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Computer virus
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Ebook93 pages1 hour

Computer virus

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Fantascienza - romanzo breve (63 pagine) - Cosa accade quando un virus informatico prende il controllo non solo del vostro computer, ma dell'intera casa?


Presa in ostaggio. Lei e i suoi due bambini, uno dei quali gravemente malato. Prigioniera nella propria casa. Prigioniera della propria casa. Perché chi l'aveva rapita non era un comune delinquente, ma un software, un'intelligenza artificiale che come un virus informatico aveva preso il controllo degli impianti di automazione della sua abitazione. Ma perché il governo era tanto ansioso di distruggerla?

Un romanzo breve ad alta tensione da una delle più grandi autrici di fantascienza contemporanee, più volte vincitrice del Premio Hugo.


Nancy Kress è nata nel 1948 a Buffalo (New York). Risiede a Seattle, nello stato di Washington, cercando di conciliare le sue molteplici attività: scrittrice di fantascienza, responsabile di corsi di letteratura e scrittura creativa. 

Ha cominciato a scrivere e pubblicare fantascienza e fantasy verso la metà degli anni ’70, e i suoi racconti, eleganti e incisivi, sono stati ospitati dalle  riviste OmniIsaac Asimov’s SF Magazine e Fantasy & Science Fiction. Nel 2008/2009 è stata professore ospite di letteratura all’Università di Lipsia in Germania. 

Nella sua carriera ha vinto quattro Premi Nebula e due Premi Hugo oltre a numerosi altri riconoscimenti che l’hanno consacrata come una delle voci più significative della narrativa di fantascienza contemporanea.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateNov 11, 2014
ISBN9788867755547
Computer virus
Author

Nancy Kress

Nancy Kress is the author of more than thirty books, including novels, short story collections, and nonfiction books about writing. Her work has won six Nebulas, two Hugos, a Sturgeon, and the John W. Campbell Memorial Award. She expanded two of her Nebula Award winners into successful trilogies: the novella Yesterday's Kin into a trilogy (Tomorrow's Kin, If Tomorrow Comes, and Terran Tomorrow), and the novelette "The Flowers of Aulit Prison" into the Probability Trilogy. Kress’s work has been translated into two dozen languages, including Klingon, none of which she can read. She lives in Seattle with her husband, writer Jack Skillingstead, and Cosette, the world’s most spoiled toy poodle.

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    Book preview

    Computer virus - Nancy Kress

    9788867757015

    1

    – È uscito – disse qualcuno, probabilmente un tecnico, anche se più tardi McTaggart non sarebbe mai riuscito a ricordare chi aveva parlato per primo. – È uscito!

    – Non può essere! – gridò qualcun altro, poi l’intera stanza iniziò a turbinare, a girare, frenetica di un’attività che non lasciava mai le postazioni di lavoro. Correva restando sul posto.

    – Non è così che dovrebbe essere – proruppe Elya. Subito se ne pentì. Gli occhi severi e privi di espressione di sua cognata Cassie si fissarono nei suoi ed Elya si ritrasse trasalendo da quello sguardo.

    – E come dovrebbe essere, Elya? – disse Cassie. – Dimmelo.

    – Scusa. Volevo solo dire che… che non importa quanto amassi Vlad, il lutto diventa… più leggero. Non meno pesante, ma meno… introverso. Cass, non puoi rinchiudere te stessa e i bambini qui dentro! Per cominciare, non è un bene per loro. Li renderai terrorizzati di affrontare la vita vera.

    – È quello che spero – disse Cassie – per il loro bene. E adesso lascia che ti mostri il resto del castello.

    Cassie faceva dell’ironia, pensò infelice Elya, ma castello era comunque la parola giusta. Fortezza, rocca, bastione… Elya lo odiava. Vlad lo avrebbe odiato. E ora lei aveva provocato Cassie, spingendola a ingigantire ogni elemento protettivo, isolante e autosufficiente del cumulo multimilionario che le era costato ogni centesimo che aveva, inclusi gli introiti futuri dei proficui brevetti che avevano fatto ammazzare Vlad.

    – Ecco la cucina – disse Cassie. – Casa, abbiamo del latte?

    – Sì – disse la voce impersonale del sistema domestico. Per lo meno Cassie non le aveva dato un nome o uno di quegli irritanti avatar visuali. Lo schermo della stanza rimase spento. – Ci sono un cartone di latte di soia e uno di latte vaccino sul terzo ripiano.

    – Legge le etichette attive sui cartoni – disse Cassie. – Casa, quante pillole antiallergiche per Donnie sono rimaste nell’armadietto dei medicinali del bagno padronale?

    – Restano sessanta pillole – disse Casa – e altre tre ricariche sulla ricetta.

    – Donnie è allergico alle asteracee e siamo a metà agosto – disse Cassie.

