Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Il Commissario di Sferranatale
Il Commissario di Sferranatale
Il Commissario di Sferranatale
Ebook202 pages2 hours

Il Commissario di Sferranatale

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Il commissario è una figura pura e giusta che opera in un contesto in cui prevalgono gli egoismi e i soprusi; rispetta la legge e contesta i bigotti della burocrazia.
Viviamo in un mondo in cui ce ne vorrebbero tanti come lui, per combattere le anomalie del nostro Paese; in cui non si riesce a pianificare quasi niente e dove le persone non credono più alle istituzioni e ancor meno alla politica.
Simone.

Un’opera di fantasia farcita di rare essenze di realtà, un
canto di benevoli sirene che attira il lettore in ambientazioni
di realtà fantastiche, un intreccio di personaggi di contorno
veri che si miscelano con i protagonisti nati dalla fantasia
dell’autore, vicende drammatiche cui la cronaca ci ha
purtroppo abituato fino a renderci insensibili, quadretti
frizzanti di vita quotidiana colti in un’ambientazione quanto
mai reale e che il lettore potrà vivere se vorrà indagare per
giungere nei luoghi che, per quanto abilmente descritti
dall’autore, se visti di persona sucitano emozioni intense
trasudanti bellezza e umanità.
Non servono troppe parole per incuriosire il lettore ma solo
un invito a sorseggiare questi racconti come un vino genuino
che scalda l’anima.
Sissio (Francesco Salvatore)
LanguageItaliano
PublisherSimone Aiello
Release dateMay 14, 2016
ISBN9786050438482
Il Commissario di Sferranatale

Read more from Simone Aiello

Related to Il Commissario di Sferranatale

Related ebooks

Murder For You

View More

Related articles

Reviews for Il Commissario di Sferranatale

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Il Commissario di Sferranatale - Simone Aiello

    Sferranatale

    Il Commissario di Sferranatale

    di Simone Aiello

    Didascalia...

    Titolo | Il Commissario di Sferranatale

    |-il To cco di Birra- La Traversata|

    Autore | Simone Aiello

    Prima edizione: 2016

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Nota dell’autore

    Ho inserito personaggi ispirandomi ad amici e conoscenti, così pure degli spunti di vita vissuta che ho ritenuto fossero interessanti per arricchire tutto quello venuto fuori dalla fantasia.

    Michele, Francuzzo, Rino, Sissio, per esempio, sono degli amici con i quali ho vissuto dei momenti di allegria e per questo ho ritenuto innestarli come condimento aggiuntivo per rinvigorire un piatto altrimenti scipito; Emanuele e Gera, invece, si impegnano nel sociale, mettendo a disposizione della comunità, spesso distratta e indifferente, le loro capacità; quello spirito puro che dà speranza e stimolo, un esempio da seguire ed è per questo che ho voluto citare anch’essi.

    Ringrazio Rino per le preziose informazioni sulla bellissima Selinunte; Sissio (Francesco), per aver effettuato una prima lettura della bozza e per aver segnalato refusi e incongruenze e infine Giobrus 16 (Giovanni Brusca) che ha disegnato la copertina.

    Il commissario è una figura pura e giusta che opera in un contesto in cui prevalgono gli egoismi e i soprusi; rispetta la legge e contesta i bigotti della burocrazia.

    Viviamo in un mondo in cui ce ne vorrebbero tanti come lui, per combattere le anomalie del nostro Paese; in cui non si riesce a pianificare quasi niente e dove le persone non credono più alle istituzioni e ancor meno alla politica.

    Simone.

    Un’opera di fantasia farcita di rare essenze di realtà, un canto di benevoli sirene che attira il lettore in ambientazioni di realtà fantastiche, un intreccio di personaggi di contorno veri che si miscelano con i protagonisti nati dalla fantasia dell’autore, vicende drammatiche cui la cronaca ci ha purtroppo abituato fino a renderci insensibili, quadretti frizzanti di vita quotidiana colti in un’ambientazione quanto mai reale e che il lettore potrà vivere se vorrà indagare per giungere nei luoghi che, per quanto abilmente descritti dall’autore, se visti di persona sucitano emozioni intense trasudanti bellezza e umanità.

