Il grande nulla del vaticano
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Milioni di preti, vescovi, cardinali, papi, “affiliati” alla Chiesa, in duemila anni hanno scritto milioni di testi (milioni…) dove non c’è un rigo che dimostri che questo metafisico mondo fantastico tirato in ballo da loro, con un dio a capo e diverse migliaia di “santi” e “beati” subalterni, abbia parvenza d’esistenza. Solo chiacchiere, chiacchiere e crocefisso.
Dai teologi non ho ricevuto risposta alla mia domanda: insomma, questo Dio esiste o non esiste? Sono convinto che a Dio non necessiti alcuna teologia e che non siamo in grado, noi uomini d’oggi, a rispondere a un quesito del genere, che è un quesito scientifico e non religioso. Non sapendo ancora rispondere scientificamente, la mente umana ha inventato le fantasie religiose.
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Il grande nulla del vaticano - Carmelo La Torre
Carmelo La Torre
IL GRANDE NULLA
DEL VATICANO
Quattromila anni di mitologie
da Abramo alla madonna di Medjugorje
Abel Books
Proprietà letteraria riservata
© 2014 Abel Books
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:
Abel Books
via Terme di Traiano, 25
00053 Civitavecchia (Roma)
ISBN 9788867521012
La creazzione der monno
L’anno che Gesùcristo impastò er monno,
ché per impastallo già c’era la pasta,
verde lo vorze fà, grosso e ritonno,
all’uso d’un cocomero de tasta (*).
Fece un zole, una luna, e un mappamondo,
ma de le stelle poi di’ una catasta:
su ucelli, bestie ammezzo, e pesci in fonno:
piantò le piante, e doppo disse: Abbasta
.
Me scordavo de di’ che creò l’omo,
e coll’omo la donna, Adamo e Eva;
e je proibì de nun toccaje un pomo.
Ma appena che a magnà l’ebbe veduti,
strillò per dio con quanta voce aveva:
Ommini da vienì, séte futtuti.
Giuseppe Gioachino Belli
(*) La tasta è il tassello che s’incide nei cocomeri per saggiarli quando sono maturi
INDICE
Premessa
Cap. I L’ANTICO TESTAMENTO
I-1 Una lettura da vietare ai minorenni
I-2 La nascita della Bibbia
I-3 Cenni storici
I-4 L’Antico Testamento da bere
I-5 La Bibbia vista da sinistra
e con gli alieni
I-6 I miracoli biblici
I-7 Adamo, Eva e le foglie di fico
I-8 Noè e il diluvio
I-9 Abramo e signora
I-10 Mosè el conquistador
Cap. II GESÙ’ O CHI PER LUI
II-1 La nascita di Gesù
II-2Gli anni prima della predicazione
II-3 Gesù è esistito?
II-4 Da Giovanni il Nazoreo a Gesù il Nazareno
II-5 Quando sarebbe nato Gesù?
II-6 Quando sarebbe morto Gesù?
Cap. III LE RADICI DEL CRISTIANESIMO
III-1 Il Nuovo Testamento
III-2 I vangeli
III-3 La resurrezione di Gesù
III-4 Le bibliche ascensioni
III-5 L’apparizione e l’ascensione di Gesù
III-6 Gesù storico e Gesù escatologico
III-7 Da Gesù uomo a Gesù fantasyland
III-8 Gesù profetizzato
III-9 La verginità della madonna
III-10 L’iconografia della madonna e l’idolatria dei fedeli
III-11 Pietro e Paolo
Cap. IV I PRIMI PASSI DEL CRISTIANESIMO
IV-1 Il preludio
IV-2 Contro gli ebrei, contro i pagani
IV-3 L’origine della teocrazia cristiana
IV-4 Concili e dogmi
IV-5 Quali martiri?
IV-6 Da Costantino ai secoli bui
Cap. V LA CREAZIONE DEL DIO CRISTIANO
V-1 L’invenzione della consustanzialità
V-2 L’invenzione della transustanziazione, un cannibalismo rituale
V-3 L’invenzione della trinità
V-4 Le invenzioni dell’inferno, del purgatorio e del limbo
V-5 I nove comandamenti
V-6 L’invenzione della croce
V-7 Il Credo
V-8 Il battesimo, esorcismo puro
V9 La penitenza
V-10 Angeli e demoni
Cap. VI IL POTERE TEMPORALE
VI-1 Chiesa e Bibbia
VI-2 Celibato e misoginia della Chiesa
VI-3 Papi, donne e indulgenze
VI-4 Un papa: Clemente VIII
VI-5 Le (poco spirituali) ricchezze della Chiesa
VI-6 La possente organizzazione vaticanea per rastrellare denaro
VI-7 Il duplice volto della Chiesa
VI-8 Il terribile condizionamento dei bambini
VI-9 La madre di tutte le ignoranze
Cap. VII L’UOMO IMMORTALE
VII-1 Credenti e creduli
VII-2 Il bene e il male, il buono e il cattivo, il bello e il brutto
VII-3 La nascita e lo sviluppo delle religioni
VII-4 I misteri e i riti
VII-5 Credenti e non credenti
VII-6 L’evoluzionismo
VII-7 Il divenire
Cap. VIII IL NUOVO MESSIA
Riferimenti bibliografici
Appendice
Inserti fuori testo (box)
Cap. I
Indice della Bibbia
Abbreviazioni bibliche
Tavola cronologica
Cenni di fanta-religione
Il mycoplasma
Prima di Adamo ed Eva
Cap. II
Il presepe
Erode il Grande
Nazareth
La banda dei Boanerghes e i dodici apostoli
Gli esseni
Chi uccise Gesù?
