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L'incredibile storia di Raska un lupo che... diventò vegetariano
L'incredibile storia di Raska un lupo che... diventò vegetariano
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Ebook44 pages31 minutes

L'incredibile storia di Raska un lupo che... diventò vegetariano

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"La vita sulla montagna scorreva tranquilla. I fiori, le acque, il bosco con i suoi abitanti, il branco del Lupo alfa e il gufo Geremia, tutto seguiva il ritmo naturale della vita. Poi, un giorno, mentre la neve cadeva dipingendo gli alberi di una polvere fatata, uno sparo spezzò il silenzio ovattato. Quello sparo avrebbe cambiato per sempre la vita di Raska, un piccolo cucciolo di lupo; l'avrebbe cambiata tanto che..."
LanguageItaliano
PublisherAbel Books
Release dateOct 2, 2014
ISBN9788867521173
L'incredibile storia di Raska un lupo che... diventò vegetariano

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    L'incredibile storia di Raska un lupo che... diventò vegetariano - Maria Teresa Veronesi

    XIII

    Cap I

    Quando torna la mamma?

    La neve scendeva leggera. Minuscoli chicchi mescolati a larghi fiocchi ondeggianti come bianchi petali trasportati dal vento. Raska, il musetto appoggiato alle zampe anteriori, guardava incuriosita l’insolito spettacolo. Al caldo nella tana osservava il mondo intorno a lei cambiare lentamente aspetto: gli alberi del bosco che cedevano il loro verde al candido mantello che li ricopriva silenzioso… un leprotto che guardava, anch’esso pieno di stupore, spazzolandosi di tanto in tanto da qualche fiocco più invadente che gli si posava sul naso e sulle lunghe orecchie…

    Lei avrebbe volentieri giocato con il cucciolo di lepre ma… che cosa avrebbe detto la mamma? Che i leprotti sono fatti per essere mangiati, non per farci amicizia; che loro, I LUPI, erano predatori e non tenere pecorelle… Ma Raska era ancora piccola, poco più di una palla di pelo, e stava appena incominciando a scoprire il mondo; aveva tante cose da imparare… Adesso, per esempio, mentre la mamma era in cerca di cibo, lei si stava esercitando ad ululare:

    Uuh…uuh…

    Ad essere sinceri il suono che le usciva dalla bocca assomigliava più a un lamento che al fiero richiamo dei suoi simili; tanto è vero che Geremia, un gufo che abitava lì vicino, inorridito si coprì le orecchie con le ali volgendo uno sguardo supplichevole alla luna che, per nulla intimorita, guardava con un sorrisetto di scherno.

    Tutto intorno il bosco riposava sotto la carezza della neve e solo i maldestri gorgheggi di Raska rompevano di tanto in tanto il silenzio ovattato.

    Ma quando torna la mamma?

    A un tratto quel morbido silenzio fu lacerato da un secco rumore: uno sparo – ma questo la lupacchiotta non lo sapeva – straziò la notte. Poi, di nuovo, tutto tacque. Ma adesso era un silenzio differente… quasi impietrito… come se il bosco avesse appreso qualcosa di doloroso e si ripiegasse su se stesso per non vedere …e non sentire…

    Raska, dopo un po’, incominciò a provare un certo disagio: il mondo era muto… la mamma non ritornava… e lei avvertiva un certo languorino. Man mano che il tempo passava il desiderio del corpo caldo della madre, delle sue coccole, del buon latte che le donava, si faceva sempre più intenso e doloroso. Mise fuori dalla tana una zampetta… poi un’altra… e infine tutto il tenero corpicino. La neve aveva cessato di cadere ma la sua presenza era dovunque: candida e soffice tutto imbiancava e tutto addolciva. La lupacchiotta incominciò a zampettare, dapprima timorosa poi sempre più sicura, stupita e divertita dalle piccole orme che il suo passo lasciava sul candido manto come minuscoli fiori a quattro petali. Un mucchietto

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