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L'inventore: Trainville 10
L'inventore: Trainville 10
L'inventore: Trainville 10
Ebook119 pages1 hour

L'inventore: Trainville 10

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About this ebook

ROMANZO BREVE (74 pagine) - STEAMPUNK - Un aiuto insperato per la povera Joanna: chi sarà il misterioso Inventore che giunge in suo soccorso? Dopo i tragici eventi raccontati nell'episodio precedente, "Morte sull'altare", la povera Joanna ha la fortuna insperata di ritrovare un vecchio amico che la aiuta a riprendersi. Ma intanto il cerchio si sta stringendo intorno a lei: ormai i federali hanno capito che in qualche modo lei è la chiave di volta di una serie di eventi. E potrebbe essere usata per far precipitare la situazione. Ma fin dove vuole arrivare il presidente Edison? Inizia l'ultima stagione dell'affascinante serie ambientata nel west alternativo creato da Alain Voudì, in cui il vapore è stato sostituito dall'energia della sabbia radioattiva. Alain Voudì, genovese, classe '63, consulente direzionale, ha pubblicato due racconti in appendice ai Gialli Mondadori nel 2012, e un terzo, trasmesso su Radio 24 nel corso della trasmissione Giallo 24, è poi stato incluso nella raccolta omonima edita da Mondadori. Un suo racconto è stato finalista nel 2012 al Premio Stella Doppia di Urania, un altro ha vinto la prima edizione del concorso Tessisogni e un terzo è stato segnalato al Premio Robot, edizione 2012. Altri suoi racconti si possono trovare in numerose antologie, tra le quali "365 Racconti Horror", "365 Racconti sulla fine del mondo" e "365 Storie d'amore" di Delos Books, oltre che sulle riviste "Robot" e "Writers Magazine Italia" e nelle raccolte "Il Cerchio Capovolto" (I Sognatori, 2011 e 2012). È autore di diversi racconti della serie "The Tube".
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateOct 6, 2015
ISBN9788867759057
L'inventore: Trainville 10

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    L'inventore - Alain Voudì

    9788867759002

    Nella stagione precedente di Trainville:

    Dopo la fuga da Trainville e la morte del suo tutore Jim Pennyworth, Joanna incontra Danielle Barryson, un’avventuriera e giocatrice d’azzardo, con la quale si mette in viaggio per la California, dove spera di trovare il misterioso Inventore che secondo Jim potrebbe aiutarla a ritrovare la memoria perduta. Per attraversare il continente le due ragazze si imbarcano sul Gran Torino, un dirigibile di linea acquistato in Italia e riadattato per usare le caldaie a Sabbia. Qui incontrano l’ingegnere incaricato delle modifiche, Amedeo Negri, che in realtà è un agente operativo del Servizio Informazioni della Regia Marina Italiana. A causa di una serie di errori, il dirigibile precipita sulla Sierra Californiana; Joanna, Danielle e Amedeo si salvano a stento, ma quest’ultimo si dà alla macchia e assume segretamente il nome dell’ufficiale di macchina perito nell’incidente: Henry Ford.

    Joanna e Danielle raggiungono la cittadina di Jackson, dove però si separano a causa di un litigio. Joanna procede a piedi verso Sacramento, ultima posizione nota dell’Inventore, ma a Placerville viene rapita da un misterioso individuo noto solo come il Reverendo, un ex militare vicino al governo, ora dedito a bizzarri esperimenti pseudoscientifici volti a svelare il segreto dell’immortalità.

    Alla vigilia dell’esperimento nel corso del quale verrà uccisa, Joanna tenta una fuga disperata, ma l’anziano custode che la teneva prigioniera la insegue e la raggiunge. Colpita dai pallettoni della carabina del vecchio, che le spappolano il braccio destro, Joanna cade gravemente ferita. Riportata priva di sensi alla sua prigione, viene qui riconosciuta da uno dei complici del Reverendo, che riesce a liberarla e tamponare l’emorragia che la sta uccidendo. Ma sarà sufficiente per salvarle la vita?

    Trainville 10: L’Inventore

    1

    Morti.

    Centinaia, migliaia, milioni di morti galleggiano nel buio attorno a Joanna, attorniandola nella loro macabra danza rituale.

    L’hanno sempre fatto, fin da quando può ricordare, ma questa volta il loro ballo le sembra diverso. I teschi scarnificati che si protendono verso il suo viso sembrano ora partecipare del suo dolore, e le mani che di solito si allungavano verso di lei… non ci sono.

    (Cerca di non muoverti, Jo.)

    Smarrita, Joanna si guarda attorno, ma ogni corpo che vede pare aver perso le braccia, e le orbite cieche la fissano come a implorare il suo conforto. Impietosita, Joanna allunga la mano per accarezzare quelle povere spoglie dissacrate, ma per qualche ragione non riesce a sollevarla.

    (Non muoverti!)

