PURA MUSICA PURA VIOSIONE. Ennio Morricone & Giuseppe Tornatore. Da Nuovo Cinema Paradiso a La Migliore Offerta
3.5/5
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Pura Musica Pura Visione indaga sullo straordinario sodalizio artistico tra i due Premi Oscar che hanno fatto più grande il Cinema Italiano, fondendo con maestria immagini e musica.
Partendo da una lunga conversazione con Tornatore, l’autrice tenta di svelare l’enigma che circonda l’opera di questi due artisti italiani amati in tutto il mondo.
Nel 1988, il geniale Ennio Morricone sceglie, a sorpresa, di musicare il film del giovane regista siciliano. Nonostante fosse all’apice della carriera, conteso dai più importanti registi di fama mondiale, il compositore accetta di lavorare al film Nuovo Cinema Paradiso. Una scommessa vinta. La pellicola si aggiudica l’Oscar per il miglior film straniero. Inizia così un sodalizio che diverrà leggenda.
“Quando accadono incontri artistici come quello tra Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore bisogna inchinarsi, come se ci si trovasse di fronte ad un miracolo.”
Vincenzo Mollica
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PURA MUSICA PURA VIOSIONE. Ennio Morricone & Giuseppe Tornatore. Da Nuovo Cinema Paradiso a La Migliore Offerta - Manuela Dragone
giugno1929
PREFAZIONE
di Vincenzo Mollica
Quando accadono incontri artistici come quello tra Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore bisogna inchinarsi, come se ci si trovasse di fronte ad un miracolo.
Con gli anni ho capito che non solo i Santi possono dispensare miracoli, ma anche i Grandi Artisti in nome della ricerca della bellezza, dell’armonia che muove ogni forma d’arte.
Non c’è nulla di blasfemo in quello che scrivo, perché sono convinto che l’arte quando è vera arriva sempre come un dono che incanta e sorprende.
A maggior ragione quando sono due talenti puri che si fondono in uno: quando musica e cinema diventano una sola cosa.
Non sapremo mai per quale misteriosa sintonia sia nato e si sia sviluppato l’incontro artistico tra Morricone e Tornatore, conosciamo i risultati che sono meravigliosi.
Manuela Dragone nel suo bel libro ci aiuta a capire meglio il rapporto artistico tra queste due personalità, analizzando con profondità i capolavori che hanno creato.
La bellezza, perché è di questo che stiamo parlando, è data dal fatto che non possiamo pensare alle immagini di Tornatore senza la musica di Morricone e viceversa.
È come se questi due grandi artisti componessero e orchestrassero la storia da raccontare, come una grande partitura fatta di note ed immagini che non possono vivere separate.
Ma il bello è che lo fanno da separati, ognuno nel proprio studio, intuendo quello che vive nell’intenzione e nella tensione creativa dell’altro.
Alla fine il risultato è come se lo avessero realizzato insieme, perché quando vanno ad unire quello che hanno combinato è sempre perfetto al millimetro, s’incastona magistralmente, mai una nota o un’immagine fuori posto, mai una dissonanza.
Per questo e solo per questo ho parlato di miracolo, come di qualcosa che ha a che fare con il mistero dell’emozione, che a sua volta ha il dono di far battere forte il cuore.
INTRODUZIONE
La musica di Ennio Morricone
per ilcinema di Giuseppe Tornatore
"Non la chiamate colonna sonora. È più esatto definirla Musica per il Cinema. La colonna sonora è formata, oltre che dalla musica, dagli effetti e dai rumori che vengono poi sottoposti ad un processo di sonorizzazione e missaggio. Quella che io compongo è Musica per il Cinema."
Ennio Morricone, il compositore italiano più conosciuto al mondo, ama ripetere questo concetto durante le lezioni magistrali che impartisce agli studenti dei Conservatori musicali nel corso delle sue tournèe.
È un’orgogliosa rivendicazione della dignità
della musica per il cinema che, prima di essere per il cinema
, deve essere musica in sé stessa.
