Occultismo e i suoi fenomeni
By Frate Fuoco
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1) il fenomeno medianico o spiritico è una realtà o finzione?
2) se è una realtà, è o no trascendente?
3) se è trascendente, a chi attribuirlo?
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Occultismo e i suoi fenomeni - Frate Fuoco
FRATE FUOCO
OCCULTISMO E I SUOI FENOMENI
La verità di ieri è pure la
verità d’oggi e di domani.
SECONDA EDIZIONE
ISTITUTO MISSIONARIO
PIA SOCIETA’ SAN PAOLO
Prima edizione digitale 2016 a cura di David De Angelis
PRINCIPALI NOMI DI SCRITTORI E TERMINI TECNICI CHE S’INCONTRANO IN QUESTO LIBRO
INDICE
PERCHE’ QUESTO LIBRO
PERCHE’ LA SECONDA EDIZIONE
PARTE PRIMA - MAGNETISMO
CAPITOLO I. - FENOMENOLOGIA
CAPITOLO II. - MAGNETISMO
CAPITOLO III. - IPNOTISMO
CAPITOLO IV. - GLI IPNOTIZZABILI
CAPITOLO V. - SONNO E SONNAMBULISMO
CAPITOLO VI. - LETARGIA E CATALESSI
CAPITOLO VII. - SUGGESTIONE NORMALE
CAPITOLO VIII. - SUGGESTIONE IPNOTICA?
CAPITOLO IX. - TRASPOSIZIONE DEI SENSI
CAPITOLO X. - CHIAROVEGGENZA SENSIBILE
CAPITOLO XI. - CHIAROVEGGENZA MENTALE
CAPITOLO XII. - TELEPATIA SPERIMENTALE
CAPITOLO XIII. - TELEPATIA SPONTANEA
CAPITOLO XIV. - SOGNO
CAPITOLO XV. - SOGNO TELEPATICO
CAPITOLO XVI. - IPNO-MAGNETISMO E MIRACOLI
CAPITOLO XVII. - DANNI DELL’IPNOTISMO
CAPITOLO XVIII. - LICEITA’ DELL’IPNOTISMO
PARTE SECONDA - MEDIANISMO
CAPITOLO I. - VERIDICITA’ STORICA DEL FENOMENO MEDIANICO
CAPITOLO II. - VERIDICITA’ SCIENTIFICA DEL MEDIANISMO
CAPITOLO III. - IL MEDIO
CAPITOLO IV. - MEDIANISMO E POSITIVISMO
CAPITOLO V. - MATERIALIZZAZIONE
CAPITOLO VI. - MEDIANISMO E METAPSICHICA
CAPITOLO VII. - MEDIANISMO E RAGIONE
CAPITOLO VIII. - MEDIANISMO E SPIRITISMO
CAPITOLO IX. - MEDIANISMO E DEMONISMO
CAPITOLO X. - SPIRITISMO E RELIGIONE
CAPITOLO XI. - DANNI DELLO SPIRITISMO
CAPITOLO XII. - ILLICEITA’ DELLE SEDUTE SPIRITICHE
CAPITOLO XIII. – TEOSOFIA
PARTE TERZA - MAGIA NERA
CAPITOLO I. - ORIGINE E SVILUPPO DELA MAGIA NERA
CAPITOLO II. - MAGIA NERA E IDOLATRIA
CAPITOLO IV. - SUPERSTIZIONE
CAPITOLO V. - AMULETI E TALISMANI
CAPITOLO VI. - DIVINAZIONE
CAPITOLO VII. - OSSESSIONE E INFESTAZIONE
CAPITOLO VIII. - MALEFIZIO APPARENTE
CAPITOLO IX. - MALEFIZIO REALE
CAPITOLO X. - MALEFIZIO E SCIENZA SPERIMENTALE
CAPITOLO XI. - OBIEZIONI E RISPOSTE
CAPITOLO XII. - RIEPILOGANDO
CAPITOLO XIII. - PER CONCLUDERE
PRINCIPALI NOMI DI SCRITTORI E TERMINI TECNICI CHE S’INCONTRANO IN QUESTO LIBRO
PERCHE’ QUESTO LIBRO
L’occultismo non è una scienza, molto meno un’arte. È un complesso di processi anormali che varcano il limite delle leggi naturali, ma che non sono riconosciuti da una certa scienza che vorrebbe chiamarsi positiva. Nessuno ignora che nell’occultismo si comprendono i fenomeni ipno-magnetici, medianici e magici, i quali sorprendono l’indagine della ragione e contraddicono i postulati dello stesso positivismo che, per principio, non dovrebbe ammettere se non ciò che promana da cause controllabili. Siamo in un mare quanto mai vasto e profondo, e sono senza numero gli scrittori che vi hanno tentato ogni specie di sondaggi. Ognuno ha cercato di toccarne il fondo, ma spesso, o per il sistema saltuario e superficiale, o per le lungaggini descrittive, invece di portare chiarezza alla mente del lettore, vi hanno accumulato un’accozzaglia di supposizioni scientifiche o trascendentali, più o meno verosimili, più o meno astruse, ma sempre insufficienti ed incerte. Tuttavia questi fenomeni non sono un enigma del tutto indecifrabile, e debbono trovare una soluzione plausibile nella risposta a queste tre domande:
