Cani & Razze Canine - Vol. II
By Mario Canton
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Con il secondo volume di "Cani e Razze Canine" l’intento è proprio quello di esporre in un volume a sé stante i contenuti di tipo strutturale che riguardano la valutazione morfologica delle razze canine e che uniti a quelli di tipo dinamico – già discussi nel primo volume – forniscono un approccio complessivo al giudizio cinotecnico.
Vengono comunque omessi i concetti basilari provenienti da matematica, fisica, chimica, genetica, istologia, anatomia, e biologia che si danno per acquisiti – con il possesso di un livello medio di istruzione – essendo impossibile compendiarli senza compromettere la schematicità e la linearità di esposizione dei concetti.
A questo scopo è stata curata una parte didascalica che schematizzi e illustri nel dettaglio la conformazione esteriore delle razze – mediante schemi e tabelle inseriti nello svolgimento del testo – con l’intento di facilitarne comprensione e fruibilità da parte di chiunque.
Le tavole anatomiche di dettaglio e tutte le fonti e le metodologie di ricerca delle stesse sono state invece inserite nel terzo volume.
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Cani & Razze Canine - Vol. II - Mario Canton
Cani
&
Razze Canine
Struttura
e conformazione.
Questioni di morfologia
strutturale e tipologica.
Analisi e valutazione.
di Mario Canton
PROPRIETÀ INTELLETTUALE LETTERARIA RISERVATA
© Copyright 2004 – 2016 by Mario Canton
1ª edizione digitale – 2016
Qualora si volesse condividere questo ebook con un’altra persona, si chiede cortesemente di scaricare una copia a pagamento per ciascuna delle persone a cui lo si vuole destinare.
Se si sta leggendo questo ebook e non lo si è acquistato, qualora risulti di gradimento, si chiede, per favore, di acquistarne anche una copia a pagamento, al fine di poter permettere la continuità e la crescita del lavoro e la possibilità di offrire sempre più titoli e una qualità sempre maggiore.
Grazie per l'aiuto e per aver rispettato il lavoro dell’autore e dell'editore di questo libro.
Data la rapidità con cui gli strumenti di sviluppo e i linguaggi vengono aggiornati, i contenuti di questo ebook si intendono fedeli allo stato dell’arte al momento della pubblicazione.
Nota
Si chiede cortesemente ai lettori la disponibilità a collaborare al miglioramento dell'opera, segnalando qualsiasi refuso e/o errore operativo riscontrato nella lettura dell'e-book utilizzando una e-mail da inviare all'indirizzo dell'autore.
Si veda per l'indirizzo le introduzioni o il colophon alla penultima schermata.
L'autore si impegna ad apportare quanto prima possibile le correzioni ritenute opportune o necessarie.
Si ringrazia sin d'ora per l'eventuale collaborazione.
Introduzione alla 1ª edizione digitale
Ogni passo in avanti nella conoscenza passa attraverso tre fasi.
Prima la gente dice che è in conflitto con quel che si crede.
Poi dice che qualcun'altro l'aveva già detto.
Infine dice che ci aveva sempre creduto.
Louis Agassiz (1807-1873)
Dopo più di dieci anni dall'uscita della prima edizione a stampa di «Cani & Razze Canine» esce ora la prima edizione digitale dell'opera.
Molto tempo è passato da allora e ancor più da quando inziarono le ricerche per il testo, nel Marzo del 1983.
Il lavoro è stato realizzato per venire incontro alle esigenze di molti Lettori, che mi invitavano a fornire un'edizione digitale del testo per il suo utilizzo mediante le ormai diffuse tecnologie informatiche.
La versione digitale completa è costituita da tutti tre i volumi che costituiscono la seconda edizione a stampa.
Il file è stato compilato in formato ePub, ritenendo che questo standard possa agevolmente essere fruito e − se necessario − agevolmente convertito, per la lettura su qualsiasi dispositivo di lettura: smartphone, tablet, e-reader o monitor di computer.
La realizzazione non è stata semplice, in un ambiente in cui gli standard software e hardware sono in continua evoluzione.
Lo sforzo è stato quello di rappresentare i contenuti nella maniera più «liquida» possibile per adattarla a qualsiasi mezzo, con il solo uso di testo e immagini ed evitando l'inserimento di elementi grafici strutturati (tabelle, grafici, formule) che potessero impedirne la corretta riproduzione.
Spero che alla fine le scelte tecnico-redazionali abbiano reso il più agevole possibile l'accesso ai contenuti.
Come sempre, buona lettura.
Piove di Sacco, Gennaio 2016
M.C.
mario.canton@tiscali.it
infodj@dogjudging.com
Avvertenze sul piano dell'opera
Per la «Morfologia funzionale: strutture, conformazioni e movimento» si veda il Vol. I.
Per la «Morfologia strutturale: struttura e conformazione», la «Morfologia tipologica: tipizzazione e classificazione» e la parte relativa all'«Analisi e valutazione» si veda il Vol. II.
Per le Tavole anatomiche e relative didascalie esplicative, le metodologie bibliografiche e le altre fonti si veda il Vol. III.
In ciascuno dei tre volumi sono contenuti gli indici generali, analitici e delle tavole specifici di ciascun volume.
In ciascun volume è altresì inserita l'introduzione alla 1ª edizione digitale dell'opera nel suo complesso.
L'opera è costituita da una trilogia di testi e consta di tre e-Book separati.
Introduzione
(della 1ª edizione a stampa)
Il solo modo di mantenere la funzione
è quello di selezionare per la funzione:
selezionare l’aspetto della funzione o qualche struttura
che la teoria ritiene sia valida per la funzione
non produce per niente gli stessi risultati.
prof. John E. Burchard, Ph.D.
Quando fu pubblicato il primo volume di Cani e Razze Canine molti Lettori osservarono che i concetti contenuti nel medesimo testo sarebbero stati maggiormente fruibili se la parte illustrativa fosse stata ampliata e le nozioni riguardanti struttura e conformazione fossero state debitamente trattate in apposite parti. In quel testo infatti erano stati discussi argomenti che richiedevano nozioni propedeutiche sulla struttura e la conformazione delle razze canine ma senza che tali nozioni propedeutiche fossero illustrate: fatto che, peraltro, precisai nell’introduzione di quel volume.
L’intento di allora voleva essere quello di non appesantire troppo l’esposizione dei concetti che riguardavano principalmente il meccanismo di locomozione dei cani, ma anche così il primo Cani e Razze Canine si guadagnò l’epiteto di mattone rosso
grazie al colore della copertina e ai contenuti esposti, di tipo decisamente specialistico.
Ora – con il secondo volume, Cani e Razze Canine 2 – l’intento è proprio quello di esporre in un volume a sé stante i contenuti di tipo strutturale che riguardano la valutazione morfologica delle razze canine e che uniti a quelli di tipo dinamico – già discussi nel primo volume – forniscono un approccio probabilmente più consono alla tradizione letteraria della cinofilia italiana.
Vengono comunque omessi i concetti basilari provenienti da matematica, fisica, chimica, genetica, istologia, anatomia, e biologia che si danno per acquisiti – con il possesso di un livello medio di istruzione – essendo impossibile compendiarli senza compromettere la schematicità e la linearità di esposizione dei concetti.
Non si tratta dell’ennesimo trattato di cinognostica – di cui ritengo non si senta la mancanza in quanto esistono già opere consistenti in questo campo – ma piuttosto di un tentativo di illustrare i concetti base per un esame fenotipico, utili a sostenere e comprendere la parte valutativa della funzione.
A questo scopo è stata curata una parte iconografica che schematizzi e illustri nel dettaglio la struttura anatomica – mediante apposite tavole collocate in appendice al testo – e la conformazione esteriore delle razze – mediante schemi e tabelle inseriti nello svolgimento del testo – con l’intento di facilitarne comprensione e fruibilità da parte di chiunque. Spero che l’intento abbia raggiunto lo scopo.
Buona lettura.
