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Giraffa innamorata
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Giraffa innamorata

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About this ebook

Roberta racconta come nella vita di ognuno ci sia sempre il tocco di Dio. La storia si districa tra il Brasile, esattamente a Recife, "la Venezia brasiliana", e l’Italia, a Torino e Ferrara. "Giraffa" era il suo soprannome a scuola, la maniera con la quale veniva presa in giro dai compagni, perché alta e dal collo lungo. Con il trascorrere del tempo quella sua ingombrante apparenza si trasforma in una bellezza impagabile, grazie alla quale può finalmente essere felice. Scopre l’amore e cresce come figlia, come moglie, come madre. Incontra anche la perdita, che fa male. Ma sarà sempre la sua autostima a reggerla, come la giraffa, che pure con tutta la sua lunghezza ha solo sette vertebre. E anche Roberta ha le sue "sette vertebre": la famiglia, la salute, la sincerità, la giustizia, l’ottimismo, l’amore e le sue figlie. Conoscendo Angelo scopre poi un sentimento nuovo, il vero amore, quello che fa sentire più leggeri, quello che ci da la forza per continuare a essere felici.
LanguageItaliano
PublisherAbel Books
Release dateOct 13, 2015
ISBN9788867521470
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    Giraffa innamorata - Hannah Lucia Da Silva Franca

    Hannah Lucia Da Silva Franca

    Giraffa innamorata

    AbelBooks

    Proprietà letteraria riservata

    © 2015 AbelBooks

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    AbelBooks – Massimo Lerose editore

    Via Leonardo Da Vinci Pal. CEEPLA snc

    04019 Terracina (Latina)

    ISBN 9788867521470

    Il presente romanzo è opera di pura fantasia.

    Ogni riferimento a nomi di persona, luoghi, avvenimenti, indirizzi e-mail, siti web, numeri telefonici, fatti storici, siano essi realmente esistiti o esistenti, è da considerarsi puramente casuale.

    In memoria di Vincenzo Giambrone, mio marito.

    L’eterno ricordo

    dei suoi occhi e del suo sorriso,

    portava la Magia della Vita.

    La mia eterna gratitudine e mio amore.

    Soltanto una cosa rende un sogno impossibile: la paura di non riuscire. 

    P. Coelho.

    Romanzo autobiografico di narrativa leggera. Roberta la protagonista, racconta per ricordare che nelle nostre vite opera il tocco della mano di Dio, quando siamo impegnati a vivere le nostre vite, desiderando che sia tutto diverso. La storia nasce in una città nel litorale nordest del Brasile, Recife, la Venezia brasiliana, primo porto per chi arriva dall’Europa, città singolare, che si fa ammirare, non solo per il suo porto naturale. Essendo sotto l’ottavo parallelo dell’equatore. Ha un clima tropicale costante, caratterizzato da una temperatura media di trentadue gradi che si alterna a periodi di pioggia utili per rinfrescare quel miraggio tropicale. Si snoda a Torino, a Lido degli Scacchi, uno dei sette Lidi di Comacchio, Ferrara.

    Quello che scrivo nasce dalla maturazione di un percorso, punti luminosi e zone oscure. Così ho capito che, stesso mi capita sconfitte; alle volte, ci riservano delle vincite inattese. Le proporzioni della stessa bilancia dipendono da quello che sappiamo e vogliamo vedere.

    L’ultima cosa che Roberta desiderava era innamorarsi, però come si fa a vivere senza essere innamorati?

    La giraffa così la chiamavano quando volevano riferirsi a lei. Cresciuta molto presto in altezza, nonostante i suoi dodici anni, era un metro e ottantacinque, collo lungo, longilinea, occhi tondi e verdi. I suoi compagni di scuola la prendevano spesso in giro, era la più alta della classe. Con il passare del tempo, quel suo aspetto che prima era ingombrante, si era trasformato in una bellezza apprezzata. La sua andatura dondolante donava fascino ai suoi spostamenti, dandole la grazia e l’eleganza delle giraffe, lei non si sentiva bella, interessante, ma apprezzava il suo spiccato senso visivo, la capacità intuitiva, la generosità, la disponibilità.

    È storia di una figlia, di una donna, la moglie e madre.

    Roberta conosce e sposa Gianni, l’uomo che ha amato dal primo sguardo, da lui ha avuto tre figlie: Paola Carolina e Giulia.

    Lui condivideva da quasi vent’anni lo stesso letto e la vita, senza entusiasmo e partecipazione alla vita familiare.

    Per lei la coppia felice deve essere quella che non smette di correre dietro ai propri sogni e che davanti ai limiti, continua a guardarsi negli occhi come la prima volta, vedendosi, scegliendosi un’altra volta. Così la convivenza non perde la complicità, trasformandosi in frustranti monologhi a due.