    Non servono troppe parole per incuriosire il lettore ma solo un invito a sorseggiare questi racconti come un vino genuino che scalda l’anima.

    Sissio (Francesco Salvatore)

    Il Commissario di Sferranatale

    "il Tocco di birra"

    Un’anomala domenica sera di fine gennaio.

    Quel giorno non aveva nulla di normale.

    Temperatura primaverile, causata da un fastidioso scirocco; l’assenza di gente e bancarelle in piazza; pomeriggio senza calcio per lo sciopero indetto dal sindacato calciatori, contro i drastici abbassamenti di ingaggi, conseguenza di una crisi che sembrava non dovesse mai finire.

    Poi, una chiamata da Roma che allertava il commissariato di Sferranatale, per un probabile summit mafioso in un casolare abbandonato di Barcarello.

    -Minchia Commissà, ci sono 26 gradi, sembra di essere in estate. Cheffà accendo il condizionatore?-

    L’agente scelto Paolo Lepredoro credeva di avere fatto una battuta simpatica e s’aspettava la risata dal superiore.

    -Paluzzu, quante volte ti ho detto di non anteporre Minchia prima di Commissario! E poi che minchia, e qui ci vuole…., che minchia di babbìo hai?

    A quest’ora dovevo essere a teatro a vedere Ficarra e Picone al Biondo, e invece sono qua a spulciarmi con tia.-

    Lepredoro passò dal sorriso a una smorfia di sofferenza.

    -Mi scusassi Commissario Vitale, ma volevo rompere il ghiaccio, e feci questa battuta.-

    -E tu, il ghiaccio, con questo caldo lo devi rompere?ah ah ah-

    Era appena entrato il vice commissario Luigi Polizzi.

    -Luigi pure tu ti ci metti? Piuttosto preparati che dobbiamo fare un blitz a Barcarello –

    Il commissario non era proprio dell’umore giusto e si affrettò a pianificare con tutta la squadra l’intervento che di lì a poco si sarebbe attuato in quel casolare, assieme ai rinforzi della questura centrale.

    Si ricordò le parole del questore, il dottore Mandalà, un viscido personaggio facilmente influenzabile dalla politica locale e nazionale. –Mi raccomando Vitale, non si comporti con la solita irruenza e veda di essere meno superficiale. Capisco che siamo alla ricerca di un pericoloso latitante, ma la invito a evitare quegli atteggiamenti irrisori nei confronti di chicchessia. Non vorrei che qualcuno si debba lamentare; e questo nel caso in cui tutto si rivelasse una mera chimera, una falsa dritta data da quei cialtroni dei nuclei speciali.-

    Ricordò cosa rispose…

    -Cheffà andiamo lì e stendiamo il tappeto rosso, signor Questore?.-

    -Dottor Vitale sia meno sardonico per favore!-

    -Sardonico sta’ minchia-

    ripetè solo mentalmente il commissario

    -Va bene dottor Mandalà, sarò preciso, puntuale, tollerante e delicato.-

    -Vada vada…!!!-

    Ma proprio quel –vada vada- finale gli fece salire la pressione al massimo. Non sopportava che ogni discussione col suo superiore si chiudesse con quella frase che sintetizzava , e questo lo sapeva benissimo, tutto il biasimo che il questore aveva nei suoi confronti. -Io ti manderei a fare in culo, caro il mio commissarietto Bastian-contrario dei miei cabbasisi. Al primo errore ti mando a Pordenone!- Questo voleva dire quel -vada vada…- secondo Vitale;

    e lo tormentava quel pensiero, quelle parole, dentro la sua testa echeggiava il -vada vada…- del dott. Gaetano Mandalà.

    -Lepredoro, non è che per caso ha un cachet?-

    Il commissario aveva anche il mal di testa.

    -No dottore, il libretto d’assegni ‘a casa lo lassai!-

    -Ma che dici Lepredò?

    Il commissario ti ha chiesto se hai un analgesico, non il carnet degli assegni? Ah ah ah.

    Ora te lo do io, porto sempre una bustina appresso.-

    Scoppiarono tutti a ridere, e anche il commissario accennò un tenue sorriso.

    -Vabbè vabbè, forza picciotti, basta col babbìo. Organizziamo questo scassamento di minchia di intervento congiunto-

    E così ognuno si mise al lavoro.

