L' Inglese: la lingua femmina di Virginia Woolf
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L' Inglese - Ilario Sinigaglia
Lario Sinigaglia
L’Inglese:
la lingua femmina di Virginia Woolf
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | L’Inglese: la lingua femmina di Virginia Woolf
Autore | Ilario Sinigaglia
ISBN | 9788891125668
Prima edizione digitale: 2015
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Youcanprint Self-Publishing
Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)
info@youcanprint.it
www.youcanprint.it
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Sommario
PREFAZIONE
CAPITOLO PRIMO - I TIPI DI CARL GUSTAV JUNG
La gerarchia
Il sentimento
Il pensiero
Il calcolo
Mente femminile e mente maschile
CAPITOLO SECONDO - LE TRE GHINEE DI VIRGINIA WOOLF
La prima ghinea
La seconda ghinea
La terza ghinea
CAPITOLO TERZO - LA STRUTTURA DEI ROMANZI DI VIRGINIA WOOLF
L’aspetto filosofico
L’aspetto psicologico
CAPITOLO QUARTO - LA LINGUA INGLESE
PREFAZIONE
Parto dall’ipotesi che esistano menti di tipo femminile e menti di tipo maschile e arrivo alla conclusione che esistono lingue maschili
e lingue femminili
. In questa ottica la lingua inglese è femmina
mentre le principali lingue del continente europeo sono maschi
.
La parte psicologica dell’opera è basata su Tipi Psicologici, vasta opera di C.G. Jung di cui inizialmente riassumo le conclusioni.
La parte linguistica è basata sulle opere di Virginia Woolf perché la ritengo grande interprete della psicologia della lingua inglese.
Il secondo capitolo parla dell’indagine sociale riguardante la donna contenuta nell’opera Le Tre Ghinee. Ogni citazione è tratta da Le Tre Ghinee, editore Feltrinelli, Milano, Universale economica – I CLASSICI -, 1992. Segnalo la bella introduzione di Luisa Muraro e l’efficace traduzione di Adriana Bottini.
E’ un libro singolare per una sorta di circolarità dell’argomentazione, che ho tentato di mostrare mediante continue citazioni tratte dall’opera, che appesantiscono il testo mentre l’originale è leggero e umoristico anche se non facile. Il lettore potrebbe tralasciare il capitolo dopo le premesse iniziali passando al più importante terzo capitolo, che tratta dei romanzi, purchè abbia almeno il proposito di leggere Le Tre Ghinee perchè ne vale la pena. Leggere i romanzi di Virginia Woolf è sicuramente un piacere e vale la pena di provare a leggerne almeno qualche brano in inglese per degustare l’incarnazione della lingua nella sua scrittura.
Lario Sinigaglia
CAPITOLO PRIMO - I TIPI DI CARL GUSTAV JUNG
Tipi psicologici
Questo è il titolo di un’opera di C.G. Jung di grande respiro.
Se ne consiglia la pur impegnativa lettura perché fornisce un reticolo interpretativo della varietà umana, mostrando il modo in cui certe qualità fondamentali si sposino, di preferenza, con altre qualità fondamentali ovvero le escludano.
I tipi psicologici nascono appunto da queste affinità o incompatibilità di qualità, che sono innate.
L’ambiente poi sviluppa o reprime.
Qui si faranno solo pochi cenni, certo indegni di un’opera geniale, che si sviluppa in centinaia di pagine e che a noi pare insostituibile.
Jung inizia a suddividere gli individui in introversi
ed estroversi
(tipi generali), essendo questa la distinzione fondamentale.
L’estroverso ha la libido
(attrazione, direzione e senso esistenziale) diretta verso l’oggetto esterno, mentre l’introverso ha libido
diretta verso l’oggetto interno. Il che non significa semplicemente verso di sè.
Secondo Jung infatti l’interiorità umana è abitata da archetipi, cioè immagini primordiali, che sono patrimonio collettivo, sebbene inconscio, di una popolazione.
Naturalmente anche l’estroverso partecipa al patrimonio d’immagini collettivo, ma ne consegue il valore cercandolo all’esterno. L’introverso, per contro, non è privo di contatti con l’esterno, ma attribuisce valore all’oggetto secondo interne determinazioni.
Dopodichè si danno quattro funzioni psichiche fondamentali, strumenti di cui si valgono tanto i tipi introversi che quelli estroversi: sensazione, intuizione, intelletto e sentimento.
Le prime due sono dette irrazionali, le seconde razionali.
La distinzione consiste in questo: le prime due funzioni (sensazione ed intuizione) sono quelle che forniscono il materiale che sarà elaborato dalle altre due (intelletto e sentimento).
Se la sensazione è rivolta all’ apprezzamento delle apparenze sensibili, l’intuizione è rivolta ad apparenze seconde, larvali, non ancora dispiegate.
L’intuizione si fonda su certe stabilità formali nell’evoluzione della realtà, desumibili, talora, da modesti indizi ed apre uno spiraglio su ciò che è celato, specialmente sul futuro.
Ma lo fa a prezzo di una sorta di cecità su ciò che è ben visibile. Tiresia, il profeta cieco del teatro greco, ben rappresenta questa facoltà.
Intelletto e sentimento sono entrambe funzioni razionali.
Si potrebbe dire che l’intelletto individua obbiettivi mentre il sentimento individua valori.
Che l’intelletto esige un certo distacco, mentre il sentimento esige partecipazione e vicinanza.
Che il primo consente strategie complesse, al fine dell’acquisizione di un bene, mentre il secondo è sempre schierato a difesa di un valore.
Ciò detto abbiamo tracciato otto tipi fondamentali, individuati dalla tipologia generale dominante, introversione o estroversione, e dallo strumento fondamentale utilizzato: intuizione, sensazione, intelletto o sentimento.
Tuttavia un individuo è più complesso, nel senso che l’operatività esistenziale richiede l’uso di almeno una facoltà irrazionale e quello, simultaneo, di una facoltà razionale.
Che farebbe infatti Tiresia se non potesse elaborare intellettualmente le sue intuizioni (essenzialmente