    Roberta si interroga su cosa abbia dato origine a tutti quei cambiamenti, cosa ci sia di sbagliato in quella relazione.

    Tra queste difficoltà, vive e racconta storie di figlie e mamma. Parla della sensibilità di Carolina, la prima avventura amorosa di Paola e il gran bisogno d’amore di Giulia. Lottando per sopravvivere al disprezzo e all’abbandono di Gianni che a un tratto le rivela di non amarla più e di dubitare persino di averla amata un giorno. Testo accessibile, storia appassionante e seria.

    Quante volte lasciamo nel cuore sentimenti inespressi, fermiamo un gesto di tenerezza, e blocchiamo in gola una parola dolce e serena, confessando che era importante per noi.

    Dopo diversi tentativi, non riusciva più a nutrire niente che si potesse comparare ai sentimenti per quell’uomo che la ignorava, o forse si prendeva gioco di lei.

    Non le uscivano dalla mente le parole di sua madre: Se ami qualcuno, lascialo libero. Avere coscienza è esistere. Siamo troppo preziosi non dobbiamo perdere tempo alla ricerca di essere chi non siamo, non possiamo e non vogliamo essere. Questo è uno di quei casi del silenzio parlante, se la sua mutezza non le avesse detto, niente non sarebbe così infuriata. La paura di perdere, la paura che la persona amata si dimentichi di noi, ci rendi vulnerabili.

    Perdere fa veramente male, non esiste nulla come la sofferenza.

    Roberta aveva un buco nell’anima, distruggeva la sua auto-stima minando la sua sicurezza, la sua forza. La tenevano in piedi le sue sette vertebre come la giraffa, che nonostante la sua altezza, ha solo sette vertebre. Le sue forze erano le sue sette vertebre: la famiglia, la salute, la sincerità, la giustizia, l’ottimismo, l’amore e le sue figlie; toccando una di queste vertebre lei si piega, sensibile, e finché non riprendere il suo equilibrio, lotta con tutte le sue forze.

    Conosce Angelo, un disabile, nel corpo, ma non nell’anima, che le stende le mani, le offre il suo cuore e l’amore per percorrere la strada insieme.

    L’amore, il vero amore, non pesa ci fa sentire più leggeri e questo è la prova che non sia più amore quello che sentiva adesso per suo marito.

    Non aveva mai visto quell’uomo eppure, in un attimo ha la sensazione di conoscere da sempre, in quell’instante magico intuisce che è tutto chiaro nella sua testa, i suoi problemi possono essere superati.

    La vita sorprende sempre, ogni instante è una sequenza che sembra già programmata, ma da chi?

    Non è stato un vero incontro, lo vide da lontano come chi travede il futuro, dimenticando se stesa vede il riflesso della forza immensa di chi cerca la vita, come forma di esistenza.

    Senza sapere che quell’uomo che le veniva incontro nel suo futuro, le avrebbe cambiato la vita. Lo accarezzava con lo sguardo, imparando che sono i dettagli a fare la differenza tra ciò che ha valore e ciò che è appariscente. In Roberta la sua anima è come il suo cuore, silenziosa, come se aspettasse di incontrare qualcuno intenzionato a restare, così tutto può succedere.

    Quanto più Roberta sentiva la sua vita come un compito, tanto più lei appariva espressiva e continuava la sua strada, cercando di fare del suo meglio, vivendo per le sue figlie che riempivano i suoi pensieri.

    Tra Roberta e la giraffa esisteva una simbiosi, si assomigliavano, in certi momenti le caratteristiche si distinguevano. Nel passaggio delle generazioni, la nostra evoluzione si distingue per dei particolari in ognuno di noi, con la somiglianza a un animale.

    Lui le imprestava le orecchie per sentire e la aiutava a trovare la pace interiore, con lui riusciva sempre a sentirsi felice.

    Quanto era bello vederlo sorridere! I suoi occhi s’illuminavano, la sua voce era dolce e sensuale, di una gentilezza dimenticata. Ogni cosa accade quando è il momento, difficile sarà imparare ad aspettare. Per due anni e mezzo vivono tra il Brasile e l’Italia, una storia che coinvolge ed emoziona, ricca di amore.

    Nessuno potrà capire che è stata la sua delicatezza, la sua pazienza, la costanza e le parole giuste a farla innamorare.

    La vita non si ferma davanti alle avversità, Roberta è stata trovata dal Destino, questo è l’amore che cambia vestito secondo il giorno da vivere.

    Dieci anni dopo si sveglia, accanto ad Angelo, accorgendosi che lo amava ancora di più. Vedeva con certezza inequivocabile che avrebbe detto ancora di sì a quell’uomo che era riuscito con la sua tenerezza e che la dolcezza, a farla innamorare perdutamente.

