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I cancelli del delirio
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I cancelli del delirio
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I cancelli del delirio

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RACCONTO LUNGO (39 pagine) - FANTASCIENZA - Quando i cancelli del delirio si spalancano, entrare non è una scelta, uscire non è un'opzione. E quello che resta in mezzo, eventualmente, è la realtà.

La terrazza di un palazzo misterioso, eretto a sfidare le gigantesche onde di un oceano senza confini; una cella dalle pareti cangianti, nascosta in un tempio; un giardino rigoglioso, adagiato in un cratere lunare. Hannah apre gli occhi e neppure ricorda il suo nome: rimettere insieme i pezzi, poi, sarà soltanto doloroso. Il dolore magnifico e insormontabile del Chew-9, la droga del benessere.

Andrea Montalbò, classe 1960, ha all'attivo i racconti "L'Ultimo Rito", "M.o.o.d.", "Urbania", pubblicati nelle antologie "L'Ultimo Rito" (1997), "È sempre tempo di Eroi "(1998) e "Le ali dell'Impero" (1999); i racconti a puntate "Questione di Classe" e "Sotto La Pioggia" (2014), pubblicati su "THe iNCIPIT" (www.theincipit.com) e due romanzi di fantascienza: "Extreme Defence" (2004) e "Extreme Defence: Sandriders" (2012). Per Delos Digital ha pubblicato, nella serie "The Tube Exposed", i racconti "Paranoia Park" e "Paranoia Park: Il Branco" (2014).
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateDec 2, 2014
ISBN9788867755851
I cancelli del delirio

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    I cancelli del delirio - Andrea Montalbò

    a cura di Franco Forte

    Andrea Montalbò

    I cancelli del delirio

    Prima edizione dicembre 2014

    ISBN 9788867755851

    © 2014 Andrea Montalbò

    Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    Font Quattrocento Sans by Pablo Impallari, SIL Open Font Licence 1.1

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Andrea Montalbò

    I cancelli del delirio

    PROLOGO

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    Epilogo Primo

    Epilogo secondo

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Andrea Montalbò

    Andrea Montalbò, classe 1960, ha all’attivo i racconti L’Ultimo Rito, M.o.o.d., Urbania, pubblicati nelle antologie L’Ultimo Rito (1997), È sempre tempo di Eroi (1998) e Le ali dell’Impero (1999); i racconti a puntate Questione di Classe e Sotto La Pioggia (2014), pubblicati su THe iNCIPIT (www.theincipit.com) e due romanzi di fantascienza: Extreme Defence (2004) e Extreme Defence: Sandriders (2012). Per Delos Digital ha pubblicato, nella serie The Tube Exposed, i racconti Paranoia Park e Paranoia Park: Il Branco (2014).

    Dello stesso autore

    Andrea Montalbò, Paranoia Park The Tube Exposed ISBN: 9788867751884 Andrea Montalbò, Paranoia Park - Il branco The Tube Exposed ISBN: 9788867753550

    PROLOGO

    Luogo: assenza di coordinate.

    Tempo: nel momento esatto.

    Apre gli occhi, risvegliata dal tocco gelido e per nulla carezzevole dell'acqua; ma subito li richiude, per lo stesso motivo: l'acqua. Non si tratta soltanto dell'intensità della pioggia o della dimensione delle gocce, l'acqua brucia come se fosse acida, sembra perfino oleosa.

    È improprio chiamarla pioggia, è una bufera… e lei è allo scoperto. Voltandosi a pancia in sotto ottiene almeno di sottrarre, in parte, la vista a quel bombardamento; ha bisogno di qualche istante prima che il bruciore agli occhi si plachi e le palpebre possano tornare ad aprirsi sulla realtà esterna. Quando ne è finalmente in grado, attraverso la patina mista di acqua e lacrime che ancora le impasta le ciglia, altro non vede che stupide piastrelle a mosaico, un'ampia superficie dalla delicata sfumatura rosa.

    Gusto orribile, pensa.

    Cerca di rialzarsi ma, vuoi per la forza della bufera, vuoi perché un violento capogiro le fa perdere l’equilibrio, ricade sul pavimento, battendo con forza le mani e il volto. Cade nella pozza che si sta formando, colpita tanto dagli schizzi furiosi che rimbalzano dal basso quanto dai dardi liquidi che precipitano dall'alto, martellandole la schiena. È pronta a cedere alla frustrazione: non ricorda dove si trova né come possa essere arrivata lì; ricorda di chiamarsi Hannah e di essere stata altrove, prima. Un prima che non riesce a convertire in quando.

    D'impeto, pagando lo sforzo con una nuova, dolorosa scivolata, si gira sulla schiena, urlando di rabbia, urlando alla luna.

    Le lune in cielo sono due. E sono entrambe blu.

    Smette di urlare non appena realizza che il cielo è verde.

    Non un verde rassicurante, la tonalità di una foresta o d'uno smeraldo. È uno sfondo cupo e minaccioso, un universo verde bile; una coltre densa e materica, interrotta da gassose scie di fluorescente verde chiaro. Questo, dove si riesce a oltrepassare la barriera di corrucciate nuvole giallo acido: hanno una forma e un colore familiari; dovrebbero ricordarle qualcosa, ma la sua memoria sembra non voler funzionare. Un file corrotto che rifiuta di aprirsi ma che – dannazione – contiene i suoi dati essenziali.

    Non i dati di quel posto, a ogni modo. Alla fine, riesce ad alzarsi e osservare ciò che la circonda.

    Nulla di buono.

    Lo stupido mosaico rosa è il pavimento di una balconata, dalla quale si accede a un alto colonnato; colonnato e balconata si estendono per l'intero fronte dell'edificio nel quale sono inseriti. Una costruzione imponente, squadrata, scolpita nel granito. Rosa.

    Hannah piega la testa di lato per sputare. Non in segno di disprezzo: l'acqua oleosa le è entrata in bocca, il sapore è disgustoso; come già per l'aspetto ripugnante delle nuvole, ha una sensazione di familiarità, sembra…

    Niente, i dati di cui ha bisogno restano bloccati nel file difettoso della sua memoria. Più osserva il palazzo, comunque, e meno si sente attratta dall'idea di trovare riparo dalle intemperie sotto il colonnato.

    È al buio, per cominciare; è comunque esposto, almeno in parte. Vede le gocce di pioggia scagliarsi oltre le colonne rettangolari per essere inghiottite dalla perfetta assenza di luce. Non è solo questo, è l'aspetto in sé dell'edificio che le incute timore: si

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