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Il gemello decerebrato: Romanzo
Il gemello decerebrato: Romanzo
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Il gemello decerebrato: Romanzo

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Il gemello decerebrato. Presentazione dell'autrice.
Una storia anche di amore, che gioca sul filo intrigante di amori a pagamento, delitti inquietanti, relazioni impossibili e verità nascoste.

L'uomo, oggi in special modo, "gioca a fare Dio".
Non è detto che ogni uomo creda in una divinità superiore che lo abbia creato, come si potrebbe fare un giorno con un robot di carne.
Guardando "nel fondo del cielo" un team internazionale di astronomi ebbe modo di immortalare nella costellazione del Leone (la mia come segno zodiacale), un "gamma-ray burst from a star" ossia la luce rossa che irradiava una stella morente, accaduta quando l'universo aveva "solo" 630 milioni anni di età. Quella luce di colore arancione era esplosa a circa 13,03 miliardi di anni luce rispetto all'attuale posizione della Terra, ossia 30 miliardi di anni luce da adesso. Un baratro nel passato, rispetto alla vita del presuntuoso essere umano.
Siamo così piccoli che, dai tempi dei tempi, ci siamo inventati un'anima. Oppure la speranza di una sopravvivenza quanto più possibile vicina all'eternità.
Come giornalista, ma forse anche come poeta, mi sono sempre posta molte domande ed ho anche fatto riflessioni (a titolo speculativo) sui più svariati fronti dell'esistenza.
Questa la motivazione di molti dei miei lavori letterari
Perché Il gemello decerebrato?
Un tuffo nel futuro possibilistico dove la clonazione non riguarda più la pecora Dolly. Qualcuno, nascostamente, clonerebbe un nuovo Hitler?
Qualcuno ha clonato o vorrebbe clonare, il figlio perduto?
Cosa abbiamo il diritto di fare, in nome della scienza, cosa non dovremmo?
Dobbiamo guardare alle stelle, mentre distruggiamo il pianeta su cui viviamo?
Le domande sono tante e in questo mio lavoro tento di dare delle risposte a cosa potrebbe accadere se dimenticassimo che gli esseri umani contano, come specie, circa 200.000 anni e non sappiamo a quanto tempo abbiano diritto. Scomparve il Neanderthal: eliminato dal Sapiens che, oltre ad essere più intelligente era, forse, anche più cattivo. Chi farà scomparire dalla terra l'Homo sapiens?
Ma noi non ci saremo, diceva Francesco Guccini,
LanguageItaliano
Release dateMay 13, 2016
ISBN9786050437041
Il gemello decerebrato: Romanzo

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    Il gemello decerebrato - Bianca Fasano

    D'Aiuto

    IL GEMELLO DECEREBRATO

    Romanzo giallo fantascientifico

    IL GEMELLO DECEREBRATO

    Romanzo giallo fantascientifico

    Bianca Fasano

    In appendice:

    La foto

    Racconto

    ​RINASCERE

    Poesia

    Rinascerò

    con il mio corpo d’anima

    e di vento,

    pallida, trasparente

    ed impalpabile

    come un ricordo.

    Sfuggirò al vento

    delle angosce umane

    dalle labbra,

    inafferrabile come la gioia.

    osserverò da fuori

    la mia vita finita,

    con le speranze, i sogni, i sentimenti

    e mi allontanerò esitante

    per un bacio non dato,

    un rimpianto di pace,

    un nodo da slegare che la vita

    non mi permise mai di catturare.

    Uomini,

    parchi di serenità ma non di guerra,

    per questa terra tonda e frastagliata provai amore

    al primo sguardo;

    così per voi che non sapete ridere del nulla

    che fa gioire un bimbo,

    L’amore,

    che travolge le coscienze

    e i sensi,

    non vi tiene nel grembo più del tempo

    del godere

    e poi, selvaggi come puledri

    a cui non mise mai sella il giudizio,

    correte altrove,

    e trascinate in terra ogni ritegno,

    ogni possibile giudizioso ardore.

    Se fossi un Dio

    e avessi in poche ore fatto un mondo

    di pianeti, galassie, stelle fisse

    e architetture di infiniti soli,

    vorrei che agli occhi dell’uomo di terra

    il mio creato fosse meraviglia,

    vorrei che si lasciasse carezzare

    dal vento e dalla pioggia,

    che avvolgesse di sguardi ciò che feci per lui

    e mi rendesse amore per amore,

    bellezza per bellezza,

    pace per pace...

    specie se l’uomo fosse integro, possente,

    ricco di vista, acuto di pensiero,

    agile nelle membra come levriero...

    e invece?

