L'apollineo e il dionisiaco nelle emozioni
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L'apollineo e il dionisiaco nelle emozioni - Graziella Dragoni
2013)
PARTE PRIMA
Conosciamo le emozioni: definizioni.
Ho amato tanto…
Felicità!
Ho toccato
le cime più alte del Pianto?
Giorgio Caproni. Interrogativo¹³
1.1.1 Emozioni
Le emozioni che cosa sono? Cose antiche passate di moda?
Essere emotivi è indice di debolezza…?
Quando proviamo un’emozione, succede a causa del nostro carattere, oppure per automatismi cerebrali innati e determinati, o ancora per le esperienze di vita che incontriamo?
Molti studiosi si sono posti nel tempo la domanda: Che cos’è l’emozione? Come definirla?
Quanti significati può avere il termine?
Che cosa intende un biochimico o un filosofo o uno psicologo parlando di emozioni?
Una conclusione unanime è che le emozioni presentano fattori biologici in quanto derivano dall’attivazione di nuclei nervosi, ma che devono anche essere studiate nella loro componente psicologica.¹⁴ (Oliverio 1986)
Pertanto non si può dare una definizione univoca poiché le emozioni sono molto complesse. Possono essere provocate da uno stimolo esterno o anche da uno stimolo interno.
Se udiamo il rumore di un colpo dietro noi, il battito del cuore aumenta, pensiamo a che cosa può essere stato e possiamo avere una reazione di terrore se viviamo in uno stato di ansia, oppure, se siamo rilassati, immaginiamo che sia caduto un oggetto e ci tranquillizziamo subito.
Da quanto detto, si comprende come lo stato emotivo incida quotidianamente negli atti della nostra vita.
Ad esempio, lo stato d’animo con il quale ci accingiamo ad affrontare (coping) una prova, sia essa di lavoro, di studio, di sport o a carattere intimo, deriva da una somma di fattori, dalle condizioni fisiche del momento, dall’ambiente familiare sereno o conflittuale, dai rapporti con i compagni o colleghi, dai condizionamenti dei contesti favorevoli e no, dal nostro stato sociale, dall’essere un soggetto pubblico esposto ad aspettative, ecc. ¹⁵(Dragoni 2010)
Per Galimberti¹⁶(1999) l’emozione è una reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. Lo stato emotivo provoca reazioni a diverso livello: somatico, vegetativo, psichico.
Infatti una forte emozione coinvolge le funzioni vegetative come la respirazione, la circolazione, provoca ipertensione, disturbi sensoriali.
Anche le funzioni viscerali vengono modificate con perdita momentanea di controllo con alterazioni di mimica facciale e atteggiamento corporeo.
Oltre a tutto questo, le reazioni psicologiche condizionano la lucidità mentale e in molti casi inibiscono i normali atteggiamenti motori e quindi avviene la riduzione del controllo di sé e della capacità di metodo e di critica.¹⁷(Galimberti 1999)
Le emozioni non sono solo sbalzi dell’umore; alcune precise caratteristiche le contraddistinguono:
- sorgono improvvisamente per qualcosa che colpisce;
- hanno una durata breve ;
- portano a dover agire secondo modalità diversificate: se è rabbia può portare ad attaccare, se è paura a nascondersi o fuggire;
- si diversificano a seconda del contesto che assume connotazioni specifiche per ciascun individuo, in quel momento o in quella precisa situazione. ¹⁸(D’Urso 2004),
Uno stesso evento non provoca quindi la medesima reazione emotiva in tutte le persone; ma anche nella stessa persona può avere risonanze particolari in momenti diversi della vita poiché vengono a essere coinvolti aspetti personali, ma anche culturali e sociali.
1.1.2 Emozioni positive/negative
Un altro aspetto da considerare è che le emozioni possono sviluppare reazioni in due sensi, positivo e negativo.
Se si sviluppano emozioni positive come la gioia o l’allegria, queste facilitano e aiutano, ma le stesse possono anche interferire negativamente: ad esempio, per l’eccessiva eccitazione si può entrare in confusione.
Ma anche le emozioni negative, come l’insoddisfazione e il nervosismo, possono essere sia di aiuto, sia di intralcio: possono indurre determinazione e motivazione o, al contrario, depressione e arrendevolezza.
L’indagine sulle proprie emozioni fa comprendere l’importanza che assume il metodo cognitivo agli effetti della regolazione dei propri stati emotivi.
Un esercizio di autovalutazione può aiutare a distinguere gli effetti positivi o negativi degli stati emozionali che si vivono nella vita quotidiana.
Inoltre uno stesso stato emotivo può portare a conseguenze diverse a seconda dell’intensità. Infatti, se un certo grado di ansia è naturale in prossimità di un esame o di una gara e può anzi tenere vive la tensione e la motivazione, viceversa l’eccessiva ansia è deleteria e può bloccare le capacità cognitive e motorie; allo stesso modo, una situazione esente in tutto da ansia sconfina nell’indifferenza e non è foriera di impegno.