Cap. III
La regola aurea
Gesù il Cristo
Cap. IV
Dal culto di Mitra al culto del Signore
Marcione
Il Concilio ecumenico di Nicea
Elena, la santa
Cap. V
La ragnatela del cristianesimo
Lo sbattezzo
Altri mondi
Cap. VI
I mormoni
Pensieri pagani
I figli delle stelle
L’equazione di Drake
Io ...c’ero una volta
Tavola dei Contenuti
Premessa
Cap. I ANTICO TESTAMENTO
Cap. II GESÙ’ O CHI PER LUI
Cap. III LE RADICI DEL CRISTIANESIMO
Cap. IV I PRIMI PASSI DEL CRISTIANESIMO
Cap. V LA CREAZIONE DEL DIO CRISTIANO
Cap. VI IL POTERE TEMPORALE
Cap. VII L’UOMO IMMORTALE
Cap. VIII IL NUOVO MESSIA
Riferimenti bibliografici
Appendice
Premessa
Quattromila anni di mitologie: dal mitico Abramo alla madonna di Medjugorje.
Il testo che segue si può suddividere in quattro parti: a) considerazioni sull’Antico Testamento (AT); b) considerazioni sul Nuovo Testamento (NT) e sulla vita di Gesù; c) nascita, sviluppo e magagne del cristianesimo; d) idee del libero pensiero. Non rientra negli obiettivi di questo lavoro scoprire se Dio esiste o non esiste, ma che non esiste il dio cristiano e che si può vivere bene senza questo maresciallo partorito dall’umana paura.
La Chiesa, un plumbeo placebo ontologico, sin dai primi secoli, non rappresenta una religione ma un Potere, fondato sulla credenza di fatti mitologici che, oggi, la polvere del tempo e la bimillenaria dialettica clericale hanno trasformato in realtà. Secondo questi miti, tutto ebbe maledettamente inizio quando una costola maschile divenuta donna, grazie alla magia di uno zombie che "aleggiava sulle acque", ascoltò un serpente parlante e mangiò un frutto malefico.
Avevo acquistato lo scritto di Joseph Alois Ratzinger Gesù di Nazareth
, completo di copertina di solido cartone bianco-anima e caratteri oro-luce, con l’intenzione di leggerlo, ma mi sono fermato al termine della prima pagina, alla frase: Anche le religioni non mirano solo a rispondere alla domanda circa la provenienza; tutte cercano in qualche modo di sollevare il velo che copre il futuro
. Poiché non credo negli oroscopi, ho subito riposto il libro nella mia biblioteca, accanto ad alcune Bibbie, che, a guardarle, mi ricordano i papaveri in un campo di grano: sembrano tutto e sono niente.
Queste mie note vogliono essere un contributo ad atei, miscredenti, agnostici, senzadio, umanisti, liberi pensatori, areligiosi, anticlericali, non credenti, scettici, razionalisti, brights. Milioni di preti, vescovi, cardinali, papi, affiliati
alla Chiesa, in duemila anni hanno scritto milioni di testi (milioni…) dove non c’è un rigo che dimostri che questo metafisico mondo fantastico tirato in ballo da loro, con un dio a capo e diverse migliaia di santi
e beati
subalterni, abbia parvenza d’esistenza. Solo chiacchiere, chiacchiere e crocefisso.
Dai teologi non ho ricevuto risposta alla mia domanda: insomma, questo Dio esiste o non esiste? Sono convinto che a Dio non necessiti alcuna teologia e che non siamo in grado, noi uomini d’oggi, a rispondere a un quesito del genere, che è un quesito scientifico e non religioso. Non sapendo ancora rispondere scientificamente, la mente umana ha inventato le fantasie religiose. Da parte mia, sono convinto che se esistesse un’Entità Superiore, semplicemente esisterebbe …e basta, niente salamelecchi: Lei baderebbe ai fatti suoi e noi baderemmo ai fatti nostri. Se prendiamo atto che ancora oggi sono diffusi giornali, riviste e trasmissioni televisive – i cui direttori si ritiene siano persone di una certa caratura intellettuale – che sfornano oroscopi su oroscopi, diffondendo frasi del tipo Oggi la Luna consiglia prudenza
, dobbiamo purtroppo constatare che, per l’uomo, la strada verso la coraggiosa razionalità è ancora lunga da percorrere.
