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Il buon frutto dalla buona pianta. Dal ciclo ovarico al ciclo riproduttivo: interpretazione dei dati: Un approccio metodologico nuovo per comprendere lo starter di malattia. Studio del ciclo ovarico/gravidanza e terapia dei comuni disordini endocrini. Inedita risoluzione di casi clinici
Il buon frutto dalla buona pianta. Dal ciclo ovarico al ciclo riproduttivo: interpretazione dei dati: Un approccio metodologico nuovo per comprendere lo starter di malattia. Studio del ciclo ovarico/gravidanza e terapia dei comuni disordini endocrini. Inedita risoluzione di casi clinici
Il buon frutto dalla buona pianta. Dal ciclo ovarico al ciclo riproduttivo: interpretazione dei dati: Un approccio metodologico nuovo per comprendere lo starter di malattia. Studio del ciclo ovarico/gravidanza e terapia dei comuni disordini endocrini. Inedita risoluzione di casi clinici
Ebook332 pages3 hours

Il buon frutto dalla buona pianta. Dal ciclo ovarico al ciclo riproduttivo: interpretazione dei dati: Un approccio metodologico nuovo per comprendere lo starter di malattia. Studio del ciclo ovarico/gravidanza e terapia dei comuni disordini endocrini. Inedita risoluzione di casi clinici

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Attribuendo nuovi significati alle molecole che danno vita alla Vita, la complessità dei fenomeni biochimici sembra dissolversi nel sicuro fluire di nuove informazioni, che portano l’attenzione a focalizzarsi proprio su un fluido organico, quello principe: il sangue.
LanguageItaliano
Release dateSep 9, 2015
ISBN9788868223175
Il buon frutto dalla buona pianta. Dal ciclo ovarico al ciclo riproduttivo: interpretazione dei dati: Un approccio metodologico nuovo per comprendere lo starter di malattia. Studio del ciclo ovarico/gravidanza e terapia dei comuni disordini endocrini. Inedita risoluzione di casi clinici

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    Il buon frutto dalla buona pianta. Dal ciclo ovarico al ciclo riproduttivo - Anna Turano

    ANNA TURANO

    Il buon frutto dalla buona pianta

    Dal ciclo ovarico al ciclo riproduttivo:

    interpretazione dei dati

    Un approccio metodologico nuovo per comprendere lo starter di malattia. Studio del ciclo ovarico/gravidanza e terapia dei comuni disordini endocrini. Inedita risoluzione di casi clinici

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy

    Edizione eBook 2015

    Isbn: 978-88-6822-317-5

    Via De Rada, 67/C - 87100 Cosenza

    Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672

    Siti internet: www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinilibri.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    PRIMA LETTURA (Is 49,3.5-6)

    Ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza.

    Dal libro del profeta Isaìa.

    Il Signore mi ha detto:

    «Mio servo tu sei, Israele,

    sul quale manifesterò la mia gloria».

    Ora ha parlato il Signore,

    che mi ha plasmato suo servo dal seno materno

    per ricondurre a lui Giacobbe

    e a lui riunire Israele

    – poiché ero stato onorato dal Signore

    e Dio era stato la mia forza –

    e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo

    per restaurare le tribù di Giacobbe

    e ricondurre i superstiti d’Israele.

    Io ti renderò luce delle nazioni,

    perché porti la mia salvezza

    fino all’ estremità della terra».

    Parola di Dio

    SALMO RESPONSORIALE (Salmo 39)

    Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

    Ho sperato, ho sperato nel Signore,

    ed egli su di me si è chinato,

    ha dato ascolto al mio grido.

    Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,

    una lode al nostro Dio.

    Sacrificio e offerta non gradisci,

    gli orecchi mi hai aperto,

    non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.

    Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

    «Nel rotolo del libro su di me è scritto

    di fare la tua volontà:

    mio Dio, questo io desidero;

    la tua legge è nel mio intimo».

    Ho annunciato la tua giustizia

    nella grande assemblea;

    vedi: non tengo chiuse le labbra,

    Signore, tu lo sai.

    liturgia del giorno 19/01/2014

    mia mamma è da un anno in cielo ed io sono davanti a lei…

    ciao mamma, dedicato a te con l’aiuto dello Spirito Santo. Amen!!!

    PRESENTAZIONE

    Nel seguire Anna attraverso il suo lungo e faticoso percorso, che l’ha portata alla stesura di questo libro, non potevo rimanere indifferente all’approccio adottato per la sua ricerca, al di là delle sorprendenti intuizioni ad essa correlate.