Occorre imparare a controllare le emozioni per raggiungere l’equilibrio psicologico; se le emozioni sono troppo intense, portano a inabilità e insicurezza, se sono nulle o leggere, portano allo stato di apatia.
Un primo passo è rendersi consapevole dei propri stati emotivi, ma ovviamente non è sufficiente; ciò non comporta automaticamente riuscire a non farsi condizionare.
Si comprende quindi come il dibattito sull’argomento derivi da antichissima data e continui tuttora sulla scia delle modificazioni culturali dei tempi e dei periodi storici.
1.1.3 Le emozioni primarie
Prima di affrontare le principali teorie, diamo un nome alle emozioni principali. Alcune emozioni sono presenti quotidianamente nella nostra giornata e possono essere le emozioni primarie indicate da Plutchik (1995): la rabbia e la paura, la tristezza e la gioia, la sorpresa e l’attesa, il disgusto e l’accettazione. ¹⁹
Dalla loro combinazione deriva un’infinità di altre emozioni, come l’allegria, la vergogna, l’ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il perdono, l’offesa, la nostalgia, il rimorso, la delusione.²⁰
RABBIA - Rabbia e ira sono sinonimi che riconducono al significato di collera. La collera viene definita come uno stato emotivo-affettivo caratterizzato da eccitazione crescente verbale e motoria fino a comportamenti aggressivi e distruttivi.
PAURA – La paura è un’emozione primaria di difesa provocata da una situazione di pericolo reale oppure previsto o fantastico. La paura si accompagna a meccanismi di difesa come la fuga o la lotta; può trasformarsi in fobia.
TRISTEZZA – Associata alla depressione, detta anche melanconia, è l’alterazione del tono dell’umore verso forme di tristezza profonda con riduzione dell’autostima.
GIOIA – E’ un’emozione contraddistinta da una sensazione di piacere diffuso. E’ suscitata da un desiderio appagato o anche dal pensiero che possa accadere.
SORPRESA – Emozione che insorge quando accade un evento positivo inaspettato oppure contrario alle aspettative. In ogni caso, di fronte a una sorpresa, si operano delle modificazioni nell’attività e nei progetti in corso.
ATTESA – L’attesa pone l’individuo nella dimensione tesa al futuro. Più che un’emozione, induce emozioni; l’attesa è collegata all’ansia: c’è sempre qualcosa che non avviene nel momento previsto.
DISGUSTO – Reazione emotiva di fronte a stimoli sgradevoli. Si prova per situazioni reali ma anche per sentimenti verso cui si prova repulsione.
ACCETTAZIONE. – Sono diversi i livelli relativi all’accettazione come emozione. Può essere rivolta ad altri, come l’accettazione o non verso un bambino da parte dei genitori, oppure verso se stessi per l’incapacità di accettare i propri aspetti negativi, oppure può essere vista come sinonimo di passività e masochismo.
Oltre alle emozioni nominate vanno considerati anche altri stati emotivi ricorrenti quali la vergogna, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il perdono, l’offesa, la nostalgia, il rimorso, la delusione e diverse atre combinazioni e sfumature, più o meno complesse.
Ciascuna di queste emozioni si manifesta con gradi di intensità e complessità che possono sfociare in disturbi e patologie che analizzeremo in seguito.²¹
1.2 Il sistema Neuro-vegetativo e l’emotività.
Occorre sapere che il piacere,
la gioia, il riso e il divertimento,
così come la pena, il dolore,
la paura e il pianto,
non hanno altra fonte
che il cervello.
Ippocrate ²²
1.2.1 Il senso ampio delle emozioni
Quando uso il termine emozione, lo faccio nel senso più ampio del termine, includendo non solo le esperienze familiari all’uomo, come ira, paura e tristezza, oltre che gioia, soddisfazione e coraggio, ma anche sensazioni basilari come piacere e dolore, nonché le pulsioni istintuali come fame e sete.
²³ (Pert 1997)
Nell’ottica del rapporto mente/corpo, Candace Pert inserisce fra le emozioni altre esperienze umane, non sempre tangibili, come l’ispirazione, il timore reverenziale, l’estasi e altri stati di coscienza ; non solo quindi le otto emozioni primarie individuate da Plutchik , bensì le combinazioni che possono verificarsi, alla stregua del mondo dei colori (blu e giallo generano il verde).²⁴ (Pert 1997)
L’emozione sviluppa uno stato di attivazione (arousal) che provoca diverse modificazioni fisiologiche e nello lo stato di vigilanza del Sistema Nervoso Centrale, il cui livello varia da individuo a individuo, poiché è determinato da condizioni fisiologiche dell’organismo e da fenomeni legati alla motivazione. E’ estremamente importante mantenere l’equilibrio giusto di attivazione in relazione al vissuto.²⁵ (Griffiths 2007)
In ogni caso, l’attivazione è collegata allo stato emozionale dell’individuo: un’emozione forte, un dispiacere, una gioia, alterano il normale equilibrio e possono portare conseguenze di eccitazione disturbante o, al contrario, di apatia.
