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Cercare Dio
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Cercare Dio

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Il testo raccoglie le catechesi che il cardinale Caffarra ha tenuto ai giovani durante l’Anno della Fede.

La limpida scrittura è so ttesa da tre convinzioni/intenzioni di fondo: mostrare la ragionevolezza della fede, richiamare l’intima connessione della fede con la verità, insistere sul rilievo della fede in ordine al tema della contemporaneità di Cristo giacché, se Gesù non fosse contemporaneo, si ridurrebbe alla sua dottrina.
LanguageItaliano
Release dateJul 28, 2014
ISBN9788865123348
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    Cercare Dio - Carlo Caffarra

    PRESS

    Prefazione

    Questo piccolo libro raccoglie le catechesi che ho tenuto ai giovani durante l’Anno della Fede. Ad esse ho ritenuto opportuno aggiungere due altri interventi: una catechesi ai genitori dei cresimandi; una lezione tenuta all’Università di Udine.

    L’intenzione catechistica di queste pagine spiega il loro carattere. È una proposta che ho cercato di rendere la più limpida e la più semplice possibile quanto all’esposizione. E quanto ai contenuti ho cercato di attenermi al Catechismo della Chiesa Cattolica.

    Tuttavia, alla base di questa catechesi sulla fede stanno alcune mie convinzioni di fondo, che forse non è inutile esplicitare. Può aiutare il lettore.

    Esprimerò la prima convinzione in forma negativa e in forma positiva. Esiste il grave pericolo, soprattutto nei giovani, di ridurre la fede [intendo la fides qua] ad emozione, a risposta a bisogni psicologici. Non è che un caso particolarmente grave di quella tendenza della nostra cultura ad elevare l’emozione [ciò che provo psichicamente] a criterio ultimo delle scelte.

    Non sono necessarie lunghe riflessioni per capire quale devastazione porti questa regalità dell’emozione nella fede [fides qua]. Essa – direbbe Gesù – viene fondata sulle sabbie mobili. Viene spento nel cuore del giovane ogni afflato missionario, perché impedisce qualsiasi discorso intersoggettivo a riguardo della fede.

    Positivamente, ritengo – e questa è una delle convinzioni fondamentali da cui nascono queste catechesi – che  mostrare l’intima ragionevolezza della fede, mostrare che in primis l’atto della fede è un atto propriamente della ragione, poiché è un assenso ad una Parola, sia uno dei compiti principali nell’educazione alla fede dei nostri giovani. Vengono a proposito le parole di Papa Francesco quando si trascura questa dimensione della fede: «[la fede]... si riduce a un bel sentimento, che consola e riscalda, ma resta soggetto al mutarsi del nostro animo, alla variabilità dei tempi, incapace di sorreggere un cammino costante nella vita» [Enc. Lumen fidei 24]. Questa prima convinzione si aggancia logicamente alla seconda, non meno importante. In ordine all’educazione dei giovani alla fede, ritengo fondamentale il tema della Verità. L’avere espulso spesso la quaestio de veritate dalla proposta cristiana fatta ai giovani, ha reso la loro fede molto fragile. Direi che in larga misura queste catechesi nascono soprattutto da questa mia con- vinzione.

    Sto parlando del fatto – formulato in maniera insuperabile da Tommaso d’Aquino – che l’atto della fede non è semplicemente l’espressione di una convinzione soggettiva, ma fa vedere la Realtà. Quando dico: «Credo che Gesù è risorto nel suo vero corpo», non esprimo semplicemente una mia convinzione; non presento la metafora di un desiderio profondo dell’uomo. Semplicemente narro un fatto realmente accaduto. Se togliamo la connessione della fede colla verità, si diventa o fanatici o indifferenti. «Richiamare la connessione della fede con la verità è oggi più che mai necessario, proprio per la crisi di verità in cui viviamo» [Enc. Lumen fidei 25].

    Ma a questo punto, nelle catechesi, ho incrociato una grave difficoltà che il giovane oggi incontra nella professione della sua fede.

    Tutti i grandi maestri dello Spirito [Platone, Agostino, Pascal, Rosmini, Newman] hanno riflettuto a lungo sulla difficoltà che l’uomo prova di passare dall’assenso al consenso, quando si tratta di grandi verità della vita. Userò il linguaggio di E. Stein, S. Teresa Benedetta della Croce.

    Ella distingue nella parola fede due significati. Il primo [Belief] denota l’atto della ragione con cui la persona riconosce uno stato di cose. Il secondo [Überzeugung] denota l’atto con cui la persona prende posizione. Dice: «Sono convinta che...».

    Ora il passaggio dall’assenso al consenso non è difficile, ma è impossibile senza una vera conversione del cuore. L’esempio di Pietro di fronte all’annuncio della passione di Gesù è emblematico: Pietro, a causa del paradigma messianico che condivideva col suo popolo, non poteva consentire alle parole di Gesù.

    Sono profondamente convinto che se un giovane fa proprio il paradigma scientista, non solo non riuscirà a connettere la fede con la magna quaestio de veritate, ma ridurrà la fede a qualcosa di meramente soggettivo, che non può essere ragionevolmente proposto ad altri.

    Il lettore vedrà che sono ritornato spesso su questa tematica. Ora ne

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