    La solitudine di intensi anni di studio era rotta, di tanto in tanto, da profonde confessioni a chi scrive, divenuto nel tempo depositario privilegiato dei suoi entusiasmi e dei suoi disagi.

    Non è stato sempre agevole rileggere la fisiologia con gli occhi, anche se illuminati, di Anna, ma, infine, mi è stato permesso di scoprire un mondo nascosto, che parlava un linguaggio di cui, anch’io, nella mia esperienza di medico, avevo già cominciato a sospettare l’esistenza senza, però, avere completa cognizione della nuova semantica.

    Quest’ultima era celata nell’imbarazzante (per me) capillare conoscenza biochimica di Anna.

    Attribuendo nuovi significati alle molecole che danno vita alla Vita, la complessità dei fenomeni biochimici sembra dissolversi nel sicuro fluire di nuove informazioni, che portano l’attenzione a focalizzarsi proprio su un fluido organico, quello principe: il sangue.

    Quel sangue inteso, soprattutto, come veicolo di quell’essenza di vita, intuita per primo, e così suggestivamente denominata, da Michael Sendivogius, alchimista, medico e filosofo polacco che visse a cavallo tra il XVI e XVII secolo.

    L’essenza di vita altro non era che l’elemento chimico isolato un secolo e mezzo più tardi da Scheele e Priesley e battezzato da Lavoisier ossigeno.

    Una cellula specifica del sangue, il globulo rosso, l’unica cellula dell’organismo a non possedere il nucleo, ha il potere di catturarlo nei polmoni e rilasciarlo ai tessuti fin nelle regioni più estreme dell’organismo. Per raggiungere i microscopici capillari il globulo rosso si avvale della proprietà tipica del sangue inteso come fluido: il suo scorrere.

    La qualità di tale proprietà, conseguenza della quantità di acqua presente nel sangue, diventa il fondamentale punto di partenza delle valutazioni dell’Anna Turano ginecologa, riguardanti lo sviluppo dell’organismo dal momento del concepimento fino alla nascita e alla successiva maturazione.

    Grazie alla meticolosa osservazione ecografica, Anna ha potuto documentare, così, la correlazione esistente tra embriogenesi e alimentazione della madre per giungere ad individuare i rimedi.

    Per me fu stupefacente notare che l’intima connessione tra embriogenesi e alimentazione poteva richiamare, per analogia, una considerazione del grande Leonardo da Vinci:

    Vari cibi generano vari sangui e vari sangui fanno varie nature di sperma e vari spermi fanno varie complessioni nei figlioli.

    Da notare il verbo generare, predicato di cibi e che ha come oggetto i sangui. Il sangue, cioè, non è sempre lo stesso ma è, soprattutto, funzione dei cibi, nella loro varietà e qualità.

    Quella analogia appena considerata richiama anche il processo analogico, saggiamente applicato alla sua indagine, che ha permesso ad Anna di individuare, ad esempio, dei fondamentali e sorprendenti parallelismi tra ciclo mestruale e gravidanza.

    L’uso dell’analogia non è, comunque, separato dall’applicazione di quella che reputo la più importante qualità espressa da Anna: l’umiltà.

    Utilizzando questi due strumenti, analogia e umiltà, abbinate, in ogni caso, ad una profonda preparazione medica e scientifica in senso più lato, Anna mi ha permesso, così, di rileggere la fisiologia con occhi nuovi, mostrandomi il sovvertimento di un sistema di pensiero consolidato, che lascia spesso senza risposte domande lecite, che sorgono quando la riflessione sulla fisiopatologia abbandona i percorsi abituali.

    Da qui origina un nuovo approccio alla ricerca, che è talmente nuovo che non può che essere… antico.

    Mi riferisco a quello adottato dai cosiddetti filosofi della Natura, gli eretici innovatori rinascimentali.

    Il primo in assoluto (primum hominum novorum), il nostro Bernardino Telesio, nell’introduzione al De rerum natura iuxta propria principia suggerisce il corretto approccio allo studio della Natura stessa partendo dalla critica di "coloro i quali prima di me hanno scrutato la struttura di questo mondo. (…) Quando hanno esaminato le cose e le loro forze non hanno ascritto ad esse quella natura e quella facoltà delle quali appaiono fornite (come era necessario fare), ma gareggiando in sapienza con Dio nell’osare ricercare con la ragione i princìpi e le cause del mondo e credendo e pretendendo di aver trovato ciò che non avevano trovato, hanno immaginato il mondo a loro arbitrio".