    L’uomo che Dio creò a suo piacere

    non ride, non si innalza sulle cose, non ama

    per amore, non si sente felice

    anche soltanto per un volo di uccelli neri e fieri

    lassù in un cielo di topazio ed oro

    che sfuma a sera.

    Io da quel mondo sento che dipendo,

    ne faccio parte,

    come dei milioni di trilioni

    di esseri che vivono e abitarono il pianeta.

    Sono sorella dell’uomo di Pechino

    e dello sconosciuto Alieno che vive altrove.

    Amo d’amore,

    come sa fare chi al creare è amico

    e in un Dio creatore si riconosce...

    Infondo dunque spero che anche Lui

    si riconosca in me...

    Sotto forma di alito divino,

    energia senza tempo e senza forma,

    possente sogno di libertà

    volerò quindi via,

    nel tempo immobile,

    punto di luce a traversare il nulla nero

    fino a trovare ancora il volto del passato

    in altre luci che riconoscerò.

    Allora non avrò più paura dell’avvenire,

    più non sospirerò per ciò che vissi e non sarà

    non guarderò l’amica luna in cielo,

    ma mille e mille lune di altri mondi;

    come un passero fatto di piume astrali

    che non teme stanchezza

    e, fiducioso in se,

    cerca lontano

    l’eterna primavera.

    Il gemello decerebrato.

    Presentazione dell'autrice.

    L'uomo, oggi in special modo, gioca a fare Dio.

    Non è detto che ogni uomo creda in una divinità superiore che lo abbia creato, come si potrebbe fare un giorno con un robot di carne.

    Guardando nel fondo del cielo un team internazionale di astronomi ebbe modo di immortalare nella costellazione del Leone (la mia come segno zodiacale), un gamma-ray burst from a star ossia la luce rossa che irradiava una stella morente, accaduta quando l'universo aveva solo 630 milioni anni di età. Quella luce di colore arancione era esplosa a circa 13,03 miliardi di anni luce rispetto all'attuale posizione della Terra, ossia trenta miliardi di anni luce da adesso. Un baratro nel passato, rispetto alla vita del presuntuoso essere umano.

    Siamo così piccoli che, dai tempi dei tempi, ci siamo inventati un'anima. Oppure la speranza di una sopravvivenza quanto più possibile vicina all'eternità.

    Come giornalista, ma forse anche come poeta, mi sono sempre posta molte domande ed ho anche fatto riflessioni (a titolo speculativo) sui più svariati fronti dell'esistenza.

    L'essere umano, nel tempo, ha forse appreso a rispettare di più l'infanzia; ma, allora: perché tanti bambini subiscono abusi in famiglia o da persone che la frequentano?

    Oggi vengono al mondo piccoli miracoli dovuti alla scienza, sia per le difficoltà concrete che sono superate con mezzi nuovi che per l'età delle mamme, più adatte a fare da nonne che da mammine al primo figlio.

    Bene o male?

    La clonazione non riguarda più soltanto la pecora Dolly.[1]

    Qualcuno, nascostamente, clonerebbe un nuovo Hitler?[2]

    Qualcuno ha clonato o vorrebbe replicare il figlio perduto?

    Che cosa abbiamo il diritto di fare, in nome della scienza, cosa non dovremmo?

    Dobbiamo guardare alle stelle, mirando a raggiungere nuovi mondi, mentre distruggiamo il pianeta su cui viviamo?

    Abbiamo davvero il potere di distruggere il pianeta, o più semplicemente, è il nostro habitat che stiamo rendendo sempre meno abitabile e un giorno la terra farà a meno di noi?

    Dal Vangelo di Luca mi è restata impressa questa sequenza:

    -" E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».

    Possediamo noi uomini, un habitat, o non lo abbiamo piuttosto sottratto alle belve della foresta, agli orsi, ai lupi?

    L'habitat dell'uomo è stato da lui adattato, se non creato del tutto.

    La terra, in alcune sue parti, è stata spesso travolta e stravolta dall'essere umano, anche se in realtà noi rappresentiamo soltanto una presuntuosa specie, che molto facilmente dovrà un giorno estinguersi nel tempo, come i dinosauri.

    Guardando al passato, anche senza essere degli scienziati, ci si rende conto che portiamo in comune con le altre specie viventi l' evoluzione.

    Siamo abituati a vedere questa parola come sinonimo di miglioramento e inclini a credere che sia unilineare, per cui siamo forniti del desiderio (specialmente noi europei), di insegnare a vivere agli altri esseri umani che ci assomigliano, un po' come facevano i romani con la latinizzazione.