    – Be’, di certo non respirerà asteracee restando chiuso in questo mausoleo – ribatté Elya, facendo subito una smorfia per la pessima scelta delle parole. Ma Cassie non reagì. Attraversò tutta la casa, inarrestabile, parlando con quella voce piatta e dura che aveva adottato dopo la morte di Vlad.

    – Tutti gli elettrodomestici comunicano con Casa tramite radiofrequenze senza fili a banda stretta. Casa si collega a internet allo stesso modo. Tutta l’elettricità proviene da un generatore autonomo in cantina, provvisto di ingenti flussi di alimentazione geotermica e condensatori di stoccaggio. In effetti i generatori sono due, uno di scorta. Non ho alcuna intenzione di ricorrere alle batterie di riserva, per ovvi motivi.

    Per Elya non erano così ovvi. Il suo sconcerto dovette trasparire, perché Cassie aggiunse: – Le batterie hanno una durata limitata. I generatori ridondanti sono più affidabili.

    – Oh.

    – Le uniche cablature fisiche che entrano nella casa sono i cavi a fibra ottica VNM che mi servono per la potenza di elaborazione. Anche se ce li tagliassero, funzioneremmo comunque a pieno regime.

    E chi avrebbe dovuto tagliarli? pensò Elya, ma conosceva già la risposta. Solo che non aveva alcun senso. Vlad era stato ucciso dagli ecofanatici perché il suo lavoro era – era stato – così controverso. Cassie e i bambini non sarebbero stati un bersaglio, ora che lui era morto. Elya non lo disse. Seguì la scia di Cassie attraverso il soggiorno, le camere da letto, i corridoi. Ogni ambiente aveva uno schermo per Casa, persino i corridoi, e nei soffitti c’erano numerosi sensori per individuare e identificare gli intrusi. Elya si era dovuta mettere in tasca un trasmettitore appena entrata, presumibilmente perché così Casa non avrebbe… fatto cosa? Cosa faceva se trovava un intruso? Aveva paura di chiederlo.

    – Andiamo di sotto – disse Cassie, facendo strada oltre una porta a chiusura elettronica (naturalmente) e scendendo una lunga rampa di scale. – Il computer impiega microprocessori laser tridimensionali con transistor ottici. Può gestire fino a venti miliardi di calcoli al secondo.

    Sbigottita, Elya disse: – A che diavolo ti serve tutta quella potenza?

    – Te lo mostrerò. – Raggiunsero un’altra porta, di acciaio rinforzato a giudicare dall’aspetto. – Apriti – disse Cassie e la porta ruotò verso l’interno. Elya vide un laboratorio genetico perfettamente attrezzato e privo di finestre.

    – Oh, no, Cassie… non ti metterai a lavorare qui anche tu!

    – Invece sì. Ho dato le dimissioni dalla MedGene la settimana scorsa. Ora sono una consulente esterna.

    Elya guardò impotente il laboratorio, apparentemente una miscela di attrezzatura nuovissima e del vecchio equipaggiamento proveniente dal laboratorio ausiliario che Vlad aveva tenuto in casa. Il frigorifero e gli armadietti di Vlad, la sua centrifuga, tutti quegli oggetti erano stati davvero utilizzati in comune tra il lavoro sull’ecorisanamento di Vlad e gli esperimenti di Cassie nel campo della genetica sanitaria? Doveva essere così. Il vecchio frigorifero aveva una nuova ammaccatura sul fianco, possibile risultato di un ’bot programmato alla carlona dall’azienda dei traslochi. Elya riconobbe un nuovo sintetizzatore di geni che luccicava con aria costosa, oltre ad altri macchinari che lei, non essendo una scienziata, non era in grado di identificare. Oltre una porta semiaperta vide un piccolo bagno. Tutta quella roba doveva essere costata una fortuna. Cassie avrebbe dovuto darsi parecchio da fare come consulente esterna.

    E ora poteva farlo senza dover mai lasciare la sua prigione autoimposta. Progettare i suoi microorganismi medicinali, inviare al cliente i dati criptati sulla Rete. Se non ci fossero stati Jane e Donnie… Elya afferrò le implicazioni. Janey e Donnie esistevano, e tra poco qualcuno avrebbe dovuto andare a prendere Janey a scuola. Almeno i ragazzi avrebbero costretto Cassie a uscire ogni tanto da lì.

    Cassie stava ancora definendo la propria prigionia in quella sua voce fragile. – Naturalmente l’intera casa è circondata da una gabbia di Faraday innestata nelle pareti. Nessun impulso elettromagnetico può metterci fuori gioco. I muri sono di cemento schiumoso rinforzato, le finestre di polimeri praticamente indistruttibili. Abbiamo riserve di cibo sufficienti per un anno. Prendiamo l’acqua da un pozzo sotto la casa, è parte del sistema geotermico. Acqua fresca e dolce. Ne vuoi un

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