    Queste parole appaiono, ancora oggi, drammaticamente attuali e tradiscono la necessità di un atteggiamento umile e rispettoso della Natura, che è proprio di chi ha osservato ciò che il senso ha svelato e ciò che può essere ricavato dalla somiglianza delle cose percepite dal senso.

    Il senso (sensus) nell’accezione telesiana più vera, e non in quella che la confonde con i sensi, è proprio ciò che ha parlato ad Anna con la voce della Natura, portandola a scoprire, per somiglianza (analogia), insospettati ma reali aspetti della fisiologia umana.

    Una Anna Turano che, per tali considerazioni, mi piace definire profondamente telesiana, perché, da degna figlia della sua Città, affonda le radici del suo pensiero originale anche nel fertile, inquieto, terreno del Rinascimento Cosentino.

    Qui è germogliata e cresciuta quella buona pianta che ha generato il suo buon frutto: non solo un libro da leggere e da studiare, ma di cui nutrirsi e su cui meditare.

    Gabriele Montera

    Cosenza, 14 maggio 2015

    PREFAZIONE

    Quando fare il medico coincide con l’essere medico la professione diventa una missione.

    Confesso che talvolta si è distratti, ma l’amore per le persone resta un punto fermo.

    L’infarto aveva segnato il volto di mia madre ormai pallidissimo, madida di sudore freddo, con labbra nere e occhi sbarrati di paura.

    Ho ricordato un buon testo, metteva a fuoco la priorità dell’abbraccio nel paziente in preda ad un attacco di asma, perché l’abbraccio dissipa la paura e anche l’attacco di asma, ed è quello che ho fatto. Ho abbracciato mia madre per trattenerla in vita, nella mia vita.

    L’ho abbracciata fortissimo, e lei ha smesso di avere paura ed ha ripreso a respirare bene.

    Intanto ho chiesto acqua zucchero e sale e poi anche pane senza glutine che le avrei somministrato piano piano piano e mamma non è più morta.

    Se ne è andata tre giorni dopo, ma era bella, bellissima.

    Il cuore non ce l’ha fatta ad assecondare tutti i percorsi vascolari e si è fermato. Così il sangue ha fermato la sua corsa precipitando al centro del corpo.

    Mio fratello l’ha trovata bianca bianca bianca, mentre manovre rianimatorie hanno rimandato in superficie sangue blu e mamma è rimasta blu. Il blu è segno di stasi vascolare: solo anidride carbonica e niente più ossigeno, caratteristico del sangue venoso.

    Poi l’ultimo viaggio, senza dolore, senza più vita, destinazione il confronto con il Cielo.

    Claudia, una signora bella con i capelli lisci e grassi, faceva ormai fatica a parlare perché questo le riassorbiva la esigua energia residua. Nel parlare, il suo viso bianchissimo si atteggiava in moti di sfumata e rassegnata rabbia per la fatica; rabbia rassegnata, tratteggiata da qualche piccolo sbuffo, proprio di chi deve eliminare anidride carbonica. Ergo scarso ingresso di ossigeno, stasi vascolare, cioè la circolazione a bassa gittata.

    Ho chiesto io a Claudia di diventare mia paziente, una giovane donna e mamma non poteva essere liquidata con una diagnosi approssimativa di DEPRESSIONE COSMICA!!!!

    Claudia è guarita, ed è una donna e madre efficiente.

    Claudia, da paziente, ha seguito un percorso di riposo funzionale di tutti gli organi della digestione con alimenti semplici, digeribili per chiunque e frazionati secondo il bio ritmo, cioè 5 pasti a cominciare dalle 7 del mattino ed ogni volta con la formuletta: cereali, proteine che non impegnano il pancreas corticale e che quindi non stressano le isole, con vari micronutrienti e ioni di verdura e frutta e sale, soprattutto il sale che è il motore, insieme al glucosio, delle reazioni chimiche.

    Tolti di mezzo elementi di intolleranza genetica, pian piano e poi velocemente, ella ha riacquistato una circolazione del sangue fluida e piena che ha conferito efficacia alle catene metaboliche che avvengono normalmente come previsto dal funzionamento intrinseco dei vari organi.

