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Libera dalle Vampate: Come sono riuscita ad eliminare i disturbi della menopausa senza farmaci e come potete farlo anche voi
Libera dalle Vampate: Come sono riuscita ad eliminare i disturbi della menopausa senza farmaci e come potete farlo anche voi
Libera dalle Vampate: Come sono riuscita ad eliminare i disturbi della menopausa senza farmaci e come potete farlo anche voi
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Libera dalle Vampate: Come sono riuscita ad eliminare i disturbi della menopausa senza farmaci e come potete farlo anche voi

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E se la menopausa fosse tutta un'altra cosa? E se non fosse la tragedia immaginiamo? Qui troverete un paradigma del tutto nuovo per comprendere cosa sono i disturbi della menopausa, perchè compaiono e come vanno affrontati per liberarsene in fretta e senza rischi. Sulla base di un’esperienza diretta e personale sostenuta da studi approfonditi e ricerche bibliografiche accurate, il testo illustra una tesi del tutto nuova su cosa sono i disturbi della menopausa, perché si presentano e come vanno interpretati. Suggerisce, nella seconda parte, i metodi per raggiungere la capacità di autoanalisi e riuscire a comprendere l’origine delle proprie vampate e liberarsene alla luce di una nuova consapevolezza.
LanguageItaliano
Release dateNov 1, 2015
ISBN9788892513402
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    Book preview

    Libera dalle Vampate - Grazia Sferrazza Callea

    Ringraziamenti

    Chi sono io per dirlo?

    Quando comunico a qualche conoscente che sto scrivendo un libro sulla menopausa la prima cosa che mi domandano non è cosa ho da dire sull’argomento, mi chiedono, invece, subito, se sono un medico.

    Rispondo con calma che no, non sono un medico altrimenti non avrei molto da dire sulla menopausa, fornirei farmaci. Allora si passa alla domanda successiva: Sei una psicologa? Qui mi tocca spiegare che no, non sono nemmeno una psicologa perché non redigo ne valuto test delle donne in menopausa.

    Delusi, nessuno fa la terza domanda che a me verrebbe spontanea: Sei una giornalista?. Spesso accade, infatti, che siano i giornalisti a divulgare tesi scientifiche o antropologiche oppure psicoanalitiche o che approfondiscano argomenti di interesse generale. Senza che nessuno metta in dubbio la loro competenza per farlo, scrivono di un argomento semplicemente perché lo hanno studiato, approfondito, indagato e sanno farlo perché scrivono bene. Invece, questa domanda, che più delle altre avvicinerebbe alla questione, non compare nel catalogo delle mie conversazioni.

    Allora, chi sono io per dire qualcosa sulle vampate e sulla menopausa?

    Sono una donna che le ha vissute, affrontate, vinte, studiate, indagate, approfondite. Sono una copywriter, ovvero una persona che scrive per professione, sono una studiosa appassionata di tecniche di medicina manuale come la CranioSacral Terapy di John Upledger e la Medicina Cinese Tradizionale e pratico regolarmente la Meditazione. Tutte competenze che, vi assicuro, sono piuttosto utili per dire qualcosa di significativo e di nuovo sulla menopausa, ma a me piace definirmi in un altro modo. Io sono una persona che si è fatta delle domande. E questo libro è la storia delle risposte che ho trovato.

    Alcune settimane dopo aver iniziato a scrivere ciò che state per leggere ho fatto una scoperta che, per le amanti delle coincidenze simboliche e significative avrà un senso tutto speciale: ho scoperto che da più di un decennio esiste una giornata mondiale della menopausa e la data, udite, udite, coincide con il giorno del mio compleanno.

    E’ possibile liberarsi dalle vampate della menopausa?

    Giunta ai miei quarantanove anni ho cominciato ad avvampare. Se state leggendo questo libro sapete di cosa si tratta. Improvvisamente accade che un calore repentino e intensissimo si impadronisce del corpo, salendo dal collo, dalle braccia o dal busto, a volte dalle gambe, per arrivare al viso e cuocere tutto in una brace di sudore e tachicardia. Ci si vorrebbe spogliare, aprire le finestre, infilare in una vasca di acqua gelata, non si riesce più a seguire il filo dei pensieri, si interrompe ciò che si stava facendo o dicendo, non si riprende più sonno, l’ansia e la vergogna prendono il posto della normalità. Qualche minuto interminabile di rovente angoscia e poi tutto si placa, si spegne. Il rossore defluisce dal viso, la vampa si raffredda e scema. La lucidità torna, anche se provata, accompagnata però dall’inquietante interrogativo: quando tornerà? Torna, ahimè. A volte fino a venti episodi al giorno e altrettanti di notte. Dormire diventa impossibile, la notte è un avvicendarsi di improvvisi risvegli in cui l’unica necessità urgente è scoperchiarsi dalle coltri e, a volte, perfino cambiarsi per quanto si è sudate. Ci si risveglia sfinite e di giorno si è stanche e febbrili. La vita intanto, che a quest’età è intensissima, richiede un’efficienza che sotto questa tortura non si può più mantenere e quindi l’ansia cresce.