1) il fenomeno medianico o spiritico è una realtà o finzione?
2) se è una realtà, è o no trascendente?
3) se è trascendente, a chi attribuirlo?
Non sarà quindi fuor di proposito tentare una esposizione chiara e ordinata che sia alla portata di tutti, senza lasciare adito ad incertezze pericolose o ad ipotesi errate. Al centro della investigazione sta il medianismo o spiritismo. Ma per ottenere un’esposizione più completa, che valga ad individuarne anche i preamboli e le conseguenze, ho creduto logico dividere il mio modesto studio in tre parti:
I. MAGNETISMO.
II. MEDIANISMO.
III. MAGIA NERA.
Per facilitare al lettore una più esatta comprensione di questa materia, per sé tanto astrusa, ho creduto opportuno allegare un elenco dei vocaboli tecnici o di particolare significato, i quali s’incontrano nella trattazione, spiegandone il valore che assumono presso i cultori di filosofia, di scienze e di letteratura psicofisica e spiritica. Chi legge queste pagine non s’illuda di trovare narrazioni fantastiche e sensazionali. Non troverà se non quel tanto che richiede lo scopo dell’opera, e che ho raccolto da documenti autentici, dalle trattazioni di accreditati scrittori e di specialisti in materia, nonché da discussioni avute con ipnotizzatori e medi di professione. Oggettività di giudizi e chiarezza di esposizione: ecco quanto mi son proposto nel compilare questo lavoro, a cui mi ha indotto specialmente l’amore della gioventù studiosa alla quale spero di recare uno sprazzo di luce, perché non si smarrisca nel caos dell’occultismo.
FRATE FUOCO
PERCHE’ LA SECONDA EDIZIONE
Con la prima prefazione (Perché questo libro) presentai al pubblico il mio modesto lavoro di cui, in soli due mesi, sono state esitate non meno di cinque mila copie. Incoraggiato dallo straordinario successo ottenuto e per soddisfare alle numerosissime richieste, esce ora la seconda edizione notevolmente ampliata. Nella seconda parte, ove mi addentro a parlare del fenomeno medianico (spiritico), arrivo a delle conclusioni che la scienza ufficiale (così chiamata dai positivisti) non accetta e che anzi respinge sdegnosamente in nome di forze psichiche anormali latenti ancora nella natura dell’uomo. È stato detto ed anche scritto che per pronunciarsi su tale materia bisogna, prima, avere sperimentato od almeno presenziato qualche seduta medianica. Io non ho mai né sperimentato, né presenziato, né pur sento la volontà di farlo, perché non è in ciò che consiste il segreto di pronunciarsi con cognizione di causa riguardo alla natura del fenomeno medianico. A parte che le sedute medianiche offrano il destro alla diffidenza, sia per le condizioni speciali di luce di cui hanno bisogno i fenomeni per verificarsi, sia per la tendenza dei mediums a truccarsi; a parte pure ciò che alla fine suole riferire la stampa in proposito, sia per meglio soddisfare la curiosità del pubblico, sia perché alle volte così richiede ii dovere professionale, è possibilissimo innalzarsi nella privilegiata condizione di pronunciarsi purché si riduca il compito ai seguenti minimi termini: Qualunque sia il fenomeno sul quale si è invitati a dare il giudizio, o è un trucco o è una realtà;
1.) Se è un trucco, non occorre più oltre interessarsene.
