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GLI ARTISTI DELLA CALABRIA. Dizionario degli Artisti Calabresi dell'Ottocento e del Novecento
GLI ARTISTI DELLA CALABRIA. Dizionario degli Artisti Calabresi dell'Ottocento e del Novecento
GLI ARTISTI DELLA CALABRIA. Dizionario degli Artisti Calabresi dell'Ottocento e del Novecento
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GLI ARTISTI DELLA CALABRIA. Dizionario degli Artisti Calabresi dell'Ottocento e del Novecento

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Gli Artisti della Calabria è l'ultima opera di Enzo Le Pera, esperto e ricercatore d'arte calabrese.
Le Pera, con la meticolosità dello studioso e la passione dell’innamorato, sulla scia delle catalogazioni di Alfonso Frangipane, registra e documenta l'attività di circa 600 artisti calabresi, e dunque pittori scultori grafici disegnatori caricaturisti e quant'altro, dell'Ottocento e del Novecento.
Questo dizionario è il più completo repertorio finora pubblicato da cui, chi è interessato all'argomento, studioso o anche semplice curioso di arte, e di arte calabrese in particolare, non può assolutamente prescindere. Completano l'opera una serie di apparati ( Esposizioni d'arte calabrese organizzate da enti in sedi pubbliche; I musei della Calabria; Bibliografia; Comune di nascita degli artisti ) e un imponente corredo iconografico di opere d'arte.
LanguageItaliano
Release dateJul 31, 2013
ISBN9788868220853
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    GLI ARTISTI DELLA CALABRIA. Dizionario degli Artisti Calabresi dell'Ottocento e del Novecento - Enzo Le Pera

    Enzo Le Pera

    Gli Artisti della Calabria

    Dizionario degli Artisti Calabresi

    dell’Ottocento e del Novecento

    Prefazione di Giorgio Di Genova

    per l’aggiornamento

    collaborazione di Giorgio Le Pera

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy

    Edizione eBook luglio 2013

    ISBN: 978-88-6822-085-3

    Via Camposano, 41 - 87100 Cosenza

    Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672

    Sito internet: www.pellegrinieditore.com www.pellegrinilibri.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    Opere in copertina: Turchiaro Calabria; Gaele Covelli La prova dell'abito; Natino Chirico La mia Calabria; L. Magli Opera rossa; A. Cefaly S. La battaglia del Volturno; Guerrieri Infinito, finito

    PREFAZIONE

    Certo, le indicazioni fornite dall’Autore dovranno essere approfondite da altri. Ma essi si troveranno spianata oltremodo la strada delle ricerche svolte per questo libro dalle doviziose notizie qui raccolte, scrivevo oltre venti anni fa nella Prefazione al volume di Tommaso Paloscia Accadde in Toscana. L’arte visiva dal 1915 al 1940.

    Ed era una annotazione che vale anche per la nuova edizione della Enciclopedia dell’arte di Calabria. Ottocento e Novecento, meritoria fatica di questo indefesso raccoglitore di note e notizie che è Enzo Le Pera. Anche il compianto amico di Firenze non si fermò al volume succitato, arricchendo il suo repertorio sugli artisti toscani di altri due volumi. Ma essi, in quanto continuazione scandita per periodi, e pertanto non definitiva, erano distinti dal primo. L’enciclopedia di Le Pera, invece, era sin dall’inizio ideata come opera unica, ancorché non esaustiva, come a lui stesso era ben chiaro nel momento di congedarla. In realtà per nessuno è possibile realizzare un’opera esaustiva, specialmente quando l’argomento è così affollato e fluido, nonché con non pochi casi sommersi, come la produzione artistica, la quale, ancorché limitata ad un’unica regione, è sempre work in progress che obbliga a livello cognitivo ad un costante aggiornamento.

    Da ricercatore puntiglioso, Le Pera ha creduto giustamente di arricchire la sua recherche de l’art perdu e renderne conto in questa nuova edizione, appunto inserendo nel corpus della prima edizione le sue ulteriori conoscenze (e stavo per scrivere scoperte: infatti nel mare magnum dell’arte molte sono le isole ancora da scoprire). La presente edizione, quindi, è un superamento di quella del 2008 e nello stesso tempo un tramite per quelle, come già preannunciato nella sua Postfazione, a venire.

    Come le fondamenta sono indispensabili nelle costruzioni edilizie, altrettanto lo sono i repertori per le ri/costruzioni storiche. E quanto essi lo siano l’ho sperimentato di persona personalmente, direbbe Camilleri, negli oltre venti anni dedicati alle generazionali ricostruzioni storico-critiche dell’arte italiana del ’900. Anni durante i quali molte mie incomplete conoscenze sono emerse appunto nel corso della capillare consultazione dei vari repertori relativi all’arte sia delle città (da Catania, Lecce, Salerno, Napoli, L’Aquila, Roma a Prato, Firenze, Livorno, Piacenza, Busto Arsizio, Mantova, Verona, Genova, Torino) sia delle regioni italiane (dalla Sicilia, Puglia, Campania, Abruzzo, Marche, Umbria alla Toscana, Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto), guidandomi e stimolandomi ulteriormente nelle ricerche di approfondimento per colmare le mie lacune.

    Purtroppo l’Enciclopedia dell’arte di Calabria non era ancora stata pubblicata negli anni in cui ero impegnato nella stesura dei 9 tomi della Storia dell’arte italiana del ’900 e di ciò, allorché partecipai alla presentazione dell’enciclopedia, che, in quanto sponsorizzata dalla Camera di Commercio di Vibo Valentia, il Commissario Straordinario Michele Lico organizzò nel salone dell’ala del Valentianum, in procinto di essere splendidamente restaurata, ebbi a rammaricarmi, precisando che sulla scorta di essa avrei potuto arricchire - in aggiunta ai numerosi calabresi da me considerati e presenti nell’enciclopedia - le mie scorribande storico-critiche di qualche altro artista sfuggito alla mia anagrafe.

    Tuttavia proprio questa (per me tardiva) pubblicazione è stata una conferma, almeno sul piano operativo, della mia inveterata convinzione che l’arte nasce dall’arte. Infatti quella presentazione, documentata sul numero 1 del 2009 della rivista Lìmen, è stata l’occasione per far divenire Vibo Valentia culla del Premio Internazionale Lìmen Arte, nel quale di concerto con me Le Pera ha potuto proseguire in prima persona la diffusione dell’arte calabrese, al di là del suo ruolo di autore, come curatore di sezioni espositive.

    Del resto i semi buoni danno sempre dei frutti altrettanto buoni.