Il bersaglio di chi vuol difendere e, possibilmente, sviluppare tale razionalità dell’uomo, nella sua realtà, non deve essere la Chiesa o, più precisamente, il Vaticano, ma creduli e credenti, perché questo non fa altro che rispondere a una richiesta di mercato: il desiderio della vita eterna e il ricongiungimento con le persone care che sono defunte. Sino a quando ci sarà tale richiesta, gli ecclesiastici faranno marketing e, come avviene in questi casi, cercheranno di trarre degli utili; come vedremo, il patrimonio del Vaticano è sterminato. Quest’ameba pulsante, appiccicata sulla pelle dell’uomo, continuerà ancora a succhiarne energia e vitalità, come incredibilmente opera da oltre due millenni sino a quando ci sarà qualcuno che penserà che congiungendo le mani e ripetendo a pappagallo delle frasi si può colloquiare con Entità Superiori che lo stanno ad ascoltare. È ammissibile che l’ignoranza possa consentire di credere nelle mitologie, ma non è ammissibile che tale credo acquisisca potere e tracci i sentieri dell’uomo.
Nel testo sono riportati diversi brani della Bibbia secondo l’ultima editio princeps 2008 e, tra parentesi quadra, sono riportate le versioni della precedente editio princeps 1971, a dimostrazione di come sia stata continuamente modificata e manipolata da parte della Chiesa la poco divina parola di Dio. Inoltre, nel testo appariranno brevi ripetizioni e richiami ad argomenti trattati in precedenza o trattati nel seguito, a mio avviso necessari per correlare il vasto ventaglio dei soggetti che il tema richiede e per filtrare la marea di testimonianze neotestamentarie, che sono eteree, non decisive, manomesse. Ciò cozza contro la certezza delle affermazioni ecclesiastiche, che invece assicurano bellamente per certo ciò che assolutamente certo non è, a conferma che solo religiosi e astrologi hanno certezze.
Carmelo La Torre
Cap. I ANTICO TESTAMENTO
I-1 Una lettura da vietare ai minorenni
Lo storia dell’uomo è, per buona parte, una storia di crimini, una sequela di guerre e l’AT (Antico Testamento) rispecchia tale realtà. Tutte le religioni sono nate in periodi in cui l’uomo viveva sotto l’insegna della paura e immerso in un’abissale ignoranza; un adolescente di oggi ha molte più nozioni e coscienza civile dei vari padri fondatori di credi religiosi.
È noto che la Bibbia (dal greco Biblìa, libri) è il libro più stampato al mondo, ma probabilmente è, in percentuale sugli acquisti, anche il meno letto. All’AT i cristiani hanno aggiunto il NT (Nuovo Testamento), che è più curato dalle tecniche di diffusione clericali. Più avanti sarà riportata una sintesi del contenuto dell’AT, questa sorta di leviatano ereditato dal passato, perché, a parte alcuni episodi hollywoodiani, da Mosè sul monte Sinai a Davide e Golia, la gente comune, credente e non, poco sa del contenuto dell’AT.
Le moderne tecniche interpretative di questo logorroico testo – che ricorrono alla filologia, alla linguistica comparata e all’archeologia – hanno sciolto molti dubbi, ma certamente molti altri sono da sciogliere, non per misteriosi disegni divini
ma più realisticamente perché è una sorta di patchwork messo insieme e rimestato nell’arco di vari secoli da una miriade di persone – oltre alla quarantina d’autori primitivi – che hanno riportato per iscritto le storie che si andavano raccontando per tradizione orale.
Non basta: sino ai giorni nostri il testo biblico è continuamente modificato. Un’edizione ottocentesca della Bibbia italiana ha un testo diverso da una Bibbia dei giorni d’oggi. La stessa edizione CEI 1971 del testo biblico ufficiale è diverso dal più recente testo dell’edizione CEI 2008, altrettanto ufficiale; nel seguito, riportando i passi biblici, saranno evidenziate tra parentesi quadre le modifiche apportate tra le due edizioni, a dimostrazione che la parola di Dio, più che parola divina, è umanissima.
Ciò premesso, è da riconoscere che l’AT si presenta come un blocco unitario che si rifà a un comune patrimonio del mondo semitico (Asia sud occidentale e Africa settentrionale) e mediterraneo e a una tesi fondamentale: l’alleanza tra dio e l’uomo ebreo.
