Scusi, dov'è l'Ade?: nuove ipotesi sulla storia antica della Sardegna
By Giorgio Saba
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Scusi, dov'è l'Ade? - Giorgio Saba
GIORGIO SABA
SCUSI, DOV’è L’ADE?
NUOVE IPOTESI SULLA STORIA ANTICA
DELLA SARDEGNA
AmicoLibro
Giorgio Saba
Scusi, dov’è l’Ade?
nuove ipotesi sulla storia antica della sardegna
Proprietà letteraria riservata
l’opera è frutto dell’ingegno dell’autore
© 2016 AmicoLibro
via Oberdan 9
75024 Montescaglioso (MT)
www.amicolibro.eu
info@amicolibro.eu
Prima Edizione
aprile 2016
A Sandra
per i meravigliosi figli che mi ha donato
IO SABA
SARDO DA MILLENNI
ARCHITETTO E
DOCENTE DI ARCHITETTURA
ARCHEOLOGO PER GIOCO
NAVIGATORE PER POESIA
UN GIORNO
HO VISTO UN LUOGO
E VE LO RACCONTO
MI PRESENTO
Non sono archeologo, né rischio di diventarlo, anche se verso la metà degli anni ’80 mi iscrissi al Corso di Perfezionamento in Archeologia dell’Università di Cagliari; là conobbi i professori Giovanni Lilliu ed Enrico Atzeni con i quali portai a termine numerose visite a importanti siti nuragici.
Dopo il primo anno smisi di frequentare il corso, non trovando risposta alle mie curiosità.
Continuai a leggere un po’ a caso i testi più svariati; mi incuriosì, in particolar modo L’enigma dei Fenici, un libro scritto nel 1982 da Sabatino Moscati.
Cito: Oltre mille stele (si trattava di stele funerarie, a tutt’oggi ne sono state rinvenute 1500) […] pongono Sulci al centro di questo genere di produzione rispetto a tutto il mondo fenicio; e senza dubbio vi è materia per caratterizzare il centro stesso
.
Questo passo mi rimase impresso a tal punto che dopo molti anni ricordai d’averlo letto e lo ricollegai ad altre diversissime esperienze.
Tra queste l’opportunità di effettuare le vacanze estive in barca a vela, facendo tappa in numerose località: la Tunisia con Cartagine, la Riviera Ligure, quella Francese, l’Elba, la Sicilia nonché tutte le coste della Sardegna e della Corsica; un fatto apparentemente insignificante che invece, mi permise di osservare fenomeni meteorologici, marini e geografici. In seguito, mettendo insieme queste osservazioni con notizie reperite qua e là, scoccò la scintilla che mi portò a formulare nuove ipotesi sull’antica storia del Mediterraneo.
Nel 2002 fu il volume Le Colonne d’Ercole – Un’Inchiesta di Sergio Frau a darmi un nuovo impulso alla ricerca di un qualcosa che ancora non aveva preso una forma precisa, ma pian piano andava delineandosi.
La mia ricerca si fece più mirata e iniziai a cercare testi di antichi scrittori Greci e Latini: Platone, Apollodoro, Pindaro, Dicearco, Avieno, Strabone, Erodoto; ma anche autori moderni come Paolo Bernardini, Giovanni Ugas, Giovanni Lilliu, Attilio Mastinu, Raimondo Zucca, Gigi Sanna, Luisanna Usai, Piergiorgio Spanu, Sabatino Moscati, non disdegnando neppure la lettura di autori non ancora inclusi nel gotha degli accademici come Leonardo Melis, Danilo Scintu, Giuseppe Mura, Giangiacomo Pisu, Pierluigi Montalbano, José Stromboni, Sergio Frau e tanti altri ancora, riuscendo a trovare, in ognuno di essi, indizi che forse, singolarmente, non dimostrano nulla, ma sommati, mi danno la convinzione di aver colto nel segno… forse
.
Dopo un’esposizione che fa un excursus su alcune teorie e ipotesi, attuali e non, condivise o contestate, vi racconterò la mia, di ipotesi. So bene che non è possibile confermare tutte le teorie che riassumerò brevemente nelle pagine seguenti, mi basta che solo alcune di esse risultino logicamente proponibili, per riuscire a trarre le mie conclusioni; chiedo al lettore di accettare le parti che ritiene credibili e di ignorare quelle che ritiene assurde, alla fine del percorso mi svelerò (solo virtualmente).
IN BARCA A VELA
La prima volta che partecipai a una regata velica con il Nora fu nell’estate del ’95.
La Cagliari-Carloforte all’epoca era quasi un obbligo morale per i velisti cagliaritani che, infatti, partecipavano in massa.
Quell’anno si iscrissero decine di barche con centinaia di velisti; a bordo del Nora oltre me c’erano Paolo ed Enzo Profeta, Lionello Capra, Mario Friargiu, Giorgio Paci, Enrico Guicciardi, Antonello e Teodoro Cannella, Pascal Pintori e altri ancora.
Superata la scogliera di Capo Sperone, il vento crollò e rimanemmo fermi al centro dello stretto tra le isole di S. Antioco e S. Pietro. Vedevo le altre barche accostare alla riva, per catturare qualche refolo di vento, dovuto al microclima terrestre e poter procedere anche se lentamente. Paolo, però, mi disse che, con il nostro pescaggio, quella manovra risultava impossibile: ci saremmo sicuramente incagliati sui bassi fondali della zona.
Riuscimmo comunque a raggiungere Carloforte, dove, dopo la cena al ristorante, molti dei partecipanti alla regata si trasferirono sul Nora per proseguire la festa con canti e chitarre, e con la compagnia di un gruppo folk Tabarchino; fu una festa spontanea e memorabile della quale ancora si parla.
Il giorno seguente, nel viaggio di ritorno a Cagliari, formammo un convoglio