    Presa dal panico, Joanna si allunga verso il corpo più vicino, e all’improvviso in quei resti nudi e cerulei riconosce il suo Jim. Presa da una frenesia incontenibile, Joanna cerca di sollevare la mano per trattenerlo a sé, ma ogni suo sforzo è vano: il cadavere di Jim, continuando a fissarla con aria dispiaciuta, galleggia pigramente lontano da lei.

    (Acqua? Vuoi acqua? Tieni, bevi.)

    Prima di allontanarsi per sempre, il viso del cadavere si avvicina al suo, e le sue labbra bianche e tumefatte le sfiorano la bocca in una parodia del bacio che tanto avrebbe desiderato in vita. Col cuore che trabocca di gioia e di rimpianto, Joanna chiude gli occhi e lo accoglie in sé.

    Tutto si fa buio.

    – Mi senti? Riesci a sentirmi? Joanna?

    La voce sconosciuta le trapassava i timpani, cercando di strapparla a Jim. Joanna combatté, serrando le palpebre ostinata. Ora che l’aveva ritrovato, non avrebbe…

    Buio.

    A due più B due uguale C due.

    Il volume della sfera quant’è?

    Quattro terzi pi greco erre tre.

    Quant’è, quant’è, quant’è, erre tre, erre tre, erre tre.

    Sette per otto cinquantasei, tre virgola uno quattro uno cinque nove, uno virgola quattro uno quattro due uno, zero virgola otto sei sei… e poi? Zero virgola otto sei sei…

    (Mi senti? Jo, mi senti? Devi cercare di non muoverti!)

    Zero virgola otto sei sei cosa? Perché non riesco mai a ricordare la cifra successiva?

    (Vuoi ancora acqua? Aspetta: te la do io, sta’ ferma!)

    Joanna alza gli occhi e davanti a sé vede l’Inventore, che la sbircia con l’ombra di un sorriso disegnata sotto ai baffi.

    – Uffa, zio Nik – mormora contrita. – Perché non riesco mai a ricordare le altre due cifre?

    – Zero due. Zero virgola otto sei sei zero due.

    – Zero due, è vero! Perché non me le ricordo mai?

    – Non ha importanza, Chicca: zero otto sei sei è sufficiente.

    – No! – protesta offesa. – Ci vogliono cinque decimali, me lo ripeti sempre! E poi non mi piace che mi chiami Chicca: io sono Jo!

    – Scusa tanto, Chiccachicca! – la sbeffeggia lui ridacchiando.

    Joanna si acciglia, ma poi non riesce a trattenere una risatina. Fa per riprendere la matita dal tavolo, ma per quanto si sforzi questa non si muove, e la sua mano si rifiuta di raccoglierla.

    Sconcertata, si fissa le dita; ma non ci sono.

    L’intera mano non c’è.

    Joanna urla, e si sveglia.

    Il panico dell’incubo fu sostituito dal panico della veglia, non appena Joanna si accorse di essere legata.

    In un lampo, ricordò la radura e il laido minatore di nome Jonas che l’aveva inseguita.

    Si accasciò affranta: non ricordava cosa fosse successo dopo, ma evidentemente doveva averla ricatturata. Nella nebbia confusa in cui annaspava, i ricordi le si mescolavano nella mente sotto forma di scene isolate e fuori sequenza: ricordava di aver battuto il ginocchio, e di aver sparato al cane, e della fossa dove era stata gettata assieme all’altra ragazza, Silvia, quella che poi era morta, e ricordava il minatore steso a terra (era stata lei a tramortirlo? Sì, forse sì: ma prima o dopo la fuga?), e la capanna dove…

    – Sei sveglia? – la riscosse una voce senza volto, molto vicina.

    D’istinto voltò la testa in direzione del suono, ma il movimento le provocò una fitta atroce al collo, che le strappò un gemito di dolore.

    – Cerca di non muoverti – le raccomandò la voce. – Siamo quasi arrivati, fra poco…

    La parole si mescolarono tra loro, e tutto tornò buio.

    Nonostante il dolore insopportabile dietro agli occhi, Joanna ammira a bocca aperta lo spettacolo dei milioni di lucine azzurre che punteggiano il buio del deserto oltre la Barriera. Sembrano costellazioni senza nome, in costante mutamento come i riflessi della Luna sulla superficie del mare. Ricorda di aver visto il mare, una volta, a Boston, prima di trasferirsi all’ovest con i genitori: le innumerevoli scintille dello Hollow risplendono proprio come i giochi di luce sull’acqua, spostandosi e cambiando di continuo sotto i suoi occhi estasiati.

    Sono così belle da farle dimenticare per un istante tutto il dolore e la confusione che le annebbiano la testa da quando ha passato la Barriera.

    Sono così belle che quasi non sente le ginocchia cederle, e la guancia sbattere con violenza sulla roccia resa rovente dalle radiazioni.

    Sono così belle che…

    2

    Placerville, California, 1892

    Lo scalpitio dei cavalli di ritorno, fuori dal capanno, richiamò l’attenzione del Reverendo. Gettò un’occhiata alla finestrella: il sole stava già tramontando. Sollevò una palpebra di Jonas per verificare le sue condizioni, ma tutto ciò che vide fu il bianco del bulbo oculare rovesciato.

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