Proprio quando scrivevo queste note, ho avuto occasione di ascoltare su RAI 3, mentre una domenica mattina mi radevo, una trasmissione su Abramo. La conduttrice, a un certo punto, evidenziava al teologo, un belga che insegna in un pontificio istituto
romano, le perplessità della gente comune dinnanzi a una figura, seppure importante, come Abramo, ma pur sempre leggendaria e che non è esistita. Risposta del teologo (ricordo a memoria mentre m’insaponavo il viso): Purtroppo siamo ancora eredi di un periodo, sino a poco più di un secolo fa, in cui la Chiesa affermava che tutto ciò che era scritto nella Bibbia era vero. In realtà, se prendiamo la Storia, non è composta di fatti ma di testimonianze e ciò che importa è la testimonianza. La figura di Abramo, anche se mitica, incarna le caratteristiche, i desideri e gli obiettivi del popolo ebraico; quindi ha la sua funzione reale
. Col mitico Abramo dio ha stipulato il patto con gli ebrei, considerandoli popolo eletto: chi è quel ebreo che avrebbe il coraggio di affermare che è tutta una favola da non prestar fede? Giunge a tal punto la sottile e bimillenaria capacità di arzigogolare da parte degli ecclesiastici: il mitico diviene reale. È questo il principio cardine su cui si fonda la Chiesa, come cercherò d’illustrare.
Per un ateo o un agnostico, la lettura dell’AT riesce ad essere anche divertente, ma per un credente questa lettura, che racconta di un dio assassino di innocenti, può risultare tra le più affliggenti e deprimenti. In nome del dio biblico, questa sorta di Moloc, noi abbiamo ucciso e siamo stati uccisi. È un continuo rincorrersi di stragi, assassinii, stupri, incesti, violenze. C’è il piacere per lo sterminio, unico mezzo di comunicazione del popolo eletto verso altre genti. Non c’è una frase che spieghi perché questo popolo sia stato scelto dal suo dio. Si ammazzano uomini, donne, bambini incolpevoli; quando va bene, donne e bambini sono portati via per farne concubine e schiavetti. Non c’è un rigo dove traspari un briciolo di compassione o di misericordia.
Questo testo primitivo, tradotto in una disastrosa lingua italiana, presenta grossolane lacune, doppioni, contraddizioni che la Chiesa afferma di derivare dalla tradizione orale con cui erano tramandate le storie, ma che, oltre a questa, ne sono responsabili principali il pressappochismo, l’incommensurabile ignoranza, gli interventi incontrollati degli amanuensi, il continuo rimestamento dei testi nell’arco di due millenni. I pii esegeti tentano di propinare sia nell’AT sia nel NT per oscuri episodi – dando all’aggettivo oscuro un senso di mistero superiore della parola di Dio che noi poveri umani non possiamo comprendere – dei grossolani svarioni che gli incauti e sprovveduti redattori del testo biblico vi hanno inserito.
Il dio dell’AT non è un dio rispettabile, è un dio inventato di sana pianta dalla penna di alcune decine di sacerdoti e oscuri scrivani che hanno avuto l’astuta idea di porre un dio a pretesto del loro carisma e, talvolta, del loro potere. Quella che poteva essere un’interessante e preziosa testimonianza di vita di genti antiche, seppure circoscritte in un fazzoletto di terra, è stata testardamente imposta come parola di Dio, un contraddittorio e rozzo verbo divino
, che impedisce ai lettori di entrare nel merito della varietà dell’opera, apprezzando, in migliaia di pagine, qualche messaggio che può essere ritenuto interessante.
L’immensa immoralità di tale parola di Dio ci vuole essere propinata come moralità, mentre è un dio violento, collerico, geloso, di una gigantesca povertà culturale, con tutti i difetti e le mancanze di chi lo ha inventato, poi ratificato e perfezionato dai concili della Chiesa lungo un millennio e mezzo, sin quando questa ha ricreato la sua creatura: il dio cristiano.
L’AT spazia dal razzismo di Esdra e Neemia all’universalismo religioso della parte finale di Isaia e di Giona. È un manuale per il crimine, perché accondiscende e diffonde: l’assassinio, la tirannia, l’intolleranza, la stregoneria, la schiavitù, la persecuzione, la poligamia, l’adulterio, la prostituzione, la menzogna, la rapina, il furto, il sacrificio degli animali. È la storia di persone barbare e ignoranti, che avevano la presunzione di essere elette, nientedimeno, da un loro dio irrispettoso, che ritenevano di essere in diritto di ammazzare, rubare e schiavizzare chi non faceva parte della loro tribù. È inconcepibile come un tale testo possa essere stato preso come indirizzo di vita da alcune classi sacerdotali (ebrei, cattolici, ortodossi, protestanti e simili), che lo hanno imposto per millenni (millenni, non secoli…) a miliardi di persone (miliardi, non milioni…) e in nome delle banalità che vi sono riportate sono scaturite guerre, devastazioni, stragi per secoli, sino ai giorni nostri.