    Purtroppo non sempre questo desiderio, anche a carattere religioso/sociale, assume ruoli positivi e costruttivi e lo stiamo apprendendo a nostre spese, più apertamente, dall'attentato delle torri gemelle, abbattute a Manhattan l’11 di settembre, sotto la direttiva (questa la tesi ufficiale), del leader di Al-Quaeda, Osama bin Laden.

    Possiamo parlare di acculturazione, integrazione ed assimilazione delle popolazioni (vinte o no), oppure del tentativo di operarlo.

    Guardando al presente o ad un passato più o meno recente (non ci allontaniamo di troppo), in nome della cultura e della religione sono stati commessi e si stanno commettendo anche oggi, le più grandi violenze.

    Non soltanto dagli europei, ovviamente.

    Ci diamo un gran da fare noi esseri umani, come se la nostra specie fosse in diritto di ritenersi al di fuori delle possibilità di estinzione o, nella migliore delle ipotesi, di evoluzione. Non ne siamo estranei, invece, e neanche è detto che l'evoluzione cui potremmo essere soggetti ci possa piacere.

    Siamo destinati ad una lunga sopravvivenza di specie? La più lunga, in quanto animali intelligenti?

    Non lo sappiamo.

    I dinosauri si sono estinti, ma non del tutto, poiché alcuni di loro ci svolazzano leggeri sul capo.

    Abbiamo orrore degli scarafaggi (le blatte), però queste creature hanno lasciato il segno della loro (già) presenza nei fossili di blattoidei del Carbonifero, tra 354 e 295 milioni di anni fa. Sono, tuttavia, meno forti di quello che crediamo, difatti sarebbero i primi a morire dopo una guerra nucleare non sopportando più di 20000 rad[3] di esposizione radioattiva. Un pensiero noioso in meno.

    Gli squali sono tra le specie più longeve, perché esistono da alcune centinaia di milioni di anni, nondimeno li sta portando a rischio d'estinzione il riscaldamento delle acque degli oceani e il loro aumentato livello di acidificazione.

    Siamo proprio bravi a fare guai.

    Noi esseri umani appariamo piuttosto resistenti, giacché contiamo, come specie, circa 200.000 anni. I Neanderthal comparvero in Europa 700.000 anni fa e meno di 40.000 anni fa si sono eclissati. Potremmo dire, misteriosamente. Una spiegazione però c'é: Siamo arrivati, dall'Africa, noi Homo sapiens. Confesso di aver creduto per anni che tra i Sapiens e i Neanderthal non ci fosse stato molto in comune per questioni legate all'impossibilità di procreare di un' eventuale prole nata dal connubio. Non era vero. Senza offendere i primi che, anche se brutti, dal nostro punto di vista, erano stati capaci, con le loro enormi narici e la fronte bassa e obliqua, di sopravvivere nella glaciazione, il Sapiens, più bello e più intelligente e il Neanderthal, convissero e, anche, si accoppiarono, malgrado le differenze fisiche eclatanti. Questo spiega il perché del fatto che oggi più del 5% del nostro Dna,porti tracce degli incroci che avvennero tra i due ominidi, compreso il cugino asiatico dei secondi: il Denisovan. Le prove sono venute dal sequenziamento massiccio del Dnadi oltre 380 reperti archeologici resi pubblici sull’ American Journal of Medical Genetics. In pratica ai Neanderthal dobbiamo un grazie, poiché da queste specie di ominidi abbiamo ereditato alcuni dei geni fondamentali del nostro attuale sistema immunitario: quelli che ci rendono capace di resistere alle infezioni da funghi, batteri e parassiti e in negativo, quelli responsabili della nostra tendenza a sviluppare allergie. Ci spieghiamo così anche la scomparsa, quasi fulminea, del Neanderthal: eliminato da noi Sapiensche, oltre ad essere più intelligenti, eravamo, forse, anche più cattivi, ma non sappiamo a quanto tempo abbiamo diritto.

    Domande, dicevo. Pensieri, dicevo. Quelli che colpiscono una scrittrice si tramutano, molto spesso, in romanzi, studi, saggi, racconti, poesie.

    Ecco la spiegazione anche per i miei romanzi di fantascienza, che mi hanno costretta a rispondere alle mie domande, trovandone, per strada, ancora altre.

    -Se il sole muore, scrisse Oriana Fallaci, nel 1965. Il sole di cui lei parlava non era quello che illumina e riscalda il nostro pianeta.

