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Radici cristiane addio
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Radici cristiane addio

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Questo è l’ottavo saggio che l’autore dedica al tema della Religione che, dopo quello della Politica, costituisce l’argomento più ricorrente del suo hobby di scrittore. Benché cattolico praticante (come è logico aspettarsi da chi abbia le sue origini a Sotto il Monte o dintorni) l’autore non ha mai lesinato critiche alla Gerarchia. E questo saggio, in cui si stigmatizza l’insufficiente difesa delle radici cristiane d’Europa, ne è un chiaro esempio.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 31, 2016
ISBN9788893211680
Radici cristiane addio

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    Radici cristiane addio - Giglio Reduzzi

    Indice

    • I Radici Cristiane Addio

    • II L’Islam secondo Baget Bozzo

    • III L’ Incontro ecumenico

    • IV Il sogno europeo

    • V Papa Francesco

    • Appendice (Relazione Sinodale)

    Cap. I: Radici Cristiane Addio

    Al momento di fondare l’Unione Europea si discusse a lungo se fosse necessario far riferimento, nello Statuto, alle radici giudaico-cristiane della stessa.

    Alla fine si decise che no, non era necessario. Naturalmente subito dopo aver fatto questa scelta, come sempre avviene, ci si pentì.

    Ma altrettanto velocemente ci si consolò, pensando che, in fondo, si sarebbe trattato di una affermazione implicita, in quanto a nessuno sarebbe venuto in mente di negare l’esistenza di quelle radici.

    I monumenta valevano più dei documenta.

    Giusta o sbagliata che fosse quella scelta, sta di fatto che l’Europa sta rapidamente cambiando volto anche sotto l’aspetto religioso.

    Dal Sud e Sud-Est arrivano gli islamici; dal Nord e Nord-Ovest arriva l’agnosticismo, figlio del secolo dei lumi.

    Del cristianesimo delle origini oggi rimangono poche tracce, quasi tutte concentrate in Italia, Austria e Polonia. L’unico Paese dove sta rinascendo è la Russia, che però non fa parte dell’UE anche se, a parere di chi scrive, sarebbe vantaggioso che ci fosse.

    Inoltre, come è noto, in Russia si pratica quel cristianesimo ortodosso, che è molto simile ma non identico a quello professato in misura residua nell’Unione.

    Al venir meno della religiosità in seno alla UE, fanno da contraltare:

    a) la recrudescenza delle persecuzioni anti-cristiane nei Paesi a maggioranza musulmana;

    b) la crescente islamizzazione dell’Europa.

    Il primo fenomeno deve avere più di una ragione, perché non è di facile comprensione.

    Sarebbe stato più logico aspettarsi una persecuzione di questo tipo all’epoca della colonizzazione, come riflesso del fatto che coloni e schiavisti erano (per lo più) cristiani. Non ora che l’Occidente non invia più soldati in quei Paesi, ma solo (o prevalentemente) turisti, medici e missionari.

    L’unica possibile spiegazione è che lo sradicamento del Cristianesimo venga attuato come legittimazione del regime islamico instaurato (o che si vorrebbe instaurare), visto che l’Islam non fa distinzione tra comunità civile e comunità religiosa.

    Per comprendere questa affermazione occorre conoscere a fondo il pensiero islamico.

    Ed è per questa ragione che al prossimo capitolo lascio la parola al compianto don Gianni Baget Bozzo, che in materia ne sa più di me e ne ha fatto oggetto di un libro.

    Ovviamente la persecuzione è più feroce là dove la domanda di legittimazione è più forte, cioè da parte dei gruppi che, non avendo il potere, lo vogliono ottenere (jihadisti ed aspiranti califfi).

    Sul secondo punto c’è poco da dire. E’ sotto gli occhi di tutti che ormai, anche da noi, sorgono più moschee che chiese.

    Che le nostre scuole sono frequentate in misura crescente da studenti islamici, per non offendere i quali alcuni capi istituto fanno rimuovere i segni della nostra religione tradizionale.

    Che il flusso di islamici è stato favorito dalle politiche di accoglienza attuate da alcuni governi europei.

    (Almeno così è stato sino a questo momento. Ora è in corso un doveroso ripensamento.)

    Il processo di islamizzazione in corso è anche facilitato dal fatto che i cristiani rimasti, a differenza dei musulmani, vivono la loro fede come fatto intimo, incuranti di quanto avviene nella società e di come essa viene governata.

    Neanche il Vescovo di Roma (e cioè il Papa) si pronuncia chiaramente contro le leggi che vengono varate dal vicino Parlamento italiano e tanto contrastano con la morale cattolica.

    Alludo ovviamente alla legge che allarga agli omosessuali i diritti tipici delle unioni matrimoniali.