Il dio dell’AT è uno dei personaggi più disgustosi della letteratura: iniquo, meschino, genocida, megalomane. Degli stermini, vendette, assassini e altre magnificenze comandati da dio ne è pieno l’AT e non è il caso di soffermarsi. Nell’AT sono descritti oltre 130 episodi che riguardano atrocità e massacri. Ecco l’episodio dove dio ammazza a pietrate la gente (Gs 10,11): "Mentre essi fuggivano dinanzi a Israele ed erano alla discesa di Bet-Oron [Bet-Coron] [N.B. I brani riportati nel testo sono quelli della Bibbia editio princeps 2008; come anticipato in Premessa e all’inizio di questo capitolo, tra parentesi quadre sono riportate le versioni della precedente editio princeps 1971], il Signore lanciò dal cielo su di loro [essi] come grosse pietre fino ad Azeka e molti morirono. Morirono per le pietre della grandine più di quanti ne avessero uccisi [Coloro che morirono per le pietre della grandine furono più di quanti ne uccidessero] gli Israeliti con la spada". Dio è per la pena di morte e ordina al fido Mosè (Nm 25,4): "Prendi tutti i capi del popolo e fa’ appendere al palo costoro [i colpevoli]"; degli adoratori di Baal-Peor ne furono ammazzati 24.000. Il numero, come altri della Bibbia, è spropositato, e questa esagerazione indica il gusto dell’autore verso la strage e l’odio verso il nemico. Un dio nevrastenico per il censimento (1 Cr 21,14) fa morire di peste 70.000 israeliti e quando l’arca della cosiddetta alleanza
giunge a Gat (1 Sam 5,9) colpisce tutti gli abitanti provocando loro dei bubboni. D’accordo che si tratta di invenzioni, ma è grave che siano lette e divulgate con la presunzione di tirar fuori qualche morale comportamentale.
Perché l’Onnipotente si riposa il settimo giorno della creazione? Mistero. Con chi ebbe figli Caino? O con sua madre o con una sorella o con una nipote, figlia del padre Adamo con una sorella di Caino: un incesto gigantesco. La lettura dell’AT, un insulto alla dignità dell’uomo, è una sconvolgente esperienza che va lasciata solo agli studiosi e ai preti; una persona normale, che si avventura a leggere tutte
le migliaia di pagine, alla fine è possibile che abbia difficoltà a riappropriarsi del senso della realtà.
Molto più edulcorato è, invece, il dio cristiano del NT, ma qualche assassinio lo snocciola anche lui. Oltre all’uccisione dei coniugi Anania e Saffica (At 5, 5-10), finisce con una mattanza la parabola delle monete d’oro (Lc 19,27) e al tempo del Giudizio universale dio darà mandato alla Morte (Ap 6,8) di sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra
un quarto della popolazione del pianeta. Insomma, un solo sterminio, rispetto all’AT, ma bello e abbondante.
Se il NT, con le parole del buon Gesù, fosse seguito pedissequamente dalle persone, avremmo una comunità di pazzi vagabondi, incapaci di accudire al loro sostentamento. I fedeli cristiani hanno due dii, ma pare che non se ne rendano conto: c’è un dio dell’AT vendicativo e assetato di sangue e un dio del NT tutto amore e solo con qualche irritazione. La Chiesa ha dovuto barcamenarsi sui due dii e ha declassato il dio dell’AT con la crocifissione di Gesù (il figlio che s’immola per il padre), considerando la lettura dell’AT come una raccolta di storie ebraiche su antichi interventi divini.
Le storie mitiche, leggendarie, soprannaturali che infarciscono l’AT potevano meravigliare il popolo dei credenti dei secoli passati, ma oggi, a parte qualche anima candida, c’è sufficiente scetticismo nel considerare tali episodi come ispirati divinamente
. È comprensibile come attraverso gli enunciati mitici si possano mandare, talvolta, messaggi dal significato più profondo di quanto la storia non esprima, ma proprio per tale scopo, nei tempi moderni, la Chiesa avrebbe dovuto demitologizzare (e non demitizzare) i testi biblici. C’era l’occasione del concilio Vaticano II in cui il papa poteva affermare all’incirca Le parti delle Sacre Scritture che enunciano verità di fede sono state rivelate da Dio. Il resto è opera dell’uomo
. Invece, caparbiamente, il concilio ha lasciato tutto inalterato, confermando, con vero sense of humour, che AT e NT è materiale rivelato
, dalla A alla Z. Questi moderni padri della Chiesa, chiusi nella mentalità dogmatica formatasi lungo il corso della loro lunga e monotona vita, non hanno compreso che molte persone credenti di oggi non possono accettare le mitologie bibliche; ciò non significa che rifiutano, da credenti, la Bibbia, ma hanno bisogno che la parola di dio sia liberata da un’arcaica visione del mondo.