    Ho tollerato questa situazione per qualche tempo, sperando che ignorando le vampate queste sarebbero scomparse da sole. Poi ho capito che non esiste un "da sole". Le vampate non sono un’entità separata dal nostro io e dal nostro corpo. Dunque, se non hanno una volontà propria, dovevo cercare il senso di questi eventi nel mio essere. Così è stato: sono partita alla ricerca di quel senso e ciò che ho trovato nel mio viaggio ha funzionato come rimedio per me e per tutte le altre donne con cui ho condiviso le mie scoperte.

    Le vampate sono scomparse in poche settimane e continuano a scomparire in tutte le donne che scoprono il senso di ciò che accade loro durante questa incredibile e ricchissima età della vita. Ecco perché ho deciso di scrivere la storia di questo itinerario e di ciò che ho scoperto, la storia di questa catena di domande che ha portato alle risposte risolutive: perché sia una sorta di guida turistica per un viaggio che, tappa dopo tappa, porta a conoscere una zona evolutiva della vita femminile così importante, una zona buia perché oscurata dai pregiudizi della nostra cultura dominata dai bisogni maschili, dall’interesse dell’industria farmaceutica e dalla religione in una scienza che ora, e a fatica, comincia a liberarsi da dogmi secolari sul corpo femminile.

    Siete pronte a svuotare il bicchiere?

    Ispirandomi ad una storia zen, prima di iniziare a parlare con le donne di questo argomento, offro loro un bicchiere d’acqua che riempio tutto, fino all’orlo. Quando il bicchiere è ben colmo, chiedo loro il permesso di aggiungere ancora altra acqua. Mi guardano allibite mentre verso nel bicchiere, già pieno fino all’orlo, dell’altra acqua che cade inevitabilmente sul pavimento.

    Voi - dico sorridendo- siete come questo bicchiere: colme di informazioni e pregiudizi su cosa vi stia capitando e ogni cosa che dirò sarà inutile, non raggiungerà mai il fondo del bicchiere.

    Per poter avere altra acqua dovete svuotarvi di tutto ciò che già sapete e allora la nuova ipotesi troverà spazio nella vostra ragione e forse anche più profondamente, nella vostra coscienza.

    Auguro a tutte le donne che leggeranno questo libro, di riuscire a svuotare il bicchiere, di ricevere con animo sgombro la mia storia e le mie conclusioni su cosa è davvero la menopausa per poi farsi un’opinione propria, sperimentabile con facilità sul proprio corpo senza rischi, senza farmaci e senza soffrire.

    Che cos’è la menopausa?

    La menopausa è un fenomeno programmato del corpo umano femminile e del nostro ciclo vitale. La cultura della medicina occidentale etichetta la menopausa come un fenomeno legato alla fine del sistema riproduttivo: le ovaie, improvvisamente smettono di produrre gli estrogeni e il progesterone, gli ormoni necessari per la riproduzione e non producono più follicoli. Il ciclo mestruale, quindi si interrompe. Spesso (vedremo quanto) viene considerato una sorte di errore programmato. Il corpo umano, secondo la scienza, ad un certo punto della vita della donna si inceppa e smette di fare della donna quella perfetta macchina da riproduzione che è e, improvvisamente, la femmina umana non è più tale, perché vengono a mancare le caratteristiche che la rendono un essere umano di genere femminile ovvero la capacità di fare figli. Non a caso gli studiosi sono concentrati nel ricercare la causa di questo errore. Alcuni la cercano nel funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi, due strutture che dal cervello controllano l’attività endocrina e regolano gli ormoni. Altri la cercano direttamente negli organi riproduttivi seguendo una teoria secondo la quale le ovaie, da buone massaie, utilizzano prima i follicoli migliori e mano a mano che li consumano richiamano quelli di minore qualità fino a che i follicoli residui sono irrimediabilmente danneggiati.

