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Fronte interno
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Ebook83 pages56 minutes

Fronte interno

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RACCONTO LUNGO (49 pagine) - FANTASCIENZA - Nel mondo diviso in monadi aziendali di un futuro non così lontano e non così improbabile, nella lotta per il titolo di Miss Segreteria Generale tutto era lecito

Vi presentiamo Astrid Maria Guerra. Un corpo da favola esaltato dall'abbigliamento all'ultima moda. Uno spirito indomabile determinato a raggiungere i suoi obiettivi, con qualunque mezzo. Ricordate Miss Segreteria Generale dell'anno scorso, quella del nudo integrale? Quella era Astrid. Nel mondo diviso in monadi aziendali di un futuro non così lontano e non così improbabile, in cui l'unica cosa che conta è fare carriera, Astrid è un animale nel suo ambiente. Fate attenzione ad Astrid. Perché è pericolosa.

Franco Ricciardiello, nato a Vercelli nel 1961, scrive e pubblica fantascienza dal 1981. Ha pubblicato due romanzi su "Urania", "Ai margini del caos", vincitore del premio Urania nel 1998 uscito anche in Francia da Flammarion, e "Radio aliena Hasselblad", nel 2002. Suoi racconti sono stati inclusi nelle antologie bestseller Millelire di Stampa Alternativa. Negli anni ottanta ha collaborato e diretto la fanzine "The Dark Side". Più recentemente ha scritto anche gialli, vincendo nel 2002 il premio di narrativa poliziesca Orme Gialle e nel 2005 il premio Gran Giallo Città di Cattolica. Nel 2007 col romanzo "Autunno Antimonio" ha vinto il premio Delitto d'Autore.
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateMay 31, 2016
ISBN9788865307373
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    Fronte interno - Franco Ricciardiello

    a cura di Silvio Sosio

    Franco Ricciardiello

    Fronte interno

    Racconto lungo

    Prima edizione maggio 2016

    ISBN 9788865307373

    © 2016 Franco Ricciardiello

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    Font League Spartan Bold by Micah Rich, SIL Open Font Licence 1.1

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Fronte interno

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

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    Il libro

    Nel mondo diviso in monadi aziendali di un futuro non così lontano e non così improbabile, nella lotta per il titolo di Miss Segreteria Generale tutto era lecito

    Vi presentiamo Astrid Maria Guerra. Un corpo da favola esaltato dall'abbigliamento all'ultima moda. Uno spirito indomabile determinato a raggiungere i suoi obiettivi, con qualunque mezzo. Ricordate Miss Segreteria Generale dell'anno scorso, quella del nudo integrale? Quella era Astrid. Nel mondo diviso in monadi aziendali di un futuro non così lontano e non così improbabile, in cui l'unica cosa che conta è fare carriera, Astrid è un animale nel suo ambiente. Fate attenzione ad Astrid. Perché è pericolosa.

    L'autore

    Franco Ricciardiello, nato a Vercelli nel 1961, scrive e pubblica fantascienza dal 1981. Ha pubblicato due romanzi su Urania, Ai margini del caos, vincitore del premio Urania nel 1998 uscito anche in Francia da Flammarion, e Radio aliena Hasselblad, nel 2002. Suoi racconti sono stati inclusi nelle antologie bestseller Millelire di Stampa Alternativa. Negli anni ottanta ha collaborato e diretto la fanzine The Dark Side. Più recentemente ha scritto anche gialli, vincendo nel 2002 il premio di narrativa poliziesca Orme Gialle e nel 2005 il premio Gran Giallo Città di Cattolica. Nel 2007 col romanzo Autunno Antimonio ha vinto il premio Delitto d'Autore.

    1

    – Lo sanno tutti che quelli della Segreteria generale non capiscono un cazzo – concluse l’impiegata.

    A quel punto Astrid non riuscì più a trattenersi. Prese dalla tavola il barattolo di alghe tostate, si alzò tenendolo nascosto dietro la schiena e si avvicinò al tavolo accanto.

    – Cosa avete contro la Segreteria? – disse con aria bellicosa, appoggiandosi contro la tovaglia di cellulosa usa-e-getta.

    L’impiegata della Conformità (IV divisione, sottoufficio Regolarizzazioni) finse di annusare l’aria senza guardare Astrid negli occhi.

    – Non sentite puzza di merda? – domandò ai due colleghi con faccia da coniglio che le stavano davanti.

    Quello con gli occhiali di resina rossa a cuoricini guardò la microgonna di Astrid e deglutì a fatica. – Me… merda? – ripeté.

    Astrid svitò il tappo del barattolo e ne gettò il contenuto negli occhi dell’impiegata al tavolo della mensa.

    Aaah! – strillò la donna coprendosi il viso – mi ha accecata!

    Astrid le afferrò i capelli e strattonò all’indietro contro lo schienale flessibile della sedia. I due impiegati-coniglio si dileguarono in direzione dell’uscita, ma tecnici e operai ai tavoli vicini si voltarono per guardare.

    – Sparisci, piccola puttana velenosa, – sussurrò a denti stretti Astrid all’orecchio della collega. – Potrei adoperare quella bottiglia di plexiglas per un uso improprio.

    L’impiegata gemette e tirò con le mani i capelli per liberarsi dalla presa di Astrid. Si levò la polvere di alghe dagli occhi, poi tentò di afferrare uno dei coltelli da tavola in plastica. Astrid la colpì con una ginocchiata al basso ventre che la piegò in due.

    Qualcuno si mise a ridere, Astrid riconobbe uno degli operai specializzati che un tempo lavoravano con Aureliano. Il cuoco cyborg si sporse dal bancone anodizzato della mensa per controllare cosa accadeva.

    Astrid raccolse la borsetta rossa dell’impiegata, passata di moda da almeno quindici giorni, e ne rovesciò il contenuto sul tavolo. Uno specchietto, occhiali da esterno, alghe in compresse, pasticche di iodio e una giarrettiera rossa, tutto cadde nei piatti sporchi. Astrid uscì dalla mensa senza degnare di un’occhiata la collega che si lamentava carponi sul pavimento, mentre gli operai la guardavano divertiti.

    Astrid continuò senza fermarsi fino al primo blocco ascensori, dove passò davanti alla breve coda di attesa senza che nessuno osasse dire niente. Pestò quasi la punta del piede a un vice capo reparto con le mostrine a calibro della divisione Meccanica, e entrò nella cabina dalla porta scorrevole.

    Che giornata di merda, pensò.

    Osservò il numero del piano di destinazione per i tre secondi previsti. L’ascensore partì, erano entrati solo altri quattro passeggeri. Ignorò per ben 39 piani il rumore di fondo degli uomini che la guardavano fisso

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