2.) Se è una realtà, allora fa d’uopo individuare se questo fenomeno è d’indole prettamente naturale, e cioè: fisiologico, psicologico, anormale, psicofisico, metapsichico, ecc., oppure di carattere pre preternaturale, spiritico.
Questa, e non altra, è la finalità del libro corrispondente al desiderio degl’investigatori della verità.
FRATE FUOCO
S. Arcangelo di Romagna 1941
PARTE PRIMA - MAGNETISMO
CAPITOLO I
FENOMENOLOGIA
Se gettiamo uno sguardo attorno, siamo colpiti dalla molteplicità dei fenomeni tanto di ordine fisico che intellettuale e morale. Ciascuno di questi fenomeni dipende da una causa o forza che non agisce già a caso, ma con ritmo uniforme e costante. Il nesso che congiunge la causa al suo effetto, è detto principio di causalità, e costituisce la legge naturale: la legge è anteriore al fatto, anzi il fatto è reso possibile dall’applicazione della legge, e le varie leggi costituiscono l’oggetto delle diverse scienze. Prima di esaminare l’occultismo negli aspetti che ci presenta attraverso il magnetismo, prospetteremo, in questo primo capitolo, le varie specie di fenomeni: naturali, preternaturali e soprannaturali. In tal modo, sarà facile distinguerli con esattezza quando ne studieremo la natura nei confronti delle leggi che ne regolano le manifestazioni. Gli esseri che compongono l’universo, si distinguono in due classi: corporei e spirituali. Di qui, un doppio ordine di forze e di attività, poiché l’operare è sempre conforme alla natura della causa operante. Vi sono leggi fisiche che regolano le entità materiali, come la gravitazione universale, l’attrazione, la ripulsione dei corpi, e simili. Vi sono leggi che dirigono l’operare degli esseri spirituali: si dicono logiche quelle che indirizzano le facoltà intellettuali nella ricerca e nella dimostrazione della verità, morali quelle che orientano la volontà in ordine al fine. Per verificare quindi se un fenomeno sia o no naturale, occorre esaminarlo nei confronti di quelle leggi che ne regolano lo sviluppo, e a questa verifica servirà di criterio indiscutibile il noto principio filosofico: ogni effetto è proporzionato alla sua causa. Il cadere di un corpo, il bollire o il congelarsi dell’acqua, l’elettrizzarsi della ceralacca strofinata, il prodursi del suono il riflettersi della luce, e anche la fame, la sete, la stanchezza sono tutti fenomeni naturali, perché conformi a determinate leggi e sempre costanti nel loro sviluppo. Anzi, non potendo sottrarsi a dette leggi, questo sviluppo non è solo costante, ma necessario. Di qui, un altro non meno e indiscutibile principio: quando, nelle medesime condizioni, si ha sempre il medesimo eletto, questo per quanto strano e sorprendente, è sempre di ordine naturale. Meravigliosi sono il grammofono, il telefono, il telegrafo senza fili, la radio, la televisione e mille altri del genere; ma non cessano tuttavia d’essere fenomeni naturali, perché tutta la loro ragione d’essere e di manifestarsi è fissata da leggi fisiche. E’ chiaro che sono pure di ordine naturale tutti i giuochi di prestigio, anche se per l’abilità del prestigiatore assumono aspetti così sorprendenti, come spesso avviene in pubblici spettacoli, che un qualche ingenuo sarebbe pronto a giurare che il prestigiatore si è, per esempio, tagliato una gamba o un braccio, o si è staccata la testa per deporla sul tavolo, e non saprebbe concepire possibile darne anche la sola illusione, senza l’intervento di un qualche spirito: laddove, per contrario, non si tratta che di un semplice effetto di luce. Così non di rado accade in certi apprezzamenti di fenomeni non ancora chiariti, come la rabdomanzia, le ricerche degli ormeggiatori e di tutti quei fenomeni dei quali parla la Radiestesia basata su quelle onde misteriose che ci avvolgono da ogni parte e costituiscono uno dei tanti doni che il Creatore pone a nostra disposizione per il bene dell’umanità. D’indole naturale sono pure quei fenomeni che presentano una certa anormalità, quali lo scoppio di un fulmine a ciel sereno, il nevicare d’estate, una pioggia di sabbia e perfino di piccole rane; e parimenti naturali sono tutte le invenzioni della scienza, e certi ritrovati che per l’elaboratezza degli strumenti con cui si ottengono, quali la radioscopia e simili, potrebbero chiamarsi sopra-normali, anche per l’intensità che supera il corso ordinario di simili manifestazioni fisiche. In conclusione, tutti questi fenomeni ottenuti spontaneamente o con artificio, siano normali, anormali o sopranormali, sono sempre contenuti entro i limiti della natura.
