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On a little street in Singapore
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On a little street in Singapore
Ebook99 pages1 hour

On a little street in Singapore

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FANTASCIENZA - Singapore, una città ultramoderna dove sopravvivono antichissime conoscenze come il Feng Shui. E neppure un occidentale può permettersi di ignorarle.

Si racconta che un gruppo di imprenditori decise di aprire un nuovo hotel ultramoderno a Singapore, e che avrebbe dovuto essere il più bello della città. Non badarono a spese per arredamenti, servizi, personale di prim'ordine. Ma l'hotel rimase deserto. Allora licenziarono i dirigenti e ne assunsero di migliori, e cuochi di grande fama. Ma niente. Finché qualcuno non chiamo un anziano santone. Questo appena arrivato si guardò attorno e ordinò di rifare l'entrata dell'hotel, ruotando le porte di 45 gradi rispetto alla strada. I clienti cominciarono ad arrivare e l'hotel ebbe un grande successo. Aveva messo in pratica l'antica conoscenza Feng Shui, l'arte geomantica per cui la posizione, l'orientamento, la forma delle cose sono artefici del suo destino.

Stefano Carducci è nato a Mestre nel 1955. Informatico di professione, critico e traduttore, ha pubblicato novelle e racconti. Insieme ad Alessandro Fambrini ha pubblicato il romanzo "Ascensore per l'Ignoto" con Mondadori. Fra i principali autori tradotti, Sturgeon, Vonnegut, Priest, Moorcock, Shepard, K.S. Robinson, Aldiss, Watson, Bishop. L'ultimo saggio è stato pubblicato sul n. 2 della rivista "Anarres" della Delos Books.
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateOct 28, 2014
ISBN9788867755325
On a little street in Singapore

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    On a little street in Singapore - Stefano Carducci

    a cura di World SF Italia

    Stefano Carducci

    On a little street in Singapore

    ISBN versione ePub: 9788867755325

    © 2014 Stefano Carducci

    Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0 ottobre 2014

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Stefano Carducci

    On a little street in Singapore

    Introduzione dell'autore

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Stefano Carducci

    Stefano Carducci è nato a Mestre nel 1955. Informatico di professione, critico e traduttore, ha pubblicato novelle e racconti. Insieme ad Alessandro Fambrini ha pubblicato il romanzo Ascensore per l’Ignoto con Mondadori. Fra i principali autori tradotti, Sturgeon, Vonnegut, Priest, Moorcock, Shepard, K.S. Robinson, Aldiss, Watson, Bishop. L’ultimo saggio è stato pubblicato sul n. 2 della rivista Anarres della Delos Books.

    Dello stesso autore

    Stefano Carducci, I giorni delle meraviglie e dei miracoli Classici della Fantascienza Italiana ISBN: 9788867754144

    Introduzione dell'autore

    Il racconto è stato scritto su un aereo dell’Aeroflot durante il viaggio di ritorno dall’Asia nell’autunno del 1983 e pubblicato dalla Perseo nel numero 18 (1989) di Nova SF*. Il titolo è rubato a una canzone jazz degli anni 30, allegra e melodica, riportata alla notorietà dal gruppo vocale dei Manhattan Transfer alla fine degli anni 70. L’atmosfera languidamente coloniale della canzone è sembrata all’autore adeguato contrappunto al violento movimento di globalizzazione allora soltanto in fieri.

    1

    Ero appena sceso dal pullman, in un punto di quell’assurda autostrada a quattro corsie in mezzo alla giungla addomesticata. Dietro un alto cancello elettrificato mi aspettava un centro residenziale moderno e funzionale dove avrei trovato ospitalità nell’appartamento di un amico.

    Era mattina presto. Gianni non mi aspettava, era già nel suo ufficio alla banca. Per telefono diede autorizzazione al portiere del palazzo di darmi la copia delle chiavi dell’appartamento. Prima di riattaccare mi disse: – Fatti una bella doccia e riposati, stasera usciamo. Siamo invitati ad una cena per l’Hary Raja.

