Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Predestined - Il destino di Cloe
Predestined - Il destino di Cloe
Predestined - Il destino di Cloe
Ebook497 pages7 hours

Predestined - Il destino di Cloe

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Predestined - Parte prima "Il Destino di Cloe" parla di Cloe, una ragazza forte ed intraprendente nella vita, che viene catapultata in una nuova esperienza ed è costretta ad affrontare una diversa realtà che farà cadere tutto quello che conosceva come una castello di carta. Imparerà a lottare per difendersi e restare in gioco, cercando di tenere a galla anche i suoi amici e soprattutto sua sorella Allyson. Durante le sue avventure scoprirà la verità sulla sua specie e, guidata da un'antica profezia, imparerà a confrontarsi con le sue nuove capacità. Tutto questo sotto gli occhi attenti di Dragon... un vampiro capostipite che attendeva il suo arrivo da decenni e che desidera farla sua.
LanguageItaliano
Release dateDec 15, 2015
ISBN9788892529427
Predestined - Il destino di Cloe

Related to Predestined - Il destino di Cloe

Related ebooks

Fantasy For You

View More

Related articles

Reviews for Predestined - Il destino di Cloe

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Predestined - Il destino di Cloe - Martina Pastore

    XIX

    Predestined

    Il destino di Cloe

    I

    Diciottenne

    Un raggio di sole attraversa la finestra e si posa invadente sui miei occhi. Superati i primi istanti di fastidio, sollevo le palpebre e sorrido nel vedere la luce che s'impadronisce della stanza. E' l'alba. Sposto dalla pancia il braccio pesante di Frederick e delicatamente scivolo via dalla sua stretta per alzarmi. Spalanco la persiana e mi affaccio arzilla alla finestra: l'aria fresca del mattino mi sveglia immediatamente, l'odore dolce del polline mi avvolge. Sui ciliegi gli uccelli già banchettano e sotto il mio balcone un cervo mangia l'erba ancora bagnata dalla notte. Resto sorridente di fronte allo spettacolo di colori che solo una mattinata limpida come questa può regalare. Sarà un giorno stupendo.

    Frederick mugugna infastidito alle mie spalle, rotola su se stesso per la luce ed il fresco e si sveglia contro voglia, lamentandosi ad alta voce. Mi avvicino frettolosa inginocchiandomi sul letto, con la mano destra gli tappo la bocca

    <>

    Lo rimprovero con lo sguardo e prego che mia sorella non abbia sentito la sua voce. Frederick scuote la testa, liberandosi dalla mia mano ed apre un occhio, poi bisbiglia qualcosa frastornato ed apre anche l'altro. Mi fissa incuriosito per qualche istante. Vedo comparire la lucidità nei suoi occhi ancora stanchi ed un secondo dopo si ricorda di aver dormito da me e sprofonda nello sconforto, realizzando che si deve alzare per sgattaiolare via.

    Ridacchio delle sue buffe espressioni di fastidio. Si gira sulla schiena lamentandosi sotto voce, disperato si copre gli occhi con la mano. Lentamente mi infilo sotto le coperte e lo stringo forte, avvicinandomi al suo corpo caldo. Lui sospira, rassegnato. Gli mordicchio il lobo e sussurro sensuale al suo orecchio

    <>

    Mi sollevo appoggiando le braccia conserte al suo petto e bacio con dolcezza le sue labbra fini. Frederick sbuffa arrendendosi al mio tocco, avvolge la sua mano alla mia nuca, avvicinando il suo viso al mio e mi bacia teneramente. La sua lingua accarezza e guida la mia, delicata e morbida come per tutti i suoi baci. Un brivido mi percorre la schiena: solo lui é capace di farmi sentire così. Ci guardiamo sorridenti negli occhi, i suoi profondissimi occhi neri. Ancora intontito fa scendere la sua mano accarezzandomi la schiena, fino a raggiungere l'orlo della maglietta. Vedo un piccolo sorriso scaltro farsi strada, le sue intenzioni sono più che chiare. Scuoto la testa ridendo

    <>

    Lo bacio, cercando di essere il più casta possibile.