"Solo con una musica veramente musica il film potrà giovarsi positivamente dei suoni creati originalmente per essere applicati ad un’opera cinematografica", annota Morricone nel volume Cinema e Oltre[1].
La musica, a differenza delle altre componenti di un film, è qualcosa che proviene dall’esterno, ma non è un elemento estraneo da sovrapporre all’ultimo istante, anzi in alcuni casi nasce prima dell’inizio delle riprese.
Qual è allora il rapporto che deve crearsi tra cinema e musica perché un film funzioni?
La musica può essere realmente un valore aggiunto, capace di fare la differenza tra un film e l’altro, decretandone il successo?
Sono domande a cui ho tentato di dare risposta analizzando lo straordinario rapporto tra due grandi artisti del nostro tempo, il compositore Ennio Morricone (Roma, 1928) e il regista Giuseppe Tornatore (Bagheria, 1956), che vantano entrambi nella loro bacheca l’ambita statuetta dell’Oscar.
Nonostante la differenza di età, i due Maestri costituiscono uno dei più formidabili e affiatati sodalizi artistici contemporanei. Le loro opere sono entrate a pieno titolo nella storia del cinema mondiale, anche per la loro capacità di fondere con grande maestria immagini e musica.
L’intesa artistica tra il compositore romano e il regista siciliano ha ormai superato per durata e per numero di film, la storica collaborazione di Morricone con il regista Sergio Leone (Roma 1929-1989) che pure resta impressa nell’immaginario collettivo per l’intensità emotiva di opere come Il Buono, il Brutto, il Cattivo (1966), C’era una volta il West (1968), Giù la testa (1971), C’era una volta in America (1984), la cui fama è in buona parte dovuta ai temi creati da Morricone.
Un esempio per tutti: la straordinaria composizione Estasi dell’oro universalmente associata alla mitica scena in cui Tuco (Eli Wallach) cerca freneticamente il tesoro nascosto in un cimitero nel western Il Buono, il Brutto, il Cattivo.
La collaborazione di Morricone con Sergio Leone riguarda sei film ed è durata esattamente vent’anni; quella con Tornatore somma già dieci titoli (a cui bisogna aggiungere i documentari e gli spot pubblicitari) e dura ininterrottamente da venticinque anni.
La storia del cinema mondiale propone tutta una serie di mitiche intese artistiche tra compositori e registi che hanno finito per creare unioni indissolubili: Sergej Prokoviev e Sergej Eiseinstein, Nino Rota e Federico Fellini, Henry Mancini e Blake Edwards, Hans Zimmer e Ridley Scott, Danny Elfman e Tim Burton, Alberto Iglesias e Pedro Almodovar e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
L’idea di raccontare l’eccezionale connubio artistico tra Morricone e Tornatore è nata durante una memorabile lezione tenuta dal Maestro agli studenti del Conservatorio di Catanzaro in occasione della rassegna La Grande Musica per il Cinema
, organizzata dal Teatro Politeama della città calabrese e di cui il compositore è presidente onorario.
Mi colpì, in particolare modo, la citazione di uno scritto inedito di Pier Paolo Pasolini, il quale affermava che la musica, non provenendo dallo schermo, ma da un altrove fisico e profondo, ha la capacità di sfondare le immagini piatte "aprendole sulle profondità confuse e senza confini della vita".
Può un film avere successo senza una buona musica?
Secondo Morricone, "un buon film funziona anche con una brutta musica, ma non accade mai che una buona musica renda migliore un brutto film, che deve avere la sua forza (...) La musica può aggiungere qualcosa."[2]
"Molti film di Sergio Leone avrebbero potuto benissimo restare senza musica, come anche alcuni film di Tornatore."[3]
Con questa tesi concorda in parte Tornatore che specifica:
"Ennio vuole dire che il protagonista di un film è l’idea del film."[4]
Nonostante la professione di modestia, Morricone ammette che
"il cinema è un’arte che coinvolge udito e vista e che solo nella loro democratica parità di fruizione può vedere esaltati i suoi significati."[5]
Condizione di democratica parità
che emerge nell’incontro artistico con Tornatore, il regista che, più di ogni altro, è riuscito