Piove di Sacco, Aprile 2010
M.C.
mario.canton@tiscali.it
infodj@dogjudging.com
Ringraziamenti
(della 1ª edizione a stampa)
Vorrei usare questo spazio essenzialmente per ringraziare quanti hanno reso possibile la pubblicazione di questo lavoro:
l’editore, Antonio Crepaldi – per aver creduto nel progetto editoriale;
la J.A. Allen & Co. Ltd. – per aver concesso il permesso di riprodurre le tavole anatomiche e di tradurre le didascalie;
Francesco Biondolillo e la dr.ssa Carla Romanelli Lensi – per aver cercato di favorire la pubblicazione dell’opera;
la dr.ssa Federica Barison – per la prima revisione del testo;
la dr.ssa Rossella Di Palma – per i suggerimenti forniti sull’opera;
il dr. Denis Ferretti – per aver consentito l’estrazione e la pubblicazione dei contenuti di genetica già pubblicati su DogJudging®;
la dr.ssa Anna Pizzo – per la revisione finale dell’opera;
il dr. Massimiliano Ponchio, Webmaster di DogJudging® – per l’assistenza prestata nella pubblicizzazione dell’opera;
e infine la mia famiglia: mia moglie Carla Lunardi e mio figlio Alvise – per l’assistenza fornitami e la pazienza mostrata nel lungo tempo necessario alla realizzazione di questo libro.
Note autobiografiche sull’autore
(della 1ª edizione a stampa)
L’Autore è sempre quello del primo volume di Cani e Razze Canine, solo con molte performance funzionali in meno e una morfologia alquanto deteriorata rispetto allo standard of perfection.
Si occupa sempre – quando può – di cani e di levrieri in particolare, attendendo tempi migliori per occuparsene di più e meglio, finché il tempo glielo permetterà.
Nel frattempo la sua collezione di libri sui cani cresce e per questo ha già dovuto traslocare tre volte: speriamo che – con la crisi economica di questi tempi – l’editoria rallenti la produzione, altrimenti non basterà più nemmeno l’ultima casa che ha comperato a contenere tutti i nuovi studi ... e comunque, ci sono sempre troppi libri, troppe cose da imparare e troppo poco tempo da dedicare loro.
Per il resto continua a lavorare e vivere, come tutti o, perlomeno, buona parte di tutti.
Indice generale
Introduzione alla 1ª edizione digitale
Avvertenze sul piano dell'opera
Introduzione (della 1ª edizione a stampa)
Ringraziamenti (della 1ª edizione a stampa)
Note autobiografiche sull’autore (della 1ª edizione a stampa)
Sezione 1ª – Morfologia strutturale: struttura e conformazione
001. Importanza dello studio dell’anatomia
002. Orientamento nella sagoma corporea
003. Definizione dei movimenti
004. Concetto di osso
005. Tessuti scheletrici: tessuti duri
006. Tipi di tessuti duri
007. Altri tessuti scheletrici
008. Attributi anatomici macroscopici delle ossa
009. Irrorazione sanguigna delle ossa
010. Accrescimento dei tessuti ossei
011. Anomalie dell’accrescimento osseo
012. Programmazione genetica e influenza ambientale
013. Considerazioni funzionali sull’ossatura
014. Caratteristiche meccaniche dei tessuti scheletrici
015. Caratteristiche fisiche del tessuto osseo come materiale strutturale
016. Legge di Wolff e osso come materiale strutturale
017. Le ossa come unità strutturali
018. Sunto delle funzioni dello scheletro
019. Tipologie di articolazione
020. Articolazioni fibrose
021. Articolazioni cartilaginee
022. Articolazioni sinoviali
023. Menischi
024. Legamenti
025. Classificazione delle articolazioni sinoviali
026. Movimenti delle articolazioni
027. Fibre muscolari
028. Classificazione delle fibre muscolari
029. Struttura delle fibre muscolari
030. Forma dei muscoli
031. Contrazione e lavoro muscolare
032. Classificazione dei muscoli in base al lavoro
033. Annessi alla muscolatura
034. Ossa sesamoidi
035. Borse
036. Guaine tendinee sinoviali
037. Fasce
038. Muscolatura e tessuto connettivo
039. Rigenerazione
040. Funzioni della pelle
041. La pelle come indice dello state di salute
042. Aspetto della pelle
043. Struttura della pelle
044. Spessore della pelle
045. Pelle nasale
046. Impronta nasale
047. Pelle dei cuscinetti
048. Muscolatura nella pelle
049. Ghiandole sudoripare eccrine
050. Ghiandole sudoripare apocrine
051. Ghiandole sebacee
052. Ghiandole ceruminose
053. Ghiandole circumanali
054. Organo ghiandolare della coda
055. Unghie
056. Mammelle
057. Numero e dimensioni delle mammelle
058. Struttura delle mammelle
059. Modificazioni nelle ghiandole mammarie
060. Affezioni delle ghiandole mammarie
061. Principali parametri fisiologici
062. Anatomia topografica
063. La testa
064. Faccia superiore della testa: regione cranio-frontale
065. Faccia superiore della testa: stop o piega del naso o depressione cranio-facciale
066. Classificazione in base allo stop (angolo cranio-facciale)
067. Faccia superiore della testa: muso o canna nasale
068. Estremità anteriore della testa: naso o tartufo
069. Bifunzionalità del naso: omeostasi termica e percezione olfattiva
070. Estremità anteriore della testa: bocca
071. Estremità anteriore della testa: labbra
072. Estremità anteriore della testa: fessura o apertura labiale
073. Estremità anteriore della testa: mento o barbozza
074. Estremità anteriore della testa: gengive
075. Estremità anteriore della testa: palato
076. Estremità anteriore della testa: lingua
077. Faccia inferiore della testa: regione sottomascellare (o pagliolaia o pagliola)
078. Estremità anteriore della testa: gola
079. Regione parotidea o parotide
080. Facce laterali della testa
081. L’orecchio
082. Cartilagine dell’orecchio
083. Muscoli dell’orecchio
084. Estremità libera dell’orecchio
085. Struttura dell’orecchio
086. Esame dell’orecchio
087. Portamento, direzione e forma dell’orecchio
088. Orecchio ed espressione
089. Orecchie raddrizzate dette dritte
090. Direzione dell’orecchio
091. Fattori determinanti il portamento dell’orecchio
092. Anomalie del portamento dell’orecchio
093. L’orecchio manipolato
094. Orecchie cadenti dette pendenti
095. Misure della lunghezza dell’orecchio
096. Attacco dell’orecchio
097. Orecchie semipendenti, dette anche semicadenti o semidiritte
098. Orecchie ripiegate, dette a rosa
o a conchiglia
099. Orecchie a tulipano
e a bottone
100. Movimento dell’orecchio
101. Caratteri del senso uditivo
102. Bellezza, difetti e tare dell’orecchio
103. Le orecchie nel cucciolo
104. Osservazioni sull’orecchio
105. L’orecchio del Segugio, in rapporto con le qualità di velocità e gola
106. Trasmissione delle onde sonore
107. Impiego del fischietto silenzioso per l’allenamento dei cani
108. Sordità
109. Le arcate sopracciliari
110. L’occhio
111. La bellezza dell’occhio
112. Il grado di scostamento dell’occhio in rapporto alla linea mediana
113. La posizione del globo oculare in rapporto alla regione circostante
114. L’apertura palpebrale o fessura palpebrale o rima palpebrale
115. L’asse palpebrale
116. La conformazione dell’occhio
117. La posizione dell’occhio
118. L’espressione dell’occhio
119. La colorazione dell’occhio
120. L’occhio vaio
121. Le palpebre
122. Rapporti assiali nell’occhio e angolo asso-palpebrale
123. Difetti e tare dell’occhio
124. La guancia
125. Estremità posteriore della testa: la nuca
126. La testa in generale
127. Dimensioni della testa
128. Direzione della testa
129. Forma della testa
130. Studio del profilo della testa
131. Attacco all’incollatura della testa
132. Movimenti della testa
133. L’espressione
134. Denti: dentatura e dentizione
135. Caratteri generali dei denti
136. Struttura di un dente
137. Gengiva
138. Sviluppo dei denti
139. Muta dentaria
140. Formula dentaria
141. Denti incisivi
142. Denti canini
143. Denti molari
144. Dentizione da latte o dentizione lattea
145. Livellamento dei denti da latte
146. Rimpiazzo dei denti da latte
147. I primi denti premolari
148. Occlusione
149. Arcata incisiva
150. La dentatura giustapposta
151. Il prognatismo
152. Denti basculanti
153. Considerazioni sul prognatismo
154. Le principali cause di prognatismo