    Sento fuori Bruto che ringhia sommessamente: é geloso della sua presenza in camera mia, dal tra parte lo costringe a dormire in corridoio. Mi alzo dal letto e sollevo Frederick tirandolo verso di me, costringendolo così ad imitarmi. Mi stringe forte, mi annusa i capelli e mi solletica il collo con il naso. Ridacchio e lo allontano prima che le mani si abbassino pericolosamente sulla mio punto vita. Mi vesto svelta e gli lancio i jeans, incitandolo a fare lo stesso.

    Dopo qualche istante siamo pronti, Frederick scavalca la ringhiera e sale sul grosso tronco della quercia che crea il nostro ingresso segreto. Mi ruba ancora un bacio e mi sorride malizioso

    <>

    Nei suoi occhi vedo comparire un luccichio di lussuria

    <>

    Sorrido imbarazzata e distolgo lo sguardo mentre arrossisco. Lui finge indifferenza e scende dall'albero, raggiunge la moto e scappa via. Sospiro. So già che per tutto il giorno non ci scambieremo più di uno sguardo, questa situazione mi fa impazzire.

    Torno svelta nella mia stanza, infilo la giacca. Non appena apro la porta Bruto ed Ice mi saltano addosso, buttandomi a terra. Ricambio l'entusiasmo lasciando che mi lecchino il viso e li coccolo con forza, immergendo le mani nel loro folto pelo.

    Corro giù dalle scale e apro la porta del garage, evitando troppi rumori. Faccio un fischio per richiamare i lupi quando apro la portiera, basta il gesto per farli salire immediatamente in macchina. Infilo euforica le chiavi nel cruscotto ed esco dal vialetto. Prima tappa: pasticceria. Oggi é il mio compleanno, non si pensa alla linea.

    Non appena apro la spessa porta in legno di Rachel le mie narici vengono inondate dal profumo di dolci appena sfornati, marmellata e creme fresche. Prendo un grosso fagottino farcito di panna e crema pasticcera. Mi siedo fuori con il mio cappuccino aromatizzato alla cannella e la mia gustosa brioche. L'aria é ancora fredda, ma il sole diventa a mano a mano più intenso e comincio ad accumulare calore sulla pelle. Adoro il sole, mi fa stare bene.

    I lupi ansimano e mi chiamano dietro il finestrino, sorrido e mi affretto a finire la mia colazione: voglio cavalcare.

    Arrivo presto in scuderia, Argy mangia tranquilla il fieno rimasto, cercando tra i trucioli tutti i residui possibili, non avanza mai nulla. Metto la sella e in un batter d'occhio mi ritrovo immersa al galoppo in un campo, con l'erba alta che mi bagna le ginocchia ed i lupi che mi corrono affianco.

    Galoppando mi sento libera, potente, forte come nessuno. Divento un animale anch'io e sono felice.

    Levo gli stivali infangati sulla soglia della porta d'ingresso

    <>

    Mia madre Monique é in cucina con l'aspirapolvere in mano, é una maniaca delle pulizie.

    <>

    Mi viene vicino e la stringo forte prendendomi qualche coccola gratuita e sempre ben accetta

    <>

    Le do un grosso bacio sulla guancia ossuta

    <>

    <>

    Guardo l'acqua limpida scendere violenta e riempire il bicchiere mentre sento su di me un finto sguardo di rimprovero

    <>

    Ridiamo insieme, sa bene quanto sono golosa. Noto qualcosa cambiare improvvisamente nella sua espressione, di colpo il suo sguardo sembra rattristarsi

    <>

    La guardo scettica, onestamente non capisco la frase. Cerco di rasserenarla

    <>

    Alzo le spalle sorridente e corro in salotto, non ho intenzione di affrontare una crisi da figlia cresciuta.Quello che le ho detto é vero: é una bella giornata ed é il mio diciottesimo compleanno, voglio godermelo al massimo!