Il grado di giusta attivazione è condizionato da diversi fattori:
stabilità emotiva, autocontrollo, motivazione e ottimismo, lucidità mentale.
Possiamo verificare questi principi direttamente.
Abbiamo provato tutti momenti di imbarazzo, specialmente se siamo in pubblico, di fronte a un ostacolo improvviso o a un incontro imprevedibile con una persona a cui teniamo particolarmente. Arrossiamo, non sappiamo cosa dire, balbettiamo, oppure ci irrigidiamo, la frequenza cardiaca impazzisce. Tutto questo è dovuto al Sistema Nervoso Autonomo, in particolare al sistema simpatico e parasimpatico.
BOX – LE REAZIONI FISIOLOGICHE
Riportiamo una tabella che rileva gli effetti dell’organismo nella stimolazione dei suddetti sistemi.²⁶(Baroni-D’Urso, 2004)
I più importanti effetti sull’organismo della stimolazione dei sistemi simpatico e parasimpatico.
1.2.2 Neuroscienze ed emozioni
In questi ultimi anni si sono sviluppati ulteriori studi sulle emozioni utilizzando le nuove scoperte delle neuroscienze.
Tutto quello che pensiamo, facciamo e tralasciamo di fare avviene grazie al nostro cervello. La struttura di questa macchina fantastica determina le nostre possibilità, i nostri limiti e il nostro carattere; noi siamo il nostro cervello.
²⁷ (Swaab 2010) E siamo il nostro corpo, con tutti i suoi apparati e sistemi.
Come pensiamo, soffriamo, amiamo: ecco i nostri stati emotivi.
Le emozioni sono sempre accompagnate da risposte del Sistema Nervoso, nello specifico del Sistema Nervoso Autonomo, del sistema endocrino e del sistema motorio scheletrico.
Sono le regioni sottocorticali che agiscono negli stati emotivi e precisamente l’amigdala, l’ipotalamo e il tronco encefalico con la funzione di preparare il corpo all’azione e di trasmettere gli input emotivi alla corteccia cerebrale.
Nel caso di un forte spavento, ad esempio, il nostro corpo reagisce con manifestazioni neurovegetative: secchezza alla gola, sudorazione nel palmo delle mani, respiro affannoso: sembra che il cuore scoppi. Ci rendiamo conto che abbiamo paura.
La coscienza è correlata alle emozioni, c’è stretta relazione fra stato fisiologico e stato cosciente.
Possiamo dire che ogni apprendimento, ogni evento, ogni stato emotivo lasciano tracce psichiche. Oltre al settore dell’apprendimento e del conservare memoria di quanto appreso, vengono richiamate alla coscienza le emozioni che sono state coinvolte e anche le sensazioni correlate che sono conservate parallelamente.²⁸ ( Ansermet 2008)
Per Damasio (2003) le emozioni diventano come la memoria del corpo segnata da marcatori somatici.²⁹
Rivedere una persona cara dopo tanto tempo può evocare sensazioni ed emozioni che si credevano dimenticate: un nodo alla gola, pianto, … tremano le gambe…
Ma se l’emozione provata fosse di rabbia e fosse rimasto il desiderio di discutere, allora si entra in uno stato di confusione, la voce si fa stridula.
Sappiamo che lo studio delle emozioni è complesso e non ci si può fermare alla semplice interpretazione delle informazioni che provengono da stimoli esterni. Secondo Cannon(1927) e Bard(1929) sono le strutture sottocorticali che svolgono ruoli importanti, come l’ipotalamo e il talamo. E’ qui che si avviano i processi delle manifestazioni periferiche riconducibili alle emozioni ; nel contempo mandano le informazioni alla corteccia per raggiungere l’elaborazione cosciente delle emozioni. C’è il collegamento fra fattori periferici e fattori centrali.³⁰
Vari studi, da Damasio in poi, hanno dimostrato il collegamento psiche, ambiente, corpo nella formazione delle emozioni.
James e Lange (1880)sostengono un’ipotesi alternativa, cioè che prima avvertiamo le modificazioni fisiologiche (ad esempio l’aumento delle frequenze cardiache) poi ci rendiamo conto che stiamo provando un’emozione (esempio, paura). Gli esperimenti effettuati hanno convalidato solo in parte le loro teorie.³¹
Ciò che ormai è sicuramente acquisito dagli scienziati è il ruolo importante del sistema limbico negli stati