A.R.C.A. vol.4 - Fermate la Vandea
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A.R.C.A. vol.4 - Fermate la Vandea - Matteo Marchisio
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FERMATE LA VANDEA
A.R.C.A. vol. 4
Fermate la Vandea
di Matteo Marchisio
Sommario:
DRITTI AL CUORE
UN FUTURO DIVERSO
FORMALITÀ
SOTTO LA PELLE
INSERIMENTO
PUNTO D’ARRIVO
TRADIMENTO
REALI INTERESSI
DISTRAZIONE
I RANGHI SI ASSOTTIGLIANO
DRITTI AL CUORE
Quasi tredici anni prima dell’attacco Mokter a Lex V
Tutti corsero negli abitacoli dei mezzi, disposti in quadrati da nove ARCA ciascuno al centro dell’hangar. Davanti allo schieramento, altre cinque armature robotizzate aspettavano con la cabina aperta i propri piloti.
Nessuno dei giovani ai comandi del proprio ARCA parlò, preferendo concentrarsi sulle procedure apprese durante l’addestramento.
Alcuni scossoni agitarono gli animi, ricordando che la discesa del grande incrociatore strategico era iniziata.
Nell’hangar entrarono cinque uomini, camminando tranquilli, mentre una voce comunicava che lo sbarco sarebbe avvenuto entro pochi minuti.
I piloti si fermarono davanti agli ARCA schierati.
I veterani della caccia ai Pirati Apostati. Alastor
Count Pax, Blaas
Edge Bufar, Taikos
Tik Pokoj, Dagat
Mopa Det e Kosmi
Krop Prostor
bisbigliò qualcuno dei giovani nelle cabine degli ARCA.
I cinque si misero davanti ai propri mezzi osservando i ragazzi nelle cacine aperte degli ARCA.
A molti giovani piloti sembrò di osservare una delle olografie di propaganda per il reclutamento, in cui erano raffigurati gli eroi della guerra pirata in tutto il loro rude splendore, vestiti con le tute da pilota coperte di monili, gagliardetti di missione e armi raccolte dopo aspri combattimenti.
L’uomo al centro guardò i due alla sua destra e alla sua sinistra, che abbassarono la testa in segno di accordo.
Sono il capitano Alastor Pax, ma per voi, e solo voi, sarò Count.
Tutti i presenti urlarono Count! Count! Count!
Oggi qui è stata riunita tutta la Decima Divisione Robotizzata, la più potente forza da combattimento dell’intera galassia al servizio dell’Intesa Siderale. L’ultima nel suo genere. Gli angeli dello spazio. I cani da caccia dell’Intesa Siderale. Sapete perché siamo solamente in cinquanta?
Nessuno disse nulla, lasciando che la domanda si perdesse tra il frastuono della discesa nell’atmosfera. I quattro ai fianchi sorrisero.
Perché ognuno di voi nel suo ARCA, vale in combattimento come cento uomini! Oggi si compirà una delle più vaste imprese nella storia dell’Armata Comune. Sotto di noi, in un immenso avamposto pirata, si trova la banda del super ricercato William Davery, una delle più agguerrite che abbiano mai piagato lo spazio nella storia dell’Intesa Siderale. Oggi noi scenderemo sulle loro teste mettendo in atto il più imponente arresto che gli annali della lotta contro la pirateria riportino. Oggi cadremo su di loro con tutta la furia della nostra ira e di quella di tutti gli innocenti che hanno ucciso. Primi fra tutti, i passeggeri del Botany.
I presenti esultarono di nuovo, anche solo per allentare la tensione.
Non con un caccia a venti volte la velocità del suono, o con una sbarco di migliaia di soldati utilizzabili come bestie da macello. Oggi noi incarneremo tutta l’umanità. Ogni nave nemica, ogni gruppo di quei pirati che continuano a rallentare il progresso dell’umanità con le loro sanguinose scorribande, avrà da temere l’incarnazione della paura che loro stessi hanno provocato negli innocenti che hanno assalito. Sarà un corpo a corpo, la base del combattimento, l’essenza della lotta.
Disse Alastor Count
Pax.
Altri scoppi di hurrà, mentre le luci lampeggiavano per l’imminente apertura del portello dell’hangar.
La voce disse che mancavano due minuti.
Siamo la Decima Robotizzata…
disse il capitano Pax alzando la voce per farsi sentire al di sopra delle sirene.
L’unica!
puntualizzò il vicino con un urlo roco.
…valiamo come diecimila uomini...
Gli angeli dello spazio!
urlò un altro dei capisquadra.
…cerchiamo di non far crollare questa verità.
Terminò Alastor Pax fissando con aria vagamente beffarda i ragazzi negli ARCA davanti alla sua figura.
Eccitati per il discorso i piloti ai propri posti esultarono un’ultima volta, indossando poi tutti la maschera della tuta e sistemandosi le cinture di sicurezza.
I cinque capisquadriglia entrarono nell’abitacolo del proprio mezzo.
Erano tutti di età simili, e a giudicare dalle medaglie commemorative appuntate sulle tute da pilota, anche compagni di vecchia data.
Il capitano Pax si sintonizzò sulla frequenza della Decima Robotizzata al completo.
Oggi per molti di voi sarà il primo combattimento. Mantenete la calma…
Dieci secondi all’apertura del portello caudale.
…ricordate l’addestramento.
Sei secondi.