    Giorgio Di Genova

    A

    ADAMO BENITO - Crotone, 1925

    Pittore paesaggista, ha iniziato sin da giovane la sua attività artistica. Ha allestito personali in città italiane (Crotone, Brescia, Martina Franca) e all’estero (Parigi), e ha partecipato a rassegne e concorsi, conseguendo premi sopratutto nelle estemporanee regionali. Molti critici (Luigi Tallarico, E. Rizzuti, Giovanni Castelliti, L. Miceli, Elio Marcianò, etc.) hanno scritto sulla sua opera, come anche sono stati pubblicati articoli su periodici e quotidiani (Il Secolo d’Italia, Magna Graecia, Gazzetta del Sud, Il Giornale di Calabria, Italia Artistica, 1979, numero monografico).

    AGLIOTI ANTONELLO - Gerace (RC), 1948 - 2013

    Conseguita la laurea in architettura, ha cominciato la sua attività artistica che lo ha visto impegnato nei campi della pittura, (una pittura piatta, di grande effetto cromatico che combina olii e smalti, ottenendo risultati figurativi di grande fascino), della scenografia, della regia. Fondatore del Teatro La Maschera, assieme a Memè Perlini, ha esordito nel cinema nel 1992, con Il giardino dei ciliegi. Negli anni ’60 ha ordinato personali a Porto Cervo, Galleria Vietti; Portofino, Galleria Lo Scafandro; Cortina d’Ampezzo, Galleria El Toulà; Milano, Galleria Levi; Torino, Galleria Il Fauno; mentre la galleria di riferimento era la Galleria Alexandre Iolas di Milano. Bibl.: Mario Monteverdi, Annuario degli artisti visivi italiani, Seletecnica, 1972.

    AGOS , vedi AGOSTINELLI PIETRO

    AGOSTINELLI PIETRO, in arte PAGOS - Crotone, 1944

    Ha aperto il suo studio a Crotone verso la fine degli anni ’70. Negli anni ’90 ha iniziato a viaggiare tra Roma e Rieti, città dove si è trasferito. Ha allestito mostre personali a Crotone, Galleria Zeusi (1982, ’85, ’92) e Galleria Dafne (1989); Ferrara, Centro d’arte Zanolini (1997); Venezia, Studio d’arte 2 (1998); Vicenza; Castello di Labro, Rieti (1999); Rieti, Galleria Comunale e Teatro Vespasiano (2000); Crotone, Museo di Arte contemporanea (2003). Ha esposto in collettive a Vienna, San Pietroburgo, Cina, Corea. Ha realizzato un Cristo, in metallo di zinco e cadmio (provenienti dalla ex - fabbrica Pertusola di Crotone), su commissione del vescovo di Gerace, donato a Giovanni Paolo II; e nel 1996 una Via Crucis con Cristo vestito da operaio. Una sua opera nella Cappella della Madonna della Speranza, Staffoli, Rieti. Si sono interessati al suo lavoro i critici Vittorio Sgarbi, Luciano Lorenzetti, e il sociologo Vito Barresi.

    ALBANO SALVATORE - Oppido Mamertina (RC), 1841 (1839) - Firenze, 1893

    Nel 1858, all’ età di 19 anni, grazie a una sottoscrizione dei più sensibili suoi concittadini, il giovane Salvatore Albano si trasferì a Napoli per frequentare lo studio dello scultore Giuseppe Sorbilli, calabrese, e successivamente l’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Tito Angelini, che ebbe per il suo allievo vera tenerezza. Di questo periodo iniziale è l’opera Cavaliere. Nel 1864 realizzò un gruppo in marmo del Conte Ugolino, che espose alla Promotrice Napoletana, assieme al nudo femminile Lagrime e fiori. Nello stesso anno risultò terzo al concorso del Pensionato artistico; alle sue proteste il principe Umberto gli diede l’incarico di scolpire un Mosè sdegnato che spezza le tavole della legge, Napoli, Palazzo Reale di Capodimonte. Del ’65 è il Cristo nell’orto, mentre nel ’67 vinse il Pensionato romano con la statua Caino, Napoli, Accademia e il bozzetto Resurrezione di Lazzaro. Nel ’69 Albano si trasferì a Firenze, dove aprì una grande e prosperosa bottega, all’uso degli artefici del Rinascimento, e dove fu docente dell’Accademia di Belle Arti. Qui nacquero le sue opere più importanti: Monumento al gen. Mac Gregor per la Chiesa di St Paul di Londra, Arianna abbandonata, Il Genio di Michelangelo (marmo che fu replicato per un museo londinese), Venere, Il Sonno Felice (statua riprodotta per Boston, Londra, la Puglia), Giovane Schiava, e tantissimi altri lavori sparsi un po’ ovunque nel mondo (Messico; Philadelphia; New York, Brooklyn Museum: L’angelo ribelle). Alcune fonti lo danno operoso anche in Francia: espose al Salon di Parigi del 1868 l’opera Vanni Fucci, opera riesposta a New York, al Metropolitan Museum, ottenendovi una Medaglia d’oro. Nel 1884 fu presente all’Esposizione generale di Torino e nel 1888 a quella di Bologna, con Le lottatrici. Fu scultore molto apprezzato dai contemporanei; il Frangipane lo definì modellatore illustre, capace di forza e di grazia. Nel suo paese gli hanno dedicato una piazza; e più opere sono nel cimitero. Suo capolavoro il Cristo in Croce. Bibliografia: De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi; Graves, The Royal Academy of London, 1905; A. Panzetta, Dizionario degli Scultori Italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, Allemandi, Torino, 1994; Thieme / Becker, E.A.Seemann, Leipzig, 1999; Treccani.it

    ALEMANNI TULLIO - Acquaro (VV), 1897 - Ivrea, 1982

    Pittore di ritratti, figure, soggetti religiosi, paesaggi, e affreschista. Nacque in Calabria, ma visse in Piemonte. All’età di 18 anni prese parte alla prima Guerra Mondiale. Nel 1920 si trasferì a Torino, ove frequentò l’Accademia Albertina. Espose in quella città alle Promotrici del ’29, ’30, ’35, ’36 e alla Quadriennale del ’36. Nel ’47 tenne una personale alla Galleria Bolzani di Milano; nel ’48 fu presente alla Biennale dell’Arte Sacra di Novara. Suoi affreschi in numerose chiese della regione in cui visse (Rivarolo, Parrocchiale di San Giacomo Apostolo, il dipinto su tavola La Cena di Emmaus, 1977; Parella, Chiesa Parrocchiale).

