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Fermati... e ripartiamo
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Fermati... e ripartiamo

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Descrizione


 

Da quando il codice stradale prevede che per multare una persona che non si è fermata a uno stop si deve procedere a una perquisizione corporale contro il cofano dell'auto? E senza nemmeno dare la possibilità di capire con chi si ha che fare? Poliziotto o meno che sia, rischia di fare i conti con un Taser.

Ma nonostante l'inadeguatezza di quel tocco, c'è qualcosa di familiare nel modo in cui Violet si sente sfiorare – perfino l'aroma della colonia è di un profumo che le rievoca sensazioni.

Non avrebbe mai sognato, quando l'inopportuna perquisizione giunse al termine, che si sarebbe trovata faccia a faccia con il suo vecchio fidanzato delle superiori, il casinista della città e l'amore della sua vita, Devon Land. Se lo era trovato davanti con un ghigno poco rassicurante, più sexy di quanto ricordasse e divertito dalla sua messinscena.

Un grande errore l'aveva costretta a dire addio a una carriera a New York, città che aveva imparato ad amare, costringendola a tornare a casa in Alabama. Aveva giurato che non avrebbe mai fatto ritorno nella sua piccola città di provincia, voleva relegarla nel passato. Ma con una tentazione come Devon, deciso a farle ricordare la vita che si era lasciata alle spalle...

Non era certa del motivo che la spingesse a far riemergere emozioni sepolte da anni, ma stava diventando una sfida che valeva la pena vivere una seconda volta.

LanguageItaliano
Release dateDec 7, 2015
ISBN9781519940544
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    Fermati... e ripartiamo - Terry Towers

    Descrizione

    ––––––––

    Da quando il codice stradale prevede che per multare una persona che non si è fermata a uno stop si deve procedere a una perquisizione corporale contro il cofano dell'auto? E senza nemmeno dare la possibilità di capire con chi si ha che fare? Poliziotto o meno che sia, rischia di fare i conti con un Taser.

    Ma nonostante l'inadeguatezza di quel tocco, c'è qualcosa di familiare nel modo in cui Violet si sente sfiorare – perfino l'aroma della colonia è di un profumo che le rievoca sensazioni.

    Non avrebbe mai sognato, quando l'inopportuna perquisizione giunse al termine, che si sarebbe trovata faccia a faccia con il suo vecchio fidanzato delle superiori, il casinista della città e l'amore della sua vita, Devon Land. Se lo era trovato davanti con un ghigno poco rassicurante, più sexy di quanto ricordasse e divertito dalla sua messinscena.

    Un grande errore l'aveva costretta a dire addio a una carriera a New York, città che aveva imparato ad amare, costringendola a tornare a casa in Alabama. Aveva giurato che non avrebbe mai fatto ritorno nella sua piccola città di provincia, voleva relegarla nel passato. Ma con una tentazione come Devon, deciso a farle ricordare la vita che si era lasciata alle spalle...

    Non era certa del motivo che la spingesse a far riemergere emozioni sepolte da anni, ma stava diventando una sfida che valeva la pena vivere una seconda volta.

    Prologo

    Devo davvero rientrare al lavoro adesso, Logan. Ho una riunione che mi aspetta. Violet protestò in modo poco convincente, inarcando la schiena e reclinando la testa all'indietro, permettendo così al suo capo, l'amministratore delegato della G&B Innovations Advertising, di raggiungere più agevolmente la sua pelle sensibile e farsi strada lungo il collo a suon di baci. Le labbra dell'uomo le provocarono brividi di piacere, mettendo a dura prova la sua risolutezza.

    Sarai in ritardo solo di qualche minuto, tesoro. Non ti preoccupare, disse Logan. La strinse più forte a sé con un braccio mentre le afferrava la mano e la poggiava sulla massiccia erezione che gli rigonfiava la patta dei pantaloni: Voglio che tu conosca sempre più a fondo il tuo capo.

    La sua mano indugiò sul membro dell'uomo da sopra i pantaloni tanto da farlo gemere. Aveva ragione, lui era il capo. E chi era lei per contraddirlo? Non sarebbe accaduto nulla di grave per qualche minuto di ritardo. I loro piccanti incontri in ufficio duravano da un bel po', ormai le capitava di cominciare a captare dei pettegolezzi qua e là, le persone avevano cominciato a sospettare che ci potesse essere qualcosa tra loro due. Violet e Logan si erano detti d'accordo sul fatto di mantenere segreta la relazione. Lui era separato e in procinto di affrontare una difficile battaglia per il divorzio, lei non voleva che i colleghi pensassero che si facesse scopare per fare carriera. La posizione che aveva in azienda se la era guadagnata molto prima che la relazione con Logan avesse inizio, ma molti sicuramente non l'avrebbero vista allo stesso modo.