Fenomenologia preternaturale. Vi sono altri fenomeni che non hanno nulla in comune coi sopraddetti, perché sorpassano o contraddicono le leggi della natura, e richiedono come ragione della loro manifestazione una causa di ordine più elevato, e perciò sono detti preternaturali o trascendenti. Il preternaturale può aversi nel fatto in sé, o nel modo con cui avviene, o nel soggetto in cui si verifica. Il sasso che, lanciato in aria, rimane sospeso da una forza invisibile, un granello di frumento che, appena gettato in terra, in poche ore germoglia, cresce e matura, sono manifestazioni preternaturali, perché oltrepassano le relative leggi fisiche. Così, se è cosa naturalissima guarire, quod substantiam da una grave infermità mediante cure e medicine, non potrà dirsi altrettanto se si ottiene la guarigione istantanea, con un semplice cenno, perché il fenomeno, pur non essendo né sopra né contro la natura, ne sorpassa tutte le forze quod modum, e non si ha più il diritto di chiamarlo naturale, anzi spesso esige un intervento divino.
Fenomeno soprannaturale. Nel campo filosofico-religioso, è difficile trovare una questione, nella quale si sia tanto torturato il cervello umano quanto nell’indagine del miracolo. Troppe conseguenze sono connesse alle varie soluzioni di questo problema, perché gli animi non debbano interessarsene vivamente e portar chiarezza in tanta varietà di opinioni fra loro contrastanti. Il Croce asserisce che il miracolo è produzione dell’ignoranza che si proietta in una realtà metafisica inconcepibile ed assurda [1] Eppure il Croce non dovrebbe ignorare che il miracolo si definisce in ben altra maniera, che non è una teoria (come è quella prodotta dalla ignoranza della sua scienza, che si proietta sulla realtà per disconoscerne il valore), bensì un fatto innegabile che reca meraviglia, non solo agli ignoranti, ma anche ai più dotti, e che non sono gl’ignoranti, ma i dotti che sono chiamati a giudicarne la natura. È strano che filosofi, spesso ignari di scienza, invochino la testimonianza di una scienza ancora futuribile, per spiegare i fatti che dalla scienza vera sono appunto dichiarati inspiegabili: ma si comprende come sia più facile un sorriso di compassione e un’inappellabile sentenza di retrogrado, che non un’oggettiva disamina, quando l’evidenza dei fatti è superiore ad ogni ipercritica. S. Tommaso rimane ancora la voce della scienza e della fede, definendo il miracolo un fatto sensibile che eccede le forze della natura. Benché si dica, si scriva e si stampi che il miracolo è impossibile, la storicità ineccepibile di questi fatti è tale da rendere assurda, non la loro possibilità, ma la negazione della medesima. Per accertarsi pienamente di un miracolo non vi sono che due punti da stabilire:
1.) l’esistenza del fatto; 2.) la natura miracolosa di questo fatto.