    ALFANO ANDREA - Castrovillari (CS), 1879 - Roma, 1967

    Figlio di Giovanni, sarto e di Rosa Bellizzi, di origine albanese, frequentò il Ginnasio di Castrovillari fino alla quinta ginnasiale con scarsi risultati. Successivamente ottenne, 1902, dalla Provincia di Cosenza (alla quale dieci anni dopo in segno di riconoscenza darà una Testa di vecchio) il Legato Pezzullo, borsa di studio che gli permise di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Roma, che però disertò, protestando contro i metodi tradizionali. Non completò mai gli studi, rimanendo a Roma da autodidatta e facendosi firmare i certificati di frequenza, necessari per continuare a godere della borsa del Legato, da Antonio Mancini, suo amico e sodale. Nel 1906 fu nella giuria per la Mostra del Palazzo delle Esposizioni e partecipò, assieme a Boccioni Balla Severini, alla 76a Esposizione degli Amatori e Cultori di Belle Arti, con l’opera Il paranoico; esposizione che lo vide presente anche nel 1908, con un Autoritratto, e nel 1911, ’15, ’18, ’20, ’23, ’27, ’28. Con Mancini divise il primo Premio Nazionale di Pittura di Reggio Calabria, nel 1908. Nel 1911 partecipò alla Mostra del Cinquantenario dell’Unità d’Italia, con lo pseudonimo russo di Albert Isvolski, presentando un Ritratto. Nel 1916, successivamente all’esposizione degli Amatori dell’anno precedente, inaugurata dal re Vittorio Emanuele III, gli fu acquistato l’ Autoritratto per la Galleria Pitti di Firenze: l’opera passerà in seguito agli Uffizi e poi alla Pinacoteca di Ravenna (opera non più rintracciabile). Nel 1917 espose alla Mostra del Bianco e Nero, a Roma, assieme a Previati e De Carolis, mostra nella quale fu notato da Cipriano Efisio Oppo, che ne scrisse su L’Idea Nazionale. Fu presente alle Mostre Calabresi d’Arte Moderna di Reggio Calabria dal 1920 (con una personale nella sala Roscitano - Alfano) al 1926, anno in cui espose otto opere, ottenendo la medaglia d’oro; come anche fu presente, con un Nudo, alla Biennale Napoletana del 1921 e quella Romana dello stesso anno, allestita per la celebrazione del cinquantenario della liberazione, e del 1925; mentre nel 1922 (anno del suo matrimonio con la romana Virginia Bruno), alla Biennale reggina, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma acquistò Il Fornaciaro e la Casa Reale uno Studio. Nel 1924 prese parte alla Prima Biennale Meridionale di Bari. Nel 1929 fu alla Mostra Silana di San Giovanni in Fiore e alla Mostra d’arte dell’Associazione Calabrese di Roma; mentre nel ’31 rifiutò l’invito alla prima edizione della Quadriennale romana e partecipò invece, a Padova, all’Esposizione d’arte sacra cristiana moderna. Prese parte a molte mostre, esponendo anche all’estero (Londra, 1926), Parigi, New York. Assunse posizione contraria al Fascismo, rimanendo appartato dalla vita culturale e rifiutò di dipingere un ritratto, su posa, di Mussolini; ne eseguì invece uno della Regina Elena di Savoia, donato all’Istituto Eastman di Roma, 1933. I riconoscimenti più importanti gli vennero dopo il 1945, anno di una vasta antologica alla Galleria La Conchiglia di Roma. L’anno successivo fu presente alla Prima Biennale Nazionale di Palermo. Nel 1949 gli venne organizzata una serie di manifestazioni ufficiali. Nel ’50 venne allestita nel salone del Municipio del suo paese una grande mostra con ben 75 opere; nel ’53 fu invitato alla mostra L’arte nella vita del Mezzogiorno, Palazzo delle Esposizioni, Roma; nel 1954 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo nominò Grand’ Ufficiale al merito della Repubblica; mentre, nel ’64, il Presidente, Antonio Segni, posò per un ritratto. Negli ultimi anni divenne quasi cieco. Numerose sue opere si trovano in importanti musei: Louvre di Parigi, National Gallery di Londra, Museo di Lussemburgo, GNAM di Roma. Affrescò, 1922, il soffitto del salone di ricevimento del Palazzo della Prefettura di Reggio Calabria con La ricostruzione di Reggio Calabria dopo il terremoto del 1908 e suoi dipinti si trovano nella prefettura di Catanzaro. Certamente Alfano è stato uno dei pittori calabresi più importanti della prima metà del Novecento. Sue opere alla rassegna La Divina Bellezza, Complesso del San Giovanni, Catanzaro, 2002; anno in cui fu anche allestita nel Protoconvento Francescano di Castrovillari una esaustiva rassegna antologica. Nella stessa sede è sistemata una collezione permanente delle sue opere. Scrisse alcuni libri di poesie (Pars parva, 1936; Solitudini, 1948; Sillaba, 1950; Sillaba eterna, 1966); un saggio di filosofia (L’infinito nell’infinito) e un volume di storia dell’arte (Le mie scoperte sul Giudizio Universale di Michelangelo, 1964).

    Bibl.: Volmer (op. cit.); Comanducci (op. cit.); Seda (op. cit.); C. Oppo, G. Selvaggi, Andrea Alfano, Roma 1950; G. Maradei, La pittura dell’anima, Castrovillari 1988; G. Selvaggi, Pittura e Ventura di Andrea Alfano, Castrovillari 1989; L. Grisolia, Andrea Alfano: Il pittore dell’essenza, Roma 1996; E. Crispolti, A. Alfano, Rubbettino, 2002.

    ALFANO ANGEL - Cassano Jonio (CS), 1940

    Ha iniziato a inviare quadri a rassegne e mostre collettive sin dal 1957 (1957, Belfiore d’Adige, Internazionale giovanile; 1960, Biennale di Nuoro; 1960, St Louis, Arte contemporanea italiana; 1964, Roma; Recanati, La giovane pittura italiana; 1965, Miami, Florida, Pittori italiani; 1967, Toronto, Il paesaggio italiano; 1968, Parigi, Salone internazionale dell’arte libera; 1969, New York, Pittori italiani; 1969, Premio Pizzo Calabro; 1970, Premio Villa San Giovanni; e poi ancora a Budapest, Pittsburh, Boston, London, Santa Fè, etc. Ha esposto con personali: 1968: Roma Studio 45; 1970, Roma, Studio A 226; 1981, Tuckahoe, N.Y., Columbus Avenue Gallery. Hanno scritto: Domenico Cara; Mario Monteverdi, Annuario degli artisti visivi italiani, Seletecnica 1972; Sandra Giannattasio; Giuseppe Selvaggi; Ferruccio Ulivi; G. Tedeschi.

    ALIGIA ANGELO - Maierà (CS), 1959.

    Dotato di una buona inclinazione per il disegno, si dedica da giovane alla scultura, intrecciando arte, arte applicata e artigianato. Ha preso parte a numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici (Galleria Nazionale di Cosenza: Terra vento pietra, a cura di Fabio De Chirico; Complesso del Vittoriano di Roma: In attesa del vento, a cura di Andrea Romoli Barberini) e gallerie private (Galleria Tannaz, Firenze; Galleria Sinopia, Roma); e ha realizzato numerose sculture per centri urbani. Nel 2011 ha partecipato alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Italia, lo stato dell’arte - Calabria, villa Zerbi, Reggio Calabria.