Siamo piloti dell’Armata Comune, e questa è la Decima Divisione Robotizzata!
grugnì mentre chiudeva di scatto il portello della cabina, imitato da tutti gli altri.
Decima Robotizzata!
Quattro.
Il capitano Pax si rivolse solo alla sua squadra.
Tre.
Seguitemi ragazzi, ma soprattutto evitate i getti dei geyser. Primo tenente Frank Basosky, si sente pronto?
Due .
La voce dell’ufficiale era cambiata, diventando basa, quasi paterna.
Uno.
Pronto.
rispose Frank Basosky.
Il portello si aprì in quattro metà che scorsero da una parte lasciando cadere tutta la Decima divisione Robotizzata nell’atmosfera.
Cinquanta ARCA si mossero come uno stormo di calabroni, aprendosi in cinque formazioni d’attacco parallele.
La Decima Robotizzata puntò verso la superficie ora visibile sotto di loro.
Gli ARCA si allontanarono dal ventre dell’incrociatore tattico ancora incandescente per la discesa rapida nell'atmosfera, lasciando una nube di ioni rosa che aleggiò nell'aria scivolando contro il metallo del vascello per qualche secondo, fino a svanire del tutto.
Frank Basosky pilotò concentrato al massimo seguendo il caposquadriglia, senza perdere di vista la formazione della squadra nello schermo laterale. Notò sul radar alcuni movimenti che si allontanavano dal punto marcato come obiettivo.
Capitano Pax, e quei velivoli nemici che si allontanano dalla zona obiettivo? Sono navette pirata, senza dubbio.
disse Frank.
Lasciamoli stare, a loro penseranno i caccia dell’incrociatore, noi stiamo puntando a cuore. Lasciamo le appendici a quelle femminucce dell’aereonautica.
fu la risposta.
Frank allargò le immagini esterne vedendo vicino alla sua formazione anche gli altri ragazzi della squadra. Il grado di concentrazione era così alto che stavano evitando i missili delle contraeree come se nulla fosse.
Quando fu a mille metri sopra l’obiettivo attivò i sistemi d’arma, udendo un attimo dopo un urlo del capitano Pax.
Vento da terra, abbandonate la formazione! Geyser sotto di noi!
Ormai era troppo tardi.
L’unico che era riuscito a compiere quella manovra era stato il capitano Pax, essendo, oltre che molto più abile, anche il primo della formazione.
Frank si guardò intorno ritrovandosi avvolto come da un’aura biancastra. L’acqua nebulizzata ad alta pressione lo avvolse facevo vibrare leggermente l’ARCA. Attivò il visore termico sfruttando l’altimetro per controllare la caduta, non capiva perché il capitano Pax avesse così paura di quei getti d’acqua.
Qualcuno della squadra urlò qualcosa sulla frequenza collettiva, mentre sullo schermo gli compariva una delle peggiori scritte potessero spuntargli sullo schermo di sinistra, quello con le scansioni dei sensori esterni.
Il Booster tossicchiò, gorgogliando uno strano lamento.
Cavitazione!
urlò uno compagno di squadra.
Frank riconobbe la voce come quella del tenente Ulyxes Ux
Xavier, il miglior pilota di tutto il corso di volo su Lex III.
Picchiate verso il basso, dobbiamo uscire di qui! Usate i flap d’emergenza per cambiare direzione!
aggiunse Ux.
Frank, fidandosi della qualifica del collega, fece come consigliato, cercando di planare con gli alettoni del booster senza dover costringere le turbine, quasi immerse nell’acqua bollente, a bruciare carburante.
Durante la pianificazione dell’assalto il giorno precedente, avevano saputo che il bombardamento dallo spazio della loro squadra navale aveva dato il colpo di grazia a una zona vulcanica adiacente alla regione della operazioni. I tre vulcani del pianeta avevano così ripreso a eruttare lava nel vicino lago salato, creando nubi di vapore spesse come panna, e trasformando i fiumi sotterranei che scorrevano nel resto della zona in vapore ad alta pressione che usciva dalle spaccature del terreno come geyser.
Frank tenne d’occhio l’altimetro e quando ormai non vedeva che decine di metri decrescere vorticosamente, permette il tasto di accensione dei contro-booster stringendo i denti per lo sbalzo di velocità.
L’ARCA ammortizzò l’atterraggio grazie alle ginocchia di acciaio.
Il resto della sua squadra atterrò, facendo tremare la terra.
Molto bene signori. Una meraviglia. Ma è adesso che inizia la vera missione.
furono le parole che il capitano Pax rivolse loro, mentre iniziava ad avanzare verso gli edifici che si profilavano poco lontano.
Frank alzò la telecamera in alto ammirando la magnificenza di quella scena: sopra di loro il profilo enorme e fumante dell’incrociatore in fase di discesa, spandeva sul terreno un’ombra scura. Dalle sue fiancate si intravvedevano formazioni di caccia partire all’inseguimento dei pirati in fuga, mentre tra i banchi di nuvole spesse come cotone, sbucavano gli altri ARCA.
Frank rabbrividì quando alcuni dei colleghi si schiantarono al suolo dopo essere usciti dalle torri di vapore che sbocciavano dalle spaccature del terreno.
Alcuni piloti non avevano planato, facendo sì che il getto d’acqua distruggesse le eliche delle turbine.
Insieme ai compagni seguì il capitano Pax fino al punto in cui