In certi casi questa doppia prova è possibile ed anzi facile. Diciamo in certi casi, perché non pretendiamo assolutamente che tutti i miracoli possano essere provati in sé stessi. Vi sono miracoli di cui si può conoscere con certezza: 1.) l’esistenza; di cui in 2.) luogo, si può pure scientificamente o filosoficamente distinguere la natura miracolosa.
1.) Posto che il miracolo è un fatto esterno sensibile, può essere conosciuto come tutti i fatti di questa specie, sia per la testimonianza dei sensi, sia per l’ordinaria testimonianza umana. A provare p. es., che un uomo cammina sulle acque del mare, che un lebbroso è guarito all’istante, che un morto è risuscitato, che altro occorre se non di avere gli organi sani? Non occorrono altri occhi per vedere un uomo che vive dopo che lo si è veduto morto! Un fatto perché è miracoloso non cessa d’essere un fatto. Lo si può adunque vedere, toccare, verificare come tutti i fatti naturali e più volgari.
2.) Più che alle prove del fatto in sé stesso, i nemici del soprannaturale s’appigliano alla prova del suo carattere miracoloso. Il miracolo, dicono essi, non si è mai compito in condizioni in cui potesse verificarsi scientificamente. Secondo Renan, il miracolo della Risurrezione, per es., dovrebbe essere sottoposto all’esame d’una commissione di fisiologi, fisici, chimici, di persone pratiche della critica storica, la quale elegga a suo piacimento un cadavere, regoli il pro- gramma delle esperienze e le ripeta a sua volontà; giacché si deve poter rifare ciò che si fece una volta
[2] (Vita di G. C., Introd.). Occorre forse essere molto istruito per sapere che non è conforme alle leggi della natura che un morto ritorni da sé in vita, o che un uomo possa, con la sola sua parola, rianimare un cadavere in putrefazione? Occorre forse essere un gran fisico per sapere che un uomo non può, con un comando, sedare una tempesta o sollevarsi colle sole sue forze al cielo? Occorre essere un grande medico per sapere che non basta toccare l’occhio di un cieco nato per rendergli la vista, o l’orecchio e la bocca di un sordo-muto per rendergli l’udito e la parola? Occorre essere un grande chimico per sapere che, secondo la natura, la materia inerte non si moltiplica e che poco pane, insufficiente a nutrire cinquanta persone, a più forte ragione non sarà capace di nutrirne cinquemila e più ancora? Se dunque è provato che tutti questi fatti, così contrari alle leggi notissime della natura, si sono operati, non è difficile conchiudere che non si debbono attribuire a forze naturali; ma che sono d’ordine superiore e che perciò sono miracoli, cioè manifestazioni straordinarie dell’onnipotenza di Dio. Quanto poi a pretendere di chiamare il miracolo al tribunale dei dotti e farlo dipendere dal loro verdetto è, ad un tempo, burlarsi di tutto il genere umano e di Dio stesso; di tutto il genere umano a cui si negherebbe la dose di buon senso necessaria per verificare i fatti più palpabili; di Dio che si suppone accondiscendente tanto da piegarsi ai capricci delle sue creature e sottostare ai loro statuti, proprio quando Egli manifesta l’infinita sua potenza... e prova che Egli è Dio! La scienza, nel suo massimo progresso, riuscirà a trovare nuove cause e a produrre nuovi effetti; e quindi non sappiamo quali nuove meraviglie ci riserbi in futuro. Ma non riuscirà mai ad eliminare le stesse cause, l’assenza delle quali costituisce la natura del miracolo; ed è appunto questa assenza che noi possiamo verificare scientificamente, ed essere quindi certi del fatto miracoloso. Così, se per un’ipotesi impossibile, si giungesse a trovare un mezzo per cambiare l’acqua in vino, per risuscitare i morti, per dare la vista ai ciechi-nati, rimarrebbe sempre un miracolo, se queste stesse cose si ottenessero senza alcun mezzo. Concludiamo: i fenomeni sono di tre specie:
Naturali, se costanti e conformi alle leggi che li regolano;
Preternaturali, se le sorpassano quoad modum, così da esigere una causa intelligente di ordine più elevato, una causa cioè trascendente;
Soprannaturali, se nella sostanza o nel modo o nel soggetto trascendono, come dice S. Tommaso, tutte le forze create, da non potersi che riferire a Dio.