    A livello ipotalamico l’orchestra ha cominciato a funzionare come si deve, partendo dal livello di salvaguardia della sopravvivenza, sino al recupero della felicità e della vita riproduttiva.

    Sonia, gravida di sei settimane, la faccia bianca come un lenzuolo, adottata la terapia diventa rosea e bella e giovane mamma di una meravigliosa bambina nata due mesi fa.

    Sonia e Claudia, giovani donne, hanno probabilmente scongiurato una storia di sclerodermia, ipertensione polmonare.

    Dovranno fare attenzione prendendosi cura di sé per tutta la vita, bloccando la patologia in agguato. Evitare l’essere in sé delle patologie: è questo quello che in gravidanza si può fare.

    Vediamo di capire come…

    La stesura della Prefazione è stata fatta in collaborazione con la dott.ssa Sofia Vetere, cara amica e persona di grande spessore morale e culturale.

    INTRODUZIONE

    Questo lavoro tenta, nella sua prima parte, di spiegare il passaggio che inevitabilmente occorre quando si passa da una condizione di normalità e benessere alla malattia.

    Molte patologie sono già presenti alla nascita, cioè il neonato ha la predisposizione netta ad ammalarsi di questa o quella malattia, e questo è dovuto non solo alla genetica ma, per lo più al percorso-nascita che ha attraversato la gestante nel tempo della sua gravidanza.

    Il passaggio da fisiologia a patologia si estrinseca in molteplici possibilità e la malattia può essere più o meno grave, acuta o cronica, spesso subclinica.

    Ma il suo starter è sempre la perdita degli equilibri.

    Questi concetti sono noti dall’antichità tuttavia la medicina moderna sembra ignorare che il recupero dell’equilibrio, quando ancora la patologia non si è affrancata, la spegne sul nascere o ne interrompe il decorso riportando l’organismo al pieno benessere.

    Questo concetto vale per tutto: per la febbre ma anche per le malattie autoimmuni, i tumori.

    La malattia segue sempre un percorso e si fa strada nel tempo approfondendosi poiché la noxa patogena iniziale scardina un equilibrio che si amplifica come un’onda e si ripete e si ripete e gli effetti del danno provocato si assommano sino ad un punto limite oltre il quale diviene manifesto lo stato di malattia.

    Ad interrompere l’equilibrio è sempre il sovvertimento del bioritmo, ritmo sonno veglia e ritmo dell’assunzione di cibo in primis ed inoltre farmaci e droghe non opportuni nei tempi nei modi nella quantità, nella qualità, non necessari all’economia dell’organismo, fatica, dispiaceri. In tal modo si sottopone l’organismo ad uno stress, ed è lo stress, cioè lo sforzo, che fa da starter al momento patologico.

    Ogni eccesso ed ogni difetto per il corpo sono stress e da qui bisogna partire per potere capire e quindi curare.

    La conoscenza della chiave interpretativa dello squilibrio, cioè il motivo per cui esso viene generato, rende possibile la migliore cura.

    La migliore cura è sempre la più breve, la meno invasiva e deve tendere alla guarigione della persona, non solo alla sospensione del sintomo.

    Così la pratica medica diventa realmente affascinante, semplice e risolutiva; ed il preciso collocamento delle terapie da parte del medico si disporrà facendo riferimento al bioritmo; l’uso dei farmaci sarà sempre temporaneo, e questi saranno ausilio per la guarigione e non sostituti di funzione.

    La qualità della vita, alla quale si deve sempre puntare, è funzione del benessere di tutti gli organi e non può essere il frutto di un alchemico intreccio di principi farmacodinamici.

    Nel testo i primi due capitoli fanno il punto su questi concetti e si fa particolare riferimento al metabolismo aerobio che è quello da cui noi esseri umani traiamo la nostra energia. Il punto osservazionale è però inedito e fa luce, in maniera semplice, su concetti ultraconosciuti ma che, a tutt’oggi, restano incompresi. Con poche note si fa luce su tanti irrisolti misteri, come quello del colesterolo.

    Dal terzo capitolo in poi ci si addentra in tematiche spettanti alla ginecologia e all’ostetricia e si offrono spunti di riflessione per l’approfondimento di qualunque tema trattato e da trattare in altri settori della medicina.