    Rapidamente, gli sbottonò i pantaloni e gli liberò il membro. Lo afferrò e cominciò ad accarezzarlo in tutta la sua lunghezza. Logan non aveva il cazzo più grande del mondo, ma funzionava a dovere. Proprio mentre stava per inginocchiarsi di fronte a lui, per portarselo alla bocca, la porta dell'ufficio si spalancò. Merda. Non poteva crederci! Aveva dimenticato di chiudere a chiave! D'altra parte non si aspettava di dover fare... straordinari quel giorno. La sua visita, per una volta, era strettamente legata a motivi di lavoro, ma Logan riusciva sempre a essere piuttosto convincente quando si metteva in testa qualcosa.

    Rebecca!.

    Il corpo di Violet si irrigidì. Le sue mani erano ancora poggiate sul cazzo duro di Logan, mentre ruotava il capo e notava una donna alta, dai capelli scuri, con gli occhi che saettavano rabbia. Rebecca, la futura ex moglie di Logan. La relazione di Violet col suo capo durava da circa quattro mesi, ma era la prima volta che si trovava di fronte a quella donna.

    Con le guance in fiamme, gli liberò il membro dalla stretta e si alzò, mentre lui cercava di ricomporsi alla bell'e meglio. Era una situazione a dir poco assurda. Non aveva idea di come comportarsi.

    Che cosa ci fai qui, Rebecca?. Osservando Logan, Violet notò un'espressione di sorpresa mista a senso di colpa.

    Lo sapevo! Sapevo che ti stavi dando da fare a destra e a manca ed ero piuttosto sicura che ti avrei beccato qui con questa puttanella!.

    Puttanella? A chi? A me?

    Violet si accigliò mentre continuava a fissare Logan che, incrociando il suo sguardo interrogativo, fece una smorfia. Tutto quello che riuscì a notare in quell'istante fu che lui le aveva mentito, il senso di colpa che stava provando era fin troppo evidente sul suo viso. Le aveva mentito, aveva mentito a entrambe, non aveva più alcun dubbio.

    Non si era mai trovata in una situazione simile e non aveva assolutamente idea di che cosa fare. Un turbinio di emozioni la stava pervadendo – vergogna, imbarazzo, confusione, dolore, rabbia... Tante e tutte insieme, quasi da farla esplodere. Avrebbe voluto gridare, piangere, scappare e non tornare. Riuscì comunque a trattenersi e a non perdere il controllo della situazione.

    Non siete separati, vero?.

    Logan spostò lo sguardo da lei a Rebecca, poi nuovamente su Rebecca. Lo siamo... stati.

    Per qualche settimana. E non la definirei una separazione, Rebecca sbottò, con gli occhi ridotti a fessura, pronti a fulminare la rivale con lo sguardo.

    Violet si accigliò ulteriormente, sempre più confusa. Ma il tuo appartamento? Ci sono stata... non c'era.... Si era trattato allora solo di una grande, riuscita messa in scena? Come aveva potuto essere così stupida? A sua parziale discolpa pensò, però, che Rebecca non si era mai fatta viva in ufficio in quegli ultimi quattro mesi e lui, dovette ammettere a malincuore a se stessa, era stato geniale a orchestrare il tutto. Un vero e proprio mago del doppio gioco.

    Proprio quando pensava che la faccia di lui non potesse diventare più pallida di quanto già fosse, arrivò il colpo di scena.

    Quale appartamento, Logan?. Violet trovò il coraggio di scrutare l'espressione della moglie del suo amante, che sembrava aver dimenticato la sua presenza nell'ufficio per concentrarsi con tutta la sua rabbia sul marito. E dove hai messo la fede nuziale?.

    Lui ritrasse la mano, vergognandosi. Nel cassetto della scrivania. Non ho mai disdetto il contratto dell'appartamento che ho affittato quando ci siamo separati.

    La tensione riempì la stanza, la si poteva tagliare con un coltello. Violet era così confusa che non riusciva a pensare in modo lucido, ma una cosa la sapeva... Doveva uscire da quell'ufficio, e alla svelta. Fino a qualche minuto prima aveva provato dei sentimenti sinceri verso quell'uomo, ma nell'arco di una manciata di secondi l'affetto aveva lasciato il posto a un odio così profondo da farle venire voglia di metterlo al tappeto con un calcio ben assestato nei gioielli di famiglia.

    Inconsapevolmente era diventata l'altra donna, una rovina famiglie. Quell'uomo aveva anche due figli! Si era sempre vantata di essere una donna intelligente e indipendente. Dio, come ho potuto permettergli di prendermi in giro così a lungo? Che stupida, che stupida, stupida! Non

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