    -Dottore Polizzi, mi dicissi, il commissario non lo poteva dire mi dia una pillola per il dolore di testa invece di dire cascè… o come schifìo si dice?

    Nooo che mi ha fatto fare una malafiura di gnoranti!-

    -Non ci fare caso Lepredò. Almeno lo abbiamo fatto ridere un po’.-

    Paluzzu Lepredoro era un bravissimo agente e, anche se era sciarriato col vocabolario, svolgeva il suo compito con abnegazione, il commissario Vitale lo stimava tantissimo.

    Arrivarono mezzi e uomini dalla questura centrale e dopo un breve briefing, si avviarono verso il lungomare Barcarello.

    La strada era al buio; da settimane persisteva un guasto elettrico e funzionavano tre delle decine di lampioni del lungomare.

    In avanscoperta si mosse un auto civetta, una sgangherata Fiat Brava, dentro la quale trovarono posto il commissario Vitale, Polizzi, Lepredoro e due agenti della catturandi.

    Si stavano avvicinando al casolare abbandonato, e già scorgevano delle sagome che si muovevano al suo interno, quando dal muretto che delimita la strada dagli scogli, spuntarono due ombre, una smilza e una gigantesca; questi due individui si diressero repentinamente verso il lato passeggero, aggirando la Brava da dietro, dove era seduto il commissario Vitale.

    -O la borsa o la vita! Ma anche se avete un pacco di sigarette fa lo stesso!

    Lo smilzo teneva in mano un pezzo di legno a mo’ di pistola; e anche se era buio pesto, si capiva che non era affatto un’arma.

    Il commissario incredulo lo guardò bene e lo stesso fece lo smilzo, il quale esclamò:

    -Minchia commissario, lei è? Mi scusasse, ma io e Cicciuzzu stamu giocando a guardie e latri e… siccomi non avemo sigarette, abbiamo deciso di addomandarle alla machine che passano.-

    Erano Salvatore (Totuccio) Basiricò e Francesco (Cicciuzzo) Giuliettazzo; due poveri Cristi, ladri di galline, che tutti in paese conoscevano bene per le loro tragi-comiche esperienze criminali.

    -Basiricò, e tu le sigarette puntando la pistola le chiedi? Ma poi, pure tu ti ci metti a anteporre minchia prima del mio titolo o del mio cognome? Ma che fate qui, ora vi faccio arrestare!-

    -No commissario, non ci consumassi! Io e Totuccio niente di male abbiamo fatto. Questo è un pezzo di ligno di olivo, non è una pistola. Noi scherziamo e le pirsone lo sanno.

    Glielo avevo detto a Totuccio… guarda che non tutte le pirsone stanno al nostro sgherzo! Ma lui no, insisteva, perché lei lo sa come è Totuccio… una ne fa cento ne pensa. E poi…commissario glielo prometto, non lo chiameremo più minchia commissario!!-

    Giuliettazzo era un omone grande e grosso, l’esatto opposto di Basiricò. Con lo smilzo facevano coppia fissa, erano sempre insieme. Tra i due era il più saggio e le sue parole erano sincere.

    - Ma che consumo e consumo. Vuoi siete consumati dalla nascita!

    Lepredoro, mi tolga questi due minchioni dalle scatole, prima che li faccia arrestare davvero!-

    I due si allontanarono da Barcarello con un antidiluviano Piaggio Ciao, color giallo canarino, del Giuliettazzo. Guardandoli allontanare, sembrava che una scimmietta fosse aggrappata a un orso con le ruote.

    -Luigino, appostiamoci ai quattro lati del casolare, e chiama il resto della truppa al mio segnale.-

    Il commissario si avvicinò alla finestra sgangherata di quella costruzione, sicuramente abusiva, e cercò di scorgere qualcosa guardando dentro. Vide una candela al centro di un tavolo e una decina di persone sedute su quelle che sembravano fossero casse di birra.

    -Minchia, hanno pensato di fare un summit in una specie di cacatoio, per non dare nell’occhio. Furbi sono!Si mimetizzano perfettamente –

    Avvicinò l’orecchio al muro per ascoltare cosa dicessero, e riuscì a percepire un discorso, se pur ovattato, che lo mise in guardia.