    Salgo le scale e vado a svegliare mia sorella, ormai é mezzogiorno e direi che ha dormito abbastanza. A differenza di me, lei odia la luce. La sua stanza é sigillata in ogni angolo per far si che neanche un chicco di sole s'intrufoli per sbaglio mentre riposa. Per tante cose siamo così diverse, ogni tanto mi viene spontaneo chiedermi se siamo veramente gemelle. Entro di soppiatto e le scosto dolcemente la mascherina che tiene sugli occhi, poi le bacio la fronte

    <>

    Finalmente il suo corpo comincia a dare segni di vita: apre lentamente gli occhi con molti battiti affaticati

    <>

    Farfuglia assonnata

    <>

    Mi guarda confusa, poi qualche istante dopo realizza l'ora tarda del mattino ed un sorriso compiaciuto compare sul suo viso. Alza le braccia e si stiracchia soddisfatta

    <>

    Mi fa una linguaccia ed io le lascio un bacio sulla fronte.

    Ci mettiamo molto tempo per prepararci: oggi é la nostra festa, nulla va lasciato al caso. Mia sorella indossa un abito di raso rosso, corto appena sopra le ginocchia, con un grosso fiocco sulla vita. L'abito aderente e senza spalline la slancia e mette in risalto il suo fisico snello, anche se ha ai piedi le sue solite paperine. I capelli invece raccolti in un piccolo chignon, per dare il tocco elegante. Io indosso un vestito morbido verde smeraldo, che risalta la mia carnagione olivastra ed i capelli bruni lasciati sciolti e mossi lungo la schiena. Arriva lungo quasi alle caviglie, con un bello spacco per mostrare i sandali alti color crema. Entrambe ci trucchiamo con tinte sul verde e sul prugna, per far brillare gli occhi scuri. Quando arriviamo a casa dei nonni sono entrambi sulla soglia della porta ad attenderci a braccia aperte. Adoro i miei nonni. Sono due persone così allegre, felici, sempre a farsi la guerra per un abbraccio in più. Noto subito però delle espressioni diverse in loro, un po' malinconiche, cupe.

    <>

    Schiocco un grosso bacio ad entrambi. Mia nonna si porta le mani sul cuore

    <>

    Io e mia sorella sorridiamo di fronte la sua tenerezza e ci scambiamo uno sguardo d'intesa, come per dire obbiettivo raggiunto. Mentre andiamo verso la sala da pranzo prendo sotto braccio mia nonna

    <>

    Mi guarda incredula, come se non fosse possibile che me sia accorta

    <>

    Sorride poco convinta e guarda in basso, farfuglia qualcos'altro, riesco solo a cogliere qualche parola, mi sembra di capire "anche questa volta oggi é già arrivato".

    Le stringo la mano con affetto mentre guardo scettica verso mia mamma, che adesso sembra normale e serena. Sarà la stessa crisi mistica. Mia sorella mi conferma con lo sguardo che pensa la stessa cosa, deve aver sentito un paio di frasi assurde anche lei. Per scherno alza gli occhi al cielo e mi fa un gesto d' impazienza scuotendo le mani. Ridiamo, il fatto che papà sia tranquillo ci rassicura entrambe.

    Come sempre mangiamo ogni ben di dio, come nonna non sa cucinare nessuno. Purtroppo con il dolce arriva anche il momento imbarazzante delle foto ricordo: io e mia sorella che giochiamo sulla spiaggia, io a cavallo, lei in piscina ...fortunatamente siamo in famiglia e non ci sono orecchie curiose che cercano aneddoti da raccontare. Prendo in mano una foto di me ed Allison coricate nel lettino, dormiamo abbracciate con la stessa tutina di flanella rosa con i coniglietti lilla. Sorrido teneramente di fronte a quella immagine. Mi fa senso rivedere mia sorella con i capelli e gli occhi castano chiari, ma era ancora piccola, é normale. Io invece ero molto più scura già dai primi anni, intimamente mi sono sempre chiesta se quella strana non fossi io. Il suono di un clacson fuori dalla casa ci ricorda che sono già le cinque. Corriamo veloci in bagno per sistemarci il trucco, bisticciando per il possesso del piccolo specchio. Frettolosamente salutiamo i nonni, ma qualcosa nelle loro espressioni è cambiato di nuovo. Stranamente mio nonno si fa avanti

    <>

    Guardo confusa mio nonno e mia nonna al suo fianco, quasi in lacrime... cerco impanicata lo sguardo di mia sorella, che ha la mia stessa espressione perplessa, poi interviene Anthony, il mio calmo e quieto papà

    <>

    E' vero, papà ha ragione. Da domani si dovrà pensare alla scuola da intraprendere, al lavoro ...un attimo di commozione coinvolge tutta la famiglia, ci abbracciamo con foga, ma colgo anche sentimenti quasi di disperazione... qualcosa non mi quadra, perché tutta questa tristezza?