    L'astro che ci interessa l'hanno studiato (tra gli altri), alcuni ricercatori dell'Università del Sussex (Gran Bretagna) pubblicando le ricerche effettuate su Astrophysics. Stiamo parlando di fatti che accadranno un tempo non connesso certamente a noi di questa generazione (se non sotto il profilo d'interesse scientifico/culturale), e neanche ai nostri lontanissimi discendenti. Non riguarderanno, forse, neanche la razza umana, che sta facendo di tutto per implodere con i propri mezzi prima di quei periodi lontanissimi dall'oggi.

    Certamente, però, tra cinque miliardi di anni il nostro Sole (che è una stella, per cui in totale ha una speranza di vitadi circa tredici miliardi di anni) inizierà a morire. Nel nucleo non vi sarà più idrogeno, la cui fusione oggi produce energia e crescerà, divenendo centinaia di volte più grande di quanto sia adesso. Soltanto se la Terra riuscirà ad agganciarsi alla forza di gravità di un gruppo di asteroidi (dicono gli scienziati del Sussex), potrà sfuggirgli e sopravvivere, differentemente sarà fagocitata nell'ultima agonia solare.

    -"Vedremo soltanto una sfera di fuoco,

    più grande del sole, più vasta del mondo;

    nemmeno un grido risuonerà e solo il silenzio come un sudario si stenderà

    fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno,

    ma noi non ci saremo, noi non ci saremo. "

    Diceva Francesco Guccini.


    [1] La pecora Dolly (5 luglio 1996 – 14 febbraio 2003) è stata il primo mammifero a essere stato clonato con successo da una cellula somatica, sebbene non il primo animale in assoluto ad essere stato clonato con successo

    [2] I ragazzi venuti dal Brasile (The Boys from Brazil) è un film del 1978 diretto da Franklin J. Schaffner, tratto dal romanzo omonimo di Ira Levin.

    [3] Il rad rappresenta la quantità di radiazione che deposita 100 erg di energia in un grammo di materia. 

    ​Il gemello decerebrato.

    Fase I. L'orrore.

    -E' orribile!-

    L'urlo intenso e prolungato che seguì a queste parole, fermò i movimenti dell'intero Gruppo ominidi al 47° piano del Nuovo Ospedale Ricambi di Milano. Era l'ora quarta dall'apertura del ciclo giornaliero di operatività del reparto. Quella che noi oggi chiameremmo le nove del mattino.

    Dopo alcuni minuti poterono rendersi conto che l'avesse lanciato Shapiro, la female doctor, addetta al nucleo decerebrati del Reparto speciale. L'avvisat sulla cintura lo aveva chiaramente mostrato.

    La conseguenza fu che l'intero reparto ne fosse allarmato per cui chiunque potesse, lasciò subitaneamente le proprie attività, giungendo dai vari laboratori per comprendere la provenienza del grido. Sotto le luci violette baluginavano le tute fluorescenti dai vari colori e non appena vi fu modo di farlo, ciascuno cercò di ricevere notizie da chi fosse arrivato prima, ma senza risposte. Qualcosa si concretò soltanto quando Marcella Elodia, la specialista in trapianti, riuscì ad individuare il luogo di provenienza dell'urlo umano, cui aveva fatto seguito un silenzio quasi più inquietante.

    -Storage decerebrati. I controllori del piano vengano con me, gli altri tornino al proprio lavoro. Grazie.-

    L'ordine fu impartito ed eseguito con altrettanta efficacia. La Elodia, assieme ai sei controllori, tra cui spiccava per il camice di un verde brillante tra il bruno delle uniformi, premette alcuni tasti al lato della porta, che restava chiusa, ma attraverso cui il suono filtrava a mezzo espressori di sonorità ed entrò nel gruppo ominidi, quasi scontrandosi con la Shapiro che voleva uscirne. Aveva il volto stravolto, pallido, su cui si era stampata anche un'espressione di sorpresa e non sembrò desiderosa di fornire spiegazioni, piuttosto di allontanarsi da quel luogo. Sembrava potesse vomitare a momenti e fu fatta passare. Chiaramente i nuovi arrivati la superarono, cercando con lo sguardo cosa potesse averla ridotta in quello stato. Ad un primo sguardo tutto appariva perfettamente in ordine: i corpi sotto le tende trasparenti erano immobili, tranne che per il meccanico sollevarsi dei toraci con il flusso ed il deflusso dei respiri, cui faceva eco il ronzio degli apparecchi che lo permettevano. La first Elodia fece cenno a One Controller di recuperare la Shapiro, che si trovava nel corridoio, per avere una spiegazione. La female doctor non sembrava per nulla desiderosa di ritrovarsi davanti a quanto l'aveva tanto terrorizzata, ma fu costretta ad ubbidire e, con l'aria alquanto imbarazzata, chiese scusa per la fuga.