155. La mascella deviata
156. Anomalie nelle date di eruzione dei denti
157. Anomalie numeriche dei denti
158. Anomalie numeriche dei denti per aumento
159. Anomalie numeriche dei denti per diminuzione
160. Assenza di molari e premolari
161. Atrofia dentaria
162. Variazioni numeriche dei denti
163. Importanza della variazione nel numero dei denti
164. Principali tare e affezioni dentarie
165. Il corpo
166. Faccia superiore del corpo: l’incollatura
167. Disposizioni anatomiche del collo
168. Conformazione esteriore del collo
169. Pregi e difetti del collo
170. Lunghezza e forma del collo
171. Direzione del collo
172. Muscolatura del collo
173. Attacchi del collo
174. Particolarità del collo
175. Tare e difetti del collo
176. Faccia superiore del corpo: il garrese
177. Faccia superiore del corpo: dorso, rene e linea superiore
178. Lunghezza e forma della regione dorso-lombare
179. Direzione della regione dorso-lombare
180. Il colpo d’ascia
181. Attacchi della regione dorso-lombare
182. Il cane costruito in salita
183. Faccia superiore del corpo: la groppa
184. Conformazione esteriore della groppa
185. Lunghezza della groppa
186. Larghezza della groppa
187. Direzione della groppa
188. Movimenti della groppa
189. La coda o fouet
190. Lunghezza della coda
191. Forma della coda
192. Direzione e portamento della coda
193. Coda amputata
194. Attacco della coda
195. Movimenti della coda
196. Faccia inferiore del corpo: la regione sternale
197. Vuoto sottosternale
198. Faccia inferiore del corpo: il ventre
199. Volume del ventre
200. Forma del ventre
201. Inguine
202. Facce laterali del corpo
203. Faccia laterale del corpo: il costato o petto
204. Convessità del costato
205. Forme anomale di torace
206. Meccanismo della respirazione
207. Ventilazione polmonare
208. Rumori respiratori
209. Ritmo respiratorio
210. Inspirazione forzata
211. Polipnea termica
212. Capacità respiratoria
213. Respirazione tissutale
214. Faccia laterale del corpo: il fianco
215. Movimenti del fianco
216. Faccia laterale del corpo: l’anca
217. Displasia dell’anca
218. Piede di pollo
219. Estremità anteriore del corpo: il pettorale
220. Estremità anteriore del corpo: l’ascella
221. Estremità anteriore del corpo: la regione intrascellare
222. Estremità posteriore del corpo
223. Estremità posteriore del corpo: l’ano
224. Le ghiandole anali
225. Estremità posteriore del corpo: il perineo
226. Gli arti: generalità
227. Ruolo degli arti anteriori
228. Arto anteriore
229. Arto anteriore: la spalla o regione scapolo-omerale
230. Condizioni di bellezza della spalla
231. Lunghezza della spalla
232. Direzione e inclinazione della spalla
233. Angolo scapolo-omerale
234. Muscolatura della spalla
235. Arto anteriore in stazione
236. Locomozione e movimento della spalla
237. Arto anteriore: il braccio
238. Direzione del braccio
239. Lunghezza del braccio
240. Esame della spalla
241. Arto anteriore: il gomito
242. Tare del gomito
243. Arto anteriore: l’avambraccio
244. Lunghezza dell’avambraccio
245. Direzione dell’avambraccio
246. L’avambraccio nella locomozione
247. Arto anteriore: la regione carpale
248. Arto anteriore: il cannone metacarpale o cannone anteriore
249. Lunghezza dei metacarpi
250. Arto anteriore: il piede anteriore o mano
251. Allungatura
252. Traumatismi e ferite dei piedi
253. Unghie o artigli del piede anteriore
254. Forma del piede anteriore
255. Arto posteriore: generalità
256. Arto posteriore: la coscia
257. Differenze della coscia a seconda delle razze
258. Condizioni di bellezza della coscia
259. Arto posteriore: la natica
260. Arto posteriore: la grassella (ginocchio)
261. Condizioni di bellezza della grassella
262. Tare della grassella
263. Arto posteriore: la gamba
264. Movimenti della gamba
265. Condizioni di bellezza della gamba
266. Arto posteriore: il garretto
267. Movimenti del garretto
268. Condizioni di bellezza del garretto
269. Arto posteriore: il cannone metatarsale o cannone posteriore
270. Arto posteriore: il piede
271. Unghie o artigli del piede posteriore
272. Speroni dell’arto posteriore
Sezione 2ª − Morfologia tipologica: tipizzazione e classificazione
273. La cinognostica
274. Il concetto di bellezza
275. Pregi e difetti
276. Vizi e tare
277. Terminologia zoognostica
278. Fondo e sangue
279. Il concetto di tipo
280. L’impronta
281. Sostanza, distinzione e proporzione
282. Difetti ereditari
283. Gli indici zoometrici
284. Tipi morfologici
285. Rilevazioni fisiologiche
286. Stato di salute generale
287. Stato di sviluppo
288. La precocità
289. Temperamento
290. Nevrilità e sangue
291. Tipi costituzionali
292. Controlli funzionali
293. Il fenotipo
294. Il genotipo
295. La valutazione integrale
296. Tipi funzionali
297. Attitudini funzionali
298. Tipi attitudinali
299. Valutazione della tipologia funzionale e standard
300. Tipo
301. Prestazioni dinamiche e tipo dinamico
302. Potenza
303. Agilità
304. Resistenza
305. Velocità
306. Tipi operativi
307. Tipologia da lavoro
308. Tipologia da caccia
309. Tipologia da sport
310. Precisazioni sulle tipologie operative
311. Misurazioni e proporzioni della testa: craniometria
312. Classificazione in base all’indice cefalico
313. Cefalometria
314. Punti craniometrici
315. Diametri del cranio e della faccia
316. Indici cranici e indici facciali
317. Neurocranio e splancnocranio
318. Assi cefalici
319. Convergenza, parallelismo e divergenza
320. Angoli della testa
321. Perimetro cefalico
322. Utilità delle misurazioni
323. Antropologia ed etnologia animale
324. Le misurazioni come parametri di valutazione
325. Protocolli di misurazione
326. Tipi di misurazione
327. Il rilievo delle misurazioni
328. Rilievi zoometrici
329. Peso
330. Misurazioni
331. Angolazioni
332. Principali misurazioni con l’asta metrica (cinometro)
333. Principali misurazioni con il compasso per spessori o con il calibro
334. Principali misurazioni con il metro a nastro (metro da sartoria)
335. Principali misurazioni con la bilancia
336. Principali misurazioni con l’artrogoniometro
337. Indici
338. Gruppi di indici
339. Strumenti di misurazione
340. Asta metrica o cinometro
341. Artrogoniometro
342. Il cane tipo cob
343. L’inscrizione
344. Il cane tipo hunter
345. Perimetro toracico
346. Indici toracici
347. Angoli toracici
348. Diametri toracici
349. Cirtometria
350. Linee di riferimento sulla parete toracica
351. Regioni dell’addome
352. La determinazione dell’età
353. Caratteristiche fornite dai denti per la determinazione dell’età
354. Periodo di eruzione dei denti da latte
355. Periodo di usura e di livellamento dei denti da latte
356. Periodo di eruzione dei denti di rimpiazzo
357. Periodo di usura e di livellamento degli incisivi di rimpiazzo
358. Durata della vita
359. Valore venale
360. Tassonomia
361. La classificazione delle razze
362. La classificazione delle razze dall’800
363. La classificazione di Megnin
364. La classificazione degli enti cinofili moderni
365. La pigmentazione
366. Le melanine
367. Deposizione dei pigmenti
368. Depigmentazione
369. Rapporti pigmentazione/equilibrio fisiologico
370. Il follicolo pilifero
371. Sviluppo del follicolo pilifero
372. Il fascicolo pilifero
373. Muscolo erettore e ghiandole secretici
374. Tipologie di pelo
375. Pelo dritto
376. Pelo ispido
377. Pelo ispido-ondulato
378. Pelo crespo-ondulato
379. Pelo ondulato grosso
380. Pelo ondulato-sottile
381. Crescita del pelo
382. Classificazione del pelo in base alla lunghezza
383. Colorazione del gambo del pelo
384. Lunghezza del pelo
385. Angolo di impianto del pelo
386. Distribuzione del pelo
387. Orripilazione
388. Correnti e vortici piliferi
389. Muta e tosatura
390. Papille tattili
391. Classificazione macroscopica del pelame
392. Pelle nuda, alopecia
393. Pelo raso o liscio
394. Pelo corto
395. Pelo lungo
396. Pelo duro
397. Pelo eterogeneo
398. Qualità complessiva del mantello