    Capisco il cambiamento ma dovrebbe essere un giorno di gioia... sto per cominciare a tartassare mia madre di domande quando il campanello suona e mia sorella salta su

    <>

    Vado verso la porta e saluto Phil, ci facciamo reciprocamente gli auguri, anche lui fa diciotto anni oggi, come tutti. Abbraccia e bacia teneramente mia sorella e ci dirigiamo verso la sua macchina, é ora di raggiungere gli altri.

    Sono emozionata all'idea del ballo ma non riesco più ad essere spensierata, qualcosa nella testa mi dice di stare allerta. Arriviamo alla eighteen party, una festa organizzata ogni anno dalla scuola. Inizio a ragionare sul fatto che una grandissima parte dei ragazzi diciottenni partono il giorno dopo la festa, quasi senza preavviso. Potrebbe essere questo il perché dello sconforto da parte della mia famiglia? Temono che anche noi due partiremo domani? Ma non abbiamo alcuna intenzione di lasciare la città per il momento, né per un lavoro né per un college... qualcosa non torna. Phil mi distrae dai miei pensieri offrendomi la mano per scendere dall'auto. All'ingresso ci sono già tutti i nostri compagni che ci aspettano. Earline mi corre incontro abbracciandomi con affetto, é bellissima in un abito aderente e lungo color avorio. Sharron invece ha optato per un miniabito molto osé verdone, Marshall é trasandato come sempre e Frederick é elegante, semplice: camicia a righe e pantalone scuro. E' bellissimo, due occhi grandi e profondi, le basette folte ed il pizzetto che gli danno quel tocco così... selvaggio. Abbiamo da sempre flirt segreti, ma non sono mai riuscita a far evolvere il rapporto. Sorrido tra me, sta sera potrebbe essere la serata giusta. Ci salutiamo tutti calorosamente, complimenti reciproci tra noi ragazze per i vestiti acquistati appositamente per l'occasione. Fuori é ancora una giornata meravigliosa ma decidiamo di entrare per fare un giro e vedere come procede la festa. Mi blocco una volta oltrepassata la soglia: siamo davvero tanti! A fatica raggiungiamo a spintoni il tavolo degli aperitivi. E' imbandito di ogni bontà, ma sono troppo piena dal pranzo per mangiare. Mi concedo un punch sapientemente corretto. Noto con piacere che il dj é meglio del solito, comincio a muovere i fianchi e canticchio tra me. Nonostante la calca riesco a notare l'addobbo della sala: fiori finti enormi blu e color pesco sulle pareti e sulle colonne, luci bianche che si alternano ad altre colorate, la pista da ballo é disegnata come se fosse una luna piena. Veramente molto scenico, l'atmosfera é fantastica. Ritrovo il mio spirito e dimentico le perplessità al mio secondo punch. Earline viene a prendermi per il braccio e mi trascina in pista. Ci perdiamo in chiacchiere stupide commentando tutti gli invitati, i loro vestiti, quello che bevono... ogni scusa é buona per una critica simpatica. Si aggiungono mia sorella e Sharron mentre i ragazzi vanno a recuperarci altro punch. E' ottimo, ne berrei dei litri. Noto Frederick adocchiarmi e poi spostarsi verso il bagno. Perché no penso tra me.