    -Tu Gigetto, hai tradito la mia fiducia! Poco fa ti salvai da una fine infausta. Ora sei un traditore e ti faccio immediatamente fuorì!-

    E l’altro…

    -Minchione! Abbiamo un filosofo! E chi sei Archimede Pitagorico?-

    See, Paperon de Paperoni! Esclamò bisbigliando appena il commissario. Qua dentro l’ignoranza … è con la Gnu maiuscola!-

    -Tu, poco fa, mi hai lasciato solo col nemico. Erano cinque contro a mia! E io … li ammazzai in un corpo solo!-

    -Mammasantissima, qua la cosa seria è!-

    Il Commissario, carico di adrenalina, fece il segnale al suo vice, e questi immediatamente chiamò il resto dei colleghi che immediatamente si misero in moto.

    Intanto dalla casa, quello che sembrava si chiamasse Gigetto continuava il discorso.

    -Dunque Ginetto, tu poco fa mi facesti bere la scolatura, mentre che io ti feci sutta tre volte. Ora che vuoi, le cose cambiano e non ti posso fari padrone… e se resti accocchiato non è certo colpa mia!-

    -Sutta, paadrone… accocchiato? Minchia, malinteso ci fu?!?-

    Il commissario Vitale capì che dentro quel casolare non si stava facendo alcun summit di mafia; era in atto un tocco di birra tra amici, una sorta di gara a chi beveva di più.

    Poi, guardando bene, riconobbe una buona parte dei partecipanti, li conosceva tutti; erano degli scansafatiche che passavano il tempo nelle taverne ad ubriacarsi dalla mattina alla sera.

    Doveva immediatamente avvisare i colleghi, li doveva fermare… ma ormai era tardi e quelli arrivarono a sirene spiegate da ogni dove.

    Ci fu un trambusto totale. I poliziotti circondarono il casolare e uno di essi col megafono in mano cominciò ad intimare:

    -Polizia di Stato. A voi lì dentro, siete circondati e non avete alcuna via di scampo. Gettate le armi e uscite a mani alzate.-

    Il commissario non sapeva se bloccare l’operazione oppure far finta di nulla. Aveva la gola asciutta per la malafiura e non riusciva a pronunciare alcunché.

    -Fabrizio, Fabrizio qual è la prossima mossa?-

    Il vice incalzava il superiore; lo vedeva sudare e pensò che stesse male o che avesse paura. Ma conoscendo bene il suo amico commissario, optò per la prima impressione.-

    -Fabrizio, ma che stai male? Ti ha fatto male il pane con la meusa che abbiamo mangiato di pomeriggio?-

    -Ma quado mai! E’ che… lì dentro… non ci sono mafiosi, né tanto meno delinquenti… Minchia, nei guai siamo!

    Chi malafiura!-

    Polizzi rimase basito e cercò di chiedere lumi, ma s’interruppe perché qualcuno da dentro aprì la porta del casolare.

    -Ma ce l’avite con noi? Ma che abbiamo fatto? Cheffà è proibito fare un tocco di birra con gli amici…per caso?-

    Era la voce stridula di Gigetto, si intuiva che stava tremando per la paura.

    -Uscite con le mani in alto e inginocchiatevi, ora!-

    Uscirono tutti uno appresso all’altro e si misero in ginocchio. Uno di essi, Ginetto Barbera, forse per l’emozione, o per la troppa birra, si fece la pipì addosso.

    Gli uomini armati si avvicinarono; alcuni di essi entrarono nel casolare e cominciarono a rovistare per controllare se non vi fosse qualcuno nascosto.

    -Fabrizio, Fabrizio, ma è vero quello che ha detto quell’ubriacone di Gigetto ? La dentro solo il tocco stavano facendo?-

    -Tu che dici Luigì? Cheffà, magari stanno facendo il tocco di Coca… senza Cola. Minchia , nella cacca siamo!-

    Decisero di interrogare i dieci del tocco, o i presunti mafiosi, direttamente in questura.

    Il dottor Mandalà attendeva impaziente il rapporto del commissario Vitale nella sua stanza piena di drappi e targhette.

    -Commissario, vedo che

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1