INDICE DELLA BIBBIA
L’ANTICO TESTAMENTO
PENTATEUCO
Genesi Esodo Levitico Numeri Deuteronomio
LIBRI STORICI
Giosuè Giudici Rut 1 Samuele 2 Samuele 1 Re
2 Re 1 Cronache 2 Cronache Esdra Neemia Tobia
Giuditta Ester 1 Maccabei 2 Maccabei
LIBRI POETICI E SAPIENZIALI
Giobbe Salmi Proverbi Qoèlet Cantico dei cantici
Sapienza Siracide
LIBRI PROFETICI
Isaia Geremia Lamentazioni Baruc Ezechiele Daniele Profeti minori (da Osea a Malachia)
IL NUOVO TESTAMENTO
Vangelo di Matteo Vangelo di Marco Vangelo di Luca
Vangelo di Giovanni Atti degli apostoli
Lettere di San Paolo Lettere canoniche Apocalisse
ABBREVIAZIONI BIBLICHE
Ab Abacuc Gv Giovanni
Abd Abdia 1,2,3 Gv Lettere di Giovanni
Ag Aggeo Is Isaia
Am Amos Lam Lamentazioni
Ap Apocalisse Lc Luca
At Atti degli apostoli Lv Levitico
Bar Baruc 1,2 Mac Maccabei
Col Lettera ai Colossei Mc Marco
1,2 Cor Lettere ai Corinti Mi Michea
1,2 Cr Cronache Ml Malachia
Ct Cantico dei cantici Mt Matteo
Dn Daniele Na Naum
Dt Deuteronomio Ne Neemia
Eb Lettera agli Ebrei Nm Numeri
Ef Lettera agli Efesini Os Osea
Es Esodo Pr Proverbi
Esd Esdra 1,2 Pt Lettere di Pietro
Est Ester Qo Qoèlet (Ecclesiaste)
Ez Ezechiele 1,2 Re Libri dei Re
Fil Lettera ai Filippesi Rm Lettera ai Romani
Fm Lettera ai Filemone Rt Rut
Gal Lettera ai Galati Sal Salmi
Gb Giobbe 1,2 Sam Libri di Samuele
Gc Lettera di Giacomo Sap Sapienza
Gd Lettera di Giuda Sir Siracide
Gdc Giudici Sof Sofonia
Gdt Giuditta Tb Tobia
Gen Genesi 1,2 Tm Lettere a Timoteo
Ger Geremia 1,2 Ts Lettere ai Tessalonicesi
Gl Gioele Tt Lettera a Tito
Gn Giona Zc Zaccaria
Gs Giosuè
I-2 La nascita della Bibbia
È paradossale come l’AT, un testo scritto durante l’età del ferro da uomini ignoranti per genti barbare, sia stato preso a base di tre religioni patriarcali e misogine – ebraismo, cristianesimo, islamismo – e, dopo millenni d’evoluzione umana, sia ancora preso in considerazione causando infelicità, violenze, lutti senza un motivo razionale. L’AT è un manuale che offre anche metodi per attuare il genocidio, ma è letto come codice morale.
Che l’AT sia una raccolta di assurdità e falsificazioni si dimostra anche col fatto che nulla si è trovato, a parte la descrizione dei luoghi, delle grandiosità
, come i templi con l’arca santa o il tempio di Salomone e dei personaggi descritti così pomposamente. Nato verso il VI secolo a. C., l’AT riporta molte leggende e miti del Medio Oriente e del mondo mediterraneo, come la fecondazione delle donne sterili con divinità e la leggenda sumera che descrive l’episodio di Eva e del serpente. Se la Bibbia fosse un’opera ispirata da un dio, dovrebbe essere giusta, coerente, sincera, intelligente, onesta e bella, invece trabocca di assurdità scientifiche, incoerenze logiche, errori storici, sciocchezze umane, degenerazioni etiche e goffaggini letterarie. Le favole orali si trasformano in scrittura e, con la polvere del tempo, divengono realtà. La stragrande maggioranza dei fedeli di tutte le religioni che crede nelle sacre scritture loro propinate non è interessata alle origini storiche di questi documenti e alla loro veridicità.
La Bibbia, AT e NT, è stata scritta, revisionata, manomessa, tradotta, controllata, modificata, censurata da centinaia, migliaia, di autori, redattori, estensori, copisti, dignitari ecclesiastici. La nostra morale non deriva dalle sacre scritture: se così fosse, saremmo criminali o pazzi o entrambi e in molti passi la Bibbia si rivela non immorale, bensì amorale, come alcuni comportamenti di Abramo (vedi al paragrafo 1-9 Abramo e signora
).
