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Diritto Costituzionale: Approccio metodologico
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Diritto Costituzionale: Approccio metodologico

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Il saggio si occupa delle questioni di metodo relative allo scienziato del diritto in generale e di quelle relative al diritto costituzionale in particolare. Le premesse sono che: 1) la comunicazione di enunciati e la loro comprensione, talvolta mediata dalle attività di interpretazione, sono fenomeni che intercorrono sempre e solo fra individui in carne ed ossa; 2) l’individuo è gettato nel mondo e ne conosce solo frammenti, peraltro in modo diverso, a seconda che si tratti del mondo fisico o di quello umano; 3) l’assioma sul quale si fondano gli obblighi, i divieti, le garanzie di libertà previsti dal diritto, è che vi sono innumerevoli casi rispetto ai quali l’essere umano è materialmente libero di fare o non fare per sua libera scelta.

Gli elementi essenziali del “gioco del diritto” giocato dallo scienziato sono: a) la volontà di convincere anzitutto se stesso e poi convincere gli altri; b) una o più domande collegate alle quali il giurista intende rispondere secondo diritto, cosicchè le risposte possono essere giudicate corrette o scorrette; c) l’attribuzione a qualcuno del potere di chiudere autoritativamente le controversie, ferma restando la libertà di ciascuno di dissentire. Vengono infine affrontate le questioni di metodo del diritto costituzionale come terra di confine tra diritto e potere politico. Si sottolinea il ruolo della Costituzione come progetto generale ed apicale e si spiega la grande influenza dei principi nel diritto costituzionale e nella relativa argomentazione, distinguendo tra il giurista positivo e il giurista critico.

Giuseppe Ugo Rescigno allievo di Carlo Esposito ha lavorato pure con Vezio Crisafulli e Aldo M. Sandulli; professore incaricato dal 1970 presso la facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Perugia ed ivi straordinario di Istituzioni di diritto pubblico dal 1972 al 1975, ordinario dal 1975 presso la facoltà di Economia e Commercio della Università di Modena, passando alla Sapienza di Roma dal 1990.

Ha pubblicato le seguenti monografie: La responsabilità politica nel 1967; Le convenzioni costituzionali nel 1972; Costituzione italiana e Stato borghese nel 1975; L’atto normativo nel 1998; nel 1978 ha pubblicato un commento agli articoli da 83 ad 87 compreso della Costituzione nel Commentario della Costituzione diretto da Branca ed edito da Zanichelli e Il Foro italiano; sue voci compaiono in Enc, dir., Enc. giur., Il diritto edito da Il sole-24 ore; numerosi contributi nelle riviste Critica del diritto, Giur. cost., Dir. pubbl., Pol. dir., Rass. parl., ed altre; dalla fondazione nel 1995 al 2011 ha fatto parte della direzione della rivista Diritto pubblico, e dal 1989 ad oggi della direzione della rivista Giurisprudenza costituzionale.

Oltre ad aver rivestito numerose cariche accademiche, è stato consigliere comunale ed assessore presso il Comune di Modena, membro della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge nei servizi pubblici essenziali, giudice costituzionale presso la Repubblica di S. Marino.
LanguageItaliano
Release dateJan 10, 2014
ISBN9788870006230
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    Diritto Costituzionale - Giuseppe Ugo Rescigno

    Marino.

    1. Chiarificazione della domanda a cui lo scritto (per quanto parzialmente) intende rispondere

    Quello che mi propongo con questo scritto è rispondere alla seguente domanda: qual è o quali sono (se sono più di uno, come è verosimile e come in effetti sosterrò) gli aspetti di metodo che lo studioso del diritto costituzionale necessariamente deve praticare? Non mi propongo però di individuare tutti gli aspetti di metodo (posto che la domanda abbia senso e sia ammissibile): mi propongo di individuarne alcuni che a me paiono i più importanti e significativi.

    A sua volta la stessa domanda esige di essere chiarificata e delimitata quanto più rigorosamente è possibile.

    L’oggetto di indagine riguarda il diritto costituzionale, e dunque si parlerà di questioni metodologiche se e in quanto riferite o riferibili al diritto costituzionale. Questa delimitazione comporterà a suo tempo la necessità di delimitare per quanto possibile il diritto costituzionale rispetto a tutti gli altri rami del diritto, e prima ancora la necessità di delimitare per quanto possibile il diritto da ciò che non è diritto.

    In secondo luogo si parlerà del metodo dello studioso del diritto costituzionale (o del giurista, con parola più breve intesa in questo specifico significato). Giurista in questo saggio è chiunque ha desiderio e capacità di scrivere e quindi di argomentare con lo scritto (nota bene) intorno al diritto con la intenzione di esporre secondo i metodi propri di questa disciplina, rispetto ad una specifica questione o tematica di ordine giuridico, la risposta o le risposte giuridicamente corrette.

    Oltre il giurista di cui qui mi occupo esistono altre figure soggettive che nello svolgere lo specifico loro compito sono obbligate nei loro specifici ragionamenti ad occuparsi anche del diritto costituzionale (e del diritto in genere): gli operatori giuridici (l’espressione più ampia che comprende tutte le altre figure più specifiche), i titolari di organi costituzionali, gli avvocati, i giudici, e così via.

    Che cosa distingue l’attività del giurista (di chiunque voglia ragionare come un giurista)? Anzitutto egli non è obbligato a decidere: quindi anzitutto egli sceglie liberamente il tema delle sue indagini (e quindi liberamente ne trascura infinite altre), in secondo luogo, data una questione che ha iniziato a studiare, il giurista può abbandonarla lasciandola senza risposta oppure limitarsi a descrivere le soluzioni in ipotesi diverse che altri operatori giuridici hanno dato nel tempo e continuano a dare nei confronti della medesima questione. In questo senso egli è anche un osservatore (vedremo successivamente perché ho aggiunto l’avverbio anche: il giurista è un osservatore ma in generale non è soltanto un osservatore). In secondo luogo il puro giurista (che non si è obbligato contrattualmente nei confronti di un editore) non ha limiti di tempo: può dedicare alla stessa questione tutto il tempo che vuole. In terzo luogo le sue conclusioni di ordine giuridico non vincolano giuridicamente nessuno. In quarto luogo e soprattutto il giurista non deve mai accertare i fatti: nei suoi ragionamenti egli presuppone sempre che i fatti stiano esattamente così come li ha

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