399. Genetica e colorazione
400. Aggiornamenti su genetica e colorazione – (di Denis Ferretti)
401. Formule genetiche del mantello di alcune razze
402. Gruppi allelici
403. Classificazione dei mantelli
404. Mantelli semplici
405. Mantelli semplici: il nero
406. Mantelli semplici: il bianco
407. Mantelli semplici: il grigio
408. Mantelli semplici: il fulvo
409. Mantelli semplici: il rosso
410. Mantelli semplici: il marrone
411. Mantelli composti
412. Mantelli binari: il grigio (grisaglia)
413. Mantelli binari: il merle
414. Mantelli binari: l’ubero
415. Mantelli binari: il lupino
416. Mantelli binari: l’agouti
417. Mantelli binari: il tigrato
418. Mantelli binari: il maculato
419. Mantelli binari: il pezzato
420. Mantelli binari: il focato
421. Mantelli ternari: il roano
422. Mantelli ternari: l’arlecchino
423. Mantelli ternari: il tricolore
424. Mantelli particolori e pluricolori
425. Mantelli diluiti
426. Mantelli diluiti: lo slavato
427. Mantelli diluiti: il canuto
428. Mantelli diluiti: il blu merle
429. Mantelli con tinta dovuta a mescolanza di peli
430. Particolarità e pezze particolari
431. Mantelli picchiettati
432. Mantelli nei Setter
433. Macchie
434. Bande
435. Disposizioni particolari dell’impianto o dell’abbondanza di pelo
436. Particolarità alla testa
437. Particolarità al collo
438. Particolarità agli arti
439. Particolarità alla coda
440. Disposizione particolare di certi colori
441. Modificazioni nell’aspetto e nella composizione del mantello
442. Influenze sul mantello dell’età e del sesso
443. Influenze sul mantello della salute e dello stato di mantenimento
444. Influenze sul mantello della tosatura
445. Influenze sul mantello dell’insolazione e dell’alimentazione
446. Influenze sul mantello del clima e della stagione
447. Influenze sul mantello del tipo di allevamento
448. Influenze sul mantello di agenti fisici, chimici o terapeutici
449. Influenze sul mantello di patologie
450. La toelettatura
Sezione 3ª − Analisi e valutazione
451. Il modello selvaggio
452. I Canidi
453. Corredo cromosomico dei Canidi
454. Il genere Canis
455. Evoluzione dei Canidi
456. Pressione selettiva
457. Caratteristiche introdotte dalla selezione artificiale
458. Effetti della selezione artificiale sul muso
459. Effetti della selezione artificiale sulla dentatura
460. Effetti della selezione artificiale sul ripiegamento della faccia
461. Effetti della selezione artificiale sugli occhi
462. Effetti della selezione artificiale sugli orecchi
463. Effetti della selezione artificiale sugli arti
464. Effetti della selezione artificiale sul pelo
465. Effetti della selezione artificiale sulla coda
466. Effetti della selezione artificiale sulla mancanza della coda
467. Effetti della selezione artificiale sugli speroni
468. Contenere gli effetti della selezione artificiale
469. Effetti della selezione artificiale da evitare
470. Origine della specie
471. L’addomesticazione e l’origine del cane domestico
472. Ipotesi sull’antenato del cane domestico
473. L’associazione con l’uomo
474. La selezione da parte dell’uomo
475. Taglia
476. Peso
477. Statura
478. Accrescimento ponderale
479. Curva di accrescimento
480. Indice di accrescimento
481. Rilevazione dell’accrescimento
482. Rapporto taglia/peso
483. Rapporti di scala
484. Rapporto massa/superficie
485. Rapporto taglia/movimento
486. Rapporto taglia/temperamento
487. Variazioni estreme di taglia
488. Bassotto come tipo morfologico
489. Basset e Briquet
490. Nanismo
491. Gigantismo
492. Levrierismo
493. Centro di gravità
494. Determinazione del centro di gravità
495. Spostamento del centro di gravità
496. Appiombi
497. Asse direttore dell’arto
498. Appiombi anteriori: vista di profilo
499. Appiombi anteriori: vista di faccia
500. Appiombi posteriori: vista di profilo
501. Appiombi posteriori: vista da dietro
502. Influenza degli appiombi
503. Il sistema di leve
504. Muscoli e generi di leva
505. Descrizione del movimento degli arti
506. Descrizione del movimento dell’arto anteriore
507. Descrizione del movimento dell’arto posteriore
508. Meccanismo del movimento
509. Generi di leva
510. Descrizione del movimento della testa
511. I flessori della testa
512. Gli estensori della testa
513. I ruotatori della testa
514. Descrizione del movimento dell’incollatura
515. Descrizione del movimento di dorso, reni e groppa
516. Tensori del dorso e delle reni
517. Flessione del dorso
518. Muscoli motori della groppa
519. Legamento del tronco e del bacino
520. Descrizione del movimento dell’arto anteriore
521. Motori della spalla
522. Motori del braccio
523. Motori dell’avambraccio
524. Motori del carpo e della mano
525. Descrizione del movimento dell’arto posteriore
526. Estensori della coscia
527. Flessori della coscia
528. Motori della gamba
529. Motori del metatarso e delle falangi
530. Legamento toraco-addominale
531. Azione della muscolatura e andature
532. Amputazioni
533. Condrotomia auricolare o conchectomia
534. Intervento chirurgico per il taglio delle orecchie
535. Caratteristiche delle amputazioni degli orecchi secondo le razze
536. Caudectomia e correzioni di mal portamento della coda
537. Principali razze a cui mozzare la coda e norme da rispettare
538. Correzione di cattivi portamenti della coda
539. Resezione degli speroni
540. Taglio delle unghie
541. L’identificazione
542. Importanza e necessità dell’identificazione
543. Il pedigree
544. La confirmation
e altre prove
545. Lo stato segnaletico
546. Metodi di identificazione
547. Metodo descrittivo
548. Silhouette segnaletica (schizzo o sagoma)
549. Metodo fotografico
550. La marchiatura
551. Il tatuaggio
552. Le impronte
553. Identificazione con le creste palatine
554. Le impronte podali
555. Le impronte nasali
556. Rilievo dell’impronta nasale
557. La ricerca dell’identità
558. Il retinogramma
559. La determinazione del gruppo sanguigno
560. L’anagrafe canina
561. Il microchip
562. Protocollo di identificazione
563. L’esame del DNA
564. Polimorfismo genetico
565. Tecnica di analisi del DNA
566. Valutazione
567. Valutazione fenotipica
568. Origine e significato del termine standard
569. Origine e significato del concetto di standard
570. Tipologie di standard
571. Standard morfologici sintetici
572. Standard morfologici analitici
573. Descrizione dei caratteri etnici
574. Caratteristiche degli standard italiani
575. Schema della descrizione dei caratteri etnici
576. I commenti allo standard
577. Standard operativi
578. Lo standard di lavoro
579. Lo standard morfologico-funzionale
580. Lo standard morfologico-caratteriale
581. Profilo comportamentale
582. La scala dei punti
583. La definizione di uno standard
584. L’utilizzo dello standard in allevamento
585. L’utilizzo dello standard in gara
586. La valutazione del cane
587. Fattori morfologici generali: il tipo
588. Fattori morfologici generali: il formato
589. Fattori morfologici regionali: morfologia speciale di ciascuna regione
590. Fattori meccanici: l’equilibrio statico
591. La potenza
592. Il movimento
593. Fattori biologici: l’età
594. L’ereditarietà
595. L’individualità
596. Lo stato di salute
597. L’esame del cane
598. L’esame del cane a riposo
599. L’esame del cane in azione
600. L’esame del cane al passo
601. L’esame del cane al trotto
602. Il giudizio
603. Conclusioni sulla valutazione
604. Il cane in esposizione
605. Esame del cane in esposizione
606. Qualità e ruolo del giudice
607. Diversità dei giudizi in esposizione
608. Metodi di giudizio
609. Metodo impressionista
610. Classifica e «colpo d’occhio»
611. Metodo impressionista: osservare l’entrata nel ring
612. Metodo impressionista: esame in posa
613. Metodo impressionista: esame in azione
614. Modelli di percorso nel ring
615. Metodo a punti o punteggio
616. La scheda di annotazione
617. Realizzazione di una scheda di annotazione
618. Uso della scheda di annotazione
