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Gustav Lafav - Uno studente dimenticato
Gustav Lafav - Uno studente dimenticato
Gustav Lafav - Uno studente dimenticato
Ebook156 pages1 hour

Gustav Lafav - Uno studente dimenticato

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About this ebook

Paura e delirio a LasHogwarts: a destabilizzare una scuola di magia già problematica, tra i nuovi studenti di quest'anno ci sono dei tipi fuori dal comune: l'aspirante rapper Jerry Porker, il goffo Ronaldo Whiskey, la precisina Ermagone, l'iracondo e razzista Draco Adolfoy e, soprattutto, lo psicopatico assetato di sangue Nevillo Paciockone e Gustav Lafav, bulletto di origine messicane che non si sa bene cosa ci faccia là.
Tra i bizzarri discorsi dell'eccentrico Preside Stilente, l’esibizionismo di Swagrid, i freestyle del Professor Rap-Thor e le battute agghiaccianti dell'enigmatico Professor Pitone, i giovani maghi si addentreranno nella fitta rete di misteri di LasHogwarts, tra una sbronza colossale, uno sparatoria con armi pesanti e un giro di spaccio di metanfetamina blu pura al 100%.

Chi poteva pensare a una parodia demenziale di "Harry Potter e la Pietra Filosofale" se non gli amministratori della famigerata pagina Facebook "L'Umorismo di Piton"? Se avete amato Harry Potter e le parolacce non vi danno fastidio, "Gustav Lafav - Uno studente dimenticato" è il libro che fa per voi.
LanguageItaliano
Release dateSep 26, 2015
ISBN9788898754359
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    Gustav Lafav - Uno studente dimenticato - L'umorismo di Piton

    L'umorismo di Piton

    PRESENTA:

    GUSTAV LAFAV

    Uno studente dimenticato

    I edizione digitale: settembre 2015

    © tutti i diritti riservati

    Nativi Digitali Edizioni snc

    Via Broccaindosso n.16, Bologna

    ISBN: 978-88-98754-35-9

    www.natividigitaliedizioni.it

    info@natividigitaliedizioni.it

    Copertina a cura di Simone Quaglia

    Grazie a:

    Eva Mazza - Consulente durante la scrittura del libro

    Riccardo Meggiorini - Fonte d'ispirazione

    Lorenzo Cioni - Fonte d'ispirazione

    L'umorismo di Piton di Rinald Sefa e Luca Gariboldi

    Capitolo 1

    La vita di Gustav

    C'era una volta, tanto tempo fa in una favela messicana, una normale famiglia.

    Il signor Rodrigo non era esattamente il classico padre di famiglia: usciva con le caramelle e tornava senza.

    La signora Consuelo invece si alzava alle 4 per andare a fare le pulizie e tornava alle 23.

    Un giorno mentre Consuelo stava pulendo uno scaffale qualcosa dentro di lei esplose, le si erano rotte le acque, così si accorse di trovarsi in gravidanza, precisamente al nono mese.

    Quando chiamò il marito per avvisarlo, egli fu così felice per la notizia che si pentì di tutti i pugni e i ceffoni che le aveva dato per averla vista ingrassare e per averle tolto il cibo per mesi chiamandola cicciabastarda.

    Un freddo giorno d'inverno in una zona dove il traffico di droga era a livelli mai visti nasceva il protagonista di questa storia: Gustav Lafav.

    Appena nato il dottore lo prese in braccio, lo osservò per qualche secondo, lo afferrò per le dolci e paffute caviglie e come se fosse una racchetta da tennis lo sbattè tra le pareti dell'ospedale, tra gli occhi increduli della madre e un sorrisetto trattenuto del padre. Dopo qualche minuto il dottore si fermò, e fece un gesto di strizza tra le mano, esclamando «Paura eh?! Era già morto!»

    Il Signor Rodrigo non fece in tempo a ridere che improvvisamente si sentì il pianto di un bambino mentre il dottore sollevava il corpicino accorgendosi che stava bene.

