Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Una piccola storia d'amore
Una piccola storia d'amore
Una piccola storia d'amore
Ebook176 pages2 hours

Una piccola storia d'amore

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Knox Township, Agosto 1863.

            I sentimenti sono molto forti durante la battaglia di Gettysburg e, benché la leva non sia ancora giunta a Knox, la “Sanguinolenta Knox” mieterà le sue vittime durante l’anno successivo, quando i cittadini si opporranno alla leva obbligatoria. Il fratello di Clara, Solomon, non c’è, e Clara deve gestire la fattoria di famiglia, prendersi cura di sua madre e della sua sorellina, Cecelia.

            Nel frattempo, ferito nella battaglia del Passo di Monterey, ma ancora capace di scappare dalle forze dell’Unione, Jasper e il suo amico Horace si sono persi e sono affamati. Jasper vuole fare ritorno alla Confederazione, ma si sente legato dall’onore a riportare Horace alla sua famiglia, nonostante l’uomo sembri riluttante.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJan 4, 2016
ISBN9781507128640
Una piccola storia d'amore

Related to Una piccola storia d'amore

Related ebooks

Historical Romance For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Una piccola storia d'amore

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Una piccola storia d'amore - Lexy Timms

    Biografia

    L’amore dovrebbe essere qualcosa che dura per sempre, non che è perso per sempre.

    https://www.facebook.com/SavingForever

    *Non esitate a contattarmi e a condividere con me i vostri commenti. Mi piace essere in contatto con i miei lettori.*

    Registratevi per news e aggiornamenti! http://eepurl.com/9i0vD

    La nuova serie di Lexy Timms, MANAGING THE BOSSES è fantastica!

    Appassionata di gioielli antichi e amante delle passeggiate con il suo affascinante maritino, Lexy Timms nel tempo libero ama scrivere. SAVING FOREVER, la sua serie suddivisa in 8 capitoli che si immerge nelle vite di Charity Thompson e del Dr. Elijah Bennett, è un bestseller.

    Descrizione

    Knox Township, Agosto 1863.

    I sentimenti sono molto forti durante la battaglia di Gettysburg e, benché la leva non sia ancora giunta a Knox, la Sanguinolenta Knox mieterà le sue vittime durante l’anno successivo, quando i cittadini si opporranno alla leva obbligatoria. Il fratello di Clara, Solomon, non c’è, e Clara deve gestire la fattoria di famiglia, prendersi cura di sua madre e della sua sorellina, Cecelia.

    Nel frattempo, ferito nella battaglia del Passo di Monterey, ma ancora capace di scappare dalle forze dell’Unione, Jasper e il suo amico Horace si sono persi e sono affamati. Jasper vuole fare ritorno alla Confederazione, ma si sente legato dall’onore a riportare Horace alla sua famiglia, nonostante l’uomo sembri riluttante.

    Prologo

    Le sue gambe stavano per mollare. Jasper respirava a fatica. Il braccio del suo amico penzolava inutilmente attorno al collo di Jasper e i suoi piedi incespicavano sulle radici e sul sottobosco. La sua testa ciondolava sulla spalla di Jasper, che respirava a fatica rantolando, e la sua pelle bruciava.

    Il sudore gocciolava giù dalla fronte di Jasper nel caldo di Agosto. Già da tempo si era sbottonato il cappotto, incurante delle buone maniere, ma non fece molta differenza. Stava trasportando un soldato ferito su un terreno accidentato e lo sforzo ricopriva di sudore la sua camicia all’altezza del petto. Adesso era così stanco che non si prese neppure la briga di schiacciare i moscerini che avevano provocato dei lividi sulla sua pelle.

    D-Dove... La voce del suo amico venne fuori esile.

    Solo un altro po’, improvvisò Jasper. Era ciò che aveva detto per giorni e ora che le condizioni di Horace erano peggiorate, l’uomo si trovava ancor più in uno stato delirante. Non disse a Horace che le sue forze stavano venendo a mancare e che non mangiava da troppo tempo. Non condivise con lui il terrore che lo teneva sveglio di notte.

    Anche qui nella foresta, ben lontano dal campo di battaglia, la guerra li seguiva nel puzzo della ferita di Horace, nelle parole deliranti che diceva al buio Lasciami andare. Lasciami morire.

    Solo un altro po’ avrebbe voluto supplicarlo Jasper.

    Li ho delusi, sussurrò Horace.

    Jasper si inginocchiò tra gli alberi e pregò mentre il suo amico dormiva: che la ferita guarisse, di avere acqua per il giorno seguente, di trovare del cibo rovistando tra i rifiuti, per la salvezza in quei boschi del nord. Il cammino che avevano preso era tortuoso, costeggiato da foreste e campi, e il loro ritardo stava uccidendo Horace.