    ALLERUZZO SANTI - Messina 1929 - Villa San Giovanni (RC), 2006

    Pur essendo nato in Sicilia, l’artista è vissuto a Villa ed sempre stato considerato il pittore calabrese dello stretto. Ha insegnato nei licei artistici ed è stato preside. Segretario per 25 anni del Premio Villa San Giovanni, che al tempo è stata la rassegna più importante della Calabria, Alleruzzo è stato un felice paesaggista mediterraneo, costruttore di atmosfere. Giuseppe Selvaggi ha scritto che l’autore si è saputo costruire un suo carisma di ponte culturale tra le due sponde. Ha ordinato mostre in varie città d’Italia (Messina; Roma, Del Vantaggio, Ripetta, La Vetrata, Nuovo Vertice, Fidia; Bologna; Bari, Piccinni; Brescia, S. Michele; Cosenza, Il Triangolo; Reggio Calabria; Catania, Cefaly); e ha preso parte a numerose rassegne nazionali (Maggio di Bari, Fiorino, Michetti, Ibla Mediterraneo, Villa S. Giovanni, Vasto). Si sono interessati al suo lavoro: Venturoli, Biasion, Cara, Scorza, Valsecchi, Bonavita, Lambertini, Barbera, Appella. La sua voce compare in numerose pubblicazioni d’arte. Nel 2000 antologica presso l’Accademia di Reggio Calabria; catalogo con testi di Giuffrè e Gerbino, edizioni LUCIDIeMATTI. Sue opere di grafica nel Museo di Villa Croce, Genova e nel Museo di Carpi. Nel 2007 mostra negli ex-macelli di Villa San Giovanni, a cura di Lucio Barbera, catalogo edizioni Gli Ori, Pistoia. Lett.: Santi Alleruzzo, Paesaggi sullo Stretto, Biblioteca del Cenide, 2007.

    ALOI ALDO - Catanzaro, 1939

    Ha iniziato a dipingere nel 1954, da autodidatta. Ha partecipato a numerose rassegne: Premio Pozzuoli, 1969; Mostra Nazionale Pavia, 1969; Mostra Nazionale Foggia, 1970; varie edizioni dei Premi Pizzo e Villa San Giovanni; Premio Monterosso Calabro, 1971; Premio Pineta di Siano; Extempore M. Preti; Mostra internazionale d’arte a Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1972; Extempore Città di Girifalco.; Complesso del Vittoriano, Roma, 2007. Sue opere presso pubblici edifici e collezioni private.

    ALOI BRUNETTO - Vibo Valenzia, 1809 - 1893

    Dotato di notevole cultura, fu uno degli ultimi discepoli della Scuola Monteleonese[1] di Emmanuele Paparo[2]; successivamente allievo di Vincenzo Camuccini. A Polistena (città nella quale nel 1848 sposò Maria Lucrezia Camillò) nella Chiesa del Rosario una Sant’Anna, 1857; in quella della SS Trinità La Madonna dell’Itria. Nella sagrestia della Chiesa di Santa Maria La Nova, di Vibo Valentia, L’Assunta in cielo (o anche La Trinità), 1885. A Pizzo, nella Chiesa Matrice di San Giorgio, il Cristo in Gloria, olio del 1833. A Nicotera, nella cappella del Sacramento del Santuario di Santa Maria Assunta, una pala che sovrasta l’altare, Incredulità di San Tommaso, dipinta su committenza del decano Antonio Corso. A Cittanova affreschi nella Chiesa del Rosario e a Cinquefrondi, nella Chiesa del Rosario, una Madonna del Rosario e un San Vincenzo.

    ALOISE GUIDO - Fiumefreddo Bruzio (CS), 1925 - 1986

    Si trasferì nel 1939 nella Capitale, dove ha frequentato con profitto, ma per un breve periodo, l’Accademia di Belle Arti. Nel 1950 espone le sue opere in note collettive: Via Margutta, Primavera Romana Trinità dei Monti, Tavolettisti Galleria San Marco, Mostra Amici del Cavallo (1° premio), Foyer des Artistes (1° premio), Greccio Nido del Corvo (1° premio), Biennale d’Arte Sacra di Sora. Riscuotendo consensi di pubblico e critica, dagli anni ’60 sino alla morte, ha tenuto mostre personali, in Italia e all’estero: Palazzo delle Esposizioni - Roma; Galleria Scandenberg - Roma; Teatro Eliseo - Roma; La Marguttiana - Roma; Galleria La Tana - Belvedere; Galleria A.A.T. - L’Aquila; Galleria 98 - Cosenza; Galleria La Ragnatela - Tropea; Grand Hotel - Guardia Piemontese; Hotel Boston - Roma; Museo d’Arte Moderna - La Valletta (Malta); Museo della Cattedrale - Medina (Malta); Galleria Apollo d’Oro - Matera; Libreria Remo Croce - Roma; Galleria L’Autore - Chieti. Aloise ha donato opere a personalità e a pubbliche istituzioni tra cui: una Testa di Cristo al Pontefice Giovanni Paolo II nel 1979; un murales alla cittadina calabra di Fuscaldo Marina e due bozzetti su tela per il mosaico absidale della Chiesa di San Francesco di Paola a Catona (RC). Opere fondamentali della sua vita artistica sono: l’affresco dell’altare maggiore nella Chiesa di Sant’Aniello a Cosenza (m 6 x 9), monumentale raffigurazione del Giudizio Universale; e due dipinti (mt 3 x 6 ognuno), aventi come soggetti l’Ultima Cena e la Deposizione, sull’abside della Chiesa di Santa Maria Addolorata a Roma.