    Si indaga sulle analogie che si colgono tra un ciclo mestruale e un ciclo riproduttivo e come gli eventi che si susseguono in questi tempi non siano altro che la conseguenza delle biosintesi molecolari da substrato che derivano dagli assorbimenti, frutto dell’alimentazione. Ad alimentazione cui non consegue un regolare assorbimento, corrisponde una alterazione dei cicli riproduttivi.

    Il punto culminante di un ciclo mestruale è la mestruazione così come il punto culminante di una gravidanza è il parto e la serie di eventi biochimici che si verificano lungo l’arco temporale di 4 settimane in pratica si ripete nelle 40 settimane della gravidanza.

    Le modificazioni degli eventi regolari e fisiologici del ciclo mestruale / gravidanza che caratterizzano i disordini del ciclo e la patologia della gravidanza sono sempre dovute a modificazioni ormonali, e interpretabili dunque dal punto di vista biochimico.

    È proprio su questi percorsi di patologia che si tenta di fare luce affinché la classe medica possa orientarsi con maggiore consapevolezza nel complesso mondo della endocrinologia ginecologica e ostetrica, partendo da concetti chiave che vengono ripetuti tante volte, e che sono alla base dei comuni disordini con i quali il medico si confronta quotidianamente.

    Ci si sofferma su altri particolari partendo dal presupposto che la molteciplità degli eventi biochimici è legata a molte variabili che non prescindono dalla genetica e dal sistema di relazione. Su questo punto si fa un tentativo di interpretazione per capire come si interseca la vita di relazione con quella fisica.

    Come il sistema di relazione interviene, modificandoli gli eventi biochimici?

    Quando le reazioni nel corpo sono immediate è certo che prescindono dai tempi di sintesi e di rilascio in circolo di molecole. Allora la via attraverso la quale tali reazioni accadono è certamente quella dei fenomeni elettrici che modificano l’ambiente elettrochimico. Le variazioni elettriche perturbano l’ambiente e le reazioni biochimiche sono reattive, cioè sono quelle che possono avvenire in un ambiente elettricamente modificato.

    In sintesi, se l’ambiente è carico negativamente o positivamente, i flussi si orienteranno in un verso o in un altro a seconda della corrente che si genera. Noi attribuiamo grande valore, nel testo, alla quantità di ioni Sodio che sono presenti nel sangue, partendo dal presupposto che dalla quantità di questo ione nei fluidi dell’organismo dipendono gli altri, potassio, calcio, magnesio. La carica dello ione sodio determina quello dello ione potassio ed insieme essi gestiscono la polarità della membrana cellulare. Alla membrana cellulare è affidato il compito di contenere e custodire l’intera architettura della cellula ed il suo elettivo lavoro. Quando la cellula è integra ogni sua funzione viene assicurata, quando la membrana cellulare è instabile la cellula può continuare a svolgere il suo lavoro oppure essere sovvertita nelle sue funzioni. Una contrazione muscolare, se tonica o efficiente o spastica, dipende solo da quanto è possibile fare affidamento sulla qualità della fibrocellula muscolare e questa dipende in primis dall’equilibrio di membrana. Per fare un esempio, la contrazione spastica di una fibrocellula muscolare genera la colica e si risolve modificando l’ambiente elettrochimico in cui questa cellula è immersa, per l’appunto. L’ambiente in cui la cellula è immersa dipende dalla qualità e quantità del sangue che arriva a nutrirla. Oltre che a questi parametri bisogna fare riferimento a quanto e se il sangue arriva in quel distretto a rifornire di nutrienti e ioni e gas quella cellula.

    I flussi di corrente viaggiano nel sangue, dunque la strada da percorrere è l’esplorazione della qualità del sangue, valutare l’efficienza del sistema di distribuzione.

    In particolare, se dal punto di vista dell’efficienza vascolare e nervosa un sistema corporeo è molto stabile, solo un evento eccezionale riuscirà a modificare il percorso già iniziato in un distretto (stomaco, ovaio, testicolo, rene ecc.); se invece il tessuto è già particolarmente instabile, un evento, anche modesto, riuscirà a modificare il decorso di una funzione, perturbandola o interrompendola.

    Ritornando al tema della relazione del mondo fisico esterno con il nostro corpo, funzione che viene esercitata praticamente in continuazione nella vita, si parte da un’ipotesi interpretativa sul lavoro della neuroipofisi.

    Il sistema di relazione interagisce con le funzioni cognitive e somatiche esercitando la sua azione a livello dell’ipotalamo. L’ipotalamo è la sede di raccolta

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