Premesso che esistono diverse Bibbie, quella cattolica (che a sua volta sopporta via via con l’andare dei tempi, grossolani errori di traduzione e modifiche del testo apportate prima dai padri della Chiesa e poi dalla nomenclatura vaticana sino all’ultima edizione dell’anno Domini 2008) è composta di 73 Libri: 46 costituiscono l’AT e 27 il NT. Si tratta di una raccolta di testi scritti da almeno una quarantina d’autori diversi nel corso di una quindicina di secoli. L’AT abbraccia un periodo storico di circa 1.500 anni, compreso tra il XX e il V secolo a. C., dal medio regno egizio sino a Dario II. Il NT abbraccia un periodo storico di circa 140 anni, compreso all’incirca tra il 40 a. C. e il 95 d. C., da Erode a Giovanni (ci chiederemo più avanti: quale Giovanni?).
La diversità tra la Bibbia ebraica e quella cattolica ha radici antiche, ovviamente solo per quanto riguarda l’AT, giacché il NT è un testo cristiano. La versione ebraica si rifà al canone palestinese
scritto in ebraico e con qualche vocabolo in aramaico (dal greco canone: regola, norma). Questo canone
fu accettato dal giudaismo in due assemblee avvenute in Palestina, la prima verso il 65 e la seconda nel 90.
La versione cattolica si rifà al canone alessandrino
, che è una traduzione greca degli scritti biblici, eseguita tra il III e il II secolo a. C., detta Versione dei Settanta, accettata dalla Chiesa primitiva, ma piena di errori di traduzione e di libere interpretazioni, come si è scoperto in tempi recenti, per il motivo che il traduttore antico aveva un concetto diverso da quello attuale su cosa s’intendeva per traduzione
: per lui era un’azione in cui era lecito mettere anche del proprio. Pare che Tolomeo II Filadelfo, re ellenistico d’Egitto, abbia commissionato a 72 traduttori di redigere in greco il Pentateuco. La traduzione della restante parte dell’AT deve avere impegnato per diversi decenni altri traduttori. Questa versione incorpora alcuni Libri (Tobia, Giuditta, Maccabei, Baruc, Sapienza, Siracide) e alcuni brani (d’altri Libri) non riconosciuti dal giudaismo ufficiale palestinese. Nel secolo scorso anche gli evangelici eliminarono tali Libri dalla loro Bibbia, considerandoli apocrifi. Altra diversità riguarda l’ordine con cui i Libri sono inseriti nel testo; la Bibbia ebraica li pone secondo il grado d’autorevolezza (i primi sono i più autorevoli).
Solo nel 383 il vescovo di Roma Damaso incaricò Gerolamo, poi fatto santo, a compilare un testo unitario tra le varie Bibbie latine che circolavano, partorite dalla Versione dei Settanta. Gerolamo vi lavorò dal 390 al 405 e fu così che ebbe luce la Vulgata, con i limiti e le libertà di traduzione prima accennati. La Vulgata fu respinta dalla stessa Chiesa per oltre un millennio (oltre un millennio…) e accettata come testo valido solo col concilio di Trento (iniziato nel 1545 e durato 18 anni). In quell’occasione furono depennati dal testo cattolico il terzo Libro di Esdra e il terzo e quarto Libro dei Maccabei. A seguito di tutti i rimaneggiamenti subiti in oltre duemila anni, la Bibbia presenta imprecisioni e contraddizioni; qualcuno di questi, limitatamente all’AT, è riportato in tabella 1. C’è anche un passo dell’AT ripetuto tal quale due volte: 2 Re 19 e Is 37.
La Bibbia, come detto, riporta leggende, miti, favole, racconti che erano diffusi per tradizione orale, la quale si sviluppa per punti d’interesse e non per logica lineare, e il testo risente di tale origine; i difetti più comuni sono: a) paratassi, cioè le proposizioni non sono subordinate ma autonome, non gerarchizzate: tutto è allo stesso livello; b) ridondanza, cioè ripetizione degli stessi vocaboli; c) estremismo, cioè personaggi ed episodi privi di sfumature.
La Bibbia, nella sua interezza, è letta solo da interessati, come sacerdoti e studiosi, mentre i fedeli, semmai, leggono in genere pochi passi. Una persona, anche se credente, non può mettersi a leggere circa tremila pagine pesantissime di storie e considerazioni lontane dal tempo e dalla mentalità di oggi, che parlano di popolicchi barbari che vivevano in un fazzoletto di terra e di cui non gliene importa nulla. Come mai dio ha concentrato la sua attenzione solo su quel fazzoletto di terra che è la Palestina, fregandosene, ad esempio, di cinesi e giapponesi? Come mai dio si è interessato dell’homo sapiens sapiens, che esiste solo da poche decine di migliaia di anni, quando gli esseri viventi sul nostro piccolo pianeta sperduto nell’Universo esistono da quasi quattro miliardi di anni? Perché abbiamo la coscienza, risponde il credente; andiamoci piano: l’uomo è uno dei pochi animali che ammazza i suoi simili, sin dai tempi di Caino.