    ALOISIO RAFFAELE MARIA LUIGI - Aiello Calabro (CS), 1800 - 1892

    Figlio di Isidoro e di Maria Corchio, si formò nell’ambito della Scuola Napoletana. Espose per la prima volta alla Mostra Borbonica di Napoli del 1845, ottenendo una Medaglia di prima classe; e altra medaglia ottenne in tempi successivi. Praticò la pittura ad olio e quella murale. Fu essenzialmente pittore di opere sacre. Suoi lavori sono conservati in varie chiese della Calabria: Paola, Chiesa del Rosario; Laurignano, Le storie di fra’ Benedetto, 1862/’65; Marzi, La Crocifissione, 1869; Aiello Calabro, Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Madonna con Bambino, 1854, e una Santa Filomena; Chiesa di San Giuliano, La Madonna del Carmine con i Santi Pietro e Paolo, affreschi della Sacra Famiglia e della Decapitazione di San Giovanni Battista; Castrovillari, una Santissima Trinità, 1871, nella Chiesa omonima, un Cristo Deriso, 1870, nella Chiesa di San Francesco di Paola; Schiavonea, Santuario, Gloria di San Giuseppe, 1856; Acri, dove lavorò nel decennio 1840 - ’50, Chiesa dell’Annunziata, affreschi nella volta, e tele dei Quattro Evangelisti nella cupola dell’Altare Maggiore; Rossano, Cattedrale, una Santa Lucia, 1836, e altre opere nelle chiese di San Nilo e di San Bernardino; Cariati, sull’altare maggiore della Cattedrale, una Vergine Assunta, 1864; Lago, Chiesa dell’Annunziata, una Madonna con Bambino e con San Giovanni Battista; Dipignano, Santuario della Madonna della Catena, L’apparizione della Madonna a fra’ Benedetto,1865, e altre opere, Parrocchiale, un’ Immacolata, 1850; Cleto, Chiesa della Consolazione, resti di affreschi. A Corigliano, Corridoio delle armi del Castello, l’Adorazione dei Magi, 1848, in collezione privata il Ritratto dell’arch. Bartholini, 1848, nell’Oratorio della confraternita Maria SS, la Madonna con Bambino, 1848; ad Aiello Calabro, collezione privata, San Francesco d’Assisi; a Cosenza, collezione privata, Madonna del latte, 1834. Nel 1864 / 65 prese parte alla prima mostra della Camera di Commercio ed Arti di Cosenza con i dipinti Le figlie di Lot e La resurrezione di Lazzaro. Lett.: R. Borretti e G. Leone, Aiellesi Illustri: Raffaele Aloisio, in Aiello: antichità e monumenti, Cosenza, 1994. Sue opere nella rassegna Rubens Santoro e i pittori della Provincia di Cosenza tra Otto e Novecento, Corigliano Calabro Aieta Rende, 2003 (cat. AreS, opera citata); Maria Elda Artese, tesi di laurea, Unical 2009.

    ALTOMONTE PRINCIPIO FEDERICO - Reggio Calabria, 1912 - Chievo, 2003

    Pittore ingegnere saggista filosofo; esordì come pittore nel 1933 a Reggio Calabria animando il Gruppo Futurista Umberto Boccioni in occasione della visita di Marinetti. Nel ’33 partecipò alla Prima Mostra Nazionale d’Arte Futurista di Roma con l’opera Aeroplano + Sensualità. L’anno successivo si trasferì a Roma e cercò, inutilmente, d’inserirsi nell’ambiente artistico; fatto che gli determinò l’allontanamento dalla pittura. Laureatosi in ingegneria (1936), andò a lavorare nelle ferrovie a Verona. In seguito alla caduta del Fascismo (aveva partecipato attivamente alla Repubblica sociale), si nascose a Milano e passò poi a Roma, per trasferirsi definitivamente a Verona (1956) e riprendere la pittura, una pittura astratto-simbolica, prima; di marca figurativa, poi, dando vita a una poetica che ha chiamato Vibrazionismo. Ha pubblicato varie opere di saggistica (La realtà come assoluta trascendenza, 1953; Per una tridirezionalità dello spirito come nuovo metro di valore, 1974; Lo stato di popolo, 1976; Morte e resurrezione, 1978; Un annuncio, una dottrina e una interpretazione, 1989). Ha ordinato personali: Macerata, Galleria Scipione; Roma, Galleria Il Babuino; Millesimo, Galleria San Gerolamo; Savona, Galleria Il Brandale; Albissola, GalleriaAlbacapo; Forlì, Galleria Mantellini; Venezia, Galleria Il Riccio; mentre la galleria di riferimento è stata la Galleria Pater" di Milano. La sua voce compare in volumi (Calabria futurista, op. cit.) ed enciclopedie d’arte (Seda, op. cit.; Dizionario del Futurismo, a cura di E. Godoli, Vallecchi, Firenze, 2001). Hanno scritto: M. V. Borghese, D. Cara, A. Mozzambani, C. Occhipinti, F. Oldoini.

    AMADIO ENRICO - Catanzaro, 1898 - Roma, ?

    Si trasferì a Roma dove ricoprì la carica di consigliere dell’Associazione Artistica Internazionale e della Società Amatori e Cultori di Belle Arti. Partecipò a varie esposizioni, tra le quali: Mostra del Lazio, 1955 - ’57 - ’60; Palazzo delle Esposizioni, 1963, mostra per la quale il Comune di Roma gli attribuì una Medaglia d’argento. Tenne anche alcune personali sempre nella città eterna (1958, Galleria Agli Indipendenti; 1960, Galleria del Camino). Fu sopratutto un ritrattista. Una sua opera nella Galleria Comunale d’arte moderna e contemporanea di Roma, acquistata nel 1958.

    AMATO LUIGI - Spezzano Albanese (CS), 1898 - Roma, 1961

    A quattordici anni vinse una borsa di studio, per cui andò a Roma per frequentare il Regio Istituto di Belle Arti, sotto la guida di Umberto Coromaldi e Duilio Cambellotti, fino alla chiamata alle armi nel 1916. Ripresi gli studi nel ’18, iniziò la sua attività di ritrattista. Prese parte alla Società degli Amatori e cultori di Belle Arti, Roma, nel 1926; all’Associazione Calabresi e Lucani nel 1931; e alla Sindacale romana nel 1934; al Salon di Parigi nel 1938 espose il pastello La Calabrese, ottenendo una Menzione onorevole. Nel 1939 andò a Londra, ove dipinse oli e pastelli della società inglese e scozzese, che presentò alla Arlington Gallery, mostra che gli fruttò la nomina a socio della Pastel Society. Nel 1943 tenne una personale alla Galleria San Marco di Roma, visitata dal re d’Italia Vittorio Emanuele III. Nel 1948 si trasferì Capri, ove visse continuando il suo lavoro. Sue opere nella rassegna Rubens Santoro e i pittori della Provincia di Cosenza tra Otto e Novecento, Corigliano Calabro, Aieta, Rende, 2003, (cat. AreS, op. cit.). Bibl.: Bénézit, 1948; Vollmer, 1999.

