirsi da soli e per comprendere ciò che fa loro bene e distinguere ciò che invece è tossico.

    Ma questo non è tutto. Esistono dei segnali che la cellula percepisce come neutri, cioè né positivi né negativi. La cellula non incrementerà alcuna informazione in questi ambienti neutri, poiché il tipo di stimolo le è indifferente.

    Alcune persone nella nostra vita lasciano il segno, in senso funzionale o meno al nostro sistema nervoso, altre invece non le vediamo nemmeno. Sono persone neutre per il nostro apprendimento, magari invece sono stimolanti per altri. Questo è perfetto.

    Pensa, la mente percepisce l’ambiente e se vede qualcosa che sente come una minaccia, invia un segnale alle cellule dicendo loro che l’ambiente non darà sostegno. Quando il sistema, che il professor Bruce Lipton (lo scienziato a cui si devono numerose scoperte nel campo dell’epigenetica) denomina «asse ipotalamico-ipofisario-surrenalico», si accorge che è subentrato lo stress, comunica l’informazione all’intero corpo (tramite il campo di cinabro superiore di cui ti parlerò nel prossimo capitolo, anima confidente).

    Accorgiti bene, anima, di come funziona il tutto. La ghiandola pituitaria, che è la ghiandola di comando, passa l’informazione dell’evento in corso a cinquanta milioni di cellule. Viene a questo punto informata la ghiandola surrenale (campo di cinabro inferiore) sul fatto che esiste una minaccia, che qui è interpretata come un ordine del tipo «Lotta o fuggi». Le ghiandole surrenali, a questo punto, rilasciano nel corpo gli ormoni dello stress.

    La ghiandola di comando in tale frangente fa una cosa eccezionale: invia il sangue verso braccia e gambe.

    Questo è un sistema primitivo, cioè quello che ci fa scappare o combattere, e serviva all’uomo quando il suo livello di evoluzione era ben inferiore a quello odierno; eppure è ancora ben presente e attivo, anzi attivissimo!

    Il fatto interessante è che il sangue va in esilio negli arti per permetterci di potenziare la reazione, ma così facendo se ne va da organi importanti dell’addome (campo di cinabro inferiore). Si tratta del sangue che serve ad alimentare le cellule che devono riprodursi continuamente affinché il corpo fisico sia mantenuto al meglio.

    Capisci quindi cosa accade, anima?

    C’è da ricordare, viandante, che quando siamo nel programma «Lotta o fuggi», siamo nel programma inconscio cioè in un comportamento riflesso. Gli ormoni dello stress si dirigono ovunque, anche nel cervello, e comprimono i vasi sanguigni nella parte pre-frontale. Questa è la sede della consapevolezza. Il sangue viene a questo punto spinto nella parte posteriore che è la sede del comportamento riflesso. Quindi, quando c’è stress, siamo meno intelligenti! Iniziamo a entrare in uno stato di necrosi generale, in una condizione di non-crescita, e questo mentre siamo ancora con il corpo in vita.

    Il sangue che doveva servire negli organi addominali per la crescita e il sostentamento, viene destinato agli arti per potenziare la possibilità di aggredire o scappare; in entrambi i casi abbiamo perso, poiché non siamo nell’azione ma nella reazione. Inoltre, l’area viscerale, senza la quantità di sangue necessaria, diminuirà le sue funzioni. Quando, cioè, siamo in protezione, rallentiamo il nutrimento e la

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