    <>

    Lei si gira verso di me senza capire l'allusione

    <>

    Sbuffo tra me, occasione persa. Superiamo la folla sbracciando e arriviamo nel corridoio. Vedo Fred nella sua solita posizione sexy in cui mi aspetta: in piedi contro il muro, un piede appoggiato alla parete, le mani nelle tasche del pantalone e lo sguardo fintamente tenuto altrove. Riconosco i suoi occhi maliziosi quando mi vede, ma ritrova subito compostezza quando nota Earline al mio fianco. Proseguo facendo finta di non notarlo, svoltato l'angolo mi giro in dietro per mimargli scusa. Peccato non vedere la sua faccia. Dopo una coda infinita torniamo sulla pista da ballo, raggiungiamo gli altri e iniziamo a scatenarci. Bevo, ballo, scherzo e rido senza sosta, mi sto divertendo come una matta. La luce filtra sempre meno attraverso le finestre oscurate, mi sporgo dalla porta e noto che fuori sta per tramontare il sole. Una giornata come quella di oggi deve riservare una tramonto da mozzare il fiato. Inizio a radunare tutti e li convinco ad andare sulla spiaggia per veder morire il sole nel mare.

    Usciamo di corsa, Phil ha in spalla mia sorella, io tiro Earline da una mano e Sharron dall'altra, che lotta per tenere dritto il bicchiere pieno. Marshall e Frederick arrivano con calma mentre parlano di sport. Mi levo i sandali: la sabbia sui piedi é fredda ma é un piacere per il bruciore che provavo. L'aria comincia a farsi pungente, mi avvolgo nello scialle. Man mano che il sole scende siamo sempre più euforici, come se fossimo posseduti da una forza nuova. Giochiamo a rincorrerci sulla spiaggia e balliamo sulle rocce, é sicuramente colpa dell'alcool. Un attimo di capogiro mi blocca, mi sento strana. Mi fermo prendendo fiato. Non é possibile che stia male, mi rendo conto di aver bevuto ma non sono per nulla ubriaca, alticcia se mai. Cerco di guardarmi attorno per trovare mia sorella ma vengo colpita da un nuovo giramento di testa. La voglia sulla mia mano inizia a bruciarmi in modo fastidioso ed inverosimile, mi gratto con forza cercando di alleviare il fastidio. Improvvisamente tutto di fronte a me sembra contorcersi e girare su se stesso, confondo i colori sullo sfondo e la sabbia sembra prendere il posto del mare. Mi siedo per terra a peso morto, strappando una parte del vestito. Appoggio saldi i palmi delle mani a terra e sprofondo mentre cerco stabilità.

    Mi sembra un attimo, ma quando riacquisisco l'equilibrio e la lucidità alzo gli occhi e noto che é buio profondo. Guardo preoccupata verso gli altri: mia sorella é coricata a terra e Phil la tiene stretta tra le braccia, scuotendola. Fred é ancora in ginocchio, Early guarda verso il vuoto... ma che cazzo é successo?!? Corro disperata in soccorso di mia sorella, le grido in faccia il suo nome con tutta la voce che ho in corpo finché non spalanca gli occhi. Mi sento svenire per il sollievo

    <>

    Lei mi guarda stralunata, mi fissa... poi di scatto si mette a sedere, guarda persa nel vuoto anche Phil, come se lo vedesse solo in parte. Lui ricambia con uno sguardo spaventato

    <>

    Le sussurra dolce nell'orecchio. Non sono nota per la diplomazia e la pazienza, quindi decido di svegliarla una volta per tutte. La strappo dalle braccia di Phil girandola verso di me e le tiro uno schiaffo sulla guancia sinistra

    <>

    Le grido. Di colpo i suoi occhi riprendono vita e mi da uno spintone meno male penso é tornata. Si alza di scatto

    <>

    Alzo le mani irritata

    <>

    Ci guarda tutti, scettica. Frederick si alza e mi viene vicino. Mi porto istintivamente la mano sul cuore nel vedere che sta bene

    <>

    Annuisco

    <>

    Guardo mia sorella allarmata

    <>

    Mentre parlo a mia sorella Earline si avvicina e si siede guardandoci stralunata

    <>

    Phil si gira verso di lei

    <>

    Scuote la testa interdetta

    <>

    Replica sorpresa. Resto un attimo intontita dall'affermazione di Early, ma poi realizzo quello che sta dicendo

    <>

    <>

    Grida in preda al panico mia sorella. La guardo calma, cercando di farle capire

    <>

    Mi giro verso gli altri

    <>.