    AMELIO SILVIO - Taverna (CZ), 1951

    Trasferitosi giovanissimo a Roma, ha frequentato l’Istituto d’arte Silvio D’Amico e successivamente l’Accademia di Belle Arti con Umberto Mastroianni, nel cui studio è rimasto per alcuni anni. Ha allestito numerose mostre sia di pittura che di scultura, in Italia (Mito ed attualità, Montecatini, Palazzo comunale; e successivamente, Roma, Archivio di Stato) e all’estero (Parigi, Montecarlo, Boston, New York, Nizza). Numerose opere sono collocate in spazi pubblici: Monumento a Corrado Alvaro, San Luca; L’Airone in volo, Montecatini, Palazzo comunale; Amadeus, Salisburgo, aeroporto; Scultura ispirata all’Enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, Assisi, Santuario di San Francesco; La Musa della pace, New York, Palazzo municipale di Brooklyn; Monumento a Padre Pio, Turania, Palazzo Comunale; Madonna della Neve, Campo Felice, Rocca di Cambio; Resurrection Day 2002, due angeli che sostengono un bimbo nato dalle macerie di Ground Zero, imponente scultura in bronzo patinato, alta mt 10 e larga 15, per ricordare l’attentato alle Twin Towers di New York, in uno dei giardini dell’area della tragedia, e il bozzetto, una scultura di un metro posta su un piedistallo di granito rosso, nella piazza di Scala. Ha coniato anche medaglie, ha realizzato gioielli e anche un Calice in argento e oro per Giovanni Paolo II. Hanno scritto: Franco Simongini, Francesco Sisinni, Giulio Carlo Argan, Nuccia Micalizzi, Claudio Strinati, Andrea Emiliani, Vito Apuleo, Renato Civello. Molti i servizi radio-televisivi (TG1, TG2, TG3, Cinquestelle); e riviste e quotidiani si sono interessati alla sua opera (Messaggero, Tempo, Paese sera, L’Osservatore Romano, Flash Art, Quest’arte, Eco d’arte moderna).

    AMODEO ANTONIO - Reggio Calabria, 1914 - 1999

    Oltre che pittore, ha esercitato la professione d’insegnante. Dotato di un profondo senso del colore, ha dipinto sopratutto paesaggi e nature morte. Ha partecipato a numerose manifestazioni artistiche: Mostra dell’Arte nella vita del Mezzogiorno, Roma; Premio Bari; Premio Villa San Giovanni; Premio Viani; Mostra d’Oltremare, Napoli; 56 Artisti a Parigi; 33 Artisti italiani a Lugano; L’Opera esposta, Reggio Calabria, ottenendo premi e riconoscimenti. Lett.: Enciclopedia Seda (op. cit.); Piero Girace, A. Amodeo, Il Foglio, Macerata, 1970; Ugo Campisani, Artisti Calabresi, Pellegrini, Cosenza, 2006.

    ANGIONE CLAUDIO - Cosenza, 1955

    Ha partecipato a diverse collettive, tra le ultime: 1997, Torino, Distanze, a cura di E. Di Mauro; 1997, Palermo, Museo delle Palme, Palme d’autore; 1998, Ascoli Piceno, Centro L’Idioma, Non calpestate le formiche, a cura di J. Sassu; Bologna, Progetto per una vita infinita; 1999, Venezia, 48a Biennale, Padiglione Italia, Progetto Oreste; 2000, Bari, La chiave del 2000; 2001, Cosenza, Dal sottosuolo; 2002, Cosenza, Il Graffio, Artisti contro la guerra; 2010, Cosenza, Contaminazioni; 2011, Cosenza, palazzo Arnone, La Formazione dell’Uno, 150 artisti per l’Unità d’Italia. Hanno scritto: Tiziana Cosentino; Anna D’Elia; Lia De Venere; Edoardo Di Mauro; Teresa Macrì.

    ARABIA GIAMPIERO - Rogliano (CS), 1965

    Dopo gli studi liceali a Cosenza nel 1983 si trasferisce a Roma per conseguire nel 1988 il baccellierato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana. Ha studiato Architettura all’Università La Sapienza di Roma. È sacerdote della diocesi di Cosenza - Bisignano e insegna Religione cattolica presso il Liceo Artistico A. Savinio di Roma, dove vive e lavora. Si interessa di arte e architettura realizzando diverse opere di arte sacra in Chiese italiane e straniere. Suoi sono i mosaici della Chiesa di S. Cleto a Roma e le decorazioni parietali della Chiesa di San Luca sempre a Roma. In Calabria ha eseguito opere nella Chiesa di S. Nicola e S. Aniello a Cosenza, nella Chiesa di S. Pietro a Rogliano e nella Cappella dell’abate Gioacchino a San Giovanni in Fiore. Suoi lavori sono in chiese di Toronto, Budapest e della Croazia. In pittura predilige il paesaggio urbano, caotico e ricco di segnali, trasfigurato in visioni sfaccettate e dinamiche, dai toni diafani e cangianti. La realtà viene intrecciata con forme geometriche che scompongono gli spazi e frantumano la luce. Bibliografia: Arte in Calabria, 1960 - 2000, a cura di Tonino Sicoli e Massimo Di Stefano, AreS, Catanzaro.

    ARCURI CATERINA - Catanzaro, 1963.

    Professore ordinario di Pittura nell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. È tra gli artisti più innovativi e sperimentali della Calabria. La sua ricerca si pone, nel dibattito artistico contemporaneo, con linguaggi diversi: dalla fotografia al video, dall’installazione alle opere plastiche. La sua attività si è manifestata, da anni, attraverso significativi eventi, mostre personali e collettive, installazioni e performances, tenute in Italia e all’estero. Nel 2011 partecipa alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Italia, lo stato dell’arte - Calabria, villa Zerbi, Reggio Calabria.

    ARCURI LUIGI - Soveria Mannelli (CZ), 1953

    Conseguita la maturità classica al Liceo Telesio di Cosenza, ha frequentato, sotto la guida di Fernando Farulli, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, che lo ha visto insegnante nella Scuola Libera del Nudo, in quella di Pittura e in quella di Incisione. Nella sua attività artistica ha esposto: a Firenze, Palazzo Strozzi, Galleria Urania 2, Galleria La Volta dei Peruzzi; a Parigi, Salons Lutetia e negli archivi generali del Centro Pompidou. Nel corso degli anni Arcuri ha mutato il centro dei suoi interessi, per diventare un gioielliere importante (un collier con gli orecchini gli è stato ordinato dalla Regina Paola del Belgio; sua è la Colomba, commissionatagli dai Padri Francescani di Assisi, in occasione dello storico incontro tra Reagan e Gorbaciov, Washington, 1987; suo il Bassorilievo raffigurante l’Italia per il Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare, Roma, Sacrario del Milite Ignoto). Hanno scritto: Renzo Federici e A. B. Del Guercio.

    ARCURI MARIO - Castrovillari (CS), 1917 - 1986

    Pittore e scultore, si è trasferito a Genova dove, conosciuto il ceramista - scultore Sandro Cherchi, realizza nei forni dell’albisolese M.G.A., di proprietà della famiglia Mazzotti, alcune ceramiche di intensa espressività materica. Dopo l’esperienza ceramica si dedica soprattutto alla realizzazione di sculture in bronzo. Ha organizzato mostre personali: Milano, Galleria Il Giorno; Genova, Galleria Il Vicolo (galleria di riferimento); Montecarlo, Galleria Michel - Ange. Ha praticato una pittura di derivazione post-cubista; come scultore ha partecipato alla Biennale del bronzetto dantesco, Ravenna, 1979. Bibl.: Mario Monteverde, Annuario degli artisti visivi italiani, Seletecnica, 1972.