In questa prima parte del libro, esamineremo i fenomeni ipno-magnetici. Chi li dice d’indole prettamente naturale, chi li crede di carattere indiscutibilmente preternaturale, e chi senz’altro li accomuna agli stessi prodigi operati da Gesù Cristo e dai Santi.
Prima di pronunciarci in proposito, è necessario rispondere alla domanda: Che cosa è il magnetismo e donde deriva?
[1] CROCE, Filosofia della pratica.
[2] W. DEVIVIER S. J., Corso d’Apologetica cristiana, Venezia. Libreria Emiliana, pag. 249
CAPITOLO II
MAGNETISMO
È sempre stato riconosciuto che in natura vi è qualche cosa di occulto che sfugge allo sguardo più acuto della scienza. Nella fenomenologia di genesi estraorganica, occupa il primo posto il magnetismo, intorno al quale si escogitarono molte ipotesi. Riportarle tutte sarebbe inutile, sia perché basate in parte sopra sistemi sorpassati che la fisiologia moderna rifiuta decisamente, e in parte su principi inaccettabili; sia perché queste ipotesi sono molteplici in apparenza, ma in realtà, possono ridursi ad una: l’ipotesi di un fluido che si comunicherebbe da individuo a individuo, e sarebbe la causa di tutta una serie di fenomeni singolarissimi. Il magnetismo, rimasto a lungo monopolio di persone estranee alle scienze sperimentali, è passato, ora, nel dominio della biologia, della fisiologia e della medicina, le quali scienze dopo averlo liberato dalle esagerazioni degli entusiasti e dalle chimere di menti esaltate, lo hanno ridotto a un interessante capitolo di psico-patologia. A qualcuno potrà sembrare superfluo o fuori di proposito questo breve capitolo, ma apparirà chiara, invece, l’utilità delle notizie storiche che lo riguardano per le relazioni che sono passate fra l’uso del magnete e il mesmerismo.
Fin ai tempi più remoti può dirsi che risalga la conoscenza del magnete naturale, la quale, come sappiamo, consiste nella proprietà di attrarre il ferro; proprietà dovuta, secondo Ampère, all’azione di piccole correnti elettriche circolari parallele, circonfluenti le singole molecole del magnete: di qui, il nome di fluido magnetico
. Questa proprietà, secondo Aristotile, fu chiamata magnete dalla città di Magnesia dove fu trovato. I Cinesi ne utilizzavano la declinazione polare quattrocent’anni prima di Colombo. In Europa, trovasi ricordato, per la prima volta, da Arc. Frode nella sua storia della scoperta dell’Islanda, scritta verso la fine del secolo XI. Al principio del seicento, sorse il fisico inglese Gilbert come fondatore della scuola magnetica. In questo agente, egli credette riconoscere il principio universale di ogni cosa. Verso la metà dello stesso secolo, il fisico gesuita Kircher, occupandosi di questi studi, stabiliva come tutti i corpi fossero soggetti all’azione magnetica, attribuendo egli grande influenza al magnetismo, come forza cosmica nella genesi dei fenomeni della natura. L’influenza magnetica che può esercitare un individuo sopra un altro si può dire che sia sempre stata utilizzata dagli antichi, sebbene non ne conoscessero per intero la natura e la causa. Nelle loro operazioni magnetiche, essa doveva avere senza dubbio una parte grandissima. Se si vuoi prestar fede a Delenz, Beltramo, Rostan e altri cultori della scienza magnetica, i fatti meravigliosi che nell’antichità e nel medioevo si attribuivano alle sibille e ai maghi, non sarebbero altro che fenomeni magnetici sotto forme diverse, ma più o meno simili a quella che rivestono oggi. Per confessione adunque dei citati scrittori, i moderni magnetizzatori avrebbero per padri e colleghi i maghi e le streghe. La scienza psico-fisica ha nobilitato questa origine col battezzare il fenomeno col nome di magnetismo animale
. Chi, più d’ogni altro, se n’è interessato, è stato il medico tedesco Mesmer nel secolo XVIII. Acuto studioso dei fenomeni nervosi, in una tesi De influxu planetarum