    D'un tratto il dottore lanciò il neonato alla madre, che lo afferrò ed osservò incredula il medico scappare di corsa tra le risate.

    Era una calda sera d’estate e la famiglia Lafav stava seduta sul divano a guardare la televisione scadente che non prendeva l’antenna a eccezione di due canali. C’era la pubblicità e Rodrigo Lafav disse al suo giovane figlio: «Oh Gustav, cambia canale», Gustav da bravo pargolo obbediente prese il telecomando e cambiò canale girando su una partita di calcio indiana; fu allora che il padre si alzò in piedi e tirò un ceffone al bambino. A Gustav la guancia faceva male ed era rossa, ma sapeva che il padre lo menava per insegnargli l’educazione e per il suo bene.

    Entrò nella stanza la madre di Gustav, Consuelo, che diede un’occhiata all'immondizia ed imprecò verso degli antichi dei Incas perché Rodrigo non l’aveva ancora portata fuori e gettata nella spazzatura. Rodrigo allora si alzò in piedi con le sue scarpe col tacco, i jeans a zampa di elefante sporchi, la canottiera sudata e il suo immancabile marsupio in vita. Dopo essersi alzato vide suo figlio Gustav e dopo essersi avvicinato gli diede un altro schiaffo ancora più forte. Gustav in quel momento imparò un’altra preziosa lezione per crescere.

    Rodrigo uscì dalla stanza con la spazzatura in mano e passarono le ore, ma lui non tornò… Quella fu l’ultima volta che il giovane Gustav Lafav vide suo padre nella sua vita.

    ***

    Tre anni dopo la famiglia Lafav era caduta in disgrazia, senza la presenza del padre Gustav subì qualche strano cambiamento della personalità, diventò aggressivo, al punto da chiedere alla madre un fucile M82 BARRETT ed una giacca in pelle per il suo compleanno. La madre, pur di rendere suo figlio felice rubò una giacca da un motociclista (quattro taglie più grandi) e comprò un fucile al figlio usando tutti i suoi risparmi.

    Non sapendo usare un'arma da fuoco, la madre si sparò in testa accidentalmente, lasciando il povero Gustav solo al mondo.

    L'orfanello venne quindi adottato da una dolce ed irritante coppia anziana (ex scambisti) residenti nel famigerato Molise.

    A undici anni Gustav era un altro ragazzo. Aveva un taglio alla Mohicana, con un codino che lo invecchiava di cinque anni, indossava sempre la giacca regalata dalla madre che faceva in qualche modo risaltare la sua eterocromia, cioè aveva gli occhi di colore diverso. Portava sempre un marsupio, anch'esso in pelle, dove inseriva scarafaggi o giocattoli rubati ai bambini vicini.

    Odiava la coppia di vecchi che lo avevano adottato, senza un motivo preciso. Li odiava con tutto se stesso e basta.

    Ma, come un fulmine a ciel sereno, arrivò un giorno la famosa lettera.

    Venne invitato a studiare magia a LasHogwarts. Praticamente il sogno di ogni ragazzo!

    Così, senza pensarci due volte, prese velocemente il fucile. Legatoselo dietro la schiena partì, verso la stazione, mandando al diavolo i due anziani che, ricordiamo, odiava a morte.

    Arrivato al binario tentò di salire sul treno, ma venne fermato dal controllore che lo spinse via dicendo che, senza la lettera, lì non si poteva entrare. In quel momento, Gustav capì che la lettera era rimasta a casa e pensò che non avrebbe mai potuto tornarci, anche perché non voleva più rivedere la coppia di anziani che odiava così tanto.

    Si mise in un angolo pensando che il suo sogno si era concluso prima ancora di cominciare, finché non vide un ragazzetto goffo che andava verso il treno, con una certa aria di spavalderia e fierezza, tenendo in mano la sua letterina. Gustav non ci pensò due volte e, con la scusa della sigaretta, si avvicinò al povero ragazzo e gli tirò un gancio talmente forte da far sputare sangue all'ignaro. Gli rubò la lettera e riuscì a salire sul treno poco prima della partenza.