    Nella mia agenda, alla data del 31 gennaio 2016, avevo scritto:

    Pare che il Circo Massimo non abbia mai visto tanta gente come ieri al Family Day".

    Certo è strano che:

    a) a quell’immenso raduno non fosse presente, non dico il Papa, ma nemmeno il suo vicario od un vescovo qualsiasi;

    b) le personalità che hanno parlato dal palco abbiano citato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma non Papa Francesco;

    c) quasi nessuna delle tante famiglie che ieri affollavano il Circo oggi sia andata in piazza S. Pietro per il consueto incontro domenicale con il Pontefice (la piazza era infatti mezza vuota) o per attraversare la Porta Santa;

    d) il Papa non abbia fatto alcun cenno, nel suo discorso, a quell’oceanica assemblea.

    Cosa sta succedendo?"

    Ho inviato quell’appunto ad un teologo che va per la maggiore, ma mi ha risposto in questi termini:

    "

    L'incontro oceanico al Circo Massimo è stata una grandiosa manifestazione della maturità dei laici cattolici, i quali, in legittima autonomia dalla Gerarchia, hanno voluto sostenere una linea politica in contrasto con quella, del tutto rispettabile, attualmente in discussione in parlamento.

    La Gerarchia italiana, d’accordo col Santo Padre, ha preferito tenersi defilata, non per opportunismo, ma per non fornire ai laicisti ed ai nemici della Chiesa il solito pretesto che i cattolici in politica ricevono l'imbeccata dai vescovi.

    D'altra parte, sappiamo bene quanto spesso e quanto chiaramente il Papa e i vescovi ci ricordano i valori della famiglia, mettendoci in guardia contro deviazioni, traviamenti ed aberrazioni.

    Nel contempo, essi ci ricordano il nostro dovere in campo ecclesiale e politico, di prendere opportune iniziative, atte ad aiutare le coppie irregolari o adulterine o concubinarie e quelle omosessuali, nonché le famiglie ferite, divise o in crisi, a correggersi, a risolvere i loro problemi e a valorizzare i doni, che Dio ha loro dato.

    "

    Come vedete, la mia tesi riceve qui un’autorevole conferma.

    Del resto è stato il Papa stesso ad affermare (sul volo di ritorno dal suo viaggio in Messico) che i deputati cattolici, nell’esprimere i loro voti, devono comportarsi secondo la loro coscienza ben formata. Nulla di più.

    Immagino che intendesse dire formata agli insegnamenti della morale cattolica. Ma anche così debbo dedurre che:

    la Chiesa non intende più esporsi pubblicamente;

    poiché i deputati formati o semplicemente informati sono sempre meno, anche i cittadini cattolici italiani –al pari di quelli che vivono fuori d’Italiadevono abituarsi a convivere con leggi che contrastano con il loro credo.

    Ma siccome gli islamici la pensano in maniera diametralmente opposta, cioè a veder coincidere il potere civile con quello religioso, ecco che per loro, qui in Europa, si sta aprendo una prateria, come è diventato di moda dire.

    Personalmente non condivido affatto il silenzio della gerarchia ecclesiastica di fronte alle leggi che il Parlamento italiano sta per varare sul tema della famiglia.

    Questo silenzio contrasta vistosamente, a mio avviso, con l’incarico che il Papa aveva affidato ai vescovi di tutto il mondo su questo preciso argomento.

    Essi studiarono accuratamente il problema e alla fine redassero la Relazione che allego in Appendice per comodità di consultazione.

    Trovo quindi molto conforto nel leggere quanto scrive Antonio Socci in questi giorni. E cioè:

    Non capisco la durezza contro il Family Day. Il Papa che ha parlato persino ai centri sociali……non trova il tempo per dare una benedizione a un popolo di famiglie, arrivate da tutta Italia a Roma, a loro spese. (ItaliaOggi, 20 febbraio 2016)

    Il silenzio del Papa sul tema scottante della famiglia confligge altresì con la dovizia di riferimenti che invece egli riserva ad altre materie, come l’ecologia e l’accoglienza dei migranti.

    Dove tra l’altro le sue tesi non trovano alcun radicamento dottrinale solido come quello relativo alla famiglia.

    Per esempio, in materia di migrazione, Antonio Socci, dissentendo dal Papa, sostiene (nel pezzo sopra citato) che:

    "Nel recente Sinodo africano, i vescovi si sono appellati ai giovani invitandoli a giocare i propri talenti nei loro paesi d’origine. Perché l’immigrazione economica rappresenta uno sradicamento traumatico che impoverisce l’Africa. A fuggire sono infatti i giovani del ceto medio, che hanno avuto accesso per primi all’istruzione, provvisti di un po’ di mezzi, tanto

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