I-3 Cenni storici
Il nome Palestina non è riportato dalla Bibbia; grande quanto la Sicilia, prima che giungessero gli israeliti, era chiamata Canaan, abitata dai cananei. Poi sarà chiamata, con un crescendo, terra di Giuda, terra d’Israele, terra promessa, terra santa, terra di dio. Canaan, in un periodo compreso tra il 3000 e il 1500 a. C. (Prima e Media Età del bronzo), doveva essere ricca di città-stato che avevano contatti commerciali con l’Egitto e le aree limitrofe.
Secondo una prima versione, verso il 2500 a. C., secolo più secolo meno, molti cananei emigrarono verso il delta del Nilo, fondarono la dinastia degli hyksos e acquisirono potere. Intorno al 1550-1500 a. C. i faraoni cacciarono gli hyksos e sottomisero Canaan. Parte dei cananei si ritirò nelle aree montuose, creando degli agglomerati agricoli e, secondo alcuni, potrebbe costituire il nucleo originario del popolo israelita, chiamato habiru (rifugiati) dagli egizi. Già in alcune incisioni cuneiformi (le più antiche risalgono al 2600 a. C.) si parla di un popolo habiru. Il termine ebraico ibrim (italiano ebreo) deriverebbe dalla fusione del mesopotamico habiru con l’egizio ’br. Verso il 1150 a. C. gli egizi si ritirarono da Canaan e furono sostituiti dagli israeliti (zone montagnose) e dai filistei (zone costiere).
Secondo un’altra versione, intorno al 1900-1800 a. C. gli ebrei pervennero in Palestina e in Siria e quindi, pressappoco intorno al 1700-1600 a. C., forse spinti dall’invasione delle loro terre da parte degli hittiti, giunsero in Egitto, all’incirca, quando il delta del Nilo fu invaso dagli hyksos, che poteva essere una popolazione asiatica d’origine ariana. Verso il 1600-1500 a. C. gli ebrei furono scacciati una prima volta dagli egizi, poiché probabilmente avevano trescato con gli hyksos a scapito dei padroni di casa e forse anche perché il credo ebraico, inizialmente politeista, era abbastanza lontano dalla religione egizia. Una seconda emigrazione risale intorno al 1250 a. C., descritta dall’esodo biblico. È anche probabile che gli israeliti fossero dei pastori nomadi che si fusero con gli ebrei giunti anch’essi a Canaan.
Tutto quanto detto rientra nella sfera delle supposizioni non comprovate.
Una volta preso possesso di Canaan, tra israeliti e filistei nacquero delle tensioni e, a fronte di una politica espansionistica dei filistei, le tribù israelite si unirono in una nazione sotto Saul e poi, intorno al 1000 a. C., sotto David. Sconfitti i filistei, il massimo splendore degli israeliti si ebbe con Salomone, figlio di David.
Facendo un passo indietro, verso il XIII secolo, è possibile che nell’arco di due, tre secoli, le tribù israelite trovarono un punto di contatto con il credo in Jahvé, pur continuando a venerare altri dèi, come El Eljôn, Baal, Astante (I pii esegeti contemporanei si preoccupano di spiegarci che Jahvé ed El Eljôn sono due nomi dello stesso dio). Tali tribù distrussero le piccole città-stato cananee e poi combatterono i filistei; di questo periodo l’AT descrive una ripetuta e inutile carneficina nel nome di un dio ancor più crudele, che non proclama l’uguaglianza delle persone e la difesa della vita umana, ma l’opposto: il dominio. In realtà, le prime tribù israelite che si stabilirono a Canaan adoravano Jahvé con la sua sposa Asherah, anzi i maggiori favori del popolo erano rivolti proprio verso la sposa, una sorta di dea madre
, caratteristica delle credenze primordiali del bacino mediterraneo, quando il parto e la nascita di una creatura apparivano come fatti soprannaturali. Il culto di Asherah durò ben 600 anni, poi il monoteismo ebbe il sopravvento tra le tribù israelite, comparvero i panegiristi biblici e Jahvé rimase vedovo.
L’accoppiata del nazionalismo estremo e del monoteismo, peculiarità questa del mondo ebraico, nel quale è possibile sia avvenuta l’introduzione di elementi indigeni, porta a una serie di guerreggiamenti sino al 1000 a. C. L’A.T. narra di eserciti composti di migliaia di guerrieri armati di spade scintillanti, quando ancora si tagliavano i prepuzi con le selci; in realtà questi mitici scontri altro non erano che contese tra povera gente, da una parte vi erano i contadini autoctoni che si difendevano a colpi di bastone e dall’altra i pastori invasori che, sorpresi a rubare, tiravano pietre con le fionde. Questi poveretti non conoscevano nemmeno l’uso del cavallo in guerra e quando si scontreranno con i popoli meglio organizzati le buscheranno di santa ragione e incolperanno loro stessi per non avere rispettato gli ordini del loro dio.
Dopo il regno di David (1000-961), segue quello del figlio Salomone, il saggio (ma