619. L’esposizione canina
620. Preparazione e presentazione di un cane in esposizione
621. Obblighi essenziali e comportamento in esposizione
622. Morfotipologia
623. Il metodo estetico
624. Il metodo costituzionalistico
625. Il concetto di costituzione individuale
626. Il concetto di costituzione secondo Viola
627. Il concetto di costituzione secondo Pende
628. La variabilità individuale
629. La dottrina costituzionalistica alle sue origini
630. Costituzione fisica e psicologica
631. La costituzionalistica moderna
632. La scuola francese
633. La scuola italiana
634. La biotipologia di Viola
635. La biotipologia di Pende
636. I costituzionalisti tedeschi
637. I costituzionalisti americani
638. I costituzionalisti russi
639. Costituzione e diatesi
640. Costituzione e prestazione motoria
641. Corse
642. Salti
643. Traino
644. Lotta
645. Nuoto
646. Seguita
647. Agility
648. Pattugliamento
649. Rapporti tra costituzione e prestazione motoria
Indice delle Tavole illustrative
Tav. 01 – Posizione anatomica
Tav. 02 – Movimenti delle singole parti (sulle articolazioni)
Tav. 03 – Principali parametri fisiologici
Tav. 04 – Regioni anatomiche
Tav. 05 – Espressioni usate negli standard per descrivere i crani
Tav. 06 – Rivestimento della regione cranio-frontale
Tav. 07 – Definizione dei principali vocalizzi nel cane
Tav. 08 – Rivestimento e formato dell’orecchio
Tav. 09 – Difetti e tare che più frequentemente si incontrano sugli occhi
Tav. 10 – Definizioni della bozza occipitale
Tav. 11 – Rimpiazzo dei denti da latte con denti da adulto (Surget su cagna di Malinois)
Tav. 12 – Cronologia dell’eruzione e del rimpiazzo dei denti da latte nel cane (Théret)
Tav. 13 – Anomalie più frequentemente constatate nell’occlusione
Tav. 14 – Schema dentario complessivo
Tav. 15 – Principali tare e affezioni dentarie
Tav. 16 – Espressioni usate per definire il ventre o addome nel suo complesso
Tav. 17 – Forme anomale più frequenti del torace
Tav. 18 – Principali tare riscontrabili nel cane domestico
Tav. 19 – Principali difetti ereditari riscontrabili all’esame macroscopico
Tav. 20 – Indici cinometrici (zoometrici) corporali o somatici
Tav. 21 – Principali destinazioni operative dei cani
Tav. 22 – Principali misurazioni e indici craniometrici
Tav. 23 – Principali diametri della testa
Tav. 24 – Principali punti craniometrici
Tav. 25 – Principali diametri del cranio e della faccia
Tav. 26 – Principali indici cranici e facciali
Tav. 27 – Angoli della testa
Tav. 28 – Principali rilievi zoometrici
Tav. 29 – Misure rilevabili con il compasso per spessori o con il calibro
Tav. 30 – Misure rilevabili con il metro a nastro
Tav. 31 – Misure rilevabili con l’artrogoniometro
Tav. 32 – Principali indici nel cane
Tav. 33 – Angoli toracici
Tav. 34 – Diametri toracici
Tav. 35 – Linee di riferimento sulla parete toracica
Tav. 36 – Criterio anatomico per la suddivisione delle regioni dell’addome
Tav. 37 – Criterio semeiologico per la suddivisione delle regioni dell’addome
Tav. 38 – Tavola riepilogativa dell’età e delle modificazioni della dentatura (Pierard)
Tav. 39 – Equivalenza fisiologica dell’età nel cane e nell’uomo (da Luquet)
Tav. 40 – Classificazione tassonomica del cane
Tav. 41 – Classificazione dei cani secondo gli antichi romani
Tav. 42 – Classificazione dei cani secondo Caius
Tav. 43 – Classificazione delle razze della Fédération Cynologique Internationale (FCI) [fino al 1990 – approvata il 24/25 maggio 1978]
Tav. 44 – Classificazione delle razze della Fédération Cynologique Internationale (FCI) [dal 1990 – aggiornata al 2010]
Tav. 45 – Classificazione delle razze del Kennel Club inglese (KC – The Kennel Club)
Tav. 46 – Classificazione delle razze del Kennel Club americano (AKC – American Kennel Club)
Tav. 47 – Classificazione delle razze del Kennel Club australiano (ANKC – Australian National Kennel Council)
Tav. 47bis – Classificazione delle razze del Kennel Club canadese (CKC – Canadian Kennel Club)
Tav. 47ter – Classificazione delle razze del Kennel Club sudafricano (KUSA – Kennel Union of Southern Africa)
Tav. 47quater – Classificazione delle razze del Kennel Club statunitense (UKC – United Kennel Club)
Tav. 47quinquies – Classificazione delle razze del Kennel Club neozelandese (NZKC – New Zealand Kennel Club)
Tav. 48 – Caratteristiche osservabili nella disposizione pilifera
Tav. 49 – Mantelli (espressioni inglesi)
Tav. 50 – Geni per il colore del mantello (da Little)
Tav. 51 – Formule genetiche del mantello di alcune razze (da Little)
Tav. 51bis – Riassunto dei mantelli (criterio FCI – circolare n. 90/2009)
Tav. 52 – Disposizione particolare di certi colori
Tav. 53 – Influenze che modificano aspetto e composizione del mantello
Tav. 54 – Particolarità dei mantelli
Tav. 55 – Fattori che controllano la diffusione delle razze canine
Tav. 56 – Caratteristiche estranee ai Canidi selvaggi
Tav. 57 – Particolari anatomici da evitare in selezione (Comitato dell’Associazione Mondiale di Veterinaria)
Tav. 58 – Muscoli suddivisi per sezione corporea e movimento prodotto
Tav. 59 – Metodologia per il taglio delle orecchie (da Luquet)
Tav. 60 – Caratteristiche delle amputazioni degli orecchi secondo le razze
Tav. 61 – Metodologia per il taglio della coda (da Luquet)
Tav. 62 – Principali razze a cui mozzare la coda e norme da rispettare
Tav. 63 – Indicazioni da inserire nello stato segnaletico
Tav. 64 – Schema degli standard morfologici sintetici
Tav. 65 – Schema degli standard morfologici analitici
Tav. 66 – Schema per la redazione degli standard adottato al Congresso di Monaco (1934)
Tav. 67 – Schema per la redazione degli standard adottato al Congresso di Gerusalemme (1987)
Tav. 67bis – Schema per la redazione degli standard adottato alla Assemblea Generale di Vienna (2009)
Tav. 68 – Schema di standard di lavoro (Pointer e Lagotto Romagolo)
Tav. 69 – Schema di uno standard morfologico-funzionale (Pointer)
Tav. 73 – Esempi di deroghe alle disposizioni degli standard
Tav. 70 – Schema di standard morfologico-caratteriale (Cane da Pastore Maremmano-Abruzzese)
Tav. 71 – Schema di scala dei punteggi (da Megnìn)
Tav. 72 – Estratto dal «Règlement de la Fédération Cynologique Internationale»
Tav. 73bis – Codice di impegno per i Giudici F.C.I. (circolare n. 110/2010)
Tav. 74 – Schema del metodo di esame impressionista
Tav. 75 – Classificazione costituzionale secondo Riverio e Alberto Magno
Tav. 76 – Classificazione costituzionale secondo Sigaud
Tav. 77 – Classificazione costituzionale secondo Martiny
Tav. 78 – Classificazione costituzionale secondo De Giovanni
Tav. 79 – Classificazione costituzionale secondo Viola
Tav. 80 – Temperamenti endocrini fondamentali secondo Pende
Tav. 81 – Biotipi di base secondo Pende
Tav. 82 – Sintesi delle valutazioni del biotipo secondo Pende
Tav. 83 – Classificazione costituzionale secondo Kretshmer
Tav. 84 – Classificazione costituzionale secondo Sheldon
Tav. 85 – Classificazione costituzionale russa
Tav. 86 – Sintesi delle predisposizioni costituzionali (diatesi)
Indice analitico
A
B
C
D
E
F
G
I
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
Sezione 1ª – Morfologia strutturale: struttura e conformazione
001. Importanza dello studio dell’anatomia
La conoscenza dell’anatomia canina è essenziale sia per poter effettuare un giudizio soddisfacente, sia per l’allevamento. Una delle chiavi per comprendere l’anatomia è conoscerne la terminologia. Molti libri forniscono un’eccellente panoramica dell’anatomia canina e – se sono in forma di dizionario, corredato in genere da abbondanti illustrazioni – forniscono un’ottima guida sia visiva che concettuale alla terminologia specialistica, alle espressioni tecniche e semi-tecniche usate tanto nel mondo della cinofilia quanto nel mondo della letteratura cinologica specializzata. I migliori testi di anatomia sono ovviamente quelli destinati agli studenti di veterinaria.