    La cosa non mi attirava più di tanto. Ero ancora intontito dal lungo e avventuroso viaggio e non mi ero ripreso del tutto da un’infezione contratta durante il mio soggiorno in Birmania. Ero indebolito e con l’intestino a pezzi.

    L’appartamento era molto confortevole: stanze ampie e assolate, con tappeti e un leggero arredamento in bambù e rattan. Dopo una doccia veloce mi buttai ancora bagnato sul letto che avevo lasciato alcune settimane prima. Mi svegliai, non ancora del tutto lucido ma riposato, a pomeriggio inoltrato. Gianni era tornato da qualche minuto ma non aveva voluto disturbarmi. Era sotto la doccia e mentre si rinfrescava gli preparai qualcosa da bere. Quando uscì ci abbracciammo salutandoci e poi cominciammo a raccontarci disordinatamente che cosa avevamo combinato in quelle settimane di lontananza. Ad un certo punto Gianni s’interruppe, notando il mio stato debilitato: – Hai voglia di uscire stasera? – disse.

    – Certamente, – risposi. – Sono tornato apposta in anticipo, non avevamo questo appuntamento? Starò attento a quello che mangio. Anche se ormai mi sono abituato a convivere con il mio animaletto nello stomaco.

    – Sarà meglio che tu stia attento. Fatti vedere da qualche medico serio quando torni a casa.

    – Non preoccuparti.

    Rimanemmo a chiacchierare ancora per un po’. Gianni aveva incontrato alcuni problemi nel nuovo posto di lavoro. Aveva deciso di anticipare eventuali provvedimenti da parte della direzione della banca e aveva proposto lui stesso una rinegoziazione del contratto, rinunciando a qualche incentivo in cambio di una proroga del periodo di prova per continuare nel suo programma di aggiornamento professionale. Il primo problema che ora doveva risolvere era la ricerca di un nuovo appartamento, più piccolo e meno lussuoso, ma soprattutto che costasse molto meno d’affitto alla banca.

    Anche quest’ultima questione era stata affrontata da Gianni con il suo solito impeto, ma notai che era apparsa, nella sua maschera di uomo sicuro, una piccola crepa; niente di grave, ma lo trovai molto più preoccupato di quando ero partito. Un gesto nervoso in più, una velocità dei movimenti che prima non c’era, la risata che scattava meno pronta. Ma quella sera Gianni tentò con successo di mettere da parte le sue ansie e di lasciare fuori dalla sua vita privata le noie professionali. Era questa la sua grande forza, quella caratteristica della sua personalità che gli aveva permesso di non farsi catturare dalle paranoie dell’espatriato. A Singapore la vita dell’occidentale trasferito per lavoro poteva essere una trappola micidiale. Era facile farsi ammaliare dal lusso in cui le ditte ti avvolgevano per convincerti a produrre e farti dimenticare la vita che conducevi. Molti vivevano in un limbo dorato, poco innocente e molto pericoloso; ma una volta aperti i cancelli di quel finto paradiso e abbandonato quel mondo di falsi successi, ci si rendeva conto di aver perso anni per nulla, si ritornava brutalmente alla vita precedente pieni di rimpianti, insoddisfatti di non poter sapere se si era percorsa la strada giusta

    Gianni aveva fatto l’unica scelta possibile, quella di non farsi illusioni, di aver ben chiaro che una decisione doveva essere presa: attraversare il fiume o fermarsi e tornare a casa. Rimanere nel limbo era inutile. Ma ormai s’erano accumulati troppi fattori, anche sentimentali, e la scelta era diventata molto difficile e sarebbe stata, a questo punto, comunque sbagliata. Era tutta la situazione che aveva intaccato il suo ottimismo e la sua capacità di razionalizzare era messa a dura prova da questo stallo. Sentivo

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