    -Non vedo nulla di strano. Mi spieghi, per favore.-

    -Guardi lei stessa: 3° reparto storage decerebrati, quinto settore, nella tenda dell'ominide Victory.- Fu la risposta della donna che si era ripresa a tal punto da condurre lei stessa, anche se con passo malfermo, la collega sul luogo che aveva indicato.

    -Eccolo!-

    Gli occhi dei presenti si posarono incuriositi sulla separazione trasparente di Vinilico, la first Dr. lo scostò cautamente e...

    -Per la galassia!- Disse quasi tra sé.

    -Chi mai può avere... - Mormorò uno dei controllori distogliendo lo sguardo.

    La Shapiro mormorò tra sé:-Che non sia un'impresa dell' A.A.T.D.-

    Si riferiva all' Association against twins decerebration, che contrastava violentemente la nascita e l'uso dei decerebrati a scopo di salvaguardare il gemello vivente.

    -Scostatevi tutti.- Ordinò la first Dr.

    Un seguito di frasi spezzate e confuse fece da coro alla messa in luce di un corpo umano fracassato, maciullato i cui organi interni, rotti e tagliuzzati con quello che sembrava un atto di grande rabbia, fuoriuscivano da numerosi e profondi tagli dell'epidermide che appariva coperta di sangue. Qualcuno aveva determinatamente inteso di non lasciare nulla di sano in quell'organismo di per sé già cerebralmente morto, tanto da fare sì che nessuno dei pezzi che lo componevano potesse dirsi integro.

    -Per cortesia, allontanatevi senza toccare nulla e cercate di uscire lasciando meno impronte possibili. Desidero che resti con me soltanto One (il controllore principale) e la Shapiro. Che qualcuno chiami la Lead investigator e spieghi che ci troviamo di fronte a quello che si potrebbe definire un omicidio. Questo perché dobbiamo comprendere chi sia il colpevole. E' indispensabile.-

    Poi si rivolse alla collega, con un atteggiamento più comprensivo, dopo avere visto cosa l'avesse scossa tanto:

    - Vuoi dell'acqua?-

    Lei scosse la testa e rispose:

    -Potrebbe essere stata la against twins"?

    -Mi sembra eccessivo, ma dobbiamo considerare tutte le ipotesi. Ce la fai a video make calls?-

    La dottoressa, ancora pallida in viso, annuì e chiese:

    -All'intera directory o soltanto al control group?-

    -No, Mara (le diede stranamente del tu), sarà il caso di avvisare Il Single Order di persona. L'accaduto è troppo grave, mi sembra poco utile fare sì che intervengano degli estranei. Lo faremo dopo avere chiarito di fronte a cosa ci troviamo. Ho già una mia idea in proposito e non mi piace per niente.-

    -Va bene, faremo come dice lei.-

    Mara Shapiro non aveva mai visto qualcosa di così inquietante in tutta la sua carriera. Eppure era assistente al Reparto Chirurgia Trapianti! Sul piccolo schermo da lei azionato si mostrò il volto senza emozioni di un automa che, senza muovere le labbra le domandò conferma della richiesta.

    Il robot, del tutto simile ad un essere umano asessuato, dovette immediatamente passare l'avviso al gruppo successivo poiché comparve un altro uomo, forse soltanto un automa più perfetto del precedente, tanto da potersi credere un essere umano. Chi poteva dirlo? Quasi tutto il personale del reparto Z del Single Order, tranne pochi sceltissimi elementi, era formato da automi, le cui funzioni erano di proteggere la privacy del reparto e di impedire qualsiasi possibilità alla fuga di notizie. Gli automi erano costruiti in modo tale che si autodistruggessero nel momento stesso in cui stessero per rivelare segreti di laboratorio e questo non era mai accaduto.

    -Dica, sia breve- Ordinò l'essere.

    - Gruppo ominidi al 47° piano, 3° reparto storage decerebrati, quinto settore, ominide Victory. L'elemento è stato distrutto, si presuppone a mezzo bisturi."-

    -Notizia incorporata. Attenda-

    Non un muscolo (ammesso che li possedesse), dell'essere, si era mosso. Sul videofono apparvero lampi rossi, poi ricomparve il volto:

    -Female doctor, resti sul posto, manderemo un elemento della Lead investigator.-

    -Non si sprecano in convenevoli!- Costatò la donna, nel ritornare accanto alla specialista in trapianti.

    -Sono programmati così, se agissero differentemente, come uomini, sarebbero depennati dall'incarico, come automi, nel migliore dei casi riprogrammati-

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