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Fallen (Angels Among Us Book 1)
Fallen (Angels Among Us Book 1)
Fallen (Angels Among Us Book 1)
Ebook100 pages1 hour

Fallen (Angels Among Us Book 1)

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About this ebook

Shayla, ballerina professionista, vive per la danza. Quando parenti e amici le voltano le spalle, lei non si lascia scoraggiare, anzi continua ad inseguire i propri sogni più determinata che mai. Quando, in seguito ad un incidente stradale, riporta gravissime ferite alle gambe e rischia di non poter più ballare, le sue speranze cominciano però a vacillare.

Amir entra nella vita di Shayla con l’intenzione di curarla, ma quando la vede, costretta in un letto d’ospedale, lottare con le unghie e con i denti per sopravvivere, nel suo cuore si accendono sentimenti mai provati. Lui, che non conosce amore e desiderio, si ritrova attratto da Shayla come una falena dalla luce; eppure le regole del Paradiso proibiscono agli angeli di innamorarsi degli esseri umani… Se dovesse cedere alla tentazione diventerebbe un Rinnegato, un angelo caduto, condannato a passare l’eternità fra i demoni infernali.

Quando il suo desiderio per Shayla diventerà incontrollabile, Amir dovrà scegliere tra amore e dannazione, tra solitudine e beatitudine. Un angelo che ha vagato da solo sulla Terra per secoli sceglierà di rimanere sulla retta via o cadrà vittima del suo cocente desiderio e sarà condannato per sempre?

LanguageItaliano
PublisherMarion Press
Release dateMar 18, 2016
ISBN9781507133538
Fallen (Angels Among Us Book 1)
Author

Elise Marion

Elise Marion is a lover books and has a special place in her heart for sweet and sensual romance. Writing about love across all walks of life is her passion, as is reaching people through the written word. The Army wife and stay-at-home mother of two spends most of her time taking care of her children. Her second job includes writing stories about characters that people can fall in love with. When the Texas native isn't caring for her family or writing, you can usually find her with her nose in a book, singing loudly, or cooking up something new in the kitchen.

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    Fallen (Angels Among Us Book 1) - Elise Marion

    In memoria di

    Brett Haley, che adesso abita fra gli angeli.

    Possa Dio vegliare su di te finché non ci incontreremo di nuovo.

    Capitolo 1

    Un nuovo incarico

    La stanza puzzava di morte. Era un odore a cui Amir non riusciva ad abituarsi; eppure vi si era imbattuto un’infinità di volte ed era sicuro che anche in futuro le occasioni non sarebbero mancate. Non appena si avvicinò al letto in cui la ragazzina giaceva, una fitta acuta, tagliente, lo colpì al lato destro della testa. Per un essere umano sarebbe stato un dolore paralizzante; per lui, invece, era un fastidio necessario, lo strumento che gli permetteva di entrare in contatto con la persona di cui si sarebbe occupato. Si accostò ancora di più al letto e posò lo sguardo sulla bambina: dormiva profondamente, galleggiava in un mare di morfina. I medici, che avevano fatto tutto il possibile per aiutarla, avevano dichiarato che non c’erano più speranze. Ma loro erano uomini. Amir era al servizio di un potere più grande.

    La bimba si chiamava Christina Bates e aveva solo sei anni. Un tumore al cervello - al lobo temporale destro - la stava lentamente uccidendo, e tutti avevano ormai smesso di sperare. Tutti tranne sua madre. Erano state le sue preghiere a far arrivare Amir fino lì.

    Lui chiuse gli occhi e allungò la mano sopra la bambina. Si concentrò sul dolore intenso che si era impadronito della sua testa, cercando di localizzarne la fonte. Grazie ai suoi poteri, alla capacità di vedere con gli occhi dell’anima, riuscì a intercettare, oltre la pelle e le ossa della piccola, nascosto sotto profondi strati di tessuti cerebrali, il tumore. Era orribile: una piccola macchia in un cervello altrimenti perfetto. Con gli occhi ancora chiusi, lo fissò finché non lo sentì frantumarsi. Arricciatosi in volute di fumo nero, il cancro la lasciò e fluttuò verso il palmo di Amir prima di svanire nel nulla.

    Ritirò la mano e aprì gli occhi. Fece scivolare lo sguardo all’altro lato del letto, dove sedeva la madre di Christina. Fino a quel momento aveva sonnecchiato su una sedia di fianco alla figlia, ma adesso era sveglia e lo fissava incredula. Amir non si mosse, si limitò a ricambiarne lo sguardo in silenzio, aspettando una sua reazione.