    Marshall e Sharron arrivano da una roccia poco lontana, probabilmente si erano appartati prima che capitasse il tutto. Ci corrono in contro e dalle loro facce capiamo subito la domanda

    <>

    Rispondo rapida.

    Phil si alza

    <>

    Acconsento e saggiamente ci allontaniamo dalla spiaggia. Stranamente non sono spaventata, anzi, il fatto di poter vedere limpidamente nella notte mi rende spavalda e mi metto capo gruppo. Sapevo che oggi c'era qualcosa che non andava.

    Ci salutiamo distrattamente, siamo tutti persi tra i pensieri di quello che é successo. Entriamo in casa, mia sorella é spaventata e si accoccola sotto il braccio di Phil, cercando protezione. Superiamo la soglia del salotto e troviamo i miei genitori in piedi a fissarci: ci stavano evidentemente aspettando. Parto in quarta con le giustificazioni

    <>

    <>

    Mio padre mi interrompe brusco e alza una mano per fermarmi. Resto stordita dalla violenza di quel gesto inaspettato.

    <>

    Mia sorella sgrana gli occhi scioccata. Ci scambiamo uno sguardo perplesso, da quando mia papà é così maleducato? Phil apre la bocca per ribattere, ma poi capisce che non é il caso. Bacia furtivamente sulle labbra mia sorella ed esce di casa infastidito. Tento di nuovo di parlare quando mio padre ci ordina senza mezze misure di sederci. Sono arrabbiata come una iena, é intollerabile un comportamento simile. Mia sorella si siede e sbotta a causa della tensione

    <>

    Dice con la voce strozzata dalle lacrime. Io resto impassibile e fredda al suo fianco, ho la netta sensazione che il ritardo non c'entri proprio un bel niente. Mia madre avanza e si siede accanto a lei, le mette un braccio attorno alle spalle per confortarla

    <>

    Mio padre si siede sulla poltrona

    <>

    Dice ridacchiando tra se. Adesso sono preoccupata. La sua frase mi riporta alla mente tutti i vari dettagli della giornata... le parole di mia madre, il discorso sul futuro di mio nonno, le parole sentite per sbaglio da mia nonna "anche questa volta oggi é già arrivato". Dunque avevo capito bene.

    Mio padre inizia a parlare fermando le mie supposizioni. E' veramente serio adesso e mentre ci parla mia madre ci guarda rassicurante, ma seria anche lei.

    <>

    Divide chiaramente le parole e parla lentamente

    <>

    Prende fiato un momento e guarda mia madre che annuisce convinta

    <>

    Sbatto veloce le palpebre. Mi sento stralunata. Mia sorella é pericolosamente immobile. Vorrei tempestare mio padre di domande ma la voce non risponde ai miei comandi e resto zitta, invitandolo a continuare

    <homo sapiens che viveva nella giungla più selvaggia, probabilmente in Amazzonia, dove era difficile trovare della carne di cui cibarsi. Tutte le prede che riusciva faticosamente a catturare erano troppo piccole per essere spolpate e, se mangiate intere, le loro ossa troppo fragili rischiavano di bucare gli organi interni. Imitando le altre creature che vivevano attorno a loro cominciarono così a succhiare il sangue di insetti, piccoli uccelli e roditori per ottenerne il nutrimento. A mano a mano che gli anni passavano, i canini si assottigliavano ed il sangue diveniva parte del loro stesso organismo. Nei secoli cominciarono a diventare più forti, più veloci, avevano sensi più sviluppati. Cominciarono a cacciare anche le prede più grosse, sempre dissanguandole. Si creò così una nuova razza, onnivora ma costituita per l'80% di sangue. Quello che in un essere umano é acqua, nel vostro organismo é sangue. Per questo crescendo tutto in voi si scurisce: la pelle, i capelli, gli occhi... tutto cambia colore, diventando più nero. In verità questo non accade negli esseri umani>>

    Mia madre alza una mano chiedendogli di fermarsi. Era evidentemente preso dal racconto

    <>

    Ci sorride dolce. Sono sconvolta. Non capisco se sia una scherzo di cattivo gusto, l'unica cosa che riesco a pensare é che abbiamo in qualche modo drogato anche loro. Mia madre tira fuori una foto di una bimba castana con gli occhi verdi