    ARENA VINCENZO - Pizzo Calabro (VV), 1932

    Ha vissuto a Bruxelles, Parigi, Bordeaux, Singapore, Teheran, Roma. Le sue prime esperienze pittoriche datano agli inizi degli anni ’60, mentre la sua prima personale è stata organizzata dalla Galleria Michelangelo, a Roma. Nel 1968 fondò a Parigi (assieme agli artisti Leo Breuer, Nino Calos, Ivan Contreras Brunet, Louis Deledicq, Michel Seuphor, Romano Mattia Canotti) il Gruppo Co.Mo.(Constructivisme et Mouvement), che vide la luce alla Maison des Quatre Vents. Nel 1981 costituì a Roma, assieme a Estuardo Maldonado, Attilio Pierelli, Giovanni Pozzo, Enrico Girello, Maria Lai, e altri, il sodalizio Spazio Documento, al fine di promuovere incontri e favorire dibattiti e tavole rotonde. Tenne varie mostre personali in Italia (1970, Roma: Galleria SM 13; Galleria Marino; 1973, Catanzaro: Galleria Il Meridione; 1974, Roma: Galleria Marcon IV; 2000, Fara in Sabina: Museo civico; 2002, Calasetta: Museo civico) e all’estero (1965 e 1967, Bruxelles: Galerie L’Angle Aigu; 1968, Parigi: Galerie Vercamer; 1969, Parigi: Centre CO.MO; 1972 e 1974, Bruxelles: Galerie Le Disque Rouge; 1986, Bordeaux: Galerie Zographia; 1998, Parigi: Galerie Victor Sfez; 2000, Fara in Sabina, Museo Civico), oltre a numerose collettive (1969, Parigi, Musée d’art moderne, XXIX Salon des Réalités Nouvelles; Parigi, Istituto Italiano di Cultura; 1970, Termoli, XV Rassegna d’arte contemporanea; 1976, Caracas, Museo de Arte Contemporaneo - 76 Agrupation; Quito, Museo del Banco Central del Ecuador; Parigi, Grand Palais, Grands et Jeunes d’aujourd’hui; 1989, Madrid, Centro Cultural della Villa, Arte Sistematico y Costructivo; 2009, Vibo Valenzia, Premio Limen arte). Sulla sua pittura hanno scritto importanti critici d’arte, tra cui Argan, Mussa, Apuleo, Orienti, Vincitorio, Bovi, Vinca Masini, Montana, Mario Monteverdi. Lett.: Vincenzo Arena, progettare la pittura, a cura di Stefano Gallo, De Luca, 2011.

    ARGIRÒ FRANCESCO - Palmi (RC), 1922

    Trasferitosi ad Asti, ha iniziato a lavorare prendendo contatto con le gallerie del luogo e organizzando una serie di mostre personali: Cuneo, Galleria Etruria; Asti, Palazzo della Provincia; Alessandria, Società del Casinò. Nel 1995 mostra antologica dal 1943 al 1999 nella sala d’arte di Palazzo Mazzettidi Asti.

    ARMOCIDA GIUSEPPE - Monasterace (RC), 1906 - Roma, 1987

    Figlio di un agricoltore, ebbe il primo stimolo all’arte allorquando trovato un frammento di un sarcofago di terracotta, rappresentante un cavaliere a cavallo che lancia un giavellotto, lo copiò con l’argilla della vigna paterna. Compì gli studi artistici presso la Bottega d’Arte Mattia Preti di Reggio Calabria (allora scuola serale, poi divenuta Istituto d’arte) sotto la guida di Alfonso Frangipane, lavorando di mattina come decoratore nel Palazzo dell’Arcivescovado. Nel 1932 si trasferì a Roma, dove fu Professore di Ornato disegnato al Liceo Artistico. Esordì, 1930, con una mostra a Reggio Calabria, cui fecero seguito le personali a Roma (Galleria Margutta, 1946; Galleria Il Pincio, 1952, 1956; Galleria La Fontanella, 1958; Galleria Il Bilico, 1962, con una presentazione di Valerio Mariani; Galleria Nuovo Carpine, 1967) e a Milano (Galleria Vinciana, 1963, mostra recensita da Leonardo Borgese sul Corriere della Sera). Prese parte a molte rassegne nazionali e internazionali, tra cui: la Biennale di Venezia, nel 1948; la Quadriennale Nazionale d’arte di Roma, nel 1948, 1951 / ’52 (con due Paesaggi), 1956, 1960; la Mostra Internazionale d’arte sacra di Roma, nel 1950; la Rassegna Internazionale di pittura di Messina, nel 1953; la Moderne Italianische Kunst di Berna, nel 1953; la mostra L’arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia, Roma, Palazzo delle Esposizioni, nel 1953; la Mostra d’arte sacra contemporanea di Caltanissetta, nel 1953; il Premio Villa San Giovanni, dal 1956 al 1959; la Rassegna internazionale del disegno contemporaneo di Firenze, nel 1957. Conseguì i premi: Città di Reggio Calabria, 1952; Città di Balsorana, 1952; Città di Alatri, 1955; Città di Vibo Valenzia, 1955; Premio di pittura Ministero della Pubblica Istruzione, 1955; Premio Michetti, Francavilla a Mare, 1955; Premio Ramazzotti (medaglia d’oro speciale), 1961. Sue opere figurano in Gallerie dello Stato e collezioni private in Italia e all’estero (New York, Londra, Parigi, Lugano, Berna). Dipinse in maniera post - cubista, realizzando una sintesi della forma, del colore, della luce. Lett.: Enciclopedia Seda (op. cit.); Vollmer, 1999 (opera citata).