    Un conato di vomito attirò la sua attenzione, Jasper si buttò a terra, le sua ginocchia crollarono mentre Horace vomitò. Tutta l’acqua che aveva provato a fargli bere un’ora prima non c’era più e il volto di Horace era come di cera.

    Horace. Resta con me.

    Ma la testa dell’uomo penzolò da un lato. Il suo respiro ansimava fiaccamente nei suoi polmoni. Il pus gocciolava dalla benda sua spalla.

    Jasper si guardò attorno disperato. Se solo avesse potuto portare Horace a casa...

    Se Jasper avesse aspettato, Horace sarebbe morto.

    Gli occhi di Jasper adocchiarono un piccolo casolare in rovina tra gli alberi, con mura crollate e un mezzo tetto chiazzato dalle ombre delle chiome della foresta. Seguendo la collina, adocchiò il luccichio di campi di grano. Non c’era nulla per ora. Lui stesso era mezzo morto. Avrebbe preso il coraggio tra le mani, nascosto il suo cappotto e seppellito il suo orgoglio e avrebbe chiesto le medicine e il cibo di cui avevano bisogno.

    Mise il suo braccio attorno alla spalla di Horace e lo mise in piedi, tenendo il corpo dell’uomo tra le sue braccia tremanti. Solo un altro paio di passi.

    Resisti, sussurrò Jasper al suo amico. Un altro paio di minuti. Resisti un altro po’.

    Capitolo 1

    I suoi stessi singhiozzi risuonarono nelle sue orecchie mentre Clara correva, il suo vestito si impigliava tra i rovi e i suoi capelli biondi venivano fuori dallo chignon, facendola cadere di schiena. Riusciva a respirare appena a causa della fitta al fianco e del dolore ai piedi, ma non poteva smettere di correre. La scogliera era lì davanti e prometteva vento e uccellini che cantavano, lontano dal caldo opprimente di Agosto. Un posto in cui poteva starsene da sola, dove poteva manifestare la sua tristezza senza spaventare Cecelia, senza innescare il dolore silenzioso di sua madre.

    Inciampò sugli scogli, gli occhi chiusi per lo sfinimento, e sentì il bruciore del granito sui suoi palmi, sulle sue ginocchia. Il respiro le si trascinava nei polmoni, il corsetto del vestito la comprimeva dolorosamente e le sue gambe tremavano. Sarebbe stata capace di rialzarsi? Quasi non le importava. Cercando di raddrizzarsi, finalmente alzò gli occhi, e sentì che il suo petto era libero.

    Il panorama che aveva davanti agli occhi era diverso da tutto ciò che c’era nel mondo: numerosi alberi sovrastati dalle imponenti onde della terra, il profumo dei fiori di campo trasportato dalla brezza e le ombre delle nuvole prodotte dal loro rapido spostamento. Il creato di Dio in tutta la sua magnificenza ricordava a Clara quanto era rimasto del mondo in cui una volta lei credeva.

    Eppure, a guardare il mare di verde, col trambusto del fiume in sottofondo nelle orecchie, poteva sentire le lacrime che le rigavano le guance. Solomon l’aveva portata lì anche quando era talmente piccola da non poter affrontare la salita da sola, tenendola sulle spalle, e lei lo aveva creduto il più coraggioso, il più saggio e il più forte fratello maggiore che una bambina potesse avere. Un fratello che non l’avrebbe lasciata mai e poi mai.

    Scoppiò in lacrime, un piagnucolio che neppure mordendosi le labbra e stringendo i pugni riuscì a trattenere. Era infantile farsi buttare giù da questo, quando Knox Township era pieno di donne che continuavano a vivere a testa alta con i loro bambini in braccio. Tutti avevano perso qualcuno. Ogni famiglia aveva seppellito chi un figlio, chi un padre o un cugino... e il resto di loro andava avanti con dignità, anche se i loro occhi erano velati di dolore.

    Anche a casa, Cecelia piangeva sommessamente di notte, e la loro madre aveva iniziato a fissare il fuoco di notte in silenzio, come se la sua anima fosse svanita dal suo corpo. Ma con l’arrivo del giorno, mandavano giù il dolore e andavano avanti come se... come se tutto continuasse, con o senza Solomon. Come se fossero riuscite ad accettare che avrebbero potuto non sapere mai cosa fosse successo a Solomon, se fosse vivo o morto, se era un prigioniero, se sarebbe mai tornato a casa. Come se il non sapere non le distruggesse.

