Temi di Cinotecnia 3 - Costituzionalismo e tipizzazione: Aspetti tipologici nella valutazione dei cani e delle razze canine
By Mario Canton
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I temi trattati non riguardano gli aspetti psichici del cane, come la sua etologia, psicologia, comportamento e le materie correlate come l'educazione o l'addestramento.
Non vi sono trattati neppure argomenti legati all'allevamento – come la riproduzione e la crescita – o alla convivenza con il cane domestico – come la salute, l'igiene, l'alimentazione o le cure sanitarie.
La collana si occupa dei cani e delle razze canine sotto l'aspetto strutturale e della loro conformazione in relazione al loro impiego.
I motivi per cui l'uomo ha selezionato così tante razze canine – sfruttando la notevole plasticità genetica del Canis lupus familiaris – sono fondamentalmente due: per avere un animale da affezione o per destinarlo a qualche scopo specifico.
Qui si parlerà in particolare dei vari aspetti coinvolti nella seconda delle motivazioni ma anche dei particolari che ne caratterizzano l'aspetto.
In sintesi, si discute di tutto ciò che può essere utile a una valutazione fenotipica dei cani e delle razze canine.
Si ritiene doveroso precisare – infine – che i contenuti di ciascun volume possono prevedere digressioni su temi affini il cui svolgimento sia ritenuto utile alla migliore esposizione del tema principale.
Pertanto non sarà improbabile che il Lettore si imbatta in concetti ripresi, sottolineati, riformulati sotto altre angolazioni o ulteriormente approfonditi, con il fine di fornire una loro migliore esposizione.
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Temi di Cinotecnia 3 - Costituzionalismo e tipizzazione - Mario Canton
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Morfotipologia
Morfotipologia
La morfotipologia affronta, tra l’altro, il problema delle costituzioni mediante una notevole quantità di suddivisioni in tipi e sottotipi che ha favorito in età moderna atteggiamenti scettici da parte degli studiosi. Un approccio approfondito consente di valutare i limiti tra empirismo e principi scientifici con una migliore comprensione dell’interesse scientifico e pratico destato già in tempi antichi, quando la scienza non era ancora guidata dal metodo sperimentale. Nel XIX e XX secolo gli studi di morfotipologia hanno condotto a un nuovo corpo dottrinale in virtù dell’impulso e del rinnovamento che a questi studi hanno dato in particolare gli italiani De Giovanni, Viola e Pende.
L’atteggiamento corretto sta nel saper cogliere il momento di trapasso da ciò che è stata materia empirica a quello che è divenuto elaborato scientifico, mettendo ordine e dando il giusto rilievo alle impostazioni moderne, che hanno riproposto sotto nuovi termini il problema del confronto dei tipi, sia dal punto di vista somatologico, sia da quello biotipologico.
A determinare un tipo costituzionale non intervengono solo fattori morfologici, bensì quelli funzionali e psicologici i quali conferiscono una impronta del tutto particolare all’individuo, importante per interpretarne anche la tendenza verso l’uno o l’altro complesso di prestazioni o di disturbi funzionali o di malattie.
Nei numerosi tentativi di classificare i tipi morfotipologici si possono cogliere alcuni criteri fondamentali utilizzati dagli studiosi: quelli che sono andati alla ricerca di come dovrebbero essere (estetica) gli individui e quelli che si sono occupati di sapere come realmente sono (costituzionalistica).
I primi hanno inseguito la definizione di un tipo morfotipologico ideale attraverso la ricerca di determinate proporzioni che stabilissero un criterio sicuro sull’armonia delle forme corporee; i secondi, attraverso l’identificazione di caratteristiche costituzionali comuni a più soggetti, hanno tentato classificazioni costituzionali per gruppi di individui (tipologia).
Il metodo estetico
Lo studio delle proporzioni ideali di un corpo, prima che nella scienza, si è sviluppato nel campo dell’arte attraverso numerosi canoni estetici. Tali canoni erano generalmente basati sulla scelta di una parte del corpo che veniva poi comparata a tutte le altre.
Nell’Antico Egitto, ad esempio, il «modulo» preso per eseguire le gigantesche statue pare fosse la lunghezza del piede e l’altezza complessiva del corpo veniva ricondotta a sei piedi e mezzo.
Nella statuaria greca, molti artisti si attennero al canone di Alcmeone la cui unità di misura era data dalla larghezza della mano alla radice delle dita.
Si staccano da questa concezione Lysippo e Policleto i quali presero come unità di misura l’altezza della testa. Per le proporzioni del suo celebre Apollo del Belvedere, Lysippo considerava 8 volte l’altezza della testa; Policleto utilizzò un canone più brevilineo e nel suo Doriforo la testa entrava nella statura 7 volte e mezzo. Plinio giudicò il Doriforo un esempio di proporzioni perfette e armoniose e come l’unico canone della bellezza.
Le proporzioni del Doriforo sono sempre state oggetto di attenti studi e misurazioni portando alla conclusione che esse coincidono con le misure somatometriche del normotipo della moderna costituzionalistica.
Presso i Romani, l’artista più celebre fu Marco Vitruvio Pollione, architetto di Augusto, il cui canone, ripreso da Leonardo da Vinci, ha ispirato molti artisti del Rinascimento. Per Vitruvio la testa è un ottavo del corpo; la faccia, la decima parte; la mano è uguale a una faccia; il piede un sesto dell’altezza; la grande apertura delle braccia uguale all’altezza. In più Vitruvio affermò che l’uomo di tali proporzioni può, a braccia aperte, essere inscritto in un quadrato o in un cerchio il cui centro è l’ombelico.
Nel Rinascimento tra i sommi che si occuparono delle proporzioni del corpo meritano di essere ricordati Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci.
Leon Battista Alberti (1404-1472), traendo dai suoi modelli misure e proporzioni, scartava «gli eccessi estremi» e poneva «nei valori medi il dominio sicuro del bello». Egli intravide cosi l’uso dei valori seriali, che furono, più tardi, razionalizzati nel concetto di «uomo medio» dal Quételet e ripresi dal Viola nella medicina costituzionalistica.
Leonardo da Vinci (1452-1519) nei «Canoni Antropometrici» collegò l’arte e la scienza affermando che la conoscenza non è mai scientifica se non poggia su espressioni matematiche. Leonardo si riferisce al canone di Vitruvio e di lui si conserva il famoso cartone anatomico ove si vedono gli arti doppiati in posizioni diverse, dimostrando con una sola immagine la duplice iscrizione del corpo nel quadrato e nel cerchio.
Appare evidente che gli artisti di tutte le epoche, attraverso lo studio delle forme, volevano raggiungere espressioni plastiche dell’Armonia e del Bello. Ma questa morfologia estetica, basata su concezioni astratte e quasi sempre personali della bellezza, pur allontanandosi da una morfologia reale ha avuto il merito di iniziare un cammino che partendo dalle proporzioni si è via via arricchito di misurazioni, di rapporti, di percentuali che hanno condotto alla moderna morfotipologia.
Nell’epoca moderna, quei canoni, liberati dall’astrazione, passano attraverso un