    Nessuno studioso cerca la ragione della menopausa nella vita e nella storia delle donne. Si limitano tutti a studiare alcuni pezzi del corpo delle donne. Tutti si chiedono quale sia la causa della menopausa ma nessuno si chiede quale sia lo scopo. Però abbondano le definizioni:

    La menopausa compare ad un’età variabile tra i 45 e i 55 anni con alcuni anni o mesi di preavviso. Infatti il sapere scientifico suddivide il fenomeno in varie fasi:

    Premenopausa, precedente l'ultima mestruazione

    Postmenopausa, il periodo successivo l'ultima mestruazione

    Perimenopausa, un periodo più esteso rispetto alla premenopausa, che si esaurisce dopo un anno all'atto della menopausa, alcuni studi dissentono in parte affermando che la data iniziale di tale periodo sia intorno alla seconda metà della quarta decade.

    Menopausa precoce (età inferiore a 40 anni)

    Menopausa prematura (fascia di età 40 - 45 anni)

    Menopausa spontanea (fascia di età 46 - 50 anni)

    Menopausa tardiva (fascia di età superiore a 50 anni)

    Chi studia la menopausa?

    Da sempre le donne conoscono la menopausa, ma nessuno ne aveva mai studiato le caratteristiche fino a tempi relativamente recenti.

    I medici che ho interrogato in proposito mi hanno risposto che dipende dal fatto che fino ad un secolo fa le donne avevano una vita media che non andava molto oltre la menopausa. Non del tutto errato, ma credo anche ci sia un’altra ragione, ovvero che prima della civiltà moderna e dell’era industriale la menopausa fosse meno problematica e dolorosa.

    Infatti Ippocrate (430-377 a.c.) attribuisce alle donne non più mestruate tre caratteristiche: peluria, deformazione dello scheletro e gotta. Non parla di vampate e non cita sbalzi d’umore, invece accenna a caratteristiche legate all’età e all’alimentazione.

    Il termine menopausa compare in Francia nel 1821 Nel titolo di un trattato La menopausa o l’età critica delle donne del medico De la Gardanne, il quale cita i seguenti sintomi: debolezza, affaticamento (sinonimi?) mal di testa, palpitazioni, agitazione, irritabilità, parestesia (formicolio agli arti) e paure vaghe (?).

    Per incontrare le vampate tra i sintomi bisogna aspettare il 1910, in piena rivoluzione industriale, quando Halford e Mendel aggiungono questo sintomo a quelli descritti da La Gardanne ma parlando, udite, udite, di disturbi del climaterio maschile. Quello femminile non esisteva.

    Scrive Luigi Mario Chiechi, ginecologo, ricercatore, docente di ginecologia e intuitivo studioso della menopausa :

    "nel 1865 Skae presentò al Royal College di Edimburgo una casistica di 60 uomini affetti da climacterical insanity, con dei sintomi caratteristici identici alla climacterical insanity femminile, condizione riguardante entrambi i sessi, finché gradualmente cominciò a sfumare l’attenzione per il climaterio maschile. Il definitivo passaggio dal climaterio maschile a quello femminile si ebbe alla fine del 19° secolo quando con il termine climaterio si passò ad intendere il change of life femminile."

    Dunque con il sorgere del secolo industriale l’attenzione dei medici si sposta sulle donne. La vita media si allunga un poco, è vero, ma sono le condizioni della vita femminile che iniziano a cambiare radicalmente. L’urbanizzazione di massa vede le donne andare in fabbrica a lavorare, il numero di figli partoriti diminuisce drasticamente, viene inventato lo svezzamento per evitare lunghi periodi di allattamento al seno e si impone un modello culturale femminile sempre più orientato a soli due poli di interesse: la seduzione e la cura familiare. E con l’inizio del secolo, iniziano i guai per le donne in menopausa. Ve la faccio breve:

    1923 L’americano dott. Edward Doisy riconosce con esattezza gli estrogeni

    1929 Il dottor Edgar Allen scopre il progesterone

    1963 Il dottor Robert Wilson pubblica un articolo su un giornale medico in cui sostiene che la menopausa priva la donna della sua femminilità e che gli ormoni sono la cura

    1966 Wilson pubblica Feminine Forever (Femmina per sempre) in cui spiega che quando gli estrogeni calano basta sostituirli per restare vere donne per sempre e inventa la TOS (Terapia Ormonale Sostitutiva)

    1975 Si scopre che gli estrogeni della TOS favoriscono il cancro all’utero (endometrio). Quindi si aggiunge progesterone alla formulazione della terapia ormonale

    1992 L’American College of Physicians pubblica le linee guida che consigliano

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