    Oggi

    Alle due del mattino, nella mia camera, tra le lenzuola che mi abbracciano, e i ricordi che mi fanno compagnia, incontro lo stimolo che mi porta a trasferire sulla carta la storia della Giraffa innamorata. La mia storia non è diversa da tante altre. Se volete sapere perché, dovete ricordare nelle vostre vite il tocco della mano di Dio, quando siete impegnati a vivere le vostre vite, desiderando che sia tutto diverso. Cambiare è difficile, provare ancora di più.

    Quello che scrivo nasce dalla maturazione di un percorso, punti luminosi e zone oscure. Così ho capito che, stesso mi capita sconfitte; alle volte, ci riservano delle vincite inattese. Le proporzioni della stessa bilancia dipendono da quello che sappiamo e vogliamo vedere.

    Penso che possiamo essere più felici di quello che di solito ci concediamo il permesso di essere, principalmente perché abbiamo paura del prezzo da pagare.

    Dobbiamo sempre pensare a Vivere e guardare sempre alle possibilità dei cambiamenti, a tutti i momenti, a ogni età, affrontando come una sfida, la ricerca della sopravvivenza.

    Roberta l’ultima cosa che desiderava era innamorarsi, però come si fa a vivere senza essere innamorati?

    Una Volta

    Roberta apre lentamente gli occhi sentendo il dolce rumore delle onde, inspira lentamente l’odore marino che fa sentire soave la nascita di un nuovo giorno con i raggi tenui del sole. Senza muovere un muscolo, tra sogno e realtà, spuntano i primi rumori del mare sotto casa sua.

    Istintivamente muove la testa a destra per guardare ancora una volta Gianni, l’uomo che ha amato dal primo sguardo, con il quale desiderava condividere tutto della sua vita e dal quale aveva avuto tre figlie che amavano profondamente.

    Con llui condivideva da quasi venti anni lo stesso letto e vita, ma senza entusiasmo e partecipazione nella realtà familiare.

    Ancora una volta sposta lo sguardo a sinistra e la sua sveglia, compagna di solitudine, di silenzi e di attesa di una vita diversa, lo avverte che avrebbe fatto ancora in tempo una delle cose che le piacciono di più: andare al mare, sentire i piedi bagnati nel bagnasciuga, guardando le tracce dell’orizzonte che si confondono nel cielo infinito.

    Cinque e un quarto del mattino. Dopo un sonno profondo derivato dalla stanchezza e dalla solitudine, sente il richiamo del mare che sempre è stato fortissimo e che sempre ha partecipato alla sua vita, un amore indefinito che le ha sempre dato pace e gratificazione.

    Scappa come chi fugge. In pochi minuti indossa un bikini, che le sta in pennello, un pareo e, uscendo dalla camera, allunga gli occhi verso la porta accanto, la camera delle sue figlie, vuota perché loro si trovano in Italia. È estate, siamo a gennaio, questo è il periodo delle vacanze estive, perfetta opportunità per passare le ferie con la nonna paterna e altrettanta per chiarire la sua condizione coniugale con Gianni. Da tanto, questa circostanza era rimandata: ormai era arrivato il momento che temeva, che non potesse, che non doveva rimandare.

    Scende le scale fino al soggiorno, entra in cucina, apre il frigo in cerca di conforto, ricerca qualcosa che colmi quel vuoto. Chiude e, senza volere, legge ancora il messaggio lasciato dalla figlia più piccola, Giulia: Mamma ti amo tanto, oggi e sempre. Con queste parole in testa si catapulta dalla cucina dritta all’ascensore.

    In una discesa di dieci lunghi piani, ripassa la sua vita. Da quasi un mese ha rinunciato alla compagnia delle figlie peraccontentare ancora una volta Gianni, con la scusa di avere più libertà, e tempo per loro. Accompagnate le figlie in aeroporto con destinazione Torino, rientro dopo due mesi, distacco doloroso che ha camuffato con un sorriso pococonvincente. Paola, Carolina e Giulia, tre fiori, diversi per temperamento, con un solo pensiero come potrei sopravvivere, senza di loro, era dolce e amaro quel distacco, in quel momento ha avuto inizio la fine di una famiglia, risveglio di tanti ricordi, attaccamento al passato e paura del futuro, la terra si apriva ai suoi piedi.

    Da quel giorno, nessun dialogo, le parole non venivano, i silenzi erano sempre più presenti, la comunicazione avveniva tramite monosillabi; regnava nell’aria un’attesa struggente per definire chi doveva prendersi la colpa, o giustificare gli atteggiamenti. Questo non finiva, Roberta aspettava l’occasione giusta per sistemare quest’amore scucito con qualche punto in più, perché, anche se sentiva il disprezzo, lo amava e non desiderava che questo periodo

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