, sosteneva che i corpi celesti, per quella stessa forza che produce la loro mutua attrazione, esercitano sui corpi animali, e specialmente sul loro sistema nervoso, un influsso che penetra tutto e riempie l’universo intero. Questa teoria era troppo astratta, perché potesse essere compresa, e allora, egli la semplificò nella calamita. Era il tempo in cui all’azione della calamita si attribuivano mirabili virtù curative, e a Vienna, ove tentò di esperimentare questo suo sistema, trovò un emulo nel Padre Hell che usava lo stesso metodo terapeutico. Hell protestò che il Mesmer gli aveva rubato il suo segreto [1] Mesmer, a sua volta, sosteneva che Hell voleva rapirgli il brevetto d’invenzione; poi, per troncare la lite, dichiarò inutile la calamita, scartò il magnetismo fisico e lo sostituì con questo fluido misterioso fecondo di tante applicazioni utili alla medicina. La sua teoria può riassumersi in questi due principi:
1) Nel corpo umano si distinguono poli diversi e contrari che possono essere messi in comunicazione e venire rafforzati.
2) Le proprietà di questi poli sono analoghe a quelle della calamita; di qui il nome di magnetismo animale
al fluido che ne deriva. Le virtù di questo fluido possono essere comunicate da corpo a corpo, anche ad esseri inanimati, e a distanza senza elementi intermediari.
Il Mesmer parlava del magnetismo animale come di un fatto indiscutibile, ma è chiaro che la sua affermazione non superava il valore di un’ipotesi. Il Gerbi e lo Scinà lo ripudiavano; il Galvani invece, in forza delle sue esperienze sulle rane morte, ricorreva all’elettricità animale; il Volta rigettò pure quest’ultima, e sostenne con ragione, che i fenomeni galvanici erano dovuti all’elettricità comune. Infatuato della sua teoria, il Mesmer continuava le sue esperienze, tenendo alta la fronte anche in mezzo ai dotti; già tutti ne vantavano la dottrina, l’indole simpatica. Persino i suoi colleghi, i dottori viennesi apprezzavano Mesmer quale medico eccellente. Ma a questa benevolenza successe purtroppo una lotta per la vita e per la morte, e ciò avvenne dal momento in cui Mesmer ebbe l’audacia di fare delle scoperte meravigliose senza il loro permesso [2] Mesmer attendeva sempre più a rendere manifesta la singolarità quasi divinatoria della sua scoperta, che apparve sotto il mirabile principio di unico toccasana
di tutte le malattie, per cui da tutti si applaudiva al Mesmer come amico dell’umanità, che prometteva di sottrarre alle cure dei medici [3] Cresciuto nel contempo, contro di lui, il coro dei contradditori, abbandonò Vienna e si recò a Parigi ove si era sparsa la voce delle sue prodigiose cure. Mesmer che ha promesso di calmare tutti gli stati di eccitazione col suo metodo magnetico, ha portato a Parigi una nuova eccitazione morbosa: la mesmeromania. Mesmer e il magnetismo nel corso di pochi mesi diventano la gran moda, il dernier cri
. Davanti alla sua casa lussuosa sulla Place Vendôme, aspettano da mattina a sera le berline dei nobili, aspettano i lacchè indossanti le più antiche livree delle prime famiglie di Francia, accanto alle portantine stemmate [4] In questi locali magnetici e ben presto anche nella sua stessa dimora di cui ha fatta una clinica, si affollano per ben cinque anni pazienti di tutte le classi, malati veri ed immaginari, curiosi e snob di tutte le specie. Mesmer non si lascia scoraggiare nella sua fede, di cui dà saggio appunto attraverso i più singolari e strani esperimenti. Per aumentare la sua propria influenza egli non solo porta al collo, in un sacchetto di cuoio, una calamita, ma trasmette poi la corrente a tutti gli oggetti possibili. Magnetizza l’acqua e poi fa che gli ammalati vi s’immergano e la bevano; magnetizza, soffregandoli, tazze di porcellana e piatti, abiti e letti; magnetizza gli specchi perché irraggino il magico fluido; magnetizza gli strumenti musicali, affinché le vibrazioni armoniche trasmettano la forza risanatrice. Con un fanatismo sempre crescente, nulla risparmia per trasmettere l’energia magnetica attraverso conduttori, concentrarla in bottiglie e raccoglierla in accumulatori. Così finisce per costruire il famoso mastello della salute
