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Grazie Giada, grazie Perla
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Ebook72 pages48 minutes

Grazie Giada, grazie Perla

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About this ebook

“Grazie Giada, grazie Perla”.
L’amore da e per gli animali, il valore dei sentimenti umani e le diverse realtà di un vissuto davvero apprezzabile rappresentano gli elementi portanti dell’opera.
Non è la celebrazione di un animalismo sfegatato ma piuttosto la riflessione sulle proprie dirette esperienze circa l’esistenza a contatto con la natura di cui si fa comunque parte.
Giada e Perla sono parte di un tessuto umano che non pretende d’insegnare nulla a nessuno, bensì propone a tutti d’interrogarsi sul significato dei sentimenti umani ad ogni livello e della loro importanza per vivere meglio.
LanguageItaliano
PublisherAbel Books
Release dateSep 6, 2012
ISBN9788867520169
Grazie Giada, grazie Perla

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    Grazie Giada, grazie Perla - Gabriele Cappelletti

    Gabriele Cappelletti

    Grazie Giada, grazie Perla

    Abel Books

    Proprietà letteraria riservata

    © 2012 Abel Books

    Tutti i diritti sono riservati. È  vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Abel Books

    via Terme di Traiano, 25

    00053 Civitavecchia (Roma)

    ISBN 9788867520169

    Giada e Perla: molto più di due pietre preziose

    Dedicato alle mie care boxer

    Giada, Perla ed io

    Mentre scrivo la superstite delle due ragazze riposa a breve distanza dalla scrivania.

    Infatti, la loro casetta, che ho costruito utilizzando le assi di legno residuate dalla ristrutturazione del tetto, è posizionata nella stanza adibita a studio, quasi a fianco dello scrittoio dove elaboro le mie opere.

    Visto dalla porta sembra uno dei normali mobili, ma entrando nella camera si comprende subito che si tratta dell’alloggio adeguato a contenere diversi animali di una certa mole.

    Il suo peso ragguardevole, novanta chili, lo rende adatto a ristere alle sollecitazioni cui viene sottoposto quotidianamente.

    E’ anche provvisto di materassini e dell’immancabile ciotola dell’acqua, oltre ad essere coperto da un tappeto sul quale sono disposte suppellettili e foto in tema.

    Ormai anche la superstite ha un’età più che adulta, oltre i dieci anni, il cui fardello si fa sentire soprattutto attraverso le palesi incertezze nei movimenti e le malattie che vanno insorgendo, pur se tenute a bada fin quando possibile dall’amico Roberto.

    Il suo tipico russare la rende riconoscibile a discreta distanza, ma non produce fastidi di sorta.

    Attualmente è affiancata da tre nuovi ospiti, ancora in fase di adattamento agli usi e costumi della famiglia, ma il periodo di rodaggio più impegnativo è stato già archiviato con successo.

    Per fortuna le difficoltà di ambientazione, giustamente paventate all’inizio, si sono rivelate più teoriche che reali e possiamo presagire un prossimo futuro di tranquillità e comprensione.

    Soltanto nel caso di Rocky c’è stato un problema apparentemente più serio, in quanto si mostrava molto aggressivo e non mi riconosceva alcuna autorità.

    Però, alla fine, ricorrendo alla dolcezza abbinata alla necessaria fermezza, anche lui ha compreso che vivere nella nuova maniera era senz’altro preferibile al randagismo e, anzi, è diventato la mia fedele guardia del corpo, che non vorrebbe mai lasciarmi solo.

    Insomma, il mio rapporto privilegiato con ogni Giada, Perla e affini prosegue senza apprezzabili soste o deviazioni di sorta.

    Ad ogni modo, è risultata molto evidente la differenza fra il comportamento, le ansie, le paure e l’affetto dell’animale che è vissuto in un allevamento, al sicuro in mezzo ai suoi simili, rispetto a quello abbandonato a tutti i pericoli della strada e poi rinchiuso in un canile.

    Antefatto

    La nostra storia, un inestricabile connubio di tante avventure vissute insieme alle due amiche, abbondantemente condite da un profondo affetto reciproco, in realtà è cominciata quasi per caso, ancor prima del loro arrivo in casa.

    In quel periodo, lavoravo ancora in un ufficio pubblico, una collega mi raccontò le dolorose vicende di quella che poi sarebbe divenuta la mia prima Giada.

    Suo padre, ex allevatore di cani presso una lontana città, era stato colto da improvvisa e gravissima malattia, che, infatti, lo avrebbe condotto successivamente a prematura morte.

    In conseguenza, i familiari avevano deciso di farlo trasportare senza indugi nella nostra cittadina, per poterlo meglio assistere almeno moralmente.

    Purtroppo, nella concitazione di quei momenti, nessuno si era rammentato della presenza di una cagna boxer nel giardino della sua casa, rimasta così abbandonata a se stessa.

    Per fortuna, pur se a distanza di parecchio tempo, la mia collega, resa edotta della situazione, si era precipitata nell’abitazione vuota dello sfortunato genitore, rinvenendo la cagna, di nome Giada, ancora viva ma in deplorevoli condizioni di salute, ridotta a pelle ed ossa nel reale significato dell’espressione.

    Sapendo che io desideravo un cane, in quanto avevo perso in precedenza un simpatico volpino, domiciliato presso i miei genitori ma di cui mi ero occupato in

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