    ARRIA MALARA MARIA - Reggio Calabria, 1917

    Ha iniziato la sua formazione nella bottega di Alfonso Frangipane, a Reggio, frequentando in prosieguo l’ Istituto d’arte con i docenti Ugo De Palma e il siciliano M. M. Lazzaro; ma determi- nante per la sua formazione artistica fu l’opera di Vincenzo Ciardo, che ispirò il suo lavoro degli anni cinquanta e sessanta. Ha ordinato numerose personali: 1960, Reggio Calabria, Sala Vespa; 1962, Taormina, Palazzo Corvaja; 1968, Napoli, Galleria Vittoria; 1971, Firenze, Galleria Michelangelo; 1972, Reggio Calabria, Galleria La Tela e Castello di Altafiumara; 1973, Torino, Galleria Cassiopea; 1974, Milano, Galleria Montenapoleone; Reggio Calabria, Galleria Punto Blu; 1975, Atene, Galleria Thalassinos; Capo d’Orlando, Galleria Agatirio; 1978, Philadelphia, Galleria CIDA; Sondrio, Salone della Provincia; 1980, Cosenza, Galleria Il Triangolo; 1982, Reggio Calabria, Galleria La Tela; 1983, Reggio Calabria, Liceo artistico, Mostra antologica; 1988, Bologna, Galleria Spazio 10; e preso parte a varie collettive: 1951, Palermo, Mostra del fiore; Reggio Calabria, X Biennale d’Arte; 1953, Roma, Palazzo delle Esposi- zioni, Mostra Arte nella Vita del Mezzogiorno; 1956, Bari, Maggio di Bari; 1958, Villa San Gio- vanni, Premio di pittura (è stata successivamente invitata a tutte le edizioni del premio); 1959, Mostra Sindacato artisti reggini (invitata ad altre edizioni); 1962, Acitrezza, Premio Acitrezza; 1963, Napoli, Mostra d’Oltremare; 1964, Pizzo Calabro, Premio città di Pizzo (invitata ad altre edizioni); Spoleto, Premio Spoleto; 1965, Ariano Irpino, Mostra città di Ariano; 1968, Diamante, Premio Diamante; 1973, Milano, Mostra di Palazzo Serbelloni, premiata con l’Ambrogino; 1974 e 1975, Armenia Bielorussia Giappone Germania Inghilterra, Mostre collettive itineranti; 1978, Reggio Calabria, Museo Nazionale, collettiva Giornate europee; 1981, Cosenza, Premio Cosenza 81, premiata; 1984, Reggio Calabria, mostra Cristologica; 1991, Reggio Calabria, Consiglio Regionale, Premio alla carriera; 1994, Villa San Giovanni, Premio Kiwanis alla carriera. Nel 2011 presso il Museo archeologico di Lamezia Terme si è tenuto il convegno Maria Arria Malara - un’artista fuori dal palcoscenico, organizzato dall’Amministrazione comunale con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e l’Associazione Archeologica Lametina. Hanno scritto: De Grada, Frangipane, Baldini, Valsecchi, Bernardi, Sala, Budigna, Villani, Mormino, Domenico, Micalizzi, Ulivi, Selvaggi. Lett.: Comanducci, Milano(op. cit.); Lui chi è?, Torino; Bolaffi, n. 18, Torino 1982; I classici italiani, Cida, Roma 1984.

    ARRUZZA MIKE - Dasà (VV), 1937

    Dopo aver vissuto per molti anni a Milano e per brevi periodi negli Stati Uniti d’America (esponendo in alcune Gallerie: Old Town Gallery di Stamford) è tornato al suo paese d’origine, dove vive e opera. Molti critici considerano l’opera Quella notte a Betlemme come il suo capolavoro. Dipinge scene di vita di paese e piccoli episodi di storia locale. Nel 2006, a Reggio Calabria, palazzo Campanella, è stata presentata l’opera L’assassinio di Giuditta Levato, la donna uccisa nel 1946 a Calabricata, nel basso Crotonese, dopo, una vicenda legata alle lotte per la terra, la sconfitta del latifondo, la crescita della democrazia italiana.

    ASCONE PAOLA - Catanzaro, 1982

    Nata a Catanzaro si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti della città in Scultura. Partecipa nel 2010 al Premio Nazionale delle Arti (M.I.U.R) nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e nel 2011 a diverse collettive, come Ustrumbu presso il Complesso Monumentale S. Giovanni e Zone Scoperte 3. Omaggio all’Italia, presso il Palazzo della Provincia di Catanzaro. Centrale nei suoi lavori è l’idea di recupero, da cui muove una ricerca che tocca sia la sfera personale che pubblica. Attraverso la fotografia, i corti e la performance, Paola Ascone indaga l’individuo in sé e per sé, mentre tramite la scultura raggiunge gli spazi del sociale e della collettività. Nel 201 partecipa, con gli altri tre artisti selezionati per la borsa di studio 2012 della Dena Foundation, a una collettiva presso il Marca di Catanzaro, a cura di Alberto Fiz e Serena Carbone.

    ASTERIA NELLO - Grotteria (RC), 1930

    Trasferitosi a Sirmione, ha avuto contatti con molte gallerie d’arte, realizzando una pittura la cui spinta esterna, secondo quanto affermato dallo stesso pittore, gli è venuta da Nicolas De Stael. Ha ordinato numerose personali: Verona, Galleria Ghelfi; Venezia, Galleria Il Cavallino (galleria di riferimento), Trento, Galleria Argentario; Firenze, Galleria Michelangelo; Brescia, Galleria San Michele. Hanno scritto: Domenico Cara, Giorgio Kaisserlian (monografia, ed. della Conchiglia, Milano 1967) e altri. Lett.: Enciclopedia Seda (opera citata).

    ATTINÀ ANTONINO - Reggio Calabria, 1953

    Ha conseguito il diploma all’accademia di Reggio Calabria con Giuseppe Marino; si è poi trasferito a Milano, dove vive e lavora. Ha iniziato la sua attività artistica nel 1976, con una mostra a Messina e con l’attribuzione di un premio per l’incisione dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Ha tenuto mostre a Milano, Roma (Galleria Il Canovaccio), Agrate Brianza, Ulm / Donau (Casa della Cultura), col Gruppo I Mediterranei, catalogo a cura del critico Lucio Barbera.

    ATTIVISSIMO GIUSEPPE - Crotone, 1951 - 1992

    Ha compiuto gli studi all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Ha esposto a Crotone nel 1975 e l’anno dopo a Napoli, allo Studio Ganzerli. Il critico Gino Grassi, in occasione di questa personale, così lo presentò: Attivissimo è un autentico talento incompreso. Ce lo presenta Gaetano Ganzerli, su proposta di Enrico Bugli. Il quale, nella sua veste di docente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, ha scoperto questo singolarissimo giovane artista; altri giudizi lusinghieri ne diedero Ciro Ruyu e Gino Grassi. Successive personali del pittore: 1977, 1980, Crotone, Galleria Il Tripode; 1980, Roma, Studio d’arte 5 x 5; Napoli, Ellisse, centro ricerche. Prese anche parte ad alcune collettive e premi (Catanzaro Amantea Messina Napoli Roma Cosenza). Il Comune di Crotone gli ha reso omaggio, nel 2010, con una mostra al Museo civico del castello di Carlo V, catalogo a cura di Antonio Sfortuniano. Commenti critici sull’artista di Fernando Miglietta, Tonino Sicoli, Vito Barresi, Luigi Dima, Aurelio Rizzuti.

    AUGIMERI DOMENICO - Palmi (RC), 1834 - 1911

    Di estrazione borghese, figlio di Teofilo e di Aurora Migliorini, il giovane Augimeri intraprese gli studi artistici prima all’Istituto d’Arte di Firenze e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Napoli, sotto la guida di F. Palizzi e di D. Morelli, che lo considerò sempre uno dei suoi migliori discepoli, lo stimò e gli fu amico. Ritornato a Palmi, lavorò sopratutto in Calabria, dove si conservano la gran

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