    Capitolo 2

    LasHogwarts, baby!

    Gustav riuscì a salire sul treno 3 9/4 ma, prima di trovare un posto per sedersi, dovette passare oltre diverse cabine. Il motivo era che il treno, oltre agli studenti, era pieno anche di famiglie zingare che dormivano sui sedili. Infine Gustav trovò una stanza in cui c'erano solo un ragazzo con gli occhiali tondi e un altro coi capelli rossi. Quest'ultimo aveva lo sguardo perso nel vuoto ed un sorriso ebete stampato in faccia.

    Gustav si presentò. «Sono Lafav, Gustav Lafav».

    «Bella. Io sono Porker, Jerry Porker» disse il ragazzo occhialuto. Gustav si voltò verso il rosso. Dapprima non aveva dato alcun segno di attenzione verso il nuovo arrivato, continuando a fissare il vuoto. Dopo qualche minuto però, anche lui si accorse che era entrato Gustav e si presentò.

    «Io sono Ronaldo Whiskey, ma puoi chiamarmi Ron». Qualche secondo dopo che Gustav si sedette accanto a Jerry, entrò nella stanza una ragazza riccioluta che chiese: «Scusate, avete visto una rana? Un ragazzo di nome Nevillo l'ha persa». Nessuno l'aveva vista, ma Ron si affrettò a dire:

    «Io l'ho vista una rana». La ragazza si stupì e lo interrogò sul dove l'avesse vista, ma Ron rispose:

    «Allo stagno». Così la ragazza, un po' seccata, cercò di spiegarsi meglio.

    «Intendevo se qualcuno l'avesse vista qui… Sul treno…»

    Jerry intervenne:

    «Zia perdonalo, è un po' tardo…». A questo punto Gustav si alzò con l'aria da cowboy e, appoggiando una mano sulla spalla della ragazza, le disse: «Ehi bimba, io sono Gustav Lafav, sei sola? Ti andrebbe di stare con un vero maschio?».

    La ragazza scansò la mano di Gustav dalla sua spalla. «Il mio nome è Ermagone Ginger e non sono una bimba» disse Ermagone prima di andarsene, chiaramente offesa. Gustav e Jerry passarono il resto del viaggio a raccontarsi barzellette sconce senza che però Ron ne capisse qualcosa.

    ***

    Arrivato il treno al capolinea, gli studenti scesero e si guardarono attorno. Gustav vide che c'era un ragazzino paffutello che, con uno sguardo da psicopatico, stava mordendo la testa di una rana che faceva strani versi agonizzanti. Decise, quindi, di chiedere a Jerry chi fosse, ma la sua risposta fu:

    «Minchia frate', cazzo ne so!»

    «È il Nevillo Paciockone di cui vi parlavo prima. Se solo avessi saputo cosa aveva intenzione di fare a quella povera rana non l'avrei mai aiutato a ritrovarla, è un mostro!» disse Hermagone raggiungendo il gruppo. Un omone alto tre metri con una grossa pancia che spuntava fuori dalla maglietta gridò «PRIMO ANNO!! PRIMO ANNO, SEGUITEMI!», Jerry spiegò ai suoi amici che quel gigante era Swagrid, l'uomo con più Swag che avesse mai conosciuto.

    Dopo averli accompagnati davanti ad un castello antico ed impoten, ehm… imponente, l'omone si guardò attorno e, con aria sospetta, si levò i pantaloni e corse verso la foresta.

    I ragazzi vennero fatti entrare all'interno dalla professoressa Miserva McGranita. Una volta accomodati, spiegò ai giovani maghi la situazione. Disse loro che nella scuola esistevano quattro casate: Grifoncoro, Tassorotto, Morbonero e Setteverde. Dopo la presentazione, la professoressa si allontanò un attimo per fumarsi una sigaretta e in quel momento un giovane ragazzo di razza ariana si avvicinò a Gustav

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