    <>

    Parla teneramente

    <>

    Guardo la foto, persa. Poi guardo mia sorella: troppe emozioni in una sera, é palesemente sotto shock. Decido di intervenire

    <>

    Mio padre non mi lascia finire

    <>

    Anche se la mia voce interiore mi sta suggerendo di rispondere si mi oppongo di principio, apro la bocca per replicare quando mia sorella m'interrompe

    <>

    Sussurra lei piano al posto mio

    <>

    Controbatto secca

    <>

    Di colpo mio padre si alza, afferra un coltello che non so bene dove aveva e me lo tira contro, con forza. La paura per la mia stessa vita mi pervade, sento immediatamente radunarsi in me tutta la forza e l'istinto che possiedo.

    Improvvisamente é come se il tempo rallentasse: riesco a vedere con precisione il gesto di mio padre, i suoi muscoli tesi e l'espressione concentrata e contratta. Metto a fuoco la lama che fluttua nel vuoto verso di me. D'impulso afferro il coltello e lo blocco ad un millimetro dal mio naso. Mia madre sobbalza, mia sorella affanna spaventata al mio fianco ed urla. Il suo sguardo rimbalza da quello di mio padre a quello di mia madre, cercando spiegazioni. Sento il bruciore sulla mano, poi il sangue: vedo una goccia e poi un'altra che si accumulano sul vestito. Con il fiato corto guardo impallidita mio padre. Mi rendo conto delle espressioni che cambiano sul mio viso: la paura lascia spazio al dolore, poi qualcosa in me scatta. L' odio. Li odio entrambi. Lo guardo torva ed arrabbiata, come se fosse una minaccia. Sono furiosa. Non credo di essere mai stata così arrabbiata in vita mia, a stento riesco a stare ferma e seduta senza ribaltare tutta la camera. Inaspettatamente Anthony si siede tranquillo e continua a parlare

    <>

    Apro il palmo e lascio cadere la lama che rimbalza tra i miei piedi

    <>

    Resto sbigottita. E' vero. Ha ragione, l'ho bloccato. Ma non può essere. Monique mi prende il mento tra le mani in un gesto d'affetto. M'irrigidisco, ho tutti i sensi allerta e riesco a sentire tramite il contatto della nostra pelle il suo cuore che pulsa

    <>

    Mi scanso da lei per sentirmi meno vulnerabile e mi guardo la mano prima sanguinante, adesso perfettamente integra. Nemmeno un segno. Non sento dolore. Sono sempre guarita prima di alcuni miei compagni, ma mai così velocemente. E' impossibile. Fisso la mia mano incredula, non riesco a formulare parola.

    <>

    metabolizzo le nuove informazioni

    <>

    Sussurro cauta

    <>

    <>

    Scatto in piedi, sorpresa

    <>

    Inizio a camminare nervosamente per la stanza, inizio ad unire tutti i tasselli

    <> Anthony mi guarda contento che abbia capito da sola, ignorando il panico nella mia voce, si limita ad annuire soddisfatto. Interviene mia madre

    <> inutile tentativo per rassicurarmi. Ma come fa a sorridere così e starsene li seduta serenamente. Ah già, forse perché non é mia madre. Forse perché é pagata per allevarci e non per crescerci. Forse perché non siamo le prime figlie adottive. La guardo torva e mi chiedo se mi abbia mai voluto bene davvero. Tutta una serie di domande infinite mi si presentano, sono schiacciata da tutti i miei pensieri, i miei dubbi, le mie ansie... dal dolore... tutto quello che conoscevo e amavo é scomparso in un secondo e resto ancora convinta che sia un brutto scherzo.

    <>

    Riesco solo a chiedere

    <>

    Veramente non riesco a pronunciare quella parola. Mi risiedo, sfinita. Mio padre (o quello che é) sembra capire e mi risponde calmo

    <>

    Ripenso alle sue parole

    <>

    <>

    risponde secco

    <>

    Resto frastornata dalle informazioni. Questo é troppo. Mia sorella non parla più.