    Se non avesse visto quello che aveva fatto, le sarebbe probabilmente sembrato una persona qualunque. Nella sua forma umana era più alto degli altri, certo, ma non così tanto da apparire strano. Aveva poi ondulati capelli castani che gli carezzavano il collo, un paio di occhi marroni caldi e vellutati e, infine, un viso piuttosto bello. Indossava abiti sobri: pantaloni color kaki e un giubbetto di pelle su una camicia abbottonata fino all’ultimo bottone. Niente nel suo aspetto sembrava fuori del normale, eppure gli bastò incrociare lo sguardo della signora Bates, per accorgersi che lei aveva capito.

    Come ti chiami? gli chiese tranquilla. Molto più che tranquilla. Non aveva previsto che lo vedesse mentre curava sua figlia, ma non sempre è possibile evitare certe cose. A dirla tutta capitava spesso che lo cogliessero sul fatto, e la maggior parte delle persone reagiva istericamente quando capiva chi fosse. Fu felice di constatare che, almeno questa volta, non avrebbe dovuto usare i suoi poteri per cancellare la memoria del testimone.

    Amir, rispose in tutta semplicità.

    Sei un angelo, vero? chiese lei alzandosi in piedi, lo sguardo fisso su di lui.

    Annuì. Le sue preghiere sono state ascoltate. Sua figlia vivrà.

    Alcune lacrime rotolarono lungo le guance della signora Bates che poi, prendendosi il viso fra le mani, cominciò a singhiozzare. Amir percepì la sua gioia e un largo sorriso gli si dipinse sul volto. Il suo cuore quasi scoppiò.

    Grazie, esclamò, ridendo e piangendo allo stesso tempo. I dottori avevano detto che non ce l’avrebbe fatta. Dicevano che ero pazza a crederci ancora. Ma non mi sbagliavo, vero?

    Amir scosse la testa. Non bisogna mai smettere di credere.

    Si girò per andarsene: aveva compiuto il suo dovere. Una volta guadagnata l’uscita dell’ospedale, si infilò le mani in tasca e, con passo veloce, si diresse verso la tavola calda in fondo alla strada.

    Nostro Padre ha un nuovo incarico per te. Desidera parlarti immediatamente.

    Amir si sedette di fronte a Sarah nell’angolo della sua tavola calda preferita. Sarah, un angelo messaggero, era stata mandata lì per lui. Lo invitò a fare rapporto al Padre il prima possibile per ricevere così il suo prossimo incarico. Mescolando distrattamente il caffè col cucchiaino, Amir fissava il torbido fondo della tazza. Non era in grado di provare né fame né sete, ma aveva scoperto che quella bevanda dal gusto forte e deciso gli piaceva. Mangiava ogni tanto e, quando lo faceva, era solo per la curiosità di assaggiare sapori e consistenze nuove. Ma il desiderio di prendere una tazza di caffè, ecco, quello lo provava ogni volta che si trovava sulla Terra. Come ebbe buttato giù l’ultimo sorso, spostò la tazza di lato, lasciò alcuni dollari sul tavolo e si alzò. Sarah lo seguì fuori, sul marciapiede affollato.

    Tu non vieni? le chiese.

    Lei scosse la testa. Ho altri messaggi da consegnare. Tu avviati, però, ti sta aspettando.

    I due si salutarono all’angolo. Amir accelerò il passo, diretto verso una schiera di magazzini che sapeva abbandonati: aveva bisogno di un punto di lancio molto alto e il tetto di uno di quei fabbricati avrebbe fatto al caso suo. Salì svariate rampe di scale prima di raggiungerne la cima. Dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno in giro, recuperò la sua forma angelica e spiegò le ali.

    Nel giro di pochi secondi stava già sfrecciando in un mare di nuvole chiare, su, nell’azzurro del cielo. Salì sempre più in alto, finché la lucentezza del mattino non fu inghiottita dall’eterna notte dello spazio. Come ogni volta, si trovò a rallentare sempre più meravigliato dalla bellezza dell’universo, una bellezza che cresceva man mano che passava da un pianeta all’altro, si lasciava dietro prima il sole splendente e poi gli ammassi di stelle, alcune delle quali sfrecciavano accanto a lui.

    Si diresse verso la stella più lontana e luminosa di tutte. Un’aura di luce lo avvolse quando si avvicinò. Era arrivato in Paradiso.

    Niente di quanto presente sulla Terra poteva essere paragonato a quella Città splendente: il sole, lì, brillava più di qualunque altra stella e non era possibile trovarvi una sola ombra; alberi e fiori, di specie sconosciute agli occhi degli esseri umani, punteggiavano il paesaggio con l’esplosiva brillantezza dei loro colori; e da dove si trovava in volo, Amir poteva vedere strade dorate avvolgersi intorno a costruzioni più alte di qualsiasi grattacielo. La sua destinazione si trovava proprio al centro di tutto.

    Atterrò sulla scalinata dello scintillante palazzo situato nel cuore della Città. Con un cenno del capo rispose al saluto di alcuni suoi amici e poi varcò le porte del cortile interno. Indugiò un attimo di fronte all’alto doppio portone

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