002. Orientamento nella sagoma corporea
È opportuno prima di procedere ad una breve sintesi della costruzione anatomica e delle funzioni dei vari apparati dell’organismo del cane (limitatamente a quanto valutabile con metodi non invasivi), premettere una chiara definizione della terminologia impiegata nell’orientamento spaziale della sagoma corporea. La terminologia è naturalmente quella impiegata in anatomia e internazionalmente riconosciuta (Nomina Anatomica – Leningrado, 1970).
A tal fine si prospetta il corpo del cane in stazione quadrupedale, con la testa rivolta in avanti (posizione anatomica).
In questa posizione il corpo viene diviso verticalmente dal piano mediano in una metà destra e in una metà sinistra, pressoché simmetriche (antimeri), a parte alcuni particolari riguardanti i visceri. Le intersezioni di questo piano con la superficie del corpo formano la linea mediana superiore e inferiore. Il piano mediano è spesso indicato anche come piano sagittale (per analogia con la sutura cranica di tal nome), ma questo termine è talvolta applicato anche a piani paralleli a quello mediano ai quali è dunque meglio far riferimento come piani «paramediani» o «parasagittali». I piani verticali ortogonali al piano mediano sono generalmente descritti come piani frontali (in inglese coronal dalla sutura cranica omonima). Questa impalcatura tridimensionale di riferimento è completata dai piani orizzontali (o trasversi o trasversali), che attraversano il corpo ortogonalmente rispetto al piano mediale e a quello frontale.
Gli aggettivi anteriore e posteriore indicano rispettivamente le superfici anteriore e posteriore del corpo, compresi gli arti, in relazione ad un piano frontale intermedio. Analogamente per i termini ventrale e dorsale in riferimento ad un piano orizzontale intermedio a livello del tronco.
Tutti questi termini in realtà sono più largamente usati per designare facce o superfici delle singole parti o per indicare la loro posizione relativa rispetto ad altre parti. Gli aggettivi superiore e inferiore indicano la posizione di strutture in senso verticale mentre gli aggettivi craniale (o cefalico) e caudale (oppure orale e aborale) la posizione in senso orizzontale. Per definire il rapporto di date parti con il piano mediano si usano i termini mediale e laterale. Per gli arti si preferiscono invece i termini di prossimale e distale (più vicino o più lontano rispetto al centro della circolazione, o se si preferisce, nel caso degli arti, alla radice dell’arto). Le superfici degli arti possono essere definite secondo la base scheletrica (ad es.: superficie radiale o ulnare) oppure in base al movimento che le avvicina (ad es.: superficie flessoria o estensoria).
Superficiale e profondo denotano la distanza di parti interne dalla superficie del corpo; termini pressoché simili, esterno e interno, si riferiscono alla parete di formazioni cave. Plantare (o palmare) e volare si riferiscono alla superficie flessoria ed estensoria del piede. Non sempre le posizioni spaziali sono semplici; per le posizioni intermedie si ricorre a parole composte dal significato implicito (dorso-caudale, antero-laterale, etc.).
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003. Definizione dei movimenti
Accenno anche per la nomenclatura utilizzata nei movimenti delle singole parti. Flessione è il movimento di avvicinamento di capi ossei congiunti da una articolazione, estensione è il contrario (apertura dell’angolazione articolare). Abduzione è il movimento di allontanamento di un raggio osseo dal tronco; adduzione il suo avvicinamento. Circonduzione è la produzione di un movimento a superficie conica con vertice sull’articolazione su cui si svolge l’azione del relativo raggio osseo. La rotazione è un movimento sull’asse longitudinale di un osso lungo.
Esistono ovviamente movimenti complessi prodotti dalla combinazione di questi movimenti semplici. Ricordiamo inoltre i movimenti di pronazione e supinazione del piede, prodotti dalla rotazione verso l’interno o l’esterno rispettivamente dell’avambraccio, movimenti molto evidenti nell’uomo ma ridottissimi nel cane. Dei tipi di articolazione che producono questi movimenti si parlerà più avanti.
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004. Concetto di osso
Il tessuto scheletrico dei cani consiste per gran parte di tessuto osseo duro e in minor quantità di un tessuto più morbido, la cartilagine. Per iniziare dobbiamo distinguere tra «osso», inteso come tessuto (tessuto osseo), e «osso», inteso come organo del sistema (ossatura), che include sia il midollo che produce le cellule del sangue, sia la parte compatta con funzione di sostegno strutturale, e, infine, «osso» in senso anatomico (osso), come la scapola o il femore.
005. Tessuti scheletrici: tessuti duri
In generale, i tessuti duri devono la loro forza strutturale alla calcificazione. Possiedono materiali bifasici costituiti da un componente minerale rigido (per 2/3) e un componente organico (per 1/3). La porzione inorganica è idrossiapatite, un minerale [Ca-5(PO4)-3OH] distribuito in una rete organica di collagene. Questi tessuti resistono alla compressione, alla tensione e al taglio.
006. Tipi di tessuti duri
Esistono vari tipi di tessuto duro, come l’osso, lo smalto e la dentina. L’osso nei vertebrati nel loro complesso, si trova sia in forma cellulare che acellulare, ma nei Mammiferi si trova solo osso cellulare. L’osso dei Mammiferi ha il 30% di materiale organico. Lo smalto è un tessuto di idrossiapatite altamente mineralizzato, il tessuto più duro nel corpo dei vertebrati, fragile, con solo il 3% di materiale organico limitato in gran parte nei mammiferi alla superficie dei denti; i vertebrati inferiori hanno smalto in strutture esterne come le squame ossee – un tessuto scheletrico di derivazione ectodermica – gli altri tessuti duri sono di origine mesodermica. La dentina si colloca tra l’osso e lo smalto in durezza; si ritrova associata ai denti e in comune con l’osso ha il 30% di materiale organico.
007. Altri tessuti scheletrici
Oltre ai tessuti scheletrici duri, esistono anche altri tessuti scheletrici, come la cartilagine e la notocorda. La cartilagine è un tessuto deformabile che consiste di collagene fissato su una sostanza di fondo mucopolisaccaridica. È resistente alla tensione quasi quanto l’osso ma un pò meno resistente alla compressione. Tende a deformarsi sotto sforzo. Alcune cartilagini calcificate avvicinano l’osso nella resistenza al taglio. La cartilagine è un tessuto non vascolarizzato. Quando diventa pesantemente calcificato i condrociti muoiono per malnutrizione, pertanto la riparazione non si verifica nella cartilagine calcificata.
Esistono diversi tipi di cartilagine:
a) Ialina: cartilagine chiara che si ritrova tipicamente sulle superfici articolari, le cartilagini dei piani di accrescimento, le cartilagini nasali, gli anelli di rinforzo nelle vie aeree dell’albero respiratorio, le cartilagini di sostegno delle strutture della laringe.
b) Fibrosa: contiene fibre di tessuto connettivo – si ritrova tra le ossa in certe aree: porzioni dei dischi intervertebrali, attacchi di certi tendini e ligamenti alle ossa, menischi del ginocchio, sterno.
c) Elastica: contiene fibre elastiche – si ritrova nell’orecchio esterno, nel canale auditivo esterno, in parti della laringe, nella tromba di Eustachio e nell’epiglottide.
d) Calcificata: contiene depositi minerali, può essere mineralizzata quasi quanto l’osso. Tuttavia il minerale non è disposto secondo un preciso sistema cristallino con inglobamento in maniera regolare delle cellule come si vede nell’osso.
La notocorda è un materiale scheletrico specializzato che costituisce la «prima colonna dorsale» delle vertebre dell’embrione. La sua rigidità è dovuta alla pressione idrostatica delle cellule inglobate nella guaina della notocorda. Nei mammiferi adulti persiste solamente come materiale gelatinoso nella polpa dei dischi intervertebrali.
008. Attributi anatomici macroscopici delle ossa
I sistemi di classificazione variano prendendo in considerazione la localizzazione, la forma, le modalità di crescita o dettagli di struttura interna.
Localizzazione: ad esempio, assiale, appendicolare, splancnico.
Forma: lungo (femore), corto (carpali), piatto (ossa del cranio) e irregolari (vertebre).
Modalità di crescita:
Endocondrale o rimpiazzata – ossa costruite in un primo tempo in cartilagine poi sostituita da osso – quasi tutte quelle dello scheletro dei mammiferi.
Membranosa – ossa che ossificano direttamente nel tessuto connettivo – la clavicola, molte delle ossa della faccia e della scatola cranica dorsale.
4. Dettagli di struttura interna: lamellare, haversiano, spongioso.
I nomi delle ossa sono di origine latina o greca e possono riferirsi alla forma, alla funzione, o alla collocazione. Anche le particolarità delle singole ossa hanno nomi di origine latina: tuberosità, condilo, etc.