, una grande tinozza di legno coperta in cui due file di bottiglie piene d’acqua magnetizzata sono poste in direzione convergente verso una sbarra di acciaio di cui il malato può portare sulla parte dolente le punte mobili di raccordo. Intorno a questa batteria magnetica si dispongono i malati toccandosi reciprocamente con le punte delle dita, in modo da formare catena, giacché Mesmer crede di aver stabilito che la corrente si rafforza ancor più passando attraverso a parecchi organismi umani. Nel silenzio profondo, non interrotto mai da una parola e solo raramente da un lieve sospiro, echeggiano dalla camera vicina gli accordi di un piano invisibile o di un coro sommesso. Così per un’ora intera l’organismo viene caricato di forza magnetica. Alla fine Mesmer stesso si presenta. Entra serio, lento, con un gesto ieratico, irraggiando calma in mezzo all’inquietudine generale, e, appena si avvicina ai malati, l’un dopo l’altro li tocca con la sua sottile bacchetta di metallo. Accanto ad uno si sofferma, interrogandolo sulle sue sofferenze, poi gli passa la verga magnetica in una determinata direzione sopra una parte del corpo, dall’alto in basso, e la fa risalire inversamente, obbligando intanto il malato a non distogliere il proprio sguardo dal suo. Con altri lascia qualsiasi contatto diretto della bacchetta e fa solo attorno ad essi dei circoli, come tracciando nell’aria segni invisibili. Mentre dura questo procedimento, gli altri trattengono il respiro. Ma di solito non passa molto tempo che già uno dei soggetti da Mesmer sfiorato, è invaso da un tremito convulso in tutte le membra: comincia a sudare, a gridare, a gemere, a sospirare. Nella schiera ininterrotta passano i sussulti come per una corrente elettrica: si determina una psicosi collettiva, un secondo, un terzo paziente è colto dai crampi e ad un tratto la ridda infernale si scatena. Taluni si torcono a terra con gli occhi fuori dell’orbita, altri lanciano folli e aspre risate, altri gridano, singhiozzano, gemono; molti ballano, squassati dal tremito nervoso...; tutto questo si può osservare nelle incisioni molto particolareggiate del tempo. Nel magico salone di Mesmer si verificano ogni giorno le scene più singolari: vi sono malati che balzano dalla tinozza, si strappano dalla catena, si dichiarano guariti; altri si gettano ginocchioni e baciano le mani del maestro; altri lo supplicano di rafforzare la corrente, di sfiorarli ancora una volta. A poco a poco la fede nella magia della sua persona si trasforma nei suoi pazienti in una specie di follia religiosa, per cui egli diventa il santo e il salvatore di infiniti credenti. Mai un medico ha conseguito successi così rapidi e travolgenti. Per cinque anni a Parigi non si è parlato che delle sue cure magico-magnetiche. Eppure anche a Parigi egli non fu lasciato tranquillo. Contrariamente alle sue intenzioni, Mesmer viene a trovarsi impigliato in un equivoco pericoloso. Laddove voleva additare alla ricerca medica un nuovo procedimento terapeutico, invece offre un tema gradito al frivolo ozio degli infiniti dilettanti. La possibilità o impossibilità del magnetismo animale, non è più il pettegolezzo di una città, ma un problema di Stato. La disputa accanita deve trovare finalmente la sua soluzione davanti al foro dell’Accademia. E così avviene. Il governo nominò una Commissione composta di membri della Società di Medicina e dell’Accademia delle Scienze, la quale dopo tre mesi di lavoro, l’undici agosto 1874, dichiarò essere il magnetismo un agente