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Il Colore di Un Fantasma
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Ebook83 pages59 minutes

Il Colore di Un Fantasma

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Anita Johnston avrà anche l’anima dell’artista, ma è determinate ad affermarsi come detective investigative, anche dopo essere stata buttata fuori dall’NYPD. Quando viene assunta per scovare un serial-killer latitante da 40’anni, si rende conto di essere coinvolta più di quanto avrebbe fatto qualsiasi recluta—ma è pronta a rischiare il tutto per tutto pur di provare a se stessa le sue capacità.

Samuel Watkins sa dove si nasconda l’assassino. Non avendo nulla da perdere oltre ad una fattoria fatiscente ed un paio di animali amorevoli, non è facile forzarlo a dire niente. O forse si?

Un agente della CIA malvagio. Un paese intenzionato a on collaborare. Un Toro dal brutto carattere che non fa prigionieri.

E’ una sfida. Ma Anita scavalcherebbe mari e monti pur di risolvere questo caso… anche se deve colorare fuori dai margini per farlo.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateMay 26, 2016
ISBN9781507140390
Il Colore di Un Fantasma

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    Il Colore di Un Fantasma - Delia Dobbs

    Il colore di Un Fantasma

    (L’album da Disegno Segreto per l’Intima Serie di Misteri per Adulti)

    Delia Dobbs

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    ***

    Capitolo 1

    Era uno strano incarico commissionato da un cliente anonimo. Aveva usato un intermediario, un avvocato di Chicago, per ingaggiare l’Agenzia Investigativa Randell e rintracciare il predatore di una serie di omicidi lunga quarant’anni. L’avvocato non disse chi l’avesse assunto. Rapporto confidenziale cliente/avvocato diceva. Questo è tutto quello che posso dirti. Questa persona ha bisogno di vedere questo tipo consegnato alla giustizia entro novanta giorni.

    Bene. Era una sfida. In qualche modo dovevo essere all’altezza della situazione.

    Guardai attorno il piccolo ufficio. Carolsburg. Illinois, popolazione, 1200 anime, era lontano anni luce dalla Città di New York. Non mi fraintendete. A casa, in città, ero sempre un investigatore senza licenza, ma almeno la mi scrivania a Brooklyn non era nella sudicia soffitta di un emporio a conduzione familiare.

    Andai alla finestra. Non c’era molto da vedere. Dal negozio sotto di me partiva una sfilza di negozi lunga un Km con un ferramenta, un alimentari, un languido cinema ed una trattoria. Tutta la città era circondata da campi infiniti di soia. Di certo non ero qui per la cucina. Non sono quel tipo.

    Il caso, rimasto irrisolto per 40 anni che mi avevano affibbiato, era durato troppo a lungo. Al tempo la polizia sapeva perfettamente chi aveva commesso i 15 omicidi di 12 uomini e 3 donne. La maggior parte delle vittime era adulta, ma il più giovane aveva appena compiuto 8 anni. Un ex agente CIA, Jon Thorp, aveva voluto far sapere al mondo che era lui l’assassino. Si vantava di essere rimasto impunito dopo quella scioccante serie di omicidi che sconvolse la nazione.

    Ma nessuno veramente capì mai perché l’avesse fatto. Che motivo aveva? E come aveva potuto farla franca tanto a lungo? Al tempo degli omicidi e per molti anni in avanti, gli agenti delle forze dell’ordine, dal più modesto sceriffo al direttore dell’FBI, avevano perlustrato prima Carolsburg e poi il mondo intero in cerca di Jon Torp.

    Non lo avevano trovato

    Era svanito senza lasciare tracce.

    Già, era un lavoro importante. Qualcuno avrebbe detto, anche troppo grande per me. Anche se avevo lavorato per un’agenzia investigativa di New York, ancora non avevo la licenza di investigatore privato. Probabilmente non sarebbe accaduto tanto presto se non  mi fossi occupata di qualcosa di più importante dei casi di mancata comparizione che mi pagavano le bollette. C’era un motivo per questo, un motivo a cui preferivo non pensare al momento.

    Tolsi un ciuffo color castagna dal viso. Pensavo di avere un’anima artistica ma presumevo che la gente mi avrebbe preso più seriamente come investigatore se mantenevo il colore naturale dei capelli. Mio fratello, il vero artista della famiglia, spesso aveva una ciocca viola nella frangia.

    A proposito di famiglia, avevo un file pieno di foto delle vittime che ho guardato così tante volte da poter vedere le loro facce multi-fotocopiate in bianco e nero anche ad occhi chiusi. Le loro famiglie avevano aspettato 40 anni per un po’ di giustizia. Ero moralmente convinto(a) che ci fosse una persona a Carolsburg che sapeva dove Thorp si era nascosto per tutto quel tempo.

    Tutto ciò che dovevo fare era persuaderlo a parlare.

    Già.

    Come se fosse facile.

    Non mi ero portato dietro i file. Sarebbe stato un rischi non necessario. Avevo affidato le facce ed i fatti alla mia memoria. All’età di 23 anni, ancora potevo farlo. Il mio capo mi prendeva in giro dicendomi di aspettare a vedere cosa sarebbe successo quando avrei compiuto 30 anni.

    Beh, ancora non era successo. Ricordandomi le facce, giravo le pagine del mio album, un raccoglitore bianco e nero che avevo fatto con inchiostro nero per aiutarmi a scavare più a fondo nel problema. Molti avrebbero usato dati analitici, ma non li avrebbero aiutati un gran che con questo caso. E perché avrebbero dovuto? Avrebbero avuto di fronte la CIA, che aveva accesso ai computer migliori della nazione al tempo degli omicidi. A questo punto potevo anche usare il metodo dell’album. Avevo una memoria visiva. Mi aiutava a pensare.

    In più, chiunque nella CIA stesse dalla parte di Thorp avrebbe saputo che tipo di dati stavo scaricando dall’FBI e dal sito della Polizia di Stato dell’Illinois. Avrebbero saputo ogni mia mossa. Gli album non erano così facili da interpretare. Una mente sospettosa avrebbe potuto immaginare che i colori ed i modelli che avevo scarabocchiato nelle sue pagine nascondevano la chiave dei miei processi di pensiero, ma non avrebbero mai saputo come interpretare i piccoli indizi.

    Strappai un pezzo di pagina colorata e l’attaccai alla lavagna di sughero dietro la mia scrivania. I tratti a penna ed inchiostro rappresentavano una scena della sala del dinosauro nel Museo Americano di Storia Naturale. Al posto delle squame, la pelle

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