Le parti di un tipico osso lungo sono strutture identificabili microscopicamente, che includono: fusto (diafisi), estremità (epifisi), copertura (periostio), trabecole, strato lamellare, processi, protrusioni, fosse, impronte muscolari, impronte tendinee, superfici articolari, forami nutritivi.
Microscopicamente abbiamo a che fare per gran parte di ossa nella quale un canale centrale nutritivo è circondato da strati concentrici di tessuto osseo nel quale sono inglobate le cellule ossee (osteociti). Queste comunicano con il canale nutritivo per mezzo di sottili canali haversiani. Tale complesso viene chiamato «sistema haversiano». Questi sistemi sono costantemente rinnovati per il continuo rimodellamento dell’osso.
009. Irrorazione sanguigna delle ossa
Per gli ortopedici l’irrorazione sanguigna delle ossa è clinicamente l’aspetto più importante dell’anatomia macroscopica delle ossa.
Irrorazione sanguigna della diafisi: il sangue entra nella diafisi attraverso l’arteria nutritiva principale – questa si ramifica attraverso la cavità midollare e manda ramificazioni nell’osso compatto – i due terzi interni dell’osso compatto vengono alimentati dal midollo. Il terzo esterno può essere nutrito dalle arterie che penetrano dal periostio.
Irrorazione sanguigna delle epifisi: l’epifisi viene nutrita da numerosi vasi che entrano sia attraverso il disco di accrescimento (se gran parte dell’epifisi è coperta da cartilagine articolare) o tra il disco di accrescimento e la cartilagine articolare.
Nel primo caso, come nella testa del femore dove la cartilagine articolare copre quasi tutta l’epifisi, una frattura potrebbe privare l’epifisi di irrorazione sanguigna, provocando morte dell’osso, alterazione della crescita e susseguente distruzione della struttura (necrosi avascolare).
Nel secondo caso, dove ci siano interruzioni tra la cartilagine articolare e l’epifisi, fratture del disco epifisiale, se adeguatamente fissate, avranno modesti effetti permanenti.
Poiché l’irrorazione sanguigna malleolare è così importante per la salute dell’osso, chiodi chirurgici troppo grandi, che occludano la cavità malleolare, produrranno la morte di gran parte dell’osso diafisiario.
I primi esperimenti con chiodi chirurgici producevano un quasi immediato uso degli arti che si rifratturavano circa 18 mesi più tardi. Problemi simili possono verificarsi nelle fratture multiple dove frammenti consistenti sono separati dall’irrorazione sanguigna. Un chiodo deve essere più piccolo della cavità midollare.
010. Accrescimento dei tessuti ossei
La cartilagine è in grado di crescere per aggiunta di materiale nella matrice mentre l’osso si accresce solamente per aggiunta sulla superfice. Un aspetto notevole della crescita scheletrica è che l’animale adopera lo scheletro mentre lo ingrandisce (mentre gli artropodi devono attraversare uno stadio inerme nel quale lasciano cadere il vecchio scheletro e producono un nuovo scheletro più grande).
Un tipico osso endocondrale ha diversi centri di formazione ossea (ossificazione). Il centro primario è la diafisi o fusto. Le epifisi (capi di accrescimento) si trovano alle estremità delle ossa lunghe e possono costituire uno o più centri secondari di ossificazione. Durante la crescita le epifisi sono separate dalla diafisi da lamine di cartilagine: le cartilagini epifisarie o dischi di accrescimento (physis in radiologia).
La crescita in diametro si verifica per aggiunta di materiale sotto la membrana periostale del fusto in strati concentrici (apposizione). Le ossa crescono in diametro ma nei mammiferi la quantità di corteccia ossea rimane quasi costante durante la crescita – il centro viene riassorbito mentre viene aggiunto materiale alla superficie.
Le ossa dei mammiferi crescono in lunghezza per aggiunta di materiale su entrambi i lati delle cartilagini epifisarie. Quando queste cartilagini vengono eliminate non può verificarsi più alcuna crescita lineare. L’aumento del tasso ormonale alla pubertà fa scattare l’eliminazione delle cartilagini epifisarie (chiusura dei dischi di accrescimento).
011. Anomalie dell’accrescimento osseo
Molte condizioni di interesse per i veterinari sono dovute ad anomalie di crescita scheletrica; inoltre molti dei nostri animali domestici mostrano una struttura scheletrica che appare assai anormale quando viene confrontata con quella dei loro parenti ancestrali allo stato selvaggio (per esempio: Bulldog, razze di maiali a faccia corta, cavalli da tiro).
Anomalie dell’accrescimento comunemente incontrate includono: assenza dei centri di ossificazione; anormale crescita epifisiale e/o per apposizione (i danni traumatici a una cartilagine epifisaria possono produrre deformazioni); rapporti anormali di rimpiazzo o rimodellamento dell’osso (troppo veloce o troppo lento).
I nani vengono normalmente suddivisi in tre categorie di massima – nani proporzionati, sproporzionati e pedomorfi (o forma infantile). Allo stesso modo i giganti possono essere normalmente proporzionati o sproporzionati. I nani e i giganti ormonali sono usualmente dovuti a anomalie dell’ormone della crescita. Troppo poco ormone della crescita e si rimane piuttosto piccoli, troppo e si diventa molto grandi. Il nanismo pituitario può essere trattato con ormone della crescita. Se non viene trattato, il soggetto difficilmente raggiunge la maturità sessuale.
L’acondroplasia e altre forme di anomalie della crescita non-ormonali producono individui sproporzionati come i nani umani del circo, i Bassotti e il Bulldog. Esistono molte di queste sindromi descritte. Sono dovute a anomalie nei materiali che contribuiscono allo sviluppo dello scheletro. Dal momento che vi sono molte differenti proteine nella matrice tissutale connettiva dell’osso in formazione come pure molte catene enzimatiche coinvolte nel deposito e nel rimodellamento dell’osso, esistono molti modi differenti di creare questi fenotipi sproporzionati. Vi è un aumento nelle patologie articolari in molte di queste condizioni di anormalità del tessuto connettivo.
012. Programmazione genetica e influenza ambientale
Lo scheletro è influenzato da entrambi i fattori genetici e ambientali. Spesso questi possono agire producendo risultati finali simili. Così l’avvelenamento di animali in crescita con piselli dolci (un fiore decorativo del genere Lathyrus) produce anomalie scheletriche e del tessuto connettivo molto simili alla sindrome di Marfan causata da una anomalia genetica del tessuto connettivo non collageno: ossa articolari lunghe e assottigliate, articolazioni slegate, cristallini dislocati, aneurisma disseccante dell’aorta. Similmente una severa malnutrizione nel giovane rassomiglia a un nanismo pituitario.
013. Considerazioni funzionali sull’ossatura
Lo scheletro, come organo, costituisce il sistema di supporto rigido del corpo. Le funzioni delle ossa possono essere riassunte come segue:
Sostegno meccanico e protezione.
Sostegni e leve per la trasmissione della forza generata dalla contrazione dei muscoli.
Riserva di minerali, particolarmente calcio e fosforo.
Sede del (maggiore) sito di formazione del sangue.
014. Caratteristiche meccaniche dei tessuti scheletrici
Osservando la resistenza del tessuto osseo, si nota che questo cede sotto compressione a 1220-2100 Kg/cm2, con una resistenza alla tensione di 620-1050 g/cm². La resistenza al taglio dipende dalla direzione di carico: approssimativamente è circa da 1/3 a 1/2 la resistenza alla compressione. Questo è il motivo per cui molte fratture sono fratture spirali
che si verificano quando l’animale inciampa o incespica. Inciampare costringe l’animale a sostenere peso su una gamba che non è posizionata secondo un angolo ottimale per sostenere il peso.
015. Caratteristiche fisiche del tessuto osseo come materiale strutturale
L’osso è un materiale composito bifase ed è notevolmente resistente considerato il suo peso.
La matrice collagena resiste alla tensione e supporta contemporaneamente la componente rigida cristallina che resiste alla compressione e al taglio.
Le piccole dimensioni dei cristalli di idrossiapatite contribuiscono alla resistenza delle ossa perché le fratture si propagano più facilmente attraverso una sostanza rigida uniforme come il vetro, che attraverso una sostanza composita come l’osso o la fibra di vetro. In una sostanza composita, i punti deboli possono rimanere confinati ad un cristallo e non propagarsi.