    Nei giorni in cui ne era sopraffatta, quando Clara andava fin nella foresta per nascondersi e piangere, lavandosi il viso nel fiume prima di ritornare a casa, quello che invidiava di più era la natura semplice della tristezza della sua famiglia. Per la madre era la perdita di un figlio. Per Cecelia era il tradimento della Confederazione e la perdita di un fratello che era stato gentile, che era stato affidabile. Quando mai Salomon li aveva delusi? Mai.

    Tuttavia, aveva deluso Clara. L’aveva portata a quel belvedere prima di andarsene, serio e in silenzio, e le aveva preso entrambe le mani nelle sue facendole promettere che si sarebbe presa cura di loro.

    La fattoria è la cosa più importante, disse serioso. Potrà mantenere la nostra famiglia per sempre se la rendiamo forte di nuovo, tu e io.

    Non sei spaventato di lasciare tutto ciò nelle mani della tua sorellina? aveva chiesto maliziosamente, provando ad alleggerire il suo stato d’animo, ma le dita di lui la strinsero solo più forte.

    Sei più forte di quanto tu creda. Le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. E intelligente, e coraggiosa. Tirò un sospiro profondo. A volte, persino troppo indipendente per il tuo bene. Lo sai che non sei costretta a mandare avanti la fattoria da sola quando non ci sarò.

    Solomon... Sapeva cosa stava per dire.

    Cyrus sarebbe un buon marito, disse Solomon con fervore. Il suo viso si addolciva sempre quando parlava del suo amico, e lei riconobbe lo sguardo di speranza negli occhi di lui. Cyrus era un uomo buono, di successo, e per Salomon rappresentava la soluzione perfetta: la sua sorellina sposata con un brav’uomo, un amico fidato. Non l’avrebbe mai forzata, ma ci sperava. Gli ho parlato.

    Non l’hai fatto! Voleva fondersi con la pietra. Oh, Solomon...

    Solo per chiedergli di prendersi cura di te mentre non ci sarò. Non voglio andarmene senza averti sistemata.

    Io sono a posto, disse lei semplicemente. "Ho solo diciannove anni, Sol. Ho Cee, e la Mamma. E tu tornerai presto, non è vero?

    Non posso promettertelo. Il suo volto era afflitto. Lo sai che non posso. Cyrus sarebbe gentile con te, e dove c’è gentilezza può crescere l’amore. Clara, disse e sospirò. Pensaci.

    Lo farò, disse, perché era l’unica cosa che avrebbe allontanato la sua paura, e perché il suo sorriso di sollievo era come l’alba.  Avvolse le sue braccia attorno alle spalle del fratello e lo strinse forte. Promettimi che tornerai, Solomon.

    Lo prometto, le disse, le parole le agitarono i capelli. Ma non avrebbe dovuto.

    Non si dovrebbe parlar male dei dispersi, Clara lo sapeva, e quando pensò a suo fratello stroncato a venticinque anni, tutto ciò che poté fare fu appellarsi ai ricordi, solo per evitare il presente. Era oltremodo stupido continuare a sperare. Erano passati mesi. Nessuna parola era buona come una qualsiasi lettera ora.

    Non poteva perdonarlo per averla abbandonata, e non poteva neppure credere che fosse morto. Il suo cuore era un insieme di contraddizioni. Le lacrime le si stavano asciugando sulle guance. Quando si erano fermate lei non lo sapeva, ma doveva ritornare al lavoro. Si guardò le mani, con cui stava ancora stringendo la briglia. Era andata alla stalla per sellare la cavalla di Solomon, Beauty, e per farsi portare in paese per fare provviste.

    Provviste che non potevano permettersi. Ogni mese, sembrava, c’era un’altra crisi. E Clara sentì la speranza scivolare sempre più lontano. Ascoltò i consigli di sua madre, fece quadrare i libri contabili e piantò le colture come le aveva insegnato suo padre. Non era colpa sua, lo sapeva. Il raccolto due anni prima aveva reso meno del dovuto, e non avevano mai recuperato i costi. Comunque, sembrava che niente che lei facesse fosse d’aiuto.

    Beh, starsene seduta a piangere di certo non l’avrebbe aiutata. Si era appena alzata a spolverarsi il vestito quando udì un urlo.

    Cecelia. Non poteva essere che lei.

    Clara si sollevò la gonna e si mise a correre, cercando di mantenersi ai tronchi degli alberi mentre sbandava correndo giù per la collina attraverso i campi. Non importava quante volte avesse detto a Cecelia di rimanere in casa, lontano dalla foresta, sua sorella non l’ascoltava mai. Tu vai sempre nel bosco!

    E adesso era successo: per tutte le volte che Clara aveva avuto paura che nel bosco si nascondessero soldati, o rifugiati, o mercenari e non aveva trovato niente, alla fine adesso era successo. Il suo cuore martellava dalla

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1