    <>

    dice tranquilla Monique. Allison scoppia a piangere disperata, l'abbraccia forte

    <>

    le sussurra tra le lacrime. Io quasi non riesco a pensare e le guardo neutra mentre salgono le scale per la camera da letto. Mio padre mi si siede di fianco. Istintivamente mi scanso sul divano di 30 centimetri con un solo balzo: non mi fido più di questo estraneo, non voglio dargli le spalle e non lo voglio vicino.

    <>

    lo guardo impassibile, a questo punto una notizie in più una in meno, che differenza potrà mai fare?

    <>

    cerca di prendermi la mano ma mi scanso lontana da quel gesto di finto affetto. Sospira triste e continua

    <speciale>>

    Mette molta enfasi su quella parola. Lo guardo con la stessa espressione di prima, come se non vi avesse detto nulla. Non riesco a non essere cinica

    <speciale>>

    gli faccio il verso e volto la faccia per nascondere le lacrime acide

    <>

    Lui resta di sasso, intuisco che non si aspettava una reazione simile, probabilmente non li era mai successo prima. Sembra ferito. Beh, non importa, ragionerà sul lavoro perverso che svolge.

    <>

    dico secca, mi alzo e senza voltarmi arrivo alle scale e corro in camera. Mi chiudo a chiave, di colpo non mi sento più sicura in casa mia. Scoppio in un pianto nervoso, soffocato... ho tanta rabbia. Ci sono solo i miei animali a rassicurami, il rapporto che ho con loro é reale. Soffro pensando che probabilmente non li vedrò mai più, nessuno di loro. Devastata dalla giornata vengo sormontata dalle troppe emozione e crollo per il dolore, mi addormento sul pavimento con la schiena alla porta, tra i singhiozzi. Domani si parte penso

    <>

    II

    La partenza

    Mi sveglio di soprassalto. Più volte. Erano solo quattro ore di sonno, ma sono diventate eterne. Aspetto con ansia le 5 del mattino, per vedere mia sorella, per parlare con gli altri, per avere più risposte. Sono ancora convinta che si tratti di un brutto sogno, che tra poco mi sveglierò con il sole sul viso e tutto questo sarà stato frutto della mia immaginazione. Ma non é così. Troppe cose da elaborare, troppo a cui pensare. Non riesco a metabolizzare tutto adesso. Decido di tenere la mente occupata facendo una sorta di valigia, dovrei decidere cosa portarmi dietro, ma non so dove sto andando e ho la sensazione che qualunque cosa prenderò mi obbligheranno a lasciarla a casa. Mi cambio. Lascio sul pavimento il mio bel vestito e infilo un paio di jeans comodi, felpa e scarpe da ginnastica. Prendo dal cassetto della scrivania le foto che ho messo da parte negli anni. Tutto finto. Le straccio. Ne salvo solo qualcuna, dove sono con gli amici e con mia sorella. Noi siamo tutti vittime di questa situazione e mi consola pensare che almeno noi resteremo insieme. L'unica certezza che realizzo guardando mia sorella é che potrà cambiare il nostro corpo ma non cambierà il nostro carattere. Mi dovrò prendere cura di lei. Vengo portata via dai miei pensieri e sussulto quando mio padre bussa alla porta. I lupi sentono il mio stato d'animo e gli ringhiano contro. Anche lui sa perfettamente come mi sento al momento

    <>

    Accarezzo i miei cuccioloni senza ansia, non voglio che soffrano. Se esco di casa normalmente non si allerteranno troppo, magari si dimenticheranno di me. <>

    parlo attraverso la porta, risponde Monique

    <>

    Mi giro malinconica per vedere l'ultima volta quella che é stata la mia camera, la mia casa.

    <>

    bisbiglio tra i denti. Scendo le scale. Vedo mia sorella, gli occhi segnati e ancora lucidi. Non credo abbia mai smesso di piangere. Le corro incontro e l'abbraccio forte. Non m'interessa il legame biologico, lei non é stata pagata per essere mia sorella, il nostro rapporto é forte ed autentico. Mi resta solo più lei.

    <>

    le sussurro nell'orecchio. Lei mi guarda spaventata e annuisce. La prendo sotto braccio

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1