016. Legge di Wolff e osso come materiale strutturale
È conosciuto da lungo tempo che le ossa sono costruite per resistere al meglio agli sforzi che agiscono su di esse.
La legge di Wolff è del 1870: «ogni cambiamento nella forma e nella funzione delle ossa o della sola funzione è seguita da certi definiti cambiamenti nella loro configurazione in accordo con leggi matematiche».
Le ossa sono unità strutturali autoriparantisi; sono costantemente in fase di rimodellamento durante la vita dell’organismo. Fratture microcristalline sono frequentemente riparate prima che abbiano l’opportunità di divenire rotture più grandi. Il rimodellamento del tessuto osseo permette alle ossa di adattarsi nel tempo ai cambiamenti di carico e funzione. Le ossa possono allungare i loro bracci di leva o divenire più spesse anche dopo che la crescita in lunghezza è cessata. Il meccanismo di questo rimodellamento è dovuto alla risposta delle cellule ossee ai campi piezoelettrici prodotti quando l’osso viene sottoposto a sforzo come risultato della sua costruzione bifasica.
017. Le ossa come unità strutturali
Le ossa sono progettate
per la massima resistenza possibile, stante il loro peso. Esse sono frequentemente cave al centro dei loro fusti dove lo sforzo principale è quello di piegatura. Un tubo cavo è più forte, a parità di peso, che un tubo solido dello stesso peso. L’assorbimento dell’impatto è aumentato dalle estremità per la presenza di una costruzione trabecolare a favo osseo
.
Le sezioni trasversali sono sagomate per resistere al meglio agli sforzi incontrati: a esempio le parti medie arrotondate dei fusti delle ossa lunghe, la forma triangolare della sommità della tibia, etc. In porzioni di ossa come la testa del femore, dove i carichi sono altamente direzionali, le trabecole si dispongono per fornire la massima resistenza. Questi modelli di trabecolatura vengono chiamati traiettorie. In assenza delle normali forze che agiscono sull’osso (come in un animale sciancato, per esempio) esse non si sviluppano o vengono assorbite con il tempo.
Alcune ossa, specialmente quelle dello scheletro assiale, devono svolgere diverse funzioni simultaneamente. Così la colonna vertebrale sostiene e protegge contemporaneamente il midollo spinale e funziona come sbarra rigida di sostegno per il corpo e sostegno dorsale per i visceri.
018. Sunto delle funzioni dello scheletro
Lo scheletro fornisce una struttura di riferimento per le caratteristiche anatomiche e cliniche dell’animale. Molte delle condizioni trattate dai veterinari nei pazienti, specialmente cavalli, e in misura minore i cani, sono condizioni patologiche che interessano lo scheletro o le articolazioni. Dal momento che lo scheletro in sviluppo viene modellato dalle forze che agiscono su di esso, la comprensione della sua crescita, della biomeccanica e dell’anatomia normale è assolutamente essenziale alla gestione di animali funzionali. Dal momento che lo scheletro è in un costante stato di rimodellamento anche le ossa semprevive
saranno colpite da malattie croniche.
019. Tipologie di articolazione
Le articolazioni o giunture si formano per unione di due o più ossa connesse da tessuto fibroso, elastico, cartilagineo o da una combinazione di questi.
Vengono generalmente riconosciuti tre tipi di articolazioni: fibrose, dove viene richiesto poco movimento, con una unione breve, diretta e spesso momentanea. Una articolazione di questo tipo viene definita sinartrosi e include le sindesmosi, le suture e le gomfosi. Dove vengono richiesti movimenti relativamente estesi, come compressioni o stiramenti, troviamo articolazioni cartilaginee dette anfiartrosi. Articolazioni sinoviali (o vere articolazioni) favoriscono invece i vari tipi di movimento e vengono definite diartrosi.
Vediamo brevemente nel dettaglio le caratteristiche dei singoli tipi di giuntura o articolazione.
020. Articolazioni fibrose
Le articolazioni fibrose si dividono come segue:
sindesmosi: articolazione fibrosa con intervento di considerevole quantità di tessuto fibroso (es.: attacco dell’apparato joideo all’osso temporale).
suture: articolazione fibrosa limitata alle ossa del cranio; a seconda della forma dei margini di congiunzione vengono divise in:
suture serrate: articolazione reciproca mediante alternanza di processi e depressioni;
suture squamose: articolazione mediante sovrapposizione di margini inclinati;
suture piane: articolazione mediante apposizione di margini diritti;
suture foliate: articolazione mediante incastro di un margine in fessure o anfratti del margine adiacente.
Le suture serrate si rinvengono dove sono necessarie congiunzioni stabili non comprimibili (es.: suture parieto-occipitali e interparietali).
Le suture squamose si trovano dove può essere vantaggioso un certo grado di comprimibilità (es.: nel cranio fetale alla nascita, suture fronto-nasali e fronto-mascellare nell’adulto, per contrastare eventuali traumi che potrebbero altrimenti distruggere le ossa della faccia).
Suture piane si ritrovano nell’etmoide e in molte ossa della faccia.
Le suture foliate si rinvengono dove è richiesto il massimo della stabilità (es.: la sutura zigomatico-mascellare).
3. gomfosi: è l’articolazione dei denti; è formata dal ligamento periodontico, che ancora il cemento del dente all’osso alveolare e permette un leggero movimento, mantenendo sempre un attacco molto saldo.
021. Articolazioni cartilaginee
Le articolazioni cartilaginee vengono definite sincondrosi, e sono formate da cartilagine jalina, da fibrocartilagine o da una combinazione delle due; generalmente sono soggette a cambiamenti con l’età. Distinguiamo:
articolazioni a cartilagine jalina (o articolazioni primarie): sono usualmente temporanee e rappresentano parti persistenti dello scheletro fetale o cartilagini secondarie di ossa in fase di crescita. L’epìfisi di un osso lungo immaturo è unito con la diàfisi da un disco cartilagineo epifisale. Quando viene raggiunta la statura adulta, interviene la fusione ossea e l’articolazione scompare, sebbene una leggera linea epifisale possa marcare l’unione. Alcuni Autori chiamano questa unione ossea sinostosi. Un’articolazione a cartilagine jalina transitoria simile è tipica dell’unione delle parti colonnari con i trocanteri femorali o i tubercoli omerali e della sincondrosi sfeno-occipitale. Alcune articolazioni a cartilagine jalina, come le articolazioni costocondrali, permangono per tutta la vita.
articolazioni a fibrocartilagine (o articolazioni secondarie): vengono talora denominate anfiartrosi. I migliori esempi: sinfisi pelvica, sinfisi mandibolare, sternebre e corpi vertebrali. La fibrocartilagine che unisce queste ossa può anche essere un disco di cartilagine jalina a ciascuna estremità. Occasionalmente anche queste articolazioni possono ossificare come fanno quelle a cartilagine jalina.
022. Articolazioni sinoviali
Le articolazioni vere, quelle delle estremità, permettono un notevole grado di movimento e sono quelle più comunemente coinvolte nelle lussazioni. Tutte le articolazioni sinoviali sono caratterizzate da una cavità articolare, da una capsula articolare, che include una membrana esterna fibrosa e una membrana interna sinoviale, da un liquido sinoviale, con funzione di lubrificante e da cartilagini articolari, con funzione di superfici di scorrimento dei capi articolari.
Alcune articolazioni sinoviali presentano modifiche particolari per le funzioni che svolgono e possono possedere ligamenti intrarticolari, menischi, cuscinetti di grasso o protezioni sinoviali in forma di pliche o villi.
Prima di passare alla classificazione dei vari tipi di articolazione sinoviale soffermiamoci brevemente proprio sul concetto di menisco e di ligamento.
023. Menischi
Un menisco è un piatto fibrocartilagineo completo o parziale che divide una cavità articolare in due parti. L’articolazione temporo-mandibolare contiene un sottile disco completo e la cavità articolare ne risulta completamente divisa in due parti in quanto il ligamento capsulare si attacca tutto intorno all’intera periferia del menisco. Due menischi si ritrovano nell’articolazione del ginocchio; sono incompleti, permettendo a tutte le parti della cavità articolare di intercomunicare. I menischi sono irrorati da sangue e innervati e in grado di rigenerare o ripararsi. Le funzioni principali dei menischi sono quelle di un più efficace mantenimento del film lubrificante del fluido sinoviale e un più adeguato assorbimento degli impatti meccanici. Il ginocchio e l’articolazione temporo-mandibolare sono le sole articolazioni sinoviali nel cane